
Se gestite un blog o un sito web, sapete quanto è importante corredare i vostri articoli con delle fotografie significative; ma, se non siete dei completi sprovveduti, sapete anche che le fotografie non si possono semplicemente prendere dal web e ripostare: sia perché esistono leggi che coprono il diritto d’autore, sia perché non è comunque buona educazione sfruttare il lavoro altrui senza riconoscerne i giusti meriti, sia economici che morali.
E allora, come fare? Una via è quella di pagare per le fotografie: esistono decine e decine di siti che offrono abbonamenti di tutti i tipi (anche se non certo economici) per poter sfruttare il loro ampio database di immagini; se invece volete risparmiare, dovete ingegnarvi in altri modi. Oggi ve ne suggeriamo cinque che funzionano alla grande.
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Indice
Usare un sito di free stock photos
Quando le foto di qualità non costano nulla
La prima e più semplice soluzione è quella di sfruttare alcuni siti appositi che offrono immagini gratuite proprio per sviluppatori di siti web. Contrariamente a quanto si possa pensare, servizi del genere non sono affatto rari, anche se ovviamente il database che mettono a disposizione degli utilizzatori non è paragonabile, per ampiezza e per qualità complessiva, a quello dei siti a pagamento. Ad ogni modo, mettendone insieme vari può essere utile provare a fare un giro nei loro database.
Molti sono gli indirizzi che si possono citare. Tra quelli che non richiedono nemmeno la menzione dell’autore della foto, a noi piacciono PicJumbo (che offre molte ottime foto di paesaggio e di cucina), Pixabay (straordinario per le immagini che coinvolgono persone e animali), Gratisography (fotografie più lavorate e insolite), MorgueFile (anche qui bene soprattutto coi paesaggi o le foto d’atmosfera) e Public Domain Archive (con istantanee perlopiù di architetture e paesaggi, ma molto suggestive).
[wpzon keywords=”stock photography” sindex=”ForeignBooks” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Se invece volete siti da cui si possono prendere le foto ma solo a patto di citare l’autore in una didascalia, vi consigliamo IM Creator, che oltre a fotografie mette a disposizione anche templates, icone e foto d’ambiente, FreeImages, che offre più di 400mila immagini, e OpenPhoto.
Lavorare con le licenze di Flickr
Ottime foto in cambio di una citazione dell’autore
L’unico punto debole dei servizi che abbiamo appena finito di presentarvi è, almeno in certi casi, il database piuttosto limitato o comunque squilibrato, capace di coprire in modo eccezionale alcuni settori e invece più scarno riguardo ad altri argomenti. Per fortuna in nostro soccorso giunge Flickr, il più noto sito web per aspiranti fotografi (almeno fino all’avvento di Instagram, che ha però un’utenza molto meno professionale): le foto caricate dagli utenti, infatti, vengono rese disponibili secondo licenze differenziate, che possono essere usate anche come criterio di ricerca.
Due sono le modalità che Flickr offre a chi ricerca immagini per i suoi siti web. La prima è recarsi su The Commons, il sottosito che si propone di catalogare gli archivi delle foto pubbliche presenti nel mondo; la seconda, e più efficace, è di aprire la pagina di ricerca del sistema e pasticciare col filtro delle licenze: si può ricercare tra quelle Creative Commons, che in genere permettono il riutilizzo a fini non commerciali e con attribuzione dell’autore (anche se bisogna leggerle una per una), o tra quelle che consentono l’uso commerciale, tra quelle che permettono modifiche o quelle senza alcuna forma di copyright. Insomma, un campionario di fotografie ampio e in costante aumento, che si ripaga perlopiù citando semplicemente l’autore.
Ringraziare Wikimedia Commons
Per immagini di valore culturale
Un altro sito permette, come Flickr, di essere legalmente assaltato e dilapidato: Wikipedia. Se infatti avete un blog d’arte o storico, sapete quanto può essere importante accompagnare i vostri articoli con riproduzioni di quadri famosi, scene d’ambiente tratte dalla storia dell’arte e in generale immagini il cui contenuto è decisamente fuori copyright ma che i fotografi contemporanei tendono a non ritrarre. Se questo è il vostro caso, il database che fa per voi è quello di Wikimedia Commons.
Fondato nel 2004 con lo scopo di fornire materiale multimediale fuori copyright per Wikipedia, il sito si è espanso in maniera rapidissima, superando i 100mila file dopo appena un anno dal lancio e attestandosi negli ultimi mesi sulla impressionante cifra di 25 milioni di file multimediali liberamente utilizzabili e a cui chiunque può contribuire. Certo, non si tratta di immagini artistiche o dotate di quel sex appeal che solo i grandi fotografi sanno dare, ma se avete bisogno di una fotografia che abbia una qualche rilevanza culturale (o di un mp3 di musica classica o del video di un certo discorso) qui andate sul sicuro. Il tipo di licenza con cui vengono rilasciati i file varia da caso a caso, ma quasi sempre basta una semplice attribuzione della foto al suo autore per cavarsi d’impiccio.
Studiare le scadenze del copyright
In Italia, in certi casi, basta aspettare vent’anni
Proprio scartabellare tra gli archivi di Wikimedia Commons vi permetterà, tra l’altro, di rendervi conto di una cosa a cui forse non avevate mai pensato: è vero che le fotografie, come ogni altra opera dell’ingegno, sono protette dal diritto d’autore, ma è vero anche che questo diritto d’autore non dura per sempre. Se vi piacciono le immagini vintage o d’epoca, infatti, potrete sfruttare tutte quelle vecchie foto il cui copyright è ormai scaduto e che sono quindi nel pubblico dominio.
Ma come si fa a capire quando un’immagine è divenuta libera? Intanto dovete sapere che per la legislazione italiana le immagini di scritti, documenti, carte di affari, disegni tecnici e oggetti materiali non sono coperte dal copyright: quindi una fotografia (non artistica) della Dichiarazione d’Indipendenza Americana non è soggetta ad alcuna restrizione, solo per fare un esempio; per tutti gli altri casi, bisogna distinguere due possibilità: quando la foto non ha carattere artistico ma di semplice documentazione, in cui il diritto esclusivo del fotografo (o del suo datore di lavoro) dura appena 20 anni dallo scatto; e quando invece ha una finalità artistica, in cui il copyright scade dopo 70 anni dalla morte del fotografo.
[wpzon keywords=”copyright fotografie” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Questo però non vale, ad esempio, per le immagini che sono state pubblicate per la prima volta negli Stati Uniti, per le quali vige ovviamente la legislazione americana: in questo caso, tutte le immagini sono considerate sotto copyright fino allo scoccare dei 70 anni dopo la morte dell’autore.
Creare un proprio database
Per chi si diletta di fotografia
Infine, l’ultimo metodo è probabilmente il più impegnativo in termini di tempo, ma l’unico che vi consente una certa originalità: quello di creare un vostro personalissimo database di immagini. Basterà armarsi di una macchina fotografica di buon livello (ma non serve per forza eccedere in soluzioni costosissime) e iniziare a fotografare tutto quello che ci capita sottomano, dal computer di casa alle coppiette al parco, dalle opere d’arte nei musei ai centri storici delle città, avendo la premura, ovviamente, di catalogare tutto il materiale tramite un accurato sistema di tag.