Cinque nomi perfetti per un husky

Scopriamo i migliori nomi per un husky (foto di Daniel A. Leifheit via Flickr)

Quegli occhi azzurri ne hanno decretato il successo in tutto il mondo. Parliamo dei cani di razza Siberian Husky, splendidi animali che oltre ad avere uno sguardo che ci entra dentro, hanno un carattere molto allegro e gioviale: in pratica, non conoscono il significato della parola “aggressività”.

Secondo la classificazione delle razze, i Siberian Husky rientrano nel gruppo dei cani di tipo Spritz e di tipo primitivo e sono collocati nella sezione dei cani nordici da slitta. La loro origine va ricercata nella tribù eschimese dei Ciukci, che utilizzava questi cani per il traino delle slitte, ma ufficialmente la razza nasce negli Stati Uniti grazie a Eva “Short” Seeley che è considerata la mamma di tuti i Siberian Husky e anche dell’Alaskan Malamute.

Pregi e necessità degli husky

Come dicevamo, i cani husky hanno un bellissimo carattere e sono molto affettuosi con il padrone e tutti i famigliari (tra l’altro, sono ottimi compagni per bambini abbastanza grandi), ma sono anche molto indipendenti, motivo per cui vanno educati entro i sei mesi. Sono cani sicuri nelle più svariate circostanze e fanno amicizia con tutti (perciò se cercate un cane da guardia, l’husky non fa al caso vostro!). Non va dimenticato però che l’husky scava buche ed è un predatore raffinato: quindi non prendetelo solo perché ha gli occhi belli, ma informatevi bene, anche perché necessita di molto movimento.


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Ma quali sono i nomi perfetti per un husky? In linea generale, il nome per un cane dovrebbe essere breve, in modo che lui lo impari presto e risponda. Mutatis mutandis, ricordiamo quel che diceva Massimo Troisi in Ricomincio da tre: «Se il figlio lo chiami Massimiliano cresce maleducato, perché quando lo chiami prima che ti risponda chissà dove è arrivato; invece se lo chiami Ugo, dove sta resta, non ha nemmeno il tempo di muoversi; al massimo può fare un passo». Ecco, allora, alcuni nomi perfetti per cani di razza husky: quattro dei nomi che vi proponiamo sono di cani famosi, mentre l’ultimo ha motivazioni diverse.

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Togo e Balto

Gli husky che salvarono un’intera città da un’epidemia di difterite

Se avete visitato Central Park a New York forse avrete notato una statua di un cane, alla cui base c’è scritto: «Dedicata all’indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso acque pericolose e tormente artiche, l’antitossina per seicento miglia da Nenana per il sollievo della ferita Nome nell’inverno del 1925. Resistenza – Fedeltà – Intelligenza». Il cane rappresentato nella statua è un husky e si chiamava Balto, lo stesso Balto che dà il titolo a un film d’animazione del 1995 che ha avuto due sequel: Il mistero del lupo e Sulle ali dell’avventura.

La storia dei film – e quella della statua – è vera, ma è parziale (e romanzata, naturalmente), perché eroici protagonisti della storia sono stati due cani husky, Balto e Togo.

La vera storia

1925: un’epidemia di difterite minacciava la città di Nome, in Alaska. Le probabilità di morire erano altissime, anche perché i vaccini erano terminati e le scorte più vicine si trovavano ad Anchorage, che distava oltre 1600 chilometri, un percorso che i corrieri dell’epoca impiegavano circa 25 giorni a compiere. Per portare aiuto agli abitanti di Nome rimaneva solo la slitta, trainata da cani. Il siero venne prima messo su un treno che arrivò fino a Nenana, ultima città servita dalla rete ferroviaria, e poi ci si affidò ai cani e ai loro conduttori. A prendere parte alla spedizione furono 25 uomini e un centinaio di cani, e tra questi a distinguersi furono proprio Togo e Balto.

Togo e la sua squadra, guidata da Leonhard Seppala, prima compirono un percorso di 274 chilometri in tre giorni per raggiungere il punto in cui avrebbero preso il siero, poi affrontarono il tratto più difficile, con la visibilità pressoché nulla per via delle tempeste di neve e con una temperatura che toccò i 57 gradi sotto zero. In queste condizioni difficili, Leonhard Seppala perse l’orientamento e quindi unica speranza di tutta la muta fu proprio lui, Togo, che guidò il gruppo lungo la pericolosa zona ghiacciata del Golfo di Norton, sul Mare di Bering. A quanto raccontò poi Seppala, Togo si destreggiò abilmente, mettendo in salvo tutti anche dalla rottura del giacchio. Per il grande sforzo che compì, Togo si azzoppò e rimase zoppo per il resto della sua vita.

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Arrivati a destinazione, entrò in gioco Balto che percorse, con il suo umano e la sua muta, gli ultimi 80 chilometri e portò il siero a Nome, salvando così l’intera popolazione dalla difterite. Togo, l’eroe spesso dimenticato, morì, zoppo, all’età di 16 anni, mentre Balto morì – cieco, sordo e artritico – a 14 anni. Togo e Balto, dunque, sono due nomi perfetti per i cani di razza husky, segno della loro forza e abnegazione.

 

Taro e Jiro

Due fratelli di razza husky che sopravvissero per quasi un anno, da soli, in Antartide

Taro e Jiro ricordati in una moneta celebrativaTaro e Jiro sono stati due cani husky (anche se non Siberian Husky ma Sakhalin Husky): erano due fratelli coetanei e vennero impiegati presso la base antartica giapponese. Sono diventati celebri perché riuscirono a sopravvivere per quasi un anno, da soli, alle temperature del Polo Sud. La loro storia ha fatto il giro del mondo ed è stata raccontata nei film Antarctica e 8 amici da salvare (che è più edulcorato rispetto alla realtà dei fatti).

Nel 1957 il National Institute of Polar Research promosse la prima spedizione antartica giapponese e, insieme agli umani, vennero portati sul luogo anche quindici cani appositamente addestrati, in modo da poter essere di aiuto negli spostamenti. Le cose più o meno andarono bene, ma alla seconda spedizione le condizioni climatiche bloccarono la nave che portava tutti – uomini e cani – alla base e dovette intervenire un velivolo per metterli in salvo. Purtroppo, vennero portati in salvo solo gli umani e i 15 cani vennero lasciati in mezzo al ghiaccio, legati alla catena. Quando la notizia si sparse in Giappone l’indignazione fu tanta e si organizzarono delle spedizioni per cercare di salvare i cani.


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I volontari che partirono trovarono vivi solo Jiro e Taro, che si erano liberati; ne trovarono poi sette morti legati alla catena, mentre di altri sei non si seppe più nulla.

I due fratelli vennero separati e Jiro morì nel 1960, alla base antartica, per cause naturali; Taro tornò invece in Giappone e morì nel 1970, a quindici anni. I due fratelli sono stati imbalsamati e i loro corpi sono in mostra in due musei naturali in Giappone. Taro e Jiro sono nomi adatti agli husky perché testimoniano la forza del loro carattere e la capacità di sopravvivere alle difficoltà.

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Eskimo, un tributo alle origini

Un nome diffuso per gli husky, che spesso viene abbreviato con Eski

Un bell'husky fotografato da Jakeburton (via Wikimedia Commons)Come detto all’inizio, i cani husky affondano le loro origini tra gli eschimesi e per questo, soprattutto in America, molto diffuso è il nome Eskimo. Un nome proprio che ricorda molto quello della razza e che spesso viene abbreviato con Eski, molto facile da memorizzare per il cane e un valido tributo alle origini di questa splendida razza.

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