Cinque pericolosi nemici di Iron Man

Il Mandarino è uno dei più letali nemici di Iron Man

Fino a qualche anno fa, Iron Man era un personaggio noto solo ai fedelissimi appassionati della Marvel. Certo, sulle testate della Corno era stato un comprimario eccellente sia su L’Incredibile Devil, sia poi su L’Uomo Ragno, il periodico di supereroi più venduto della casa editrice, però non aveva mai avuto l’onore di una testata tutta sua (tranne in una breve parentesi in cui la rivista di Devil era stata intitolata Devil, Ghost e Iron Man); e anche i mensili della Play Press prima e della Panini poi avevano avuto successo solo tra i Marvel fan. Non a caso, mentre altri eroi comparivano in serie a cartoni animati, videogiochi o venivano comunque citati in altri media, Iron Man – anche per il fallimento di alcuni progetti come la serie animata del ’94 – sembrava destinato a non poter mai uscire dal proprio guscio, da una sorta di aurea mediocritas di popolarità.

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Tutto è cambiato a partire dal 2008, quando il successo planetario della pellicola Iron Man diretta da Jon Favreau e interpretata da Robert Downey jr., Gwyneth Paltrow e Jeff Bridges ha reso di colpo Tony Stark uno degli eroi più noti e seguiti dell’intero universo Marvel. In quel film e nei suoi due seguiti, usciti nel 2010 e 2013, sono stati presentati alcuni degli storici nemici dell’eroe in armatura, solo in parte sovrapponibili a quelli che, nei fumetti, sono stati i suoi più grandi avversari, cambiandone le origini, il destino e a volte addirittura fondendo insieme personalità diverse. Con piglio direi quasi filologico, dopo avervi presentato in passato gli avversari di Spider-Man vogliamo ora farvi conoscere i cinque più pericolosi nemici di Iron Man nei fumetti tramite un’apposita lista, tenendo però ben presente che in essa manca il nemico forse peggiore, quello che non ha un volto ma che ha rappresentato il più serio problema mai affrontato da Tony Stark nella sua carriera: l’alcool.

 

Mandarino

Il cinese che governa la tecnologia aliena

Il Mandarino, forse il principale tra i nemici di Iron ManChe tra i fumetti e i film di Iron Man ci sia tutto sommato uno scarto è documentato in primo luogo dal fatto che il principale antagonista fumettistico di Tony Stark è comparso solo nel terzo episodio della serie cinematografica, interpretato da Ben Kingsley, e peraltro in una versione ben poco fedele all’originale: stiamo parlando del Mandarino, creato da Stan Lee e Don Heck e apparso per la prima volta nel 1964 sulle pagine di Tales of Suspense (in Italia su L’incredibile Devil 34).

Molti elementi spingono a considerare il villain cinese come la vera nemesi dell’uomo in armatura: in primo luogo, era il mandante del rapimento di Stark che lo portò per la prima volta a costruire l’armatura di Iron Man, e quindi è indirettamente la causa principale della nascita dell’eroe e il primo nemico affrontato; poi, ha una serie di poteri che lo rendono quasi invincibile e, di fatto, mai realmente sconfitto dal miliardario playboy; inoltre è, come Stark, un esperto scienziato e a loro modo anche i suoi poteri derivano dalla tecnologia (ma, in questo caso, aliena); infine è cinese e, per quanto non si ritrovi affatto nelle politiche di Mao Zedong, rappresentava soprattutto nei primi anni della testata americana lo spauracchio del comunismo, che Iron Man affrontava con la foga quasi di un senatore McCarthy.

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Il Mandarino era infatti un ricco uomo cinese che, dopo la rivoluzione comunista, perse tutti i suoi averi e decise di esplorare la proibita e maledetta Valle degli Spiriti in cerca di qualcosa per riconquistare la propria posizione: qui trovò un’astronave aliena abbandonata da molti secoli e, studiandone la tecnologia, imparò a governare dieci anelli che porta sempre nelle dita delle mani e che hanno poteri straordinari, tra cui quelli di controllare la mente altrui, modificare le molecole degli oggetti, generare campi gravitazionali, lanciare raggi laser e così via; inoltre, ha acquisito la capacità di teletrasportarsi che gli permette di colpire e fuggire in praticamente qualsiasi parte del mondo.

 

Obadiah Stane

Iron Monger e il suo erede Zeke

Iron MongerAltra forzatura rispetto alla continuity della Marvel è quella che è stata operata nel primo Iron Man cinematografico, in cui Obadiah Stane – interpretato da Jeff Bridges – era un socio d’affari di Tony Stark che sfruttava il suo storico disinteresse per l’azienda per fare affari con i terroristi. Nella realtà dei fumetti, Stane – introdotto da Dennis O’Neil e Luke McDonnell nel 1982 su Iron Man 163 – era invece un rivale del ricco imprenditore americano che riuscì a rubare i progetti dell’armatura e a costruirne una nuova, perfino potenziata rispetto a quella di Tony, chiamata Iron Monger: con questo nuovo esoscheletro Stane attaccò Iron Man risultandone però sconfitto dopo una dura battaglia e, proprio nel celebrativo numero 200 del novembre 1985, preferì suicidarsi con i raggi dell’armatura piuttosto che essere arrestato dalla polizia.

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Quello di Iron Monger, dunque, poteva sembrare un intenso ma breve ciclo di storie, se non fosse che negli anni successivi l’armatura di Iron Monger è finita in mano a vari supercattivi e che recentemente ha fatto la sua comparsa sulla scena il figlio di Stane, Zeke, creato da Matt Fraction (il deus ex machina delle storie di Iron Man degli ultimi anni) e Barry Kitson nel 2008: un ragazzo che è quasi un’evoluzione dello stesso Stark (un giovane genio che preferisce evolvere il proprio corpo – tramite studi sulla biologia dell’ipotalamo – più che un’armatura esterna, tanto da venir spesso ribattezzato Iron Man 2.0) e che si dimostra più che risoluto nel tentativo di vendicare il proprio padre.

 

Dinamo Cremisi

Il supercattivo del KGB

La Dinamo Cremisi alle prese con lo scudo di Capitan AmericaSull’anticomunismo di Iron Man qualcosa abbiamo già scritto, ma vale la pena ora di approfondire l’argomento: la prima apparizione del personaggio è del marzo 1963, pochissimi mesi dopo la crisi dei missili di Cuba e pochi mesi prima dell’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, senza contare la costruzione del muro di Berlino avvenuta nel 1961. Mai quanto in quel periodo una nuova guerra mondiale tra Stati Uniti e Unione Sovietica sembrava dietro l’angolo, e ovviamente i fumetti riflettevano la generale paranoia sull’argomento; se, però, alcune testate si orientavano su altri temi, più sociali e “interni”, furono proprio le storie di Iron Man che più di tutte, almeno nell’universo Marvel, affrontarono di petto la questione, portando l’eroe a combattere con tutta una serie di avversari che provenivano dai paesi comunisti.

La Dinamo Cremisi, in particolare, fu creata in un certo senso come la risposta sovietica ad Iron Man e fece la sua comparsa su Tales of Suspense già nell’ottobre 1963 (e in Italia su L’incredibile Devil 30) ad opera di Stan Lee e Don Heck: nel corso degli anni dentro all’armatura rossa si sarebbero susseguite ben tredici persone, perlopiù agenti del KGB, che avrebbero tentato a vario titolo di uccidere Iron Man, a volte però poi convertendosi agli ideali americani, come nel caso di un’altra celebre spia russa dei fumetti, la Natasha Romanoff meglio nota come Vedova Nera (che, dopo aver esordito come antagonista di Iron Man, si sarebbe trasformata in eroina prima grazie a una relazione con Devil, poi entrando addirittura nei Vendicatori).

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Con la caduta dell’Unione Sovietica, alcune versioni della Dinamo Cremisi si sono votate a crimini non più di natura ideologica, ma economica, come furti e rapine, ma nelle ultime versioni tra i moventi dell’antagonista è ritornato quantomeno uno spiccato odio verso Iron Man.

 

Fantasma

L’hacker intangibile

Il Fantasma sulla copertina di un albo di Iron ManLasciamo ora da parte per un momento gli avversari comunisti e avviciniamoci, almeno relativamente, ai giorni nostri: dopo un buon periodo negli anni Sessanta e un ciclo di storie poco convincenti negli anni Settanta, il personaggio di Iron Man visse una nuova giovinezza col decennio reaganiano, grazie soprattutto all’ottimo lavoro della coppia formata da David Michelinie e Bob Layton, che lavorò sulla testata tra il 1978 e il 1982 e poi di nuovo tra il 1987 e il 1989.

E proprio al secondo ciclo di storie del duo appartiene anche il Fantasma, un nemico che, comparso sulle pagine di Iron Man 219 del 1987, si è poi evoluto in una sorta di antieroe, entrando prima nelle fila dei Thunderbolts e poi degli Oscuri Vendicatori.

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La modernità del personaggio sta soprattutto nel modo in cui ha ottenuto i suoi poteri e nelle conseguenti ossessioni che cova: ex genio dell’informatica, Fantasma fu infatti manipolato per qualche tempo dalla compagnia per la quale lavorava, con l’obiettivo di renderlo più produttivo ed impedirgli di bloccare la ricerca su alcune innovative e redditizie tecnologie; una volta resosi conto dell’inghippo e aver subito un attentato da parte del Consiglio d’amministrazione, decise di applicare su di sé gran parte delle sue invenzioni, e soprattutto la capacità di rendere intangibile o invisibile (ma non le due cose contemporaneamente) il proprio corpo e tutto ciò che tocca. Sorta di hacker ipertecnologico, Fantasma ha spesso attaccato Iron Man sia per il suo legame con le grandi corporation americane di cui lui è un nemico giurato, sia dietro compenso, come killer a pagamento.

 

Titanium Man

Il supercriminale citato da Paul McCartney

Titanium Man, l'ennesimo nemico sovietico di Iron ManL’ultimo supercriminale della nostra lista è un’altra creazione di Stan Lee e Don Heck che risale al 1965, quando Iron Man neppure negli Stati Uniti disponeva di una testata tutta sua ma divideva l’antologica Tales of Suspense con Capitan America: stiamo parlando di Titanium Man, ennesimo prodotto della fobia antisovietica.

Il primo nemico ad assumere questo nome, infatti, fu Boris Bullski, un ucraino ex agente del KGB ed ex membro del Partito Comunista che, dopo aver deluso i propri superiori, decise di lanciare una propagandistica sfida ad Iron Man: per far questo obbligò gli scienziati del campo di prigionia siberiano che dirigeva a lavorare su una nuova armatura, basata su quella della prima Dinamo Cremisi, e poi partì per affrontare il paladino americano in uno scontro in diretta TV, dal quale però uscì sconfitto. Le rivincite furono molte, ma la conclusione fu sempre la stessa, con Titanium Man che migliorava la propria armatura ma finiva invariabilmente per essere sconfitto e umiliato da Tony Stark.

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Al di là della sua effettiva forza fisica, però, la popolarità del personaggio è dovuta anche a un fatto curioso e pressoché unico: nel 1975 Paul McCartney – che assieme alla moglie Linda e ad altri faceva all’epoca parte dei Wings, band che solo un anno prima aveva dato alle stampe l’acclamato Band on the Run, grandissimo successo di critica e di pubblico – pubblicò, all’interno dell’album Venus and Mars, una traccia intitolata Magneto and the Titanium Man, in cui immaginava di dialogare coi due supercattivi dell’universo Marvel riguardo al coinvolgimento della propria donna in una rapina (e in cui faceva una comparsata anche la Dinamo Cremisi).

 

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