
La quarta parete è un muro invisibile che si frappone tra i protagonisti di una opera di fantasia e il pubblico, separando dunque il mondo reale da quello immaginario descritto nell’opera stessa. In via teorica sono due realtà separate, eppure a volte possono interagire, quando qualcuno dei protagonisti attua la cosiddetta rottura della quarta parete, rivolgendosi direttamente al pubblico.
Pratica nata in teatro e di cui il drammaturgo Bertolt Brecht ha fatto ampio e intelligente uso, si è poi estesa ad altri media, compresi cinema, televisione e fumetto. Con esiti a volte imprevedibili e apprezzabili.
Molti sono i personaggi di fantasia che hanno dunque infranto questa fantomatico muro invisibile. Farne un elenco completo sarebbe davvero impresa ardua, ma tra i tanti ne abbiamo selezionati cinque.
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Indice
1. Ferris Bueller
I consigli di vita di un liceale
Ferris Bueller è il protagonista del film Ferris Bueller’s Day Off (Una pazza giornata di vacanza), del 1986 ed è interpretato dall’attore Matthew Broderick. Si tratta di un liceale indolente che convince il suo miglior amico Cameron Frye a marinare per un giorno la scuola e visitare alcuni luoghi caratteristici di Chicago.
Più volte nel corso del film Ferris guarda dritto nella telecamera, offrendoci alcuni consigli di vita o commentando ciò che sta accadendo. Non c’è una vera ragione del perché questo accada.
Secondo una celebre teoria, Ferris non è altro che un prodotto dell’immaginazione di Cameron Frye e quindi queste rotture della quarta parete sarebbero solo dei dialoghi tra Cameron e la sua stessa coscienza, che vorrebbe ribellarsi a un sistema oppressivo (la scuola, la famiglia) che lo tiene ingabbiato.
2. Deadpool
Un pazzo che parla con tutti (e da solo)
Deadpool è un personaggio dei fumetti ideato da Rob Liefeld e Fabian Nicieza e comparso per la prima volta su New Mutants 98 del 1991.
Wade Wilson è un mercenario che, per salvarsi da un cancro allo stadio terminale, si sottopone a una procedura sperimentale che, pur curandolo e fornendogli un fattore rigenerante, lascia sul suo intero corpo cicatrici e lividi. Da quel momento una (lieve… anzi no) forma di follia lo perseguita, pur rimanendo uno dei più richiesti e affidabili sicari sulla piazza.
Deadpool in questi ultimi anni ha rappresentato l’emblema di coloro che attuano la rottura della quarta parete, evento che nei fumetti che lo vedono protagonista accade spesso e volentieri.
Deadpool è del tutto consapevole di essere un personaggio immaginario e si è anche costruito nella mente due coscienze aggiuntive con cui intavolare discussioni astruse sulla vita, la continuity e gli sviluppi della trama.
Anche nei film
Anche nei film a lui dedicati, nei quali è interpretato da Ryan Reynolds, questa sua peculiare caratteristica è stata mantenuta.
Possiamo quindi considerare Deadpool un Ferris Bueller all’ennesima potenza, come testimoniato dalla scena finale proprio della prima pellicola a lui dedicata.
3. Joker
Il grande scherzo
Joker è un personaggio dei fumetti ideato da Jerry Robinson, Bob Kane e Bill Finger, comparso per la prima volta su Batman 1 del 1940.
Un supercriminale ben noto al pubblico grazie alle memorabili interpretazioni cinematografiche da parte di celebri attori come Jack Nicholson, Heath Ledger e (più di recente) Jared Leto e Joaquin Phoenix.
Insieme alla follia che lo contraddistingue e che scatena sui malcapitati che hanno la sventura di affrontarlo, il Joker pare anche consapevole della sua natura di personaggio immaginario.
Oltre ad alcune vignette in cui guarda dritto verso di noi, in alcune celebri storie come Strane apparizioni o The Killing Joke si lancia in lunghi monologhi sul consumismo, sull’uomo medio, sulla pazzia umana, senza tuttavia rivolgersi a nessuno in particolare.
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Da tempo il Joker afferma di aver capito che il mondo è una barzelletta mal riuscita, e che la realtà è tutta un grande scherzo. Forse ora sappiamo il perché.
4. She-Hulk
La gigantessa di giada
She-Hulk è una eroina dei fumetti ideata da Stan Lee e John Buscema, comparsa per la prima volta su Savage She-Hulk 1 del 1980.
L’avvocatessa Jennifer Walters acquisisce una superforza e la capacità di divenire una gigantessa di giada quando suo cugino, Bruce Banner alias Hulk, le pratica una trasfusione di sangue per salvarla da una ferita letale.
Per alcuni anni She-Hulk rimane un personaggio secondario del Marvel Universe, fino a quando non capita sotto l’ala protettiva di John Byrne: costui dapprima la porta sotto i riflettori facendola entrare nei Fantastici Quattro in sostituzione di Ben Grimm; poi, a partire dal 1989, inizia a narrarne le avventure in solitario su una nuova serie regolare.
La satira di Byrne
È proprio in questa serie che She-Hulk inizia a infrangere con regolarità la quarta parete, parlando ai lettori, discutendo con Byrne su come debba procedere la trama o come debba essere colorato il fumetto oppure finendo coinvolta in situazioni paradossali.
Byrne utilizza questa tecnica per fare “satira” (utilizziamo questo termine volutamente tra virgolette) su alcune convenzioni del fumetto supereroistico e sul mondo che ruota intorno ad esso (il codice censorio allora vigente, lo stile pompato della Image, ecc…).
Pur con qualche significativa pausa, Byrne si occupa della serie fino al cinquantesimo numero. Dopo di esso, She-Hulk è tornata a infrangere la quarta parete solo in rare occasioni.
5. Frank Underwood
Il giudizio del protagonista di House of Cards
Frank Underwood è stato, almeno all’inizio, il protagonista della serie televisiva House of Cards, trasmessa su Netflix a partire dal 2013: ed è stato interpretato dall’attore Kevin Spacey.
Frank Underwood è un politico della peggior specie: spietato, privo di qualsiasi traccia di umanità o compassione (tranne forse l’amore per sua moglie), e disposto a macchiarsi dei peggiori crimini, omicidio incluso, pur di salire al potere. Pur di diventare Presidente degli Stati Uniti.
In ogni puntata Underwood a un certo punto guarda dritto in camera, spesso anche più di una volta, per pronunciare una sua particolare lezione (im)morale, dare un giudizio su una persona o semplicemente per stare in silenzio manifestando il suo disgusto per quanto sta accadendo.
Questo suo rivolgersi al pubblico ci porta a scrutare dritto nella sua coscienza, a esplorare gli abissi della sua anima nera che per certi versi rappresenta anche la nostra. Rappresenta il desiderio dell’uomo comune di arrivare a un risultato nella maniera più rapida, ma non per questo giusta o senza conseguenze.
C’è un famoso detto che afferma che il crimine non paga: ma questo sembra non applicarsi a Frank Underwood.
E voi, quale personaggio capace di infrangere la quarta parete preferite?