I cinque più seguiti telefilm americani degli anni ’80

Dallas è stato il più seguito tra i telefilm americani degli anni '80

Come abbiamo avuto modo di notare più volte, in questi ultimi anni si è diffusa una sorta di venerazione per gli anni ’80: sono comparse trasmissioni TV che rievocano quanto fossero “mitici” quegli anni, sono usciti libri, si sono diffusi siti internet, e pure noi, nel nostro piccolo, qualche contributo a questo effetto nostalgia l’abbiamo dato ricordando i cartoni animati, le console, le pubblicità e perfino le telenovelas di quegli anni.

Gli anni ’80, ovviamente, non erano così mitici come a noi piace ricordarli: furono il decennio del pericolo libico e della rivoluzione khomeinista, della nascita della mitologia televisiva, dell’Italia arrembante ma con un’economia basata sulle tangenti; furono, come sempre accade, anni di luci e di ombre. Uno degli aspetti che più ci hanno segnato, a livello di immaginario, fu comunque nel bene e nel male l’invasione di prodotti di intrattenimento stranieri: MTV ci mostrava i primi video dei cantanti americani ed inglesi, Mediaset (o, come si chiamava allora, Fininvest) ci proponeva decine di serie TV sulla famiglia americana mente le emittenti locali (e la stessa società di Silvio Berlusconi) ci rifornivano di cartoni animati giapponesi a tutte le ore.


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Era, insomma, un cambiamento di paradigma piuttosto forte, che da lì in poi non ci avrebbe più lasciato. Ma quali erano le serie TV d’oltreoceano di maggior successo in quegli anni? Quali i telefilm americani più seguiti degli anni ’80? Abbiamo sommato i dati sugli ascolti rilasciati dalla Nielsen, il principale organo di rilevamento statunitense, ed ecco le cinque serie che, andando dalla più seguita fino alla quinta, ne escono meglio.

 

Dallas

Il record di Chi ha sparato a J.R.?

Dallas è stato il più seguito tra i telefilm americani degli anni '80Dei primi due serial più amati del decennio reaganiano abbiamo già avuto modo di parlare, perché in entrambi i casi si tratta di telefilm legati alla famiglia americana, anche se rappresentata con toni e accenti profondamente diversi. La serie regina fu Dallas, che nel decennio riuscì a piazzarsi addirittura per tre volte al primo posto tra le più viste dell’anno, raccogliendo, nella stagione 1980/81, addirittura una media di 34,5 milioni di telespettatori ad episodio.

D’altronde, non era solo in America che la serie mieteva successi: Dallas fu il primo telefilm, infatti, ad essere esportato in tutto il mondo, con una trasmissione in 90 nazioni e 67 lingue diverse che costituisce ancora un record per la TV americana; inoltre alcuni episodi fecero letteralmente il botto, con ad esempio l’episodio in cui si svelava il colpevole dell’attentato a J.R. (il celebre Who Done It – in italiano Chi ha sparato a J.R.? – trasmesso il 21 novembre 1980) seguito da 90 milioni di persone nei soli States (e 360 nel mondo) e uno share spaventoso del 76%.

Fenomeno di costume

L’influenza del telefilm, però, non si limitò agli ascolti: mentre Canale 5 mandava in onda la serie in prima serata (ed era una novità per i telefilm americani) mettendo in difficoltà la Rai nella guerra per gli ascolti, centinaia di bambine venivano chiamate Sue Ellen, a volte anche con grafie non sempre riuscite, e perfino Alberto Sordi citava la serie nel suo film Il tassinaro, quando, ospitando dei turisti americani nel suo taxi, li apostrofava dicendo: «Noi italiani ve imponemo a voi forse una trasmissione in televisione de nome Valmontone, Portogruaro, Gallarate…? Perché voi ce dovete rompe li cojoni con ‘sto Dallas?».

La serie andò in onda per quattordici stagioni tra il 1978 e il 1991, ma il suo periodo di maggior splendore lo visse tra il 1979 e il 1986, quando si piazzò stabilmente nella top ten delle serie più viste.

 

I Robinson

L’educazione secondo Bill Cosby

I Robinson, uno dei più famosi telefilm anni '80 sulla famigliaL’unica altra serie che, a livello di ascolti, ha dato del filo da torcere a Dallas per farsi trovare in vetta a questa nostra classifica è una serie completamente diversa, che invece di concentrarsi sugli intrighi e le lotte di potere di una famiglia texana ci presentava gli affetti e le comiche incomprensioni di una casa newyorkese: I Robinson. Anche in questo caso il successo non fu solo americano: lanciata nel 1984 ed andata in onda fino al 1992, la serie riuscì a piazzarsi al primo posto degli ascolti in ben 5 delle sue 8 stagioni, superando per due annate consecutive (nel 1985/86 e 1986/87) quota 30 milioni di telespettatori di media; anche all’estero, comunque, fu un successo per la sua capacità di mescolare temi comici ad educativi e per il ritratto positivo della società americana.


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Fondamentale in tutto questo era l’apporto di Bill Cosby, che non era solo l’interprete del dottor Heathcliff Robinson (il cui cognome, in originale, era Huxtable) ma anche sostanzialmente l’ideatore solo in parte accreditato della serie, visto che i personaggi vennero tutti modellati sui componenti della sua reale famiglia e che lo script di ogni episodio veniva preventivamente sottoposto a lui.

Lontano dalle tensioni etniche

La sua idea iniziale, anzi, era quella di rappresentare una famiglia di condizione piuttosto umile, col marito autista di limousine e la madre casalinga, ma alla fine, grazie alle discussioni con Ed Weinberger e Michael Leeson, si optò per una famiglia dell’alta borghesia, col padre ginecologo e la madre avvocato, cosa piuttosto rara per una serie con protagonisti di colore: l’unico altro esempio a disposizione in quegli anni era I Jefferson, che aveva avuto grande successo sul finire del decennio precedente e che presentava un ricco uomo d’affari afroamericano, ma in cui molto più forti erano i temi razziali.

Cosby, invece, decise di mantenere la serie lontana dalle tensioni etniche (e questo avrebbe portato, durante l’ottava e ultima stagione, a un drastico calo di ascolti quando a Los Angeles scoppiarono i tumulti del 1992), concentrandosi invece su temi come la dislessia del figlio Teo o le gravidanze giovanili delle amiche di Denise. Voci insistenti, lo scorso autunno, dicevano infine che Cosby starebbe lavorando a una reunion del cast per il 2015, cosa che indubbiamente renderebbe felici i molti fan della serie sparsi in tutto il mondo.

 

California

Scene da un matrimonio in salsa americana

La sigla di California, seguito telefilm degli anni '80Se le prime due serie della nostra classifica sono indubbiamente telefilm arcinoti anche al pubblico italiano, diverso è il destino di quelle che incontreremo da questo punto in poi perché, se non in una eccezione, in Italia il loro successo è stato tutto sommato limitato o assente, a causa forse di errate strategie dei network nostrani ma almeno in parte anche di una diversità culturale tra Italia e Stati Uniti che, prima o poi, doveva pur farsi sentire.

Al terzo posto – forte di pochi picchi nell’audience ma di una presenza costante, durante tutto il decennio, tra i primi trenta show degli Stati Uniti – troviamo infatti California, uno spin-off proprio di Dallas che in Italia ha avuto vita travagliata: arrivato nel 1981 – sull’onda del successo della serie madre – grazie all’emittente romana GBR, passò poi a Rete 4, ma fu presto cancellata e ripresa sul circuito Cinquestelle (in ogni caso non furono mai trasmessi circa 150 episodi della serie originale).

Il successo dei personaggi cinici e crudeli

In America il telefilm fu trasmesso invece per quattordici stagioni tra il 1979 e il 1993, trovando il suo periodo di massima popolarità tra il 1983 e il 1985; caratterizzato da un grande viavai di personaggi e di storie, era una sorta di Scene da un matrimonio di bergmaniana memoria, condito però con gli elementi della soap opera (di qualità) americana: prendeva avvio infatti dal trasferimento in California di uno dei fratelli Ewing, Gary, e di sua moglie Val, che presto venivano a conoscere e si trovavano ad interagire con altre coppie del quartiere, tutte caratterizzate da diversi problemi e speranze; gli ascolti sarebbero però saliti stabilmente solo quando sarebbero stati introdotti nella serie personaggi cinici e crudeli, tipici anche di Dallas e di altre produzioni del periodo (Dynasty, di cui parleremo tra poco, su tutti).


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Nel suo cast trovarono posto vari professionisti di lunga data della TV americana, ma anche future promesse come Alec Baldwin, Nicollette Sheridan (che poi avrebbe preso parte, vent’anni dopo, a un’altra serie simile come Desperate Housewives) e un giovane Brian Austin Green.

 

Cin cin

Uno dei punti fermi del giovedì sera

Il cast di Cin Cin, meglio noto in America come CheersC’è stato un periodo, in America, in cui il giovedì sera era praticamente obbligatorio guardare la NBC: dal 1984 in poi, infatti, la prima serata del network presentava prima I Robinson alle 20, poi Casa Keaton alle 20:30, quindi Cin cin alle 21, Giudice di notte alle 21:30 e Hill Street giorno e notte alle 22, tutti programmi che si piazzavano stabilmente ai vertici delle classifiche di ascolto, permettendo all’emittente di dominare la serata e polverizzare, per parecchi anni, ogni controproposta messa in campo dai rivali.

Ma se I Robinson, come abbiamo già spiegato, e Casa Keaton furono importate con grande successo nel nostro paese, lo stesso non può dirsi delle serie che seguivano: Giudice di notte fece solo qualche sporadica apparizione sui nostri schermi mentre Cin cin, una delle più premiate serie americane della storia, ha avuto vicende così travagliate nel nostro paese che, tempo fa, noi stessi l’abbiamo inserita tra le sitcom più ingiustamente maltrattate dalla nostra TV.


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Eppure Cin cin aveva tutte le carte in regola per sfondare pure da noi: i creatori erano Glen e Les Charles e James Burrows, che avevano già collaborato nell’acclamata Taxi (e Burrows avrebbe messo uno zampino importante pure in Friends); lo show era pieno di future star come Ted Danson, Kelsey Grammer, Woody Harrelson, Kirstie Alley e Shelley Long; la scrittura era sagace e arguta, ma anche le vicende sentimentali dei protagonisti – o quantomeno del proprietario del bar, Sam Malone – erano abbastanza approfondite. Il periodo di massima popolarità, in patria, lo show lo visse tra il 1985 e il 1993, quando si piazzò stabilmente nella top ten dei programmi più visti d’America, con punte anche di 27 milioni di telespettatori di media; il triplo episodio finale, trasmesso il 20 maggio 1993, fu seguito addirittura da 93 milioni di spettatori con uno share del 64%.

Ultima nota in chiusura: quel magico giovedì sera della NBC sarebbe proseguito anche negli anni Novanta e Duemila, quando la successione sarebbe divenuta Friends alle 20, Will & Grace, Scrubs o altre serie alle 20:30, Seinfeld o Will & Grace alle 21 e E.R. alle 22.

 

Dynasty

Alexis, una J.R. in gonnella interpretata da Joan Collins

Il cast di DynastyLa quinta e ultima serie della nostra cinquina, che si piazza subito prima a degni rivali come La signora in giallo, Cuori senza età, Casa Keaton, Genitori in blue jeans, Magnum P.I., A-Team, Love Boat ed altri, è Dynasty, soap nata sull’onda del successo di Dallas e caratterizzata dalla stessa commistione di amore, intrighi, denaro e potere.

Creata da Richard ed Esther Shapiro ed ambientata nell’ambiente dei petrolieri di Denver, la serie vivacchiò nelle prime due stagioni, mentre subì un’impennata negli ascolti a partire dalla terza, guadagnandosi per quattro anni consecutivi l’accesso alla top ten dei Nielsen ratings, l’Auditel statunitense, fino a diventare il serial più seguito d’America nel 1984/85 con una media di 25 milioni di telespettatori: alla base di quell’improvviso successo ci furono l’ingresso nel team di nuovi autori, che virarono il tema centrale dello show dagli affari alle dinamiche familiari, e soprattutto l’emergere del personaggio di Alexis Carrington Colby, la donna, interpretata dalla diva Joan Collins, che dopo la sua comparsa nella seconda serie sarebbe diventata il simbolo di tutto lo show e, in parte, della TV americana del periodo assieme a J.R. Ewing e pochi altri.

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La lunga fila di nomination

Il predominio dello show in quegli anni è ben esemplificato anche dalle nomination e dai premi che riuscì a raccogliere: per sei stagioni consecutive, dal 1981 al 1986, ottennero la nomination ai Golden Globe sia lo show, sia il protagonista maschile (John Forsythe ovvero Blake Carrington), sia la Collins, mentre Linda Evans si fermò a cinque nomination consecutive; tutti poi riuscirono ad aggiudicarsi almeno un premio.

In Italia il programma fu trasmesso a partire dal 1982 da Rete 4 quando quest’emittente era ancora di proprietà della Mondadori, proprio ingaggiando una sfida di ascolti con Dallas; col passaggio alla Fininvest fu poi spostato su Canale 5, per poi essere successivamente replicato su emittenti locali e sul satellite.

 

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