Le cinque lauree che danno lavoro: le Facoltà e i corsi

Tutti i dati sulle lauree che danno lavoro

È inutile fare gli idealisti. In un periodo di profonda crisi occupazionale come quello che stiamo vivendo, uno dei fattori di cui bisogna tenere conto quando si sceglie il corso universitario a cui iscriversi sono le possibilità lavorative che quel titolo di studio offre. Ovvero quali sono le lauree che danno lavoro. Una cosa che, però, non è mai pienamente quantificabile.

E questo avviene per vari motivi. Un po’ perché il mercato è sempre in rapida evoluzione. Un po’ perché ogni Università cerca di calcare la mano più sui successi che non sui fallimenti. Ma anche perché, infine, chi esprime opinioni al riguardo sovente non ha davvero ben chiara la situazione.

I dati di AlmaLaurea

Abbiamo perciò cercato anche noi di formarci un’idea più precisa. Usando i dati di AlmaLaurea, abbiamo stilato una classifica che ci pare piuttosto completa dei corsi e delle Facoltà (usando una terminologia antica, ma che sopravvive) che ottengono i migliori risultati nell’occupazione dei loro studenti. I dati risalgono al 2014, e quindi sono freschissimi. Sono però stati ricavati da interviste condotte su un campione di poco meno di 200mila laureati ad un anno dalla laurea.


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Ovviamente, date queste premesse, l’indagine finisce per privilegiare i corsi magistrali. Questo avviene perché una buona parte dei laureati di “primo livello” non entra subito nel mondo del lavoro ma prosegue gli studi. Altrettanto ovviamente penalizza quei corsi che prevedono un’ulteriore formazione post-laurea, come Medicina. Al di là di questi casi particolari, però, ci paiono dati affidabili ed interessanti. Eccoli.

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Professioni sanitarie

Fortissime sia nella triennale che nella magistrale

I migliori corsi di laurea per diventare fisioterapistaI corsi che figurano meglio, in generale, nelle statistiche di AlmaLaurea sono due. Da un lato quelli legati alle professioni sanitarie (fisioterapia, ostetrica, infermieristica, medicina dello sport e così via). Dall’altro quelli connessi con Ingegneria. Partiamo dai primi, che garantiscono una maggior varietà di prospettive. Mentre infatti la laurea in Ingegneria è efficace soprattutto come laurea magistrale, il titolo nelle professioni sanitarie ha una sua importanza anche dopo solo i primi tre anni della laurea cosiddetta di primo livello.

Tra le lauree di questo tipo, infatti, è proprio Professioni sanitarie della riabilitazione – titolo che racchiude Fisioterapia e i suoi vari indirizzi specializzanti – a ottenere i risultati migliori. In questo caso il 78,7% dei laureati trova un impiego a un anno dal conseguimento del titolo di studio. Molto bene comunque vanno anche Infermieristica e Ostetricia. Queste due, assieme, portano al lavoro il 61,8% dei laureati di primo livello (è la quarta in assoluto tra le triennali).


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I risultati però sono ottimi anche quando si decide di continuare gli studi e arrivare alla laurea magistrale. Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione e Scienze infermieristiche e ostetriche portano a un’occupazione rispettivamente il 97,1 e il 95% dei loro laureati. Risultati ottimi sono però ottenuti anche da Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (92,9%). Sulla stessa linea Scienze delle professioni sanitarie tecniche (89,5%) e Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate (74,3%).

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La solidità di Ingegneria

La classifica di tutti i corsi

I vantaggi di scegliere IngegneriaCome detto, l’altro ramo che sembra garantire un’occupazione certa ai propri laureati è quello di Ingegneria. Un corso impegnativo sia per la durata del corso di studi, sia per la selezione che viene effettuata al suo interno. Un corso però allo stesso tempo di ottime prospettive.

A livello di laurea specialistica sono molti i corsi che afferiscono a questo ramo e che portano ad ottenere risultati eccellenti. E questo vale sia che abbiano pochi iscritti e siano estremamente settoriali, sia che siano più generici e tradizionali. Cerchiamo quindi prima di tutto di fare un po’ d’ordine.

Soprattutto Ingegneria informatica e dell’automazione

Nelle prime posizioni della classifica assoluta troviamo infatti Ingegneria informatica, col 93,3% dei laureati che ad un anno dalla proclamazione ha già un lavoro. Seguono Ingegneria dell’automazione (93,1%), Ingegneria navale (92,9%), Ingegneria meccanica (91,2%) e Ingegneria delle telecomunicazioni (90,7%). Subito dietro, Scienza e ingegneria dei materiali (89,8%) e Ingegneria elettronica (89,3%). Poco oltre, Ingegneria aerospaziale e astronautica (87,3%) e Ingegneria chimica (87,2%). Chiudono la lista dei migliori Ingegneria elettrica (86,2%), Ingegneria gestionale (86,1%), Ingegneria energetica e nucleare (85,7%) e Ingegneria della sicurezza (85,0%).

Un pochino meno bene, nel settore, vanno corsi che trovano una certa rivalità in altre lauree. Pensiamo ad esempio a Ingegneria biomedica, che porta il 79,2% a trovare un lavoro ma subisce la concorrenza dei vari corsi di biotecnologie e biomedicina. Funziona allo stesso modo il settore – vessato dalla crisi – dell’edilizia e delle costruzioni. È questo il caso di Ingegneria civile, con “solo” il 71,3% dei laureati che trova lavoro. Ma lo stesso fenomeno si osserva con Ingegneria per l’ambiente e il territorio (70%) e Ingegneria dei sistemi edilizi (66,7%).

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Informatica: la terza scelta

Il 93,3% dei laureati trova subito un lavoro

Una laurea in discipline informatiche garantisce una buona occupazioneSe è vero che le professioni sanitarie e l’ingegneria sembrano dominare le classifiche occupazionali, è anche vero che c’è un terzo settore che, ormai da un paio di decenni, garantisce ai suoi laureati di trovare lavoro: quello dell’informatica. Già nella laurea triennale, infatti, al secondo posto assoluto troviamo Scienze e tecnologie informatiche. Questo corso porta, a un anno dalla proclamazione, il 64% dei laureati a trovare un impiego. Ancora meglio vanno poi, ovviamente, i titoli di studio che ai primi tre anni aggiungono i due della Magistrale.

Informatica è, ad esempio, il quinto corso in assoluto per capacità occupazionale, col 93,3% dei laureati che ha un lavoro dopo 12 mesi dalla laurea. Molto bene va però anche la già citata Ingegneria informatica (93,3%). Risultano invece più staccate Tecniche e metodi per la società dell’informazione (legata a internet e alle reti informatiche, col 70,6%) e Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education. Quest’ultima, più virata sull’aspetto educativo, arriva al 63,4%.

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Matematica, Fisica, Statistica

Quando la teoria è apprezzata

Matematica, fisica e statistica (foto di Peter Rosbjerg via Flickr)Informatica, Ingegneria e Professioni sanitarie sono corsi di laurea che hanno uno sbocco immediato. Anche chi si occupa però di conoscenza e di questioni puramente teoriche, almeno in certi campi, sembra non patire eccessivamente la crisi occupazionale. Stiamo parlando del settore scientifico. E in particolare di quello che vede coinvolte la matematica, l’astronomia e la fisica (oltre che la statistica). Ovvero quei campi di studio che paiono essere apprezzati dalle aziende.

Ad esempio, la laurea che ha in assoluto i maggiori sbocchi occupazionali sembra essere Modellistica matematico-fisica per l’ingegneria, che certo ha pochi studenti ma raggiunge il ragguardevole traguardo del 100% di laureati impiegati a un anno dalla fine degli studi. Molto bene comunque vanno anche Scienze statistiche (88,5%) e Fisica (85,9%). Poco dietro, Scienze statistiche attuariali e finanziarie (81,4%), Scienze dell’Universo (81%) e Matematica (80,3%).


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Nel campo biologico-chimico, infine, raccolgono buone percentuali Scienze e tecnologie della chimica industriale (86,6%), Scienze chimiche (78,1%), Scienze e tecnologie alimentari (75,3%). Un po’ indietro, invece, Scienze e tecnologie forestali ed ambientali (71,1%). Chiudono l’elenco Scienze e tecnologie agrarie (70,5%) e Biotecnologie agrarie (69,1%).

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Il calderone finale

Tutti i corsi che sembrano garantire un’occupazione superiore al 60%

I corsi che garantiscono le migliori possibilità lavorativeCitiamo, infine, tutti quei corsi di laurea che non figurano ai primissimi posti della graduatoria e non rientrano nei settori già delineati, ma che danno comunque dei risultati apprezzabili in campo occupazionale. Intanto, tra le lauree di primo livello bisogna segnalare Scienze dei servizi giuridici, che porta al lavoro il 63,5% dei propri laureati. Subito dietro c’è poi Scienze delle attività motorie e sportive (61,1%).

Tra le lauree a ciclo unico, quelle che vanno meglio sono Farmacia e farmacia industriale (68,8%), Odontoiatria e protesi dentaria (61,5%), Medicina veterinaria (57,5%), Architettura e ingegneria edile-architettura (56,6%) e Conservazione e restauro dei beni culturali (53,7%). I risultati, comunque, sono ben più modesti di quanto non ottengano le migliori lauree magistrali.

Le magistrali con le performance migliori

Infine, passiamo appunto alle magistrali. Tra quelle con alti livelli occupazionali bisogna menzionare Scienze della difesa e della sicurezza (98%), Scienze e tecnologie della navigazione (85,7%), Scienze e tecniche dello sport (78,9%) e Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità (77,7%).

Se infine vi sentite più portati per le lauree “umanistiche”, ecco l’elenco di quelle che funzionano meglio. Ai primi posti troviamo Archivistica e biblioteconomia (74,7%) e Traduzione specialistica e interpretariato (74,7%). Poi viene Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale (70,9%). Subito sotto ci sono Linguistica (68,5%), Studi europei (68,1%) e Teorie della comunicazione (67,3%).

Al di sotto della soglia psicologia del 66% troviamo Scienze della politica (65,2%), Lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia (64,9%) e Antropologia culturale ed etnologia (64,7%). Infine, una menzione di merito a tutto il ramo educativo. Scienze della formazione primaria, ad esempio, è all’85,3%. Programmazione e gestione dei servizi educativi all’81,4%. Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua al 72,5%. Infine, Scienze pedagogiche al 72,2%.

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