Cinque tra i più belli e sexy attori irlandesi

Jonathan Rhys-Meyers

Per lungo tempo, l’Irlanda è stata un paese decisamente secondario della scena europea, facile da colonizzare e abitato semplicemente da contadini e pastori. Qualcosa è cambiato a partire dalla metà dell’Ottocento, quando letterati come George Bernard Shaw, William Butler Yeats, Oscar Wilde e James Joyce hanno cominciato a farla entrare a pieno titolo nel panorama culturale europeo.

Pittori, attori, musicisti

Così, lentamente, la tradizionale emigrazione verso il nord America è calata e gli irlandesi hanno cominciato a farsi conoscere anche per qualcosa di diverso dalla endemica povertà. Nel dopoguerra sono maturati pittori, attori, musicisti in grado di arrivare ai vertici delle loro professioni. Ai quali, soprattutto negli ultimi anni, si è accompagnata una importante crescita economica – favorita da pesanti sgravi fiscali – che ha fatto dell’Irlanda una delle capitali del terziario avanzato europeo.

Oggi ci vorremmo concentrare sugli attori, dei quali spesso, dato che lavorano perlopiù a Hollywood, si dimentica la nazionalità d’origine. Attori che negli ultimi anni hanno dimostrato come in Irlanda non nascano solo persone di talento, ma anche di discreto fascino, capaci di conquistare le copertine delle riviste e i cuori delle spettatrici. Ecco dunque i cinque più belli e sexy attori di nazionalità irlandese.


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Liam Neeson

Un nordirlandese cattolico

Liam NeesonIrlandese per metà è Liam Neeson, l’attore più maturo del nostro quintetto. Nato nell’Irlanda del Nord e quindi cittadino britannico, Neeson è infatti stato educato al cattolicesimo ed è quindi cresciuto, per sua stessa ammissione, come una sorta di “cittadino di seconda classe” nella regione. D’altro canto, dopo le superiori studiò per qualche tempo a Newcastle, in Inghilterra, prima di stabilirsi e far cominciare la propria carriera di attore a Dublino, nell’Eire.

Classe 1952, Neeson non sembrava sulle prime destinato alla recitazione. Il suo fisico imponente gli aveva fatto prospettare una carriera nel calcio o nella boxe, mentre le umili origini sembravano all’inizio condannarlo a un lavoro da operaio. Grazie però ad alcune rappresentazioni scolastiche e all’intercessione di vari amici di famiglia, si decise a tentare la strada della recitazione.

La svolta con Schindler’s List

I primi successi arrivarono ad inizio anni ’80, con Excalibur, Il Bounty e Mission, anche se con parti di secondo piano. Meglio gli andò nel 1990 con Darkman di Sam Raimi, che gli offrì il primo ruolo da protagonista. Il salto di qualità della sua carriera arrivò però nel 1993, quando Steven Spielberg lo scelse per Schindler’s List, che gli fruttò subito una nomination agli Oscar.

L’anno dopo fu la volta della svolta anche nella vita privata. Sposò infatti Natasha Richardson, attrice divorziata ma esponente di una importante dinastia di gente di teatro e cinema. Era infatti figlia di Vanessa Redgrave e del regista Tony Richardson, oltre che nipote dell’attore Michael Redgrave e sorella dell’attrice Joely Richardson. Da lei ebbe due figli, ma nel 2009 subì un inatteso lutto. Natasha cadde sugli sci in Canada, rimanendo vittima di una emorragia cerebrale che l’avrebbe portata alla morte dopo poche ore.

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La carriera di Neeson comunque proseguì. Nel 1995 ottenne un buon successo con Rob Roy e l’anno dopo replicò con Michael Collins. Per quest’ultimo film si guadagnò anche una nomination ai Golden Globe, replicata qualche anno dopo con Kinsey.

Da Star Wars a Batman

Entrò poi nel cast del primo prequel di Star Wars e di due pellicole del Batman di Christopher Nolan. Inoltre recitò in Le crociate, Gangs of New York, Io vi troverò (e i suoi seguiti, che riprendono il titolo originale Taken) e in molte altre pellicole.

Importante, infine, anche l’attività di doppiatore. Nel 2005 ha iniziato lavorando a un episodio de I Simpson. Ha poi proseguito col ciclo de Le cronache di Narnia (in cui interpretava il leone Aslan), col videogioco Fallout 3 e con The LEGO Movie, in cui prestava la voce al poliziotto Poliduro.

 

Pierce Brosnan

L’uomo che ha rilanciato James Bond

Pierce Brosnan, uno degli attori irlandesi più affascinanti della storia del cinemaDi un anno più giovane rispetto a Neeson è invece Pierce Brosnan, nato nel 1953 a Drogheda, sulla costa est dell’Irlanda, e cresciuto poco distante, a Navan, almeno fino agli undici anni. Quando il padre lasciò la famiglia, la madre decise di trasferirsi a Londra. Portò così via il piccolo Pierce – allora undicenne – dall’Irlanda e soprattutto dalla Congregazione Irlandese dei Fratelli Cristiani, la scuola che il futuro attore aveva fino ad allora, a malincuore, frequentato.

Mentre la madre si risposava con un veterano di guerra scozzese, che divenne un secondo padre per Pierce, il giovane iniziò a studiare da attore nella capitale britannica. Questo gli permise di spiccare il volo verso gli Stati Uniti nei primi anni ’80. Qui l’aitanza e la prestanza fisica gli permisero di esordire sul piccolo schermo, prima con la miniserie Manions of America, poi con uno show da assoluto protagonista. Si trattava di Remington Steele, importato in Italia anche col titolo di Mai dire sì.

Remington Steele, un mascalzone che sembrava una spia

Fu proprio in questo periodo che la carriera dell’irlandese cominciò a segnarsi, visto che molti erano gli indizi che portavano verso una ben determinata conclusione. Dal punto di vista sentimentale, sposò l’attrice australiana Cassandra Harris, già Bond-girl in Solo per i tuoi occhi. Il personaggio di Remington Steele, inoltre, rese evidente come gli fosse facile impersonare affascinanti mascalzoni capaci di uscire indenni dai rischi e dagli inganni. Così già nel 1986, all’abbandono di Roger Moore, gli venne offerta la parte di James Bond, che fu costretto però a rifiutare perché ancora sotto contratto per la serie TV.

Il ruolo di 007 però tornò disponibile dopo i flop di Timothy Dalton, e così nel 1994 Brosnan venne finalmente ingaggiato per la parte. L’esordio arrivò l’anno dopo con GoldenEye, che ottenne un successo clamoroso e risollevò una serie che sembrava diretta verso un irrefrenabile declino. Nel ’97 arrivò poi Il domani non muore mai, mentre due anni più tardi fu la volta di Il mondo non basta. L’esperienza nei panni di Bond si concluse nel 2002, ormai quasi cinquantenne, con La morte può attendere.

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Nel frattempo la sua vita personale era notevolmente cambiata. Cassandra, la prima moglie, era morta di cancro alle ovaie e lui si era legato alla giornalista americana Keely Shaye Smith. Donna da cui ha avuto anche due figli, che si aggiungono al primo avuto dal primo matrimonio.

L’inimitabile stile del gentleman

Tra l’altro, anche in questo caso Brosnan si è dimostrato un vero signore. Negli scorsi anni siti e riviste scandalistiche hanno rimarcato il vistoso aumento di peso della Smith, ma l’attore non ha affatto smesso di farsi vedere in pubblico con lei. Sottolineando ogni volta di amarla moltissimo e di apprezzare «tutte le sue curve».

Al cinema, Brosnan ha comunque continuato ad apparire in produzioni di successo. Nel 2001 è uscito Il sarto di Panama, nel 2008 il musical Mamma mia!, nel 2010 Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini e recentemente Non buttiamoci giù.

 

Colin Farrell

Il fascino del cattivo ragazzo

Colin FarrellMettiamo ora da parte la generazione degli attori nati negli anni ’50 e spostiamoci, coi tre interpreti con cui concludiamo la nostra lista, tra quelli che sono venuti al mondo una ventina d’anni più tardi. Colin Farrell, il primo forse ad acquisire una certa notorietà internazionale, è infatti nato nel 1976 a Castleknock, una cittadina alla periferia di Dublino.

Figlio di un ex calciatore dello Shamrock Rovers, in gioventù accarezzò per un certo periodo anche la speranza di seguire le orme paterne. Più in generale, tentò varie strade per sfondare, tanto che fece anche un provino per entrare nella boy band dei Boyzone, venendo però scartato. Dopo un periodo come cameriere passato in Australia, rientrò in patria e si mise a studiare recitazione, esordendo a teatro e in alcune serie TV inglesi.


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In linea con l’assassino e Minority Report

Al cinema cominciò a farsi conoscere dal 1999, comparendo in Zona di guerra, esordio registico di Tim Roth, e Tigerland di Joel Schumacher. La grande occasione arrivò pochi anni più tardi, nel 2002. Lo stesso Schumacher gli offrì la parte del protagonista in In linea con l’assassino, che riscosse un grande successo. Ottenne poi un ruolo importante anche in Minority Report di Steven Spielberg.

Nel giro di pochi anni recitò quindi in tutta una serie di blockbuster. Del 2003 erano La regola del sospetto, Daredevil e S.W.A.T., mentre l’anno dopo fu protagonista di Alexander di Oliver Stone. Nel 2006 recitò quindi in Miami Vice e Chiedi alla polvere. Da quel punto in poi, però, rallentò le sue apparizioni sul grande schermo, anche a causa di alcuni problemi di droga e alcool che lo portarono a entrare in clinica per disintossicarsi.

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In ogni caso le sue doti da attore hanno continuato ad impressionare anche registi importanti. Nel 2007 ha recitato per Woody Allen in Sogni e delitti, mentre nel 2008 ha conquistato il suo primo Golden Globe per il film britannico In Bruges. Nel 2009 è stato poi uno dei tre attori (assieme a Johnny Depp e Jude Law) chiamati a sostituire il suicida Heath Ledger in Parnassus di Terry Gilliam.

Total Recall e True Detective

Più di recente, infine, è stato protagonista del remake di Total Recall e doppiatore nel cartone Epic, mentre è stata annunciata la sua firma per la seconda stagione di True Detective.

Dal punto di vista personale, ha portato avanti negli anni varie relazioni, avendo un figlio dalla modella Kim Bordenave e uno dall’attrice polacca Alicja Bachleda-Curus. Non si è comunque mai sposato: un matrimonio celebrato in Polinesia nei primi anni ’00 con l’attrice Amelia Warner non aveva infatti valore legale.

 

Michael Fassbender

Un sex symbol tra blockbuster e film impegnati

Michael Fassbender, nuovo divo proveniente dall'IrlandaArriviamo ora ai divi più giovani e più amati, a loro volta, dai giovanissimi: Michael Fassbender e Jonathan Rhys-Meyers. Fassbender, in realtà, è irlandese d’adozione. Nato infatti a Heidelberg, in Germania, nel 1977, è figlio di una donna nordirlandese e di un padre tedesco. I suoi genitori però si sono trasferiti a Killarney, nella zona sud-occidentale del paese, quando aveva appena due anni e quindi è cresciuto a pieno titolo come un irishman.

I primi approcci con la recitazione avvengono al liceo, quando risponde a un annuncio in una bacheca che offre corsi di teatro. Seguendo quella che potrebbe essere la sua strada, non si iscrive all’università e studia invece da attore, anche se i primi anni sono duri e gli ingaggi si contano sulle dita di una mano.

Il lavoro per HBO e BBC

A permettergli di rimpolpare un po’ il curriculum è inizialmente la TV britannica, che produce – assieme all’americana HBO e alle star Tom Hanks e Steven Spielberg – il serial Band of Brothers. A questa parte fanno seguito alcune apparizioni sporadiche in show della BBC e perfino in commedie radiofoniche.

L’occasione d’oro arriva comunque nel 2006, quando viene scelto per interpretare lo spartano Stelios in 300, film che sbanca inaspettatamente i botteghini di tutto il mondo. Da lì in poi le offerte cominciano finalmente ad arrivare e Fassbender può permettersi di alternare i blockbuster ai film impegnati.

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Recita così in Hunger, interpretando tra l’altro così bene l’attivista nordirlandese Bobby Sands da meritare anche il riconoscimento come miglior attore ai premi del cinema indipendente inglese. È poi nel cast di Bastardi senza gloria, di Jane Eyre e di X-Men – L’inizio, che gli consentono di consolidare la sua fama come attore versatile e nuovo sex symbol.

La collaborazione con Steve McQueen

Con il regista Steve McQueen, che l’aveva già diretto in Hunger, instaura poi una proficua collaborazione. È protagonista di Shame, che gli permette di conquistare la Coppa Volpi a Venezia, e compare nel cast di 12 anni schiavo. Recita inoltre anche per altri registi importanti come David Cronenberg (in A Dangerous Method) e Ridley Scott (in Prometheus e The Counselor).

Residente a East London, cattolico non praticante, negli ultimi anni ha destato l’attenzione dei rotocalchi che si sono ingegnati per cercare di scoprire le sue fidanzate. Nel 2011 ha avuto una relazione con la collega Zoe Kravitz, giovane figlia di Lenny Kravitz e Lisa Bonet (la Denise de I Robinson). Tra il 2012 e il 2013, invece, è stato fidanzato con Nicole Beharie, conosciuta sul set di Shame.

 

Jonathan Rhys-Meyers

La bellezza fragile e fuori controllo

Jonathan Rhys-MeyersCoetaneo di Fassbender è anche Jonathan Rhys-Meyers, uno degli attori più belli mai nati sul suolo irlandese. Una bellezza che l’ha reso protagonista non solo di film di successo ma anche di spot televisivi e di pubblicità di moda. Fu proprio la sua bellezza quasi androgina, anzi, a farlo uscire da una situazione senza sbocchi in cui stava incanalando la sua vita alla fine dell’età scolastica. E a dargli l’opportunità di lanciarsi nel mondo del cinema.

Nato a Dublino nel 1977 col nome di Jonathan Michael Francis O’Keeffe, abbandonò il cognome paterno e prese quello della madre quando questi divorziò dalla moglie e se ne andò. D’altronde, da bambino Rhys-Meyers aveva problemi di cuore piuttosto seri e faceva continuamente dentro e fuori dall’ospedale. Ad occuparsi di lui era solo la madre, alla quale era molto legato e che è venuta a mancare qualche anno fa.

L’espulsione dal liceo e le prime occasioni

Anche per questo Jonathan crebbe come il classico ragazzo difficile. Venne espulso dal liceo all’età di 16 anni, senza diplomarsi, e iniziò a bighellonare per la città. Notato per caso da un agente, esordì con uno spot pubblicitario per la Knorr. Al cinema arrivò l’anno dopo, prima con Un uomo senza importanza e poi con Michael Collins, film che abbiamo già citato.

Dopo qualche apparizione televisiva partì quindi per la California, desideroso di trovare dei ruoli a Hollywood. Dopo varie pellicole minori, però, rientrò presto in Europa, stabilendosi a Londra. Fu anzi da lì che partecipò nel 1998 a Velvet Goldmine, film di buon successo che ne aumentò le quotazioni. Nel 2002 fu quindi tra i protagonisti di Sognando Beckham, pellicola che lanciò anche Keira Knightley. Due anni più tardi partecipò poi ad Alexander di Oliver Stone assieme al connazionale Colin Farrell.

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Fu però dal 2005 che la sua carriera decollò. Prima interpretò Elvis Presley in un’ottima miniserie TV che lo portò a vincere un Golden Globe. Poi fu il protagonista poi dell’apprezzato Match Point di Woody Allen, oltre a recitare in Mission: Impossible 3.

Il successo in TV

Dal 2007 è poi stato per tre stagioni il protagonista de I Tudors, serie TV che lo ha confermato come sex symbol delle nuove generazioni. Meno fortunata è stata invece l’ultimo programma che l’ha visto come protagonista, Dracula, chiuso lo scorso anno dopo pochi episodi.

Nonostante i buoni successi dal punto di vista professionale, la sua vita personale è stata piuttosto turbolenta. A parte una lunga relazione con Reena Hammer, terminata nel 2012, gli ultimi dieci anni sono stati scanditi da frequenti ricoveri in clinica di disintossicazione per problemi legati alla dipendenza da droghe e soprattutto dall’alcool. Una dipendenza che l’ha portato anche in alcuni casi a problemi con l’autorità.

 

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