Cinque motivi per amare Sherlock, la serie TV della BBC

Alla scoperta delle molte qualità di Sherlock, la serie TV della BBC

Sherlock è un’ormai famosa serie televisiva della BBC1 apparsa per la prima volta sugli schermi britannici nel 2010. Ennesima trasposizione televisiva del detective di Doyle e del suo assistente, presenta una stagione, composta da tre episodi, circa ogni due o tre anni.

Per questo motivo non può certo essere paragonata a quelle serie che di episodi ne hanno centinaia e scorrono fluidamente come vite parallele alle nostre. Eppure, nel mondo, esistono milioni di persone di ogni età che attendono febbrilmente qualche nuovo episodio, scrivono fan fiction, riguardano le poche puntate e, incredibilmente, non se ne stancano mai.

Ecco allora quelli che secondo noi sono i cinque motivi per cui Sherlock piace così tanto.

   

 

1. Il rispetto per l’opera originale

I racconti di Arthur Conan Doyle sono ambientati nell’Ottocento, la serie si svolge invece nella Londra odierna. Una scelta che ha evidentemente comportato sostanziali cambiamenti dal punto di vista della trama e della caratterizzazione dei personaggi, senza però cadere in banalità o stravolgerne la struttura originale.

In questo senso, si potrebbero citare numerose, geniali intuizioni della nuova ambientazione moderna, dai cerotti alla nicotina al posto della celebre pipa, fino al blog di John Watson e dello stesso Sherlock, siti web realmente esistenti.

Sherlock emerge con lo stesso fascino enigmatico che si intuisce emanare dalle pagine; allo stesso tempo, però, grazie alle doti attoriali di Benedict Cumberbatch e alla trasposizione nell’epoca moderna, il personaggio della serie è portato ad assumere nuove, complesse sfumature di carattere che lo differenziano dal detective che si è abituati a conoscere.

Lo stesso accade per ogni personaggio: John Watson, l’ispettore Lestrade, il medico patologo Molly Hooper. In particolare Watson, magistralmente interpretato da Martin Freeman, nella serie s’identifica da subito più come amico di Holmes che come suo effettivo assistente, e tra i due il rapporto evolve da un caso all’altro in un crescendo di dialoghi memorabili.


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Altra differenza rispetto all’opera originale che è interessante notare è come i due si chiamino direttamente per nome, Sherlock e John, contrariamente all’usuale Holmes e dottor Watson.

Cosa cambia e cosa rimane uguale ai racconti di Conan Doyle

Attraverso flashback nel “palazzo mentale” del protagonista e grazie al suo rapporto col fratello, s’indaga poi anche l’infanzia di Sherlock, cosa lo abbia reso l’uomo insensibile eppure incredibilmente attento ai dettagli che è, elemento mai approfondito da Doyle.

Nonostante quindi le evidenti differenze, si percepisce il rispetto per l’opera di Conan Doyle e la voglia di renderle omaggio con punti di vista e scenari inediti. Dopo la messa in onda della serie, infatti, è stato registrato un notevole aumento nelle vendite dei racconti originali.

   

 

2. I rapporti tra i personaggi

Fin dall’inizio di Sherlock si nota come i personaggi siano affrontati nella loro intera complessità. Se da una parte vi è un medico militare tornato ferito dalla guerra in Afghanistan e perso in una Londra in cui non trova collocazione sociale, dall’altra un eccentrico individuo deduce la vita delle persone semplicemente scrutandole.

E quelle stesse persone per la maggior parte lo detestano o lo guardano con sospetto. La serie è il racconto di cosa può accadere se due uomini di questo genere si trovano a condividere l’appartamento.

Sherlock e Watson, ovvero Benedict Cumberbatch e Martin Freeman
Nei primi episodi non è chiaro quanto la presenza di Sherlock sia determinate per l’Inghilterra: parrebbe un semplice curioso di crimini. Né si capisce quanto sia determinante Watson per Sherlock. Sta forse qui il valore della serie, che progressivamente plasma in modo più dettagliato i rapporti, ponendoli in rilievo anche rispetto ai casi.

Quello ad esempio tra Sherlock e il fratello Mycroft è particolarmente articolato. Mycroft è definito “l’uomo più potente d’Inghilterra dopo la regina”, possiede la stessa intelligenza del fratello ed è in costante, ma celata, preoccupazione per lui, per la sua dipendenza, soprattutto, da metanfetamina e cocaina.

Legati dallo stesso sangue e da una mente affine, i due sono però distanziati da qualcosa accaduto in passato, rancori di un antico conflitto. Ogni tanto si accennano dei riavvicinamenti, essendo in fondo gli unici a comprendere il modo di pensare l’uno dell’altro.

Insensibile

In una scena particolarmente suggestiva Sherlock, guardando una famiglia che piange un parente deceduto, chiede al fratello se avessero qualche cosa che non andasse, riferendosi alla loro spiccata insensibilità al sentimento umano.

La risposta di Mycroft, che riassume il pensiero dei due, è che ogni vita è destinata a finire, ogni cuore a essere spezzato, e non è perciò un vantaggio avere qualcuno a cui si tiene.

Una frase pronunciata nella prima stagione e che l’amicizia con John, lentamente, quasi con gentilezza, smentirà. D’altronde, il rapporto tra Sherlock e John, pur nella sua complessità, potrebbe essere riassunto in un vicendevole salvarsi da se stessi.

Sherlock non sarà più costretto a vivere in solitudine, a considerarsi soltanto una mente fervida, fredda e calcolatrice, mentre John, subiti i traumi della guerra, darà finalmente pace ai propri tormenti in un compromesso tra l’euforia del rischiare la propria vita, l’ebbrezza di situazioni mortalmente pericolose e l’attaccamento, ritrovato grazie a Sherlock, alla vita stessa.

   

 

3. Gli attori

La serie ha dato fama all’ormai noto attore britannico Benedict Cumberbatch. Nonostante diversi interpreti abbiano negli anni prestato il volto all’inquilino di Baker Street, lui ha saputo dare al personaggio nuove sfumature.

Alterna infatti l’ironia sarcastica e il lampante intuito del detective con temi quali la solitudine e quella sorta di incomunicabilità che può portare a scene di grande comicità o dramma.

Una parte del cast di Sherlock, la bella serie TV
Anche la dualità dell’intelligenza di Sherlock è perfettamente resa. Un’intelligenza che lo innalza su un piano al di sopra degli altri, isolandolo però da ogni emozione e contatto, lati umani da lui stesso denigrati e ai quali solo l’incontro con John può dare valore.

Per avere un’idea di come anche la voce influisca nella caratterizzazione del personaggio, basti dire che l’attore l’ha prestata al drago Smaug nel colossal Lo Hobbit.

Oltre Benedict Cumberbatch: Martin Freeman e gli altri

Martin Freeman appare perfettamente adatto ad interpretare un John Watson che, a fianco di Sherlock, ne completa le mancanze con la sua assoluta semplicità, rappresentando la contrapposizione tra le sue reazioni umane e comprensibili e quelle eccentriche dell’amico.

Un altro attore di grande impatto – oltre che uno dei registi – è Mark Gatiss, che dà vita al fratello Mycroft Holmes. Jim Moriarty, “il Napoleone del crimine”, nemico principale di Sherlock, è interpretato da Andrew Scott, che ne fa un personaggio amabile per la sua folle imprevedibilità, gli atteggiamenti maniacali, l’intonazione inusuale della voce.


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Gli attori nell’insieme funzionano perché ognuno è totalmente integrato nella finzione che interpreta e, sebbene Sherlock Holmes sia la personalità letteraria più adattata nella storia del cinema, chiunque guardi la serie arriverà a non poter immaginare i personaggi in altro modo.

   

 

4. Londra e le minacce alla capitale

Gli episodi sono stati quasi interamente girati a Londra. Una Londra caratterizzata dal cielo plumbeo, un’atmosfera grigia e il clima umido e freddo.

Una Londra in cui reti terroristiche minacciano di far saltare il Parlamento, menti criminali si appropriano dei gioielli della corona, in cui silenziose sparizioni avvengono e due figure stagliate nella foschia si dirigono a passo svelto verso il 221B di Baker Street.

Sherlock e Watson con Londra sullo sfondo
Una Londra dove menti irrequiete come quella di Sherlock vengono continuamente stimolate, sullo sfondo del Big Ben e degli angusti edifici notturni.

Tra gli elementi caratteristici della scenografia è divenuto celebre il ristorante Speedy’s nella North Gower Street, accanto all’appartamento utilizzato come 221B, poiché nella vera Baker Street non era possibile girare a causa del traffico e dei turisti.

 

5. Comicità e dramma

Come già detto, l’elemento principale per cui Sherlock piace è il sarcasmo tagliente dell’eclettico protagonista, che non manca di mostrare la propria intelligenza in svariate situazioni provocando l’irritazione di chi gli sta intorno.

Tra satira e innocente inadeguatezza, i personaggi hanno spesso con lui interazioni comiche. Inoltre il duo Cumberbatch-Freeman assicura una notevole quantità di sottile, acuta ironia.

Sherlock rimane un thriller e tensioni accuratamente misurate accompagnano le scene, il più delle volte colme di indizi e misteri che verranno svelati solo più avanti nella storia, facendo sentire anche chi guarda parte di una sorta di gioco investigativo, nel quale l’obiettivo è decifrare le emozioni sui volti degli attori e orientarsi in quella nebbia di ambiguità che è la serie.

Si raggiunge spesso un alto livello di dramma soprattutto negli ultimi episodi, dove viene esplorata in profondità la psicologia dei due protagonisti: le paure, i desideri più reconditi in loro sepolti.

Pochi episodi, ma ottimamente congegnati

Una serie costituita in totale da solo 12 episodi (senza contare un paio di speciali) raramente riesce ad avere un così grande successo.

Che sia meritato oppure no, non so dirlo; so però che se la si inizia a guardare non ci sarà nulla, o quasi, che possa impedire di continuare a vederla. È questo, alla fine, che deve fare una serie TV ed è ciò che da una serie TV ci aspettiamo: quindi, in ogni caso, funziona.

 

Guida agli episodi

Stagione 1

Episodio 1.1 – Uno studio in rosa

Mentre Sherlock e John Watson fanno conoscenza e diventano coinquilini, la polizia chiede l’aiuto del detective per risolvere lo strano caso di una serie di suicidi. Holmes verrà raggiunto dall’assassino, un tassista, che tenterà di indurre anche l’investigatore a togliersi la vita.

Episodio 1.2 – Il banchiere cieco

Alcune persone da poco ritornate dalla Cina vengono ritrovate morte in stanze chiuse a chiave dall’interno. Indagando, Sherlock scopre che questi omicidi sono delle vendette ai danni di disertori di un’organizzazione di contrabbandieri.

Episodio 1.3 – Il grande gioco

Sherlock viene invitato ad indagare sulla morte di un agente dei servizi segreti, ma allo stesso tempo deve districarsi tra una serie di vecchi casi, in una sfida contro un acerrimo nemico che minaccia di far esplodere vittime innocenti. Alla fine si arriva anche al confronto tra Sherlock e questo nemico, Moriarty.

 

Stagione 2

Episodio 2.1 – Scandalo a Belgravia

Dopo essersi salvato da Moriarty, Sherlock se la deve ora vedere con Irene Adler, una “dominatrice” che ha informazioni compromettenti su uomini importanti e che interessano alla sicurezza nazionale. Tra l’altro, tra il detective e la donna sembra pure nascere qualcosa, nonostante lei faccia spesso il doppio gioco.

Episodio 2.2 – I mastini di Baskerville

Sherlock si mette ad indagare su uno strano centro di ricerca in cui si dice vengano effettuati da tempo esperimenti su animali. Dopo esservi entrati, lui e Watson hanno anche visioni più o meno concrete di un gigantesco e minaccioso mastino. Ma le cose non stanno come sembrano.

Episodio 2.3 – Le cascate di Reichenbach

Moriarty riesce ad ordire la sfida definitiva a Sherlock. Dopo un processo e dopo aver rapito i figli di un ambasciatore, riesce ad insinuare nell’opinione pubblica il dubbio che in realtà Holmes sia malvagio, e abbia ordito lui tutti i reati poi svelati. Infine, Moriarty riesce anche a ricattare Sherlock per indurlo al suicidio.

 

Stagione 3

Episodio 3.1 – La casa vuota

Due anni dopo aver simulato la propria morte, Sherlock torna in scena. Lo fa, tra le altre cose, in parte per salvare l’amico John Watson, ma in parte anche per evitare che il Palazzo del Parlamento riunito in seduta notturna venga fatto saltare in aria durante la commemorazione del 5 novembre.

Episodio 3.2 – Il segno dei tre

John e la sua fidanzata Mary convolano a nozze e Sherlock, testimone dello sposo, ha il compito di tenere il solito discorso. Mentre parla, però, l’investigatore si rende conto che anche lì sta per essere commesso un omicidio e, tramite argute deduzioni, riesce a capire anche come e contro chi.

Episodio 3.3 – L’ultimo giuramento

Sherlock si confronta con Charles Augustus Magnussen, un ricattatore professionale che possiede notizie scottanti su tutte le persone più importanti del mondo, compresa Mary, nuova moglie di John. L’investigatore finirà per ucciderlo, poco prima che sulla scena ritorni però anche Moriarty.

 

Speciale

L’abominevole sposa

Lo speciale, uscito anche al cinema, vede Sherlock agire nel passato, all’epoca dello Sherlock Holmes originario. Il detective infatti si rifugia nel suo “palazzo mentale” per risolvere il vecchio caso di una donna che aveva ucciso vari passanti, poi se stessa e, come fantasma, il marito. E in questo passato affronta anche Moriarty.

 

Stagione 4

Episodio 4.1 – Le sei Thatcher

Il mistero che suscita l’attenzione di Holmes è questa volta legato ad alcuni busti di Margaret Thatcher che vengono distrutti da un ignoto ladro. Le indagini lo portano a scoprire una squadra di spie di cui faceva parte anche Mary, la moglie di Watson che tra l’altro ha appena avuto una figlia da lui.

Episodio 4.2 – Il detective morente

Sherlock si trova ad affrontare un insospettabile serial killer, che però usa anche un farmaco che inibisce la propria memoria. Le indagini sono rese anche più complicate dal fatto che Watson ha ormai abbandonato Holmes e che quest’ultimo pare essere dipendente dalle droghe. Ma ci saranno dei colpi di scena.

Episodio 4.3 – Il problema finale

Sherlock, John e Mycroft si trovano a confrontarsi con Eurus, la loro sorella detenuta in una struttura psichiatrica di cui, però, ha preso abilmente il controllo. La sua sfida a Sherlock diventa particolarmente letale, fino a mettere a repentaglio la vita dei due collaboratori del detective.

 

Domande e risposte finali

Quante sono le stagioni di Sherlock?

Quattro, tutte da tre episodi ciascuna. A queste puntate va però aggiunto un episodio speciale uscito al cinema, L'abominevole sposa.

La serie Sherlock è definitivamente conclusa?

In realtà nessuno conosce la risposta a questa domanda. La quarta stagione si è conclusa in una maniera che potrebbe essere anche definitiva, ma questo non toglie che una quinta stagione potrebbe comunque essere realizzata. Il problema principale sono gli impegni degli attori: Benedict Cumberbatch è richiestissimo, ed è difficile incastrare il suo calendario con quello di Martin Freeman. D'altra parte, pure i due creatori dello show – Steven Moffat e Mark Gatiss – si stanno dedicando ad altri progetti.

Chi c'è nel cast di Sherlock?

Il protagonista è Benedict Cumberbatch, che interpreta appunto Sherlock Holmes. Il dottor John Watson ha poi il volto di Martin Freeman, mentre Una Stubbs interpreta la signora Hudson. Ci sono infine Rupert Graves (nei panni dell'ispettore Lestrade), Mark Gatiss (Mycroft), Louise Brealey (Molly), Andrew Scott (Moriarty) e Amanda Abbington (Mary).

Quanti anni ha Benedict Cumberbatch?

L'attore che interpreta Sherlock (e molti altri film) è nato a Londra il 19 luglio 1976.

Quanti anni ha Sherlock Holmes?

Se si intende il personaggio, Sherlock Holmes è stato creato dallo scrittore sir Arthur Conan Doyle nel 1887, esordendo nel romanzo Uno studio in rosso. Se invece ci si riferisce agli attori che l'hanno interpretato sullo schermo, Benedict Cumberbatch è nato nel 1976 e ha iniziato a prestargli il volto nel 2010, quando aveva 34 anni. Altri interpreti rilevanti sono stati Basil Rathbone (che ha iniziato ad essere Sherlock nel 1938, a 56 anni) e Robert Downey Jr. (nel 2009, a 44 anni).

Chi ha scritto Sherlock Holmes?

Il creatore del personaggio e delle avventure di Sherlock Holmes è sir Arthur Conan Doyle, scrittore britannico vissuto tra il 1859 e il 1930. A lui si devono tutte le principali storie dell'investigatore. Ciononostante, alcuni scrittori negli ultimi anni hanno dedicato brevi racconti al personaggio di Conan Doyle: tra questi Ellery Queen, Nicholas Meyer, Joyce Lussu e Stephen King. I principali responsabili di Sherlock, l'adattamento della BBC, sono invece gli sceneggiatori Steven Moffat e Mark Gatiss.

 

L’infografica col riassunto finale

Sherlock, la serie della BBC

 

E voi, quale motivo per amare Sherlock preferite?

Ecco i cinque motivi che abbiamo scelto per amare Sherlock, la serie TV della BBC: vota il tuo preferito e poi leggi l'articolo per scoprire tutti i dettagli.

Note e approfondimenti

  • 1 Qui, tra l’altro, trovate il suo sito ufficiale.

 

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