Cinque ottimi giochi di auto per PC

I migliori giochi di auto per PC

Una delle esperienze più divertenti, per chi ama giocare ai videogiochi, è provare l’adrenalina tipica della sfida. Che si tratti di un inseguimento per le strade della California, di un assalto militare o di una partita di pallone, a darci piacere è quel brivido che ci corre lungo la schiena, la paura di non farcela, la vittoria conseguita all’ultimo secondo, il rischio virtuale di perdere la partita o la vita.

Su questo stesso spirito si basano anche i giochi di auto, quelli che – su una pista di Formula 1 o sull’asfalto di una città – prevedono inseguimenti e sorpassi al fulmicotone. Giochi di questo genere esistono da quando esistono i PC e le console e probabilmente continueranno a esserci sempre, ogni anno più verosimili e complessi (anche se, francamente, negli ultimi tempi si è arrivati forse ad un livello di dettaglio difficile da eguagliare).


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Quali sono, però, i titoli migliori, quelli che hanno segnato il genere? E, soprattutto, quali quelli disponibili su PC? Ne abbiamo selezioni per voi cinque.

 

Need for Speed: Most Wanted

Scappare dalla polizia con una grafica (all’epoca) spettacolare

Nel nostro excursus all’interno dei giochi di corsa abbiamo deciso di partire da quasi dieci anni fa, cioè dal 2005, anno di uscita di Need for Speed: Most Wanted, undicesimo capitolo di quella che era allora – ed è ancora oggi – una delle saghe più longeve e di maggior successo del mondo dei videogiochi. Il primo capitolo della serie, infatti, risale addirittura al 1994 (per PC, Sega Saturn, PlayStation e l’oggi dimenticata console 3DO), mentre l’anno scorso è uscito il ventiduesimo episodio, l’apprezzabile Need for Speed: Rivals.

Nella cinquina però ho deciso di inserire Most Wanted per varie ragioni: innanzitutto è un gioco che, come scrivevo in apertura, stimola l’adrenalina grazie al suo meccanismo ad inseguimenti, che non era nuovo nella saga (aveva esordito in Need for Speed: Hot Pursuit) ma che qui arrivava probabilmente al suo massimo livello di verosimiglianza; poi, all’epoca della sua uscita segnava un deciso passo avanti nell’evoluzione grafica del genere, con macchine molto dettagliate anche proprio su PC e non solo su console.

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Si tratta, insomma, probabilmente del miglior titolo della serie e sicuramente di quello che è rimasto più impresso nella memoria dei videogiocatori, anche per alcune innovazioni come il tempo rallentato, che permetteva di dilatare l’azione in alcuni dei momenti più concitati (come si fa nei film, quando si vuole far vedere che il cervello elabora informazioni in maniera più rapida del normale), oppure il ruolo dei poliziotti, sempre pronti a metterti i bastoni tra le ruote; e non è un caso che ne sia stato recentemente lanciato un remake per console più recenti sempre pubblicato da Electronic Arts, già responsabile dell’originale del 2005, ma stavolta sviluppato da Criterion Games.

 

Burnout Paradise: The Ultimate Box

Esplorare (e distruggere) una città dandosi a pazze sfide di velocità

Facciamo ora un balzo in avanti con Burnout Paradise, uscito nel 2008 per console e l’anno successivo per PC, anche se a nostro avviso vale la pena orientarsi sulla versione The Ultimate Box, di un anno successiva, che oltre al gioco base offriva tre espansioni (Bikes, Cagney e Party).

Sviluppato proprio dalla Criterion Games che abbiamo appena citato e pubblicato dalla Electronic Arts, il gioco era ambientato nell’immaginaria città di Paradise City, sede di una serie di inseguimenti e sfide cittadine al di là della legalità. La particolarità del gioco è infatti quella di farci correre in ogni circostanza, senza badare minimamente alle conseguenze: così una sfida può essere lanciata ad un banale semaforo e comportare la distruzione di cartelli, scontri frontali con altre autovetture, voli pericolosissimi e spettacolari.

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Anche in questo caso, Paradise era il quinto capitolo di una serie che aveva preso avvio nel 2001 per PlayStation, Xbox e GameCube, ma che solo con questo capitolo – l’ultimo, tra l’altro, ufficiale – arrivava brevemente anche su PC. Il suo punto di forza, a mio avviso, era da un lato il gameplay open world, che permetteva di esplorare a proprio piacimento la città (tra l’altro erano presenti anche alcune espansioni scaricabili a pagamento), dall’altro il senso caotico della velocità e della sfida che riusciva a comunicarti. Non per nulla, alla sua uscita si aggiudicò anche numerosi premi, tanto che fu acclamato Miglior Gioco di Guida del 2008.

 

Colin McRae: Dirt 2

Il rally all’epoca delle DirectX 11

Dopo i giochi sviluppati da Criterion Games e EA, spostiamoci sulla casa che ha letteralmente dominato il panorama dei videogame di corse negli ultimi anni, la britannica Codemasters, che a partire dal 2008 si è decisamente specializzata nel filone automobilistico, sia acquisendo il Sega Racing Studio, sia siglando l’accordo per i diritti di sfruttamento del marchio della Formula 1.

Un investimento che ha pagato sia in termini di vendite che di qualità dei giochi prodotti. Uno dei primi, appartenente ad una saga che la software house aveva acquisito assieme al Sega Racing Studio, fu Colin McRae: Dirt 2, gioco di rally che su PC fu uno dei primissimi ad usare le DirectX 11 e che di conseguenza sfruttò una serie di notevoli migliorie a livello grafico, tanto che all’epoca era davvero uno dei titoli più all’avanguardia del settore.

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Interessanti, sotto diversi punti di vista, erano anche le scelte di gameplay, volte sia ad introdurre alla saga dei nuovi videogiocatori, sia a rendere più affascinante l’esperienza per chi già aveva giocato ai capitoli precedenti: così, ad esempio, nei livelli più semplici era presente una modalità di rewind, che permetteva di tornare indietro nel tempo e correggere eventuali errori di guida, mentre per il giocatore più esperto era ben sviluppata la modalità carriera, che permetteva di avanzare in circuiti sempre più difficili, sbloccando nel contempo una serie di funzionalità aggiuntive che permettevano una maggior personalizzazione dell’auto o la partecipazione a eventi speciali.

 

Grid 2

Un tour del mondo in 60 automobili

Figlio di Dirt, ma soprattutto della serie TOCA su cui Codemasters lavorava da un quindicennio abbondante, è anche Grid 2, lanciato con ottimi risultati commerciali e di critica l’anno scorso, cinque anni dopo l’uscita del primo capitolo della serie; un capitolo disponibile, oltre che per PC, anche per PlayStation 3, Xbox 360 e, da un paio di mesi a questa parte, pure per Mac.

La caratteristica principale del gioco e della serie è quella di porsi a metà strada tra l’arcade e la simulazione vera e propria, tra la guida gioiosa e spericolata fine a se stessa e la cura nel dettaglio che porta a una sempre più precisa verosimiglianza: Grid 2, infatti, riesce a tenere in piedi entrambe le esigenze, ad esempio fornendo aiuto alla guida nei livelli più facili ma anche presentando una modalità hardcore che richiede discrete abilità e che presenta anche colpi di scena interessanti come la modifica del tracciato di una pista dopo il primo giro.

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Il punto forte del gioco, comunque, sono le ambientazioni e le auto: si corre – sia di giorno che di notte – lungo 82 piste sparse in giro per il mondo e spesso anche all’interno di città rinomate come Parigi, mentre il parco vetture conta circa 60 modelli ed è talmente ampio da abbracciare auto uscite nell’arco di quasi quarant’anni, dalle Alfa Romeo alle Aston Martin, dalla Ford Mustang del 1970 alla Ford Focus del 2013, dalle Jaguar alle Mercedes.

 

F1 2013

Per tentare di vincere il Mondiale di oggi o di ieri

Concludiamo con un altro gioco recentissimo e con l’ennesimo prodotto dei ragazzi di Codemasters, F1 2013, uscito all’incirca un anno fa, nell’ottobre del 2013. La serie licenziataria del marchio della Formula 1, infatti, a mio parere meritava di stare nella cinquina, se non altro per la grande qualità che ha saputo presentare nel corso degli anni, ma era difficile optare per un titolo invece che un altro, visto che quasi tutti gli ultimi capitoli presentano un alto livello tecnico e una verosimiglianza stupefacente; ho preferito, così, scegliere l’ultimo, cioè il più recente, tra quelli che erano in ballottaggio, perché punto d’arrivo di una serie di perfezionamenti successivi, ma escludendo al contempo F1 2014, che mi sembra essere per vari motivi lievemente al di sotto dei suoi predecessori.


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La serie, non serve nemmeno dirlo, simula una stagione di Formula 1 sfruttando l’EGO Engine, il motore grafico proprietario sviluppato da Codemasters presente anche nei già citati Dirt 2Grid 2 e una serie di altri titoli di buon impatto commerciale. Sono presenti, nel gioco, tutti i diciannove circuiti, le undici squadre e i ventidue piloti del campionato, ma è interessante anche la Classic Edition, in cui trovano spazio circuiti, auto e piloti aggiuntivi tratti dagli anni d’oro della Formula 1 (ma introdotti con realismo, visto che, ad esempio, le auto vecchie sono più difficili da guidare).

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Il gioco è memorabile da un lato per la già citata cura dei dettagli, che negli anni è aumentata e ha reso il prodotto indubbiamente la miglior simulazione di corse automobilistiche presente sul mercato; dall’altro, rispetto ai suoi predecessori per l’aggiunta di alcune migliorie come i pit-stop più realistici, la grafica più accattivante (e, nei circuiti vecchi, un sapore vintage che richiama le riprese televisive del tempo) e l’aggiunta di un livello di difficoltà intermedio che rende più graduale il cammino del pilota.

 

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