Cinque memorabili favole di Gianni Rodari

Gianni Rodari

Giovanni Francesco Rodari è forse uno degli autori di letteratura per bambini più conosciuto sia in Italia sia a livello internazionale. E le favole di Gianni Rodari un pezzo ormai importante della nostra letteratura nazionale.

Vissuto fra il 1920 e il 1980, ha nutrito l’immaginazione di moltissime generazioni. Dalla sua aveva la capacità di creare storie sempre nuove, piene di personaggi indimenticabili e sempre pronte a regalare nel modo più semplice possibile un prezioso insegnamento al suo lettore, che fosse un bambino o un adulto.

Le sue opere, pubblicate tra gli anni ’50 e gli anni ’70, sono non a caso ancora oggi tra le più lette e vendute. Titoli come Il romanzo di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Favole al telefono, La freccia azzurra e molti altri fanno parte, ormai, del nostro immaginario collettivo.

Nel 1970 ha ricevuto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen. Nel 1973, infine, ha pubblicato anche la sua famosa Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, opera che lo ha consacrato come uno dei più importanti teorici della scrittura creativa e fantastica.

 

1. Le avventure di Cipollino

Un piccolo di cipolla buono e coraggioso, in lotta contro regole ingiuste

Pubblicato nel 1951 con il titolo Il romanzo di Cipollino, questo libro viene intitolato Le avventure di Cipollino durante le cinque riedizioni successive. Il racconto ha come protagonisti ortaggi e verdure. In particolare, a dare il nome al libro è il personaggio di Cipollino.

Le avventure di Cipollino fu pubblicato per la prima volta nel 1951Il ragazzino è in missione per salvare il padre, Cipollone, dalla prigione, a cui il malvagio principe Limone l’ha condannato solo per avergli pestato un piede. Mentre tenta di portare a termine il suo compito, Cipollino cerca anche di scappare dal cavalier Pomodoro e dall’esercito dei Limoncini.

Raccontando le rocambolesche avventure di Cipollino – che si trova alla guida del popolo in rivolta contro le regole insensate imposte dal principe Limone – Gianni Rodari cerca di far vedere ai suoi piccoli lettori che una società giusta e rispettosa dei valori è possibile. Anche se apparentemente difficile da trovare.

Per averla, infatti, bisogna lottare ed essere coraggiosi, proprio come Cipollino.

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Il libro ebbe successo sia in Italia sia all’estero. Da noi Rodari realizzò, nel 1952, un seguito intitolato Le avventure di Cipollino 2 – Cipollino e le bolle di sapone. In Russia, invece, si decise di adattare il racconto in un cartone animato, Cipollino [1].

 

2. Gelsomino nel paese dei bugiardi

Un racconto in cui trionfa la sincerità, a dispetto dei potenti che vogliono soffocarla

In un paese dominato da un ex-pirata, in cui tutti sono costretti a mentire, arriva un giorno Gelsomino, dotato di una voce potentissima. Si trova di fronte a un mondo al rovescio, in cui il verde è rosso, i gatti abbaiano e i cani miagolano. Tutto per colpa di Giacomone, il sovrano, che ha deciso di istituire lo stato di bugia, che tutti sembrano aver accettato con apparente serenità.

Ma Gelsomino vuole dimostrare che la finzione e la bugia non possono vincere per sempre. Così, aiutato da Zoppino, un gatto disegnato sui muri, e da altri simpatici amici, inizia a mostrare agli abitanti di quel paese che stanno vivendo in un mondo irreale e rovesciato. E alla fine riesce a far trionfare la sincerità.

Una delle prime edizioni delle avventure di GelsominoCiò che sta dietro questa emozionante favola è la voglia di Gianni Rodari di spiegare ai bambini che un mondo in cui la bugia è al servizio dei potenti, che se ne servono per soffocare le opinioni di tutti i cittadini, esiste. Ma questo mondo può essere combattuto ogni giorno grazie alla voglia di ognuno di noi di portare alla luce la verità.

D’altronde, si sente, soprattutto in queste prime opere, l’impostazione politica di Rodari. Dopo un’educazione cattolica, durante la guerra aveva aderito al comunismo. E in queste favole si scorge l’idea di un mondo ingiusto e da cambiare, che muoveva tanti, in quegli anni, verso un attivismo e una speranza nuove.

 

3. La freccia azzurra

Quando sono i giocattoli a prendere in mano la situazione, si prospettano felici novità per tutti i bambini

Ci sono due notti molto speciali per i bambini, l’una a poca distanza dall’altra. La prima è la notte di Natale, la seconda è la notte della Befana. Anche la seconda porta dei regali ai bambini più buoni, ed è per questo che è così attesa.

La copertina dell'edizione Einaudi de La freccia azzurra di Gianni RodariMa nel mondo reale, la Befana porta i regali soltanto ai bambini di famiglie benestanti, perché i giocattoli costano, e neanche poco. Francesco desidera terribilmente un trenino azzurro, che ha visto proprio nella vetrina della Befana. Sa però che non potrà mai riceverlo, perché la sua famiglia è una di quelle povere.

Per fortuna, i giocattoli hanno un cuore molto più grande degli esseri umani. È per questo che, quella notte, decidono di partire proprio a bordo di quel tanto desiderato trenino, chiamato Freccia azzurra, per andare nelle case di ogni bambino. Anche in quelle dei meno fortunati.

Superando mille pericoli, i giocattoli riescono a dimostrare quanto siano importanti i valori della solidarietà e dell’uguaglianza, dando prova anche di una straordinaria amicizia. Da questo racconto è stato tratto anche un bellissimo film d’animazione, uscito nel 1996 [2].

 

4. I viaggi di Giovannino Perdigiorno

Colorate e imprevedibili avventure in mondi diversissimi dal nostro, che hanno sempre qualcosa da insegnarci

Questa volta si tratta di una favola dalla forma un po’ particolare. I viaggi di Giovannino Perdigiorno si compone infatti di quindici stupende filastrocche che narrano le avventure dell’omonimo protagonista. Giovannino è un esperto viaggiatore con tanta voglia di condividere le sue avventure con i suoi lettori, sia grandi sia piccini.

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L'edizione di Giovannino Perdigiorno illustrata da Altan

Tralasciando la geografia tradizionale, Gianni Rodari ci guida in un viaggio nel fantastico, attraverso paesi popolati da strani uomini. Alcuni, infatti, sono fatti di tabacco, altri di zucchero oppure di burro, altri ancora di ghiaccio o di gomma.

Nell’incredibile mondo degli uomini blu, questi si spaventano vedendo Giovannino, perché la sua pelle è di un altro colore, ma poi lo conoscono meglio e si scusano. Infine il nostro protagonista giunge nel paese dell’errore, dove tutto è assolutamente perfetto.

Gianni Rodari, con queste storie, insegna a guardare oltre l’apparenza e, soprattutto, a non lasciar mai spegnere la propria curiosità per ogni aspetto della vita. Un insegnamento ancora più pregnante quando è accompagnato dalle belle illustrazioni di Altan (nell’edizione Einaudi Ragazzi) e Valeria Petrone (in quella Piemme).

 

5. C’era due volte il barone Lamberto

Un’antica profezia salva il destino di Lamberto anche contro un figlio malvagio

Probabilmente questa favola è uno degli esempi più lampanti della grandezza della fantasia creativa di Gianni Rodari, per la ricchezza di dettagli e di invenzioni straordinarie. C’era due volte il barone Lamberto racconta infatti la storia di un vecchio barone che, chiuso nella sua villa, assume sei personaggi perché pronuncino continuamente il suo nome.

Secondo la profezia sentita da un santone arabo durante un viaggio in Egitto, infatti, colui il cui nome è sempre pronunciato resta in vita.

C'era due volte il barone Lamberto nella versione illustrata da Bruno MunariPer combattere le sue ventiquattro malattie, dunque, il barone installa una serie di altoparlanti in tutta la casa. Così può ascoltare il proprio nome pronunciato ad alta voce in qualsiasi momento della giornata. E, virtualmente, diventare immortale.

Qualcosa però turba quest’equilibrio. Mentre la villa viene occupata dai banditi, che vorrebbero del denaro dal barone, il figlio Ottavio somministra infatti del sonnifero agli addetti alla pronuncia del nome. Il suo scopo è infatti lasciar morire il padre, in modo da ottenerne l’eredità. Cioè il denaro necessario a ripagare i suoi debiti.

In questo modo, senza poter sentire il nome per una notte intera, il barone Lamberto muore. Al suo funerale, tuttavia, tutti cominciano a parlare di lui, pronunciandone più volte il nome. In questo modo finiscono per farlo tornare non solo in vita, ma addirittura bambino.

Il volume, uno degli ultimi pubblicati da Rodari in vita, ottenne un notevole successo di pubblico. È oggi stato tradotto, non a caso, in più di dieci lingue ed è ormai un long-seller.

 

E voi, quale favola di Gianni Rodari preferite?

Ecco le cinque favole di Gianni Rodari che abbiamo scelto: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] Qui lo potete vedere doppiato in italiano. Se siete curiosi, invece, a questo link trovate l’originale russo, con una migliore qualità video.
[2] Il film, realizzato da Enzo D’Alò e dallo studio d’animazione Lanterna Magica, vantava collaborazioni importanti. Le musiche erano firmate da Paolo Conte, mentre al doppiaggio lavorarono, tra gli altri, Dario Fo e Lella Costa. Qui se ne può vedere uno spezzone.

 

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Sono un’accumulatrice seriale di cose inventate. Mi sono cari quei momenti della giornata in cui posso dimenticarmi di appartenere al mondo materiale e lasciare che quello che ho in testa prenda il sopravvento. Quando mi sono resa conto di pensare molto più velocemente di quanto riuscissi a parlare, ho capito che scrivere non era soltanto qualcosa che mi piaceva fare. Scrivere per me è una necessità, perché mi obbliga a rallentare, a capire quello che sto pensando. Mi esprimo molto meglio attraverso la parola scritta di quanto riuscirò mai a fare a voce. Un altro efficacissimo metodo di espressione, per me, è la danza. Dentro di me sento il bisogno di ballare come se fosse una pulsione primordiale, un riflesso incondizionato come quello che ti fa prendere una boccata d’aria dopo un minuto di apnea. La ricerca della bellezza è parte della mia routine quotidiana, perché le cose belle fanno stare bene, e io voglio stare bene. Non mi piace distinguere tra cultura alta e bassa, non mi piace dividere tutto in categorie e sottocategorie, non mi piacciono le definizioni troppo strette: mi piace mescolare e mi piace quando una cosa ti colpisce semplicemente perché è così. A volte le spiegazioni rovinano tutto.

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