Cinque libri da leggere almeno due volte nella vita

Scopriamo quali sono i libri che vale la pena di leggere almeno due volte

Ogni lettore appassionato ha certamente almeno un libro che, periodicamente o in un momento specifico, ritorna alla sua attenzione e si impone come una rilettura necessaria. Talvolta è il romanzo del cuore, qualche altra un libro che si fa ricordare perché viviamo specifiche circostanze che richiamano il passato, in altri casi ancora ci sentiamo spinti alla rilettura senza sapere perché.

Accade così di ricercare testi amati in passato o di tentare di rivalutare qualche libro con cui ci siamo scontrati, magari per convincerci di averlo approcciato nel momento sbagliato. Fatto sta che la rilettura è un piacere al pari del primo incontro e, dato che i libri spesso sono come le persone, tornare a sfogliarli ci permette di conoscerli meglio, di capire ciò che in un primo momento ci è sfuggito e, non di rado, di comprendere meglio anche noi stessi attraverso le parole di cui sono composti.

 

George Orwell – 1984

Un messaggio articolato da assimilare lettura dopo lettura

"1984" è il lavoro più famoso – e più influente – dell'inglese George OrwellIl capolavoro di George Orwell, 1984, è senza dubbio una lettura impegnativa e complessa, sia per lo stile che per gli scenari terribili che ci propone; inoltre il messaggio che l’autore ha lanciato attraverso il suo romanzo è molto articolato e, se è abbastanza facile capire che esso mira all’esaltazione della libertà e alla condanna di un mondo in cui essa non è possibile, più ostica risulta la riflessione sugli aspetti politico-sociali striscianti anche al di sotto dell’era contemporanea (la manipolazione dell’informazione e del linguaggio, il soffocamento del pluralismo, l’omologazione regressiva). Per questa sua complessità, 1984 merita certamente più di una lettura, a patto che fra l’una e l’altra trascorra qualche mese di tempo per far decantare la durezza del contenuto: in un primo momento possiamo apprezzare l’intreccio e le scelte narrative, per poi concentrarci sui diversi livelli della distopia e su tutta la potenza dell’appello di Orwell.


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Dalla rilettura 1984 esce con una potenza moltiplicata, perché ogni volta che si assiste alle vicende di Winston Smith ci si sente sempre più arrabbiati e annichiliti dall’impotenza, in uno stato di disagio che è essenziale per comprendere e assimilare il valore di ciò che nel mondo deformato dall’odio è assolutamente negato.

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Marguerite Yourcenar – Memorie di Adriano

Una rilettura per assaporare la bellezza

"Memorie di Adriano" (nell'edizione con i "Taccuini di appunti") di Marguerite Yourcenar, più di una biografiaRomanzo di grande profondità e struggente delicatezza, Memorie di Adriano non è un semplice testo biografico, ma una vera e propria espressione di filosofia e sentimento. Scritto da Marguerite Yourcenar, il libro si presenta come una sorta di confessione dell’imperatore Adriano, immerso nella cultura greca e nel sogno di una sua perfetta fusione nel modello politico romano.

Ad ogni rilettura l’espressione dell’autrice si afferma in tutta la sua raffinatezza, in un succedersi di riflessioni sulla vita, sulla morte, sullo svanire della giovinezza, sull’arte e sulla letteratura che richiedono certamente un notevole impegno, ma che rigenerano lo spirito e ci ricordano di quanta grandezza è capace l’uomo. Alcuni aspetti biografici sono inoltre da soli sufficienti a giustificare la ripresa di questo testo: la confidenza con l’imperatrice Plotina, i viaggi ad Atene e, soprattutto, la relazione con il giovane Antinoo fanno luce sulla vita privata di un personaggio cui i libri di storia dedicano di norma uno spazio molto ridotto, permettendoci di avvicinarci alla comune umanità di un grande sovrano.

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Franz Kafka – La metamorfosi

La brevità incita a ripercorrere una delle storie più emblematiche del Novecento

Una raccolta dei racconti di Franz Kafka in cui viene ovviamente messo in risalto "La metamorfosi"La metamorfosi è il racconto più letto di Franz Kafka ed è considerato un’efficace sintesi del disagio e delle contraddizioni della società della prima metà del XX secolo. Esso narra la drammatica vicenda di un impiegato, Gregor Samsa, che, improvvisamente, si ritrova trasformato in uno scarafaggio. Gregor diventa il simbolo di un’umanità mediocre e degradata dallo stesso ambiente che ha per secoli creduto di dominare e, di conseguenza, è un emblema dell’emarginazione che sono costretti a subire tutti coloro che non assumono un ruolo familiare ed economico ben definito. Gregor è il diverso che viene disprezzato e che, se inizialmente è oggetto di pietà, finisce per suscitare disgusto e rifiuto.


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Spesso assegnato come lettura scolastica, questo breve racconto merita di essere ripreso sia per comprendere al meglio alcune pieghe della trama (come il rapporto di Gregor con la sorella o con il padre), sia per riflettere sulla pregnanza di un tema che si moltiplica nella letteratura del Novecento di tutta Europa, trovando significativi contatti col disagio descritto da Robert Musil, Italo Svevo, Stephan Zweig e Luigi Pirandello.

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Italo Calvino – Il barone rampante

Una fiaba per ragazzi e un monito per gli adulti

"Il barone rampante" di Italo Calvino fa parte della trilogia destinata a "I nostri antenati"Molto spesso i racconti leggeri dal punto di vista narrativo, con uno spirito avventuroso, vicende divertenti e personaggi descritti in modo vivace e caratterizzato sono considerati puramente per ragazzi. Il barone rampante, come molti romanzi di Italo Calvino o i racconti di Dino Buzzati, viene spesso considerato materia per bambini proprio per il suo alto tasso di situazioni divertenti e peripezie.


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È ben vero che si tratta di un libro perfetto per i giovani lettori, ma una sua rivisitazione negli anni della maturità non può che fare emergere tutto il pregio dello stile di Calvino e, insieme, la ricchezza dell’esperienza di Cosimo Piovasco di Rondò, il suo protagonista: se nel ragazzo può prevalere la meraviglia che scaturisce da imprese incredibili, l’adulto non può che interrogarsi sul valore della ribellione del barone, sull’importanza degli incontri capaci di cambiare l’esistenza, sul valore di una vita consacrata alla natura in un mondo che minaccia sempre più la spontaneità. Del resto, la capacità di stabilire un ponte fra l’infanzia e l’età adulta è la grande ricchezza delle fiabe e della fantasia.

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Omero – Odissea

Ogni rilettura apre un mondo nuovo

Una delle molte edizioni disponibili dell'Odissea di OmeroDi fronte all’Odissea, anche alla prima lettura, sembra di conoscerla già: è uno di quei libri che abbiamo nel DNA, complice il fatto che le avventure del suo protagonista sono state reinterpretate in mille modi e hanno dato vita addirittura a modi di dire o luoghi comuni. Eppure la grandezza del poema epico sta anche nella sua inesauribilità, che emerge ad ogni nuova lettura, facendoci apprezzare particolari cui in un primo momento non abbiamo dato peso, caricando di nuova forza episodi secondari e personaggi che a malapena ricordavamo essere fra le comparse di questo grande affresco dell’antica Grecia e delle sue tradizioni.

L’Odissea è un testo che incanta i ragazzini e rivela il senso dell’esistenza agli adulti, e ogni ritorno ai versi di Omero è come un’immersione nello spirito antico e nel cuore dell’uomo, per natura votato all’avventura, stuzzicato dal rischio ma sempre bisognoso di tornare a casa.

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Tutti i romanzi proposti come riletture imprescindibili sono evidentemente considerati “classici”, non perché solo questa tipologia di libri merita di essere letta, ma perché, per citare Italo Calvino, «un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire» e, di conseguenza, «dʹun classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura».

I grandi libri – o, comunque, i libri che sono grandi per noi, per la nostra esperienza, per il nostro sentire – hanno in sé una forte carica espressiva e sono come scatole senza fondo che esplodono ogni volta che vengono aperte, inondandoci con i loro mille significati. Ecco perché la rilettura merita al pari di una prima lettura e, anzi, anche quando è una scelta forzata dettata dalla mancanza di qualcosa di nuovo, può riservare sorprese inaspettate.

 

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