
Negli ultimi anni le province sono state uno degli oggetti del contendere della politica. Su di loro si sono scagliati gli strali della maggior parte dei partiti, decisi ad abolirle perché inutili voragini entro cui sembrava perdersi il denaro pubblico. Se fosse davvero così o se semplicemente si sia trovato in un organismo poco compreso dai cittadini un utile capro espiatorio, non sta a noi dirlo. Però di sicuro il ruolo di queste entità è stato molto ridimensionato.
Ora, almeno politicamente, non sembra più esistere una via di mezzo tra la Regione e il Comune, tra il grande e il piccolo. Eppure, in certe situazioni, la provincia rappresentava un mediatore importante; soprattutto nelle regioni più ampie, le province più grandi avevano un loro ruolo.
Costituivano – o almeno avrebbero dovuto essere – una realtà radicata nel territorio, ben consapevole delle proprie esigenze, ma allo stesso tempo non rinchiusa su se stessa, né troppo autoreferenziale. Insomma, avevano dei pregi e una ragion d’essere, soprattutto quando i confini erano ampi ed elevato il numero degli abitanti.
Per questo, e per soddisfare una delle tante curiosità statistiche che di tanto in tanto ci pervadono, abbiamo cercato i dati sulle province più grandi d’Italia. Il criterio è stato quello dell’estensione: non si è tenuto conto degli abitanti, ma solo dei chilometri quadrati.
Attenzione, però: se avete già visitato questo articolo in passato, dobbiamo avvisarvi di alcune modifiche. Nel 2016, dopo che lo pubblicammo per la prima volta, è arrivata infatti una riforma che ha riguardato le province sarde, e che ha scompaginato la classifica che avevamo creato allora.
L’articolo che avete sotto gli occhi, quindi, è stato aggiornato per restare al passo coi tempi. E, d’altronde, di quella riforma vi parleremo subito, nel primo punto della nostra cinquina, in modo da fugare ogni dubbio. Ecco dunque le prime cinque province italiane per estensione, più, in chiusura, qualche notizia su quella che è stata da poco “declassata” al sesto posto.
Indice
1. Sassari
Una “new entry” al primo posto
Come dicevamo nell’introduzione, fino a pochi mesi fa questa classifica era ben diversa da come appare oggi. La differenza principale era proprio qui, al primo posto, che prima era occupato da Bolzano ed ora invece da Sassari. Cos’è successo, dunque, in questi mesi?
Bisogna intanto dire che Sassari, storicamente, ha sempre avuto alle sue dipendenze una provincia piuttosto estesa. Una situazione che, d’altronde, era comune ad altre zone della Sardegna. Fino ai primi anni Duemila, infatti, tutta l’isola era divisa in appena quattro province, forse poche per un territorio così ampio.

Per questo motivo, tra il 2001 e il 2005 venne varata un’ampia riforma che ha di fatto raddoppiato il numero delle province, portandole ad otto. In questo modo, Sassari ha perso 24 comuni, passati a formare la nuova provincia di Olbia-Tempio.
L’esperimento però non è durato a lungo, visto che nel 2016 la Regione ha scelto di tornare sui propri passi [1]. La provincia di Olbia-Tempio ha quindi cessato di esistere dopo appena un decennio e i suoi territori sono tornati a far parte della precedente provincia di Sassari. Che ha così potuto riconquistare il primo posto nella classifica nazionale.
Le città e i comuni
La provincia occupa tutta la parte nord dell’isola, per una superficie di 7.692 chilometri quadrati e quasi mezzo milione di abitanti. Nel suo territorio sorgono gli importanti porti di Porto Torres e Olbia, che permettono il collegamento marittimo col centro e il nord Italia, ma anche con le coste francesi e spagnole.
La città più importante è sicuramente la stessa Sassari, che conta quasi 130mila abitanti. Olbia e Alghero si dividono invece rispettivamente la seconda e la terza piazza, con 60mila e 44mila abitanti circa.
Più staccata è poi Porto Torres, importante per i collegamenti ma abitata da solo 22mila residenti. Sono comunque famosi anche i comuni di Tempio Pausania e La Maddalena, per i loro reperti storici e per le bellezze naturalistiche.
2. Bolzano
L’autonomia, il bilinguismo e i monti
Se non fosse per la Sardegna, il dominio tra le province più grandi d’Italia spetterebbe al Trentino-Alto Adige. Le due province che compongono la regione settentrionale occupano infatti la seconda e la decima posizione della graduatoria assoluta, e rivaleggiano ad armi pari con le “cugine” sarde.
Una notizia tanto più importante se si tiene conto che entrambe le realtà settentrionali costituiscono delle Province autonome, che godono quindi di particolari diritti. L’Alto Adige misura 7.398 chilometri quadrati e conta circa 526mila abitanti; al suo interno sorgono 116 Comuni.

Tutta la regione fu annessa all’Italia alla fine della Prima guerra mondiale, ma mentre il Trentino si è sempre riconosciuto come parte della penisola, l’integrazione dell’Alto Adige è sempre stata piuttosto complessa.
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Anche per questi motivi, la zona ha goduto fin da subito di particolari autonomie. Nel 1946 l’allora Ministro degli Esteri Alcide De Gasperi – nativo proprio della provincia di Trento – ottenne un primo statuto autonomo.
Un secondo arrivò nel 1972, che faceva sì che ognuna delle due province diventasse quasi una regione a sé stante, con autonomie molto specifiche. La più evidente delle quali è il bilinguismo obbligatorio in tutti gli atti pubblici.
I gruppi etnici
Il mezzo milione di abitanti che vive nella provincia di Bolzano è etnicamente distinto in tre gruppi principali. Ci sono quelli che si riconoscono come tedeschi, che al momento dell’annessione, nel 1919, erano quasi il 90% del totale e che oggi sono il 62% circa.
Gli italiani, come effetto delle politiche fasciste, salirono negli anni tra le due guerre fino a quasi un terzo del totale, ma oggi sono calati al 23%. Infine i ladini costituiscono circa il 4% della popolazione, a cui bisogna aggiungere tutte le altre minoranze.
La provincia è interamente montuosa, con le Alpi Centrali, le Alpi Orientali e parte delle Dolomiti. Le cime più celebri della zona sono quelle dell’Ortles, del Sella, del Catinaccio, a cui si devono aggiungere le Tre Cime di Lavaredo.
Numerosi anche i passi: quello del Brennero è la via principale per passare in Austria, ma molto importanti sono anche quelli dello Stelvio, il Gardena, il Sella. I Comuni più popolosi sono, dopo quello di Bolzano (che conta 106.000 abitanti), quelli di Merano (39.000), Bressanone (21.400), Laives (17.300) e Brunico (16.000).
3. Foggia
Promontori e pianure
Spostiamoci ora quasi all’altro capo della penisola, in Puglia. Qui sorge la terza provincia più estesa d’Italia, quella di Foggia, forte di 6.965 chilometri quadrati di territorio.
Gli abitanti sono 630.851, un quarto dei quali risiede nel capoluogo; i Comuni sono in tutto 61. In certi atti questa zona può venire chiamata anche Provincia di Capitanata, che era il nome storico che l’unità amministrativa aveva nel Regno delle Due Sicilie.

Il terreno della provincia è costituito da quattro zone tra loro ben distinte. La prima è il Gargano, un promontorio indicativamente di 65 chilometri per 40, che occupa circa un quarto dell’intera provincia. C’è poi il Tavoliere delle Puglie, la più grande pianura d’Italia dopo quella padana.
A nord-ovest si incontra poi il Subappennino Dauno, una catena montuosa che corre lungo il confine col Molise e la Campania. Infine, vi sono le Isole Tremiti, nota meta turistica.
Agricoltura e turismo
La zona è a prevalenza agricola. Un tempo vi pascolava il maggior numero di ovini d’Italia, ma oggi sono soprattutto le coltivazioni a farla da padrone. Si producono grano, pomodori, carciofi, spinaci, kiwi. In ogni caso, l’economia della zona è ben poco sviluppata, se si considera che il PIL della provincia è ben al di sotto della media del Meridione.
A sostenere le entrate è soprattutto il turismo, sia estivo che religioso. Nel primo caso sono soprattutto le località garganiche a far registrare buone entrate. Nel secondo, il grosso arriva da San Giovanni Rotondo, il paese di Padre Pio.
Dopo Foggia, che conta come detto circa 152mila abitanti, i Comuni più popolosi sono quelli di Cerignola (59.000), Manfredonia (57.000), San Severo (55.000) e Lucera (39.000).
C’è da considerare, infine, che la provincia era originariamente perfino più grande di com’è ora. Nel 2004, infatti, con l’istituzione della nuova provincia di Barletta-Andria-Trani le sono stati sottratti tre Comuni, cioè Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli.
4. Cuneo
Langhe ed industrie dolciarie
Ritorniamo tra i monti con la provincia di Cuneo, la quarta d’Italia per estensione. In Piemonte è infatti soprannominata “la Granda“, visto che la sua estensione – di 6.894 chilometri quadrati – è superiore a quella di regioni come la Val d’Aosta, il Molise e perfino la Liguria.
Inoltre, con 250 municipi, è la seconda provincia italiana per numero di Comuni, subito dietro a Torino, che batte tutti con addirittura 316 Comuni. Ma sul capoluogo regionale, e sulla sua attuale identità, avremo modo di tornare.

Anche in questo caso, però, il numero di abitanti è più basso di quanto ci si potrebbe aspettare guardando solo all’estensione. I cuneesi sono infatti 590.000, in parte anche per il fatto che più della metà del territorio è costituito da montagne, mentre il resto è diviso abbastanza equamente tra colline e pianura.
Celebri in questo senso le langhe del territorio, che ebbero una parte importante nella storia della nostra Resistenza, ma anche le valli, come quella del Po.
La fiorente economia della provincia
Dal punto di vista economico, la zona è molto sviluppata. Basti dire che ad Alba hanno sede le Edizioni San Paolo, l’industria tessile Miroglio e soprattutto la Ferrero, uno dei dominatori mondiali del settore dei dolci.
A Fossano, poi, sorgono altri due colossi alimentari come la Maina e la Balocco. Fiorente anche il settore vinicolo, visto che qui ha i suoi stabilimenti anche la Cinzano.
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Per quanto riguarda i Comuni più popolosi, dopo il capoluogo Cuneo (56.000 abitanti) ci sono Alba (31.000), Bra (30.000), Fossano (quasi 25.000) e Mondovì (22.000). L’elenco delle cosiddette “sette sorelle“, cioè le sette città più importanti della provincia, si conclude poi con Savigliano e Saluzzo.
5. Torino
La più grande città metropolitana d’Italia
Al quinto posto della nostra classifica troviamo Torino, anche se la provincia del capoluogo piemontese, in realtà, da un po’ di tempo non esiste più.
E non si tratta della solita abolizione di cui abbiamo tanto sentito parlare in questi anni. Torino, come altre tredici grandi città italiane, è diventata la sede di un nuovo ente locale, istituito ormai da molti anni ma diventato esecutivo solo nel 2015: quello delle città metropolitane.

Il nuovo organismo a Torino raggruppa, come detto, 316 Comuni e ha una superficie di 6.829 chilometri quadrati, poco meno della provincia di Cuneo, con cui confina.
La città metropolitana presenta una zona montagnosa – a nord con le Alpi Cozie, Graie e Pennine – ed una pianeggiante e collinare, a sud e ad est. Vi passa anche il fiume Po e sono presenti sei comunità montane.
Parchi e riserve naturali
Gli aspetti naturalistici, come si è già intuito, sono particolarmente importanti, e compensano la presenza di una grande metropoli come Torino. Nell’area sorgono infatti riserve naturali di varia importanza.
C’è, in primo luogo, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, ma poi vi si trovano ben sette parchi regionali e otto riserve naturali. Inoltre, tra le attrattive turistiche bisogna citare anche il Sacro Monte di Belmonte, l’Abbazia di Novalesa e la Reggia di Venaria Reale.
Al di là di Torino, che da sola conta 898.000 abitanti, i Comuni più popolosi della città metropolitana sono Moncalieri con quasi 87.000 abitanti, Collegno con 50.000 e Rivoli con quasi 49.000. Subito dietro, con popolazioni sopra ai 30.000 abitanti, troviamo Nichelino, Settimo Torinese, Grugliasco, Chieri, Pinerolo e Venaria Reale.
Bonus: Cosenza
Agricoltura in Calabria
Stava al quinto posto, ma, come detto, è da poco retrocessa; proprio per questo status da poco perduto, ci pare però giusto riservare un po’ di spazio anche a Cosenza. Il territorio è qui infatti di 6.709 chilometri quadrati, anche se la densità abitativa non è particolarmente alta e i calabresi che risiedono in questa provincia sono in tutto 714.000.
Nel territorio esistono 155 comuni, alcuni in territorio montuoso o collinare, altri sulla costa, sia sul versante ionico che tirrenico. È invece poco presente la pianura.

L’economia della zona si basa prevalentemente sulle risorse agricole. Nella piana di Sibari si coltivano agrumi, in particolare le clementine, ma sono presenti anche vigneti e alberi da frutta.
In altre zone invece sono assai diffusi gli ulivi, la produzione di formaggi locali e la coltivazione delle patate. Inoltre buoni introiti arrivano anche dal settore della pesca. Meno sviluppati industria e terziario, mentre il turismo ha avuto un discreto incremento negli ultimi tempi.
Gli altri Comuni più popolosi
Nel territorio provinciale sono presenti importanti riserve naturalistiche, come il Parco Nazionale del Pollino, al confine con la Basilicata, e il Parco Nazionale della Sila, che sconfina nelle province di Catanzaro e Crotone.
Dopo Cosenza, che conta 70.000 abitanti, i Comuni più popolosi sono quelli di Corigliano Calabro (40.500), Rossano (38.500), Rende (35.500) e Castrovillari (22.500).
Prima di salutarci, volete sapere chi viene subito dopo le prime sei province? Al settimo posto c’è Potenza, all’ottavo la nuova provincia Sud Sardegna, al nono Perugia, al decimo la già citata Trento, all’undicesimo Nuoro e al dodicesimo Roma. Più indietro L’Aquila, Palermo, Salerno, Udine, Brescia e Cagliari.
Note e approfondimenti
[1] Qui la notizia com’è stata riportata dai giornali locali. ↑
La provincia più estesa d’ Italia è SASSARI !
Vero, ma lo è dal 2016, da quando cioè ha riassorbito i territori di Olbia-Tempio, che prima facevano provincia a sé. L’articolo è antecedente a quella data e per questo non mette Sassari al primo posto. Provvederemo al più presto ad aggiornarlo.