Cinque quotidiani sportivi italiani e stranieri

Alla scoperta dei migliori quotidiani sportivi italiani e stranieri

I quotidiani e le informazioni in generale non stanno vivendo certo un buon periodo. I dati di vendita stanno crollando quasi in ogni parte del mondo, visto che i giornali cartacei fanno fatica a reggere il passo con l’informazione che si dirama via internet e attraverso vari altri canali. L’unico settore che, almeno in parte, sembra resistere è quello dell’informazione sportiva, di cui il pubblico è ormai da molto tempo letteralmente affamato. Quali sono, però, i più importanti quotidiani sportivi italiani e internazionali da seguire in cartaceo o eventualmente tramite il relativo sito web?

Oggi cerchiamo di rispondere a questa domanda, toccando ovviamente i mostri sacri del settore come La Gazzetta dello Sport, che non può mancare in un elenco del genere, ma andando anche oltre e cercando di darvi una panoramica completa di quello che offre lo sport europeo.

Ovviamente un occhio di riguardo sarà riservato al calcio, che attira l’attenzione di moltissimi lettori. Vi segnaleremo però, caso per caso, anche quei quotidiani che riservano uno spazio importante ad altri sport, dal ciclismo al basket, dalla pallavolo al rugby.

Se poi tra i cinque che abbiamo scelto mancasse il vostro quotidiano preferito, non mancate di segnalarcelo nei commenti che trovate a fondo pagina. In questo modo, anche altri nostri lettori potranno così scoprire il vostro giornale di riferimento.

 

1. La Gazzetta dello Sport

Cominciamo, come è d’obbligo, dal più venduto quotidiano sportivo italiano, La Gazzetta dello Sport. Pubblicata dal Gruppo Editoriale RCS, ha sede a Milano e vanta una storia antichissima, tant’è vero che è il quotidiano sportivo più longevo d’Europa.

Fu fondato infatti nel 1896. Inizialmente era pubblicato da Raffaele Sonzogno, che era allora il principale rivale del Corriere della Sera, che oggi invece viene pubblicato dallo stesso gruppo editoriale della Gazzetta. Il suo giornale, il Secolo, dominava infatti l’informazione milanese.

All’inizio gli interessi della Gazzetta si focalizzavano su sport che oggi potremmo definire secondari. Anche perché era nata assorbendo due precedenti giornali dedicati entrambi al ciclismo: Il ciclista e La tripletta.

Ovvio quindi che le biciclette avesse un ruolo di primo piano nelle pubblicazioni del giornale, ma ampio spazio era inizialmente riservato anche alla ginnastica, al canottaggio, alla scherma e all’ippica. La tiratura era comunque piuttosto contenuta, visto che non superava le 20.000 copie.

La Rosea

La prima svolta arrivò pochi anni più tardi, nel 1899. Con il numero del 2 gennaio, infatti, la Gazzetta cominciò a essere stampata su carta rosa. Questa scelta sarebbe diventato uno dei suoi tratti distintivi, tanto è vero che ancora oggi il giornale soprannominato la Rosea.

In quel periodo, comunque, non si trattava ancora di un quotidiano vero e proprio, quanto piuttosto di un bisettimanale che, in occasione di eventi particolari, aumentava il suo numero di uscite.

Una delle prime copertine de Lo sport illustrato, supplemento della Gazzetta dello Sport di inizio Novecento

Nel 1908 la periodicità cambiò poi a trisettimanale: il giornale usciva così il lunedì, il mercoledì e il venerdì. E proprio in quel periodo, con uno slancio e una serie di investimenti che simboleggiavano la crescita per paese, la Gazzetta annunciò l’organizzazione del primo Giro d’Italia.

Pochi anni dopo, nel 1913, sarebbe poi arrivato il periodico Lo sport illustrato, che approfondiva i temi della settimana con una grande serie di illustrazioni.

Il periodo d’oro

Fu però soprattutto negli anni ’20 e ’30 che La Gazzetta dello Sport divenne il primo quotidiano sportivo italiano, superando la concorrenza di molte altre testate che uscivano praticamente in ogni regione.

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Ovviamente in questo periodo cominciò a farci spazio il calcio, che cresceva nel cuore degli appassionati italiani. A partire dalla guerra, comunque, cominciarono a trovare spazio anche altri nuovi sport, come la pallacanestro, il tennis e il nuoto.

L’avvento di Gianni Brera

Per tutti gli anni ’50, ’60 e ’70 il quotidiano divenne quindi un punto di riferimento, anche per la presenza di alcune firme importantissime, come quella di Gianni Brera. Con la sua prosa molto particolare e infarcita di riferimenti elevati e popolari, Brera cambiò il modo di scrivere di sport.

La crescita esponenziale del campionato di calcio italiano e i successi della Nazionale dagli anni ’80 in poi trascinarono le vendite del giornale, che ad un certo punto aveva più di 3 milioni di lettori in tutta Italia. I successi europei del Milan, della Juventus, dell’Inter e del Napoli spinsero poi ulteriormente in alto le vendite.

La Gazzetta oggi

È stato solo da quel momento, a causa anche della concorrenza di internet e del proliferare di televisioni che trasmettono informazioni sportive a tutte le ore, che il quotidiano ha cominciato a perdere colpi e soprattutto lettori.

Ad ogni modo La Gazzetta dello Sport ha cercato di ottemperare a questa crisi sbarcando sul web, con un sito1 che è a tutt’oggi uno dei più frequentati d’Italia. Ha però poi lanciato anche una serie di altre iniziative, come i supplementi che arricchiscono i prodotti in edicola.

Una prima pagina de La Gazzetta dello Sport durante gli Europei di Francia

Ad esempio dal 1995 al sabato esce il settimanale Sportweek, dedicato agli approfondimenti. Inoltre, in abbinamento con il Corriere della Sera, vengono vendute ormai da molto tempo collane di fumetti, DVD e altre opere anche lontane nel mondo dello sport.

Tra i direttori più significativi bisogna sicuramente segnalare Giuseppe Ambrosini, che guidò la testata per 11 anni nel dopoguerra, Gualtiero Zanetti e soprattutto Candido Cannavò, che trascinò il quotidiano ai successi degli anni ’80 e ’90. Attuale direttore, dal 2010, è Andrea Monti, già a Panorama, Oggi e GQ.

 

2. Corriere dello Sport – Stadio

La Gazzetta dello Sport è senza ombra di dubbio il quotidiano sportivo più venduto d’Italia, ma il suo dominio non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Ad esempio, nel centro e nel sud Italia questo quotidiano è sentito molto “milanese”, più attento alle squadre del nord che quelle appunto del centro-sud.

Qui è più forte, invece, la presidenza del Corriere dello Sport – Stadio, il secondo quotidiano per tiratura del settore sportivo.

La sua sede è a Roma e il suo attuale direttore è Ivan Zazzaroni, giornalista bolognese abbastanza noto anche per le sue frequenti partecipazioni a trasmissioni televisive.

Il quotidiano però ho una storia molto antica che risale al 1924, quando fu fondato a Bologna da un gruppo di appassionati di sport tra cui figurava anche Enzo Ferrari. All’inizio anche questo giornale era trisettimanale e aveva una foliazione molto ridotta.

Nelle mani del fascismo

Nel 1927, però, il partito fascista di Bologna, e in particolare il suo leader Leandro Arpinati, acquistò il giornale, ribattezzandolo Il littoriale e rendendolo in un certo senso il quotidiano sportivo ufficiale del fascismo.

Le varie istituzioni statali iniziarono quindi ad appoggiarlo, favorendone la concorrenza contro la più libera e rivale Gazzetta dello Sport. Per differenziarsi da quest’ultima, Il littoriale diede anche ampio spazio a tutti gli sport minori, tra cui ad esempio il pugilato, che proprio in quegli anni cominciava a crescere nell’interesse del pubblico.

La prima pagina del Littoriale che celebrava la vittoria degli azzurri nel Mondiale del 1934Inoltre, sempre nell’ottica fascista di celebrare i fasti del regime, la sede del giornale fu spostata da Bologna a Roma. L’obiettivo era, da una parte, quello di controllarlo meglio e, dall’altra, di celebrare con maggior enfasi i successi delle squadre della capitale.

Dopo la caduta del fascismo il quotidiano tornò al suo nome originario di Corriere dello Sport e cominciò gradualmente a riconquistare i propri lettori, con una tiratura modesta ma dignitosa.

La fusione con Stadio

Fu soprattutto negli anni ’60 e ’70 che cominciò poi a diffondersi in maniera più capillare nel sud Italia, dedicando spazio appunto alle squadre meridionali. Tra i principali fautori di questa rinascita vi fu il giornalista Giorgio Tosatti, che era entrato nella redazione ancora molto giovane.

Per dare al Corriere dello Sport una diffusione completamente nazionale, però, tra il 1976 e il 1977 si concluse una fusione con Stadio, un quotidiano bolognese che in un certo senso aveva raccolto l’eredità proprio del Corriere dello Sport nella zona dell’Emilia-Romagna.

La prima pagina del Corriere dello Sport - Stadio dopo la vittoria della Francia nel Mondiale 2018

Il nuovo giornale, ribattezzato Corriere dello Sport – Stadio, si propose subito come un serio rivale per la Gazzetta, arrivando a quota 750.000 copie, di cui due terzi venduti al centro-sud e un terzo delle copie al nord.

Il Corriere oggi

Oggi il quotidiano, pur subendo, come tutti i concorrenti, la crisi del mercato editoriale, mantiene tre redazioni oltre a quella romana: una a Bologna, una a Milano e una a Napoli. Inoltre ha investito molto sul proprio sito internet2, per cercare di rivaleggiare anche in quel campo con La Gazzetta dello Sport.

Oltre al già citato Tosatti, che diresse la testata per 10 anni, e all’attuale Zazzaroni, meritano di essere citati tra i direttori anche Italo Cucci, che la guidò a due riprese negli anni ’90 e 2000, e Mario Sconcerti.

 

3. Tuttosport

Il terzo quotidiano sportivo italiano per diffusione è Tuttosport, fondato nel 1945 a Torino. Proprio la città del nord-ovest, d’altra parte, rappresenta un unicum importante nel panorama sportivo italiano.

Qui, infatti, ha sede la squadra di calcio più titolata, amata e invidiata d’Italia, la Juventus, che smuove un alto numero di lettori. Ma qui gioca anche la squadra del Torino, una di quelle che vanta i tifosi più affezionati.

Una delle prime pagina con cui Tuttosport ha celebrato l'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus

Inoltre, la città è sempre stata legata a doppio filo all’automobilismo e quindi ha sempre avuto un’indole in generale sportiva, popolare, calda. Questa indole particolare si denota anche dal giornale in edicola, che in tutti questi anni si è caratterizzato soprattutto per la sua vicinanza al tifo vissuto.

Non è un caso che Tuttosport sia il giornale più amato dagli juventini e il più parodiato dagli anti-juventini. Colpa probabilmente di certe prime pagine un po’ troppo sensazionalistiche che il quotidiano ha fatto uscire negli ultimi anni, soprattutto durante il calcio mercato.

Questa, però, è volutamente la cifra stilistica di Tuttosport. E lo è fin dagli esordi.

La storia di Tuttosport

Nacque per iniziativa di un giornalista salernitano, Renato Casalbore, che sarebbe poi morto nel 1949 nella tragedia di Superga. Inizialmente era un bisettimanale, visto che usciva cioè due volte alla settimana.

Il successo lo portò però già nel 1946 a diventare un trisettimanale. Paradossalmente, però, l’edizione che vendeva di più era quella di metà settimana, del mercoledì, perché all’interno del giornale trovavano spazio le caricature di Carlo Bergoglio, forse il più celebre disegnatore sportivo dell’epoca.

Una vignetta di Carlin su Tuttosport nel 1946

Addirittura, in quel giorno della settimana, accanto alla testata compariva un logo con scritto “Edizione Carlin“, a causa del soprannome con cui Bergoglio firmava le sue vignette.

Dal 1951, poi, Tuttosport si è trasformato propriamente in un quotidiano, vedendo progressivamente aumentare lo spazio dedicato al calcio, come accaduto per tutti gli altri giornali.

Il quotidiano oggi

Oggi, ovviamente, dedica gran parte delle sue pagine alla Juventus e al Torino. Al suo interno trovano però spazio anche le altre squadre, tramite soprattutto le redazioni di Roma, Milano e Genova, e gli sport minori. Tra questi hanno un certo rilievo in particolare la Formula 1, il basket e il tennis.

A livello di riconoscimenti, è da segnalare che all’inizio degli anni 2000 il giornale ha istituito il Premio European Golden Boy, che viene assegnato ogni anno al miglior giocatore Under 21 delle squadre calcistiche europee.

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A votare è una giuria composta da 30 giornalisti, che negli ultimi anni hanno saputo individuare effettivamente i giovani più interessanti del panorama calcistico europeo. Hanno vinto questo riconoscimento, ad esempio, Wayne Rooney, Lionel Messi, Sergio Agüero, Mario Balotelli, Paul Pogba, Kylian Mbappé e molti altri.

Proprietario del quotidiano è la Nuova Editoriale Sportiva controllata dalla famiglia Amodei, che controlla anche il Corriere dello Sport. Tra i direttori del passato vanno inoltre segnalati Gian Paolo Ormezzano, Gianni Minà e soprattutto di Xavier Jacobelli, che l’ha guidato in passato ed è tornato di nuovo in carica nel 2018.

 

4. L’Équipe

Dopo aver parlato a lungo dei giornali sportivi italiani, diamo ora una rapida occhiata a cosa si pubblica nel resto d’Europa. Per completare la nostra cinquina abbiamo infatti scelto due quotidiani che sono probabilmente i più prestigiosi al di fuori dell’Italia e in ogni caso i più venduti.

Il primo è L’Équipe, francese, che però non ha una storia in realtà antichissima.

L'Équipe dedica grande spazio al calcio, soprattutto di recente

A differenza de La Gazzetta dello Sport, con cui ha una tiratura tutto sommato paragonabile, L’Équipe è nato successivamente, nel 1946, dopo la Seconda guerra mondiale. In realtà però questa data non deve trarre troppo in inganno.

Il quotidiano infatti nacque sulle ceneri di un precedente giornale, L’Auto, fondato addirittura nel 1900 e creatore del Tour de France. L’Auto usciva non a caso su carta gialla e la maglia del primo in classifica durante il Tour si basa sullo stesso colore, secondo lo schema che fu poi riprodotto in Italia tra la Gazzetta e il Giro.

La rinascita

Nel dopoguerra, dopo l’occupazione nazista e vari passaggi di mano del quotidiano L’Auto, si decise di rifondare il giornale. La testata si era infatti compromessa, se non propriamente con i nazisti, almeno con i collaborazionisti di Pétain. Rischiava quindi la completa epurazione.

L’autorizzazione governativa arrivò quindi a patto che il quotidiano cambiasse nome e abdicasse all’uso della carta gialla, in modo da non configurarsi troppo evidentemente come un discendente del L’Auto. Nacque così L’Équipe, che a tutt’oggi è l’unico quotidiano sportivo nazionale francese.

Jacques Goddet nel 1963 durante l'edizione del Tour de France (foto di Harry Pot/Nationaal Archief)
Jacques Goddet nel 1963 durante l’edizione del Tour de France (foto di Harry Pot/Nationaal Archief)

A guidare la redazione fu, dal 1946 al 1984, il direttore Jacques Goddet, già precedentemente alla guida de L’Auto e patron del Tour.

Personalità vulcanica, fu anche organizzatore di altre importantissime gare ciclistiche come la Parigi-Bruxelles e la Parigi-Roubaix. Certe sue frasi sono entrate non per nulla nella storia del ciclismo, come «il ciclismo è lo sport più popolare perché non si paga il biglietto», oppure «Coppi il più grande, Merckx il più forte».

Tra Hanot e i giorni nostri

Dopo la sua lunga gestione si sono succeduti vari altri direttori, fino all’attuale Francois Morinière, in carica dal 2008. Già dagli anni ’80 inoltre il quotidiano ha cominciato a pubblicare dei magazine, dedicati a vari approfondimenti anche sul mondo dello sport femminile. E negli ultimi tempi si è buttato pure sul web3.

Tra i molti giornalisti che nel corso degli anni hanno scritto su queste colonne, merita di essere menzionato Gabriel Hanot. Già giocatore di calcio negli anni ’10, capitano anche della Nazionale francese, fu poi commissario tecnico e giornalista.

Fu lui – sulle colonne però del settimanale France Football – a creare il premio del Pallone d’oro. Fu inoltre sempre lui, già negli anni ’60, a immaginare che la Coppa dei Campioni si sarebbe poi evoluta in un vero e proprio campionato europeo. Dalla sua idea, molti anni dopo la sua morte, sarebbe nata l’attuale Champions League.

 

5. Marca

Il secondo quotidiano straniero che abbiamo scelto nell’ambito sportivo è Marca, pubblicato a Madrid, in Spagna, dal 1938. Se seguite il calcio spagnolo, sapete bene quanta importanza abbia questo sport in quel paese, forse addirittura di più di quella che ha da noi in Italia.

Inoltre sapete anche della grandissima rivalità delle due principali città del paese e delle relative squadre. Da una parte c’è Madrid, simbolo anche politicamente del potere centrale e della casa reale, legata a partiti moderati e conservatori, rappresentata dal Real e in misura minore dall’Atlético.

Marca, quotidiano sportivo spagnolo vicinissimo al Real Madrid

Dall’altra parte c’è Barcellona, città diversissima, che ama sottolineare sempre e comunque la propria diversità rispetto al centro del paese. E che vede riflesse nel calcio proprio quelle diversità e quelle differenze che emergono nella lingua, nella cultura, nella politica.

Anche a livello di giornalismo sportivo, quindi, in Spagna le testate non riescono ad essere pienamente rappresentative e a parlare di calcio a tutto il paese, ma si dividono tra madridiste e catalane.

Marca e El Mundo Deportivo

Marca è il giornale di Madrid: al suo interno, infatti, trovate poco spazio lasciato ai blaugrana e alle loro imprese. Il suo principale rivale è El Mundo Deportivo, quotidiano sportivo invece proprio di Barcellona, che può essere visto, a specchio, come suo esatto contraltare.

Marca però vende un numero di copie maggiore rispetto ad El Mundo Deportivo ed è per questo che abbiamo deciso di parlare proprio di questo quotidiano, che ha una diffusione molto importante.

Il riassunto dei principali quotidiani sportiviIl numero di copie vendute, di per sé, in realtà non è altissimo, più basso de L’Équipe e della nostra Gazzetta dello Sport. È però il numero di lettori ad essere impressionante.

Marca infatti viene letto virtualmente dai madrileni nei bar, nei locali, in famiglia, tanto è vero che le statistiche dicono che è il quotidiano più letto di tutta la Spagna, battendo anche numerosi giornali politici e di attualità.

Dalla Guerra Civile

Come abbiamo detto, fu fondato nel 1938, nel bel mezzo della Guerra civile spagnola. In realtà la sua prima sede non fu Madrid ma San Sebastián, che in quel momento era stata già presa dai nazionalisti.

Successivamente si spostò a Madrid ma rimase sempre legata al potere centrale, che per molto tempo fu nelle mani di Francisco Franco, il vincitore della guerra civile. Da settimanale, divenne inoltre un quotidiano nel 1942 e acquisì via via sempre maggiore importanza.

Vicinissimo al Real Madrid, è stato nel corso degli anni anche al centro di alcune polemiche. La più importante di queste fu quella che vide protagonista nel 2008 l’allora allenatore del Manchester United, Alex Ferguson, che accusò il giornale di lavorare proprio per conto del Real, nel tentativo di influire sulle trattative di mercato4.

Erano quelli i mesi in cui il Real stava d’altronde cercando di acquistare Cristiano Ronaldo proprio dal Manchester.

Premi ed editore

Al di là di tutto questo, però, Marca ha vinto negli ultimi anni anche numerosi premi per la grafica. E a lui si devono i due più importanti trofei che vengono assegnati individualmente ai giocatori del campionato spagnolo.

Il primo è il Trofeo Pichichi, che viene dato al capocannoniere della Liga. Il secondo è invece il Trofeo Zamora, che viene vinto dal portiere che ha subito meno gol nel campionato.

Attuale editore del quotidiano è L’Unidad Editorial, gruppo che possiede anche El Mundo, riviste e vari siti internet5. Il gruppo però è controllato dalla RCS, gruppo editoriale italiano che possiede anche il Corriere della Sera e proprio La Gazzetta dello Sport.

 

E voi, quale quotidiano sportivo preferite?

Ecco i cinque quotidiani sportivi più importanti in Italia e all'estero: vota il tuo preferito.

Note e approfondimenti

  • 1 Lo trovate a questo link.
  • 2 Lo trovate qui.
  • 3 Qui il sito internet, ovviamente in francese.
  • 4 Qui trovate i dettagli di quella polemica.
  • 5 A proposito, qui trovate il sito di Marca.

 

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