Cinque tra i romanzi e i racconti erotici più famosi della letteratura

Anaïs Nin in una foto degli anni '40

È ormai passato qualche anno dall’uscita di Cinquanta sfumature di grigio, il libro di E.L. James che, nato come una fanfiction sul web, ha fatto il botto prima in libreria e poi al cinema, diventando un fenomeno non solo letterario ma anche di costume. Un fenomeno su cui si sono abbattuti gli strali della critica, ma che comunque ha finito per far spostare di nuovo i riflettori sulla narrativa erotica, un genere storicamente maltrattato dalla censura ma nonostante questo particolarmente vitale nella letteratura occidentale.

E se in Cinquanta sfumature e nei suoi seguiti l’aspetto erotico era trattato tutto sommato in maniera cauta, visto che anche le pratiche BDSM erano accennate ma mai approfondite, in altri libri ben più scandalosi usciti nei decenni scorsi la penna dello scrittore o della scrittrice è scesa più facilmente nei dettagli, scandalizzando lettori e lettrici ma anche il senso del pudore di un’intera epoca. Quali sono stati, quindi, i romanzi e i racconti erotici più famosi e importanti della letteratura? Ne abbiamo scelti cinque, che oltre alla descrizione puntuale degli eventi ci sembrano avere anche un buon valore letterario.


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John Cleland – Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere

Il primo – e più censurato – romanzo erotico

La copertina di una recente edizione di "Fanny Hill", forse il primo vero romanzo erotico della letteratura occidentaleIl primo romanzo erotico della letteratura occidentale è probabilmente Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere, scritto dall’inglese John Cleland e pubblicato per la prima volta tra il 1748 e il 1749. Protagonista del libro – che è scritto, come la moda del tempo imponeva, in forma epistolare – è appunto la giovanissima Fanny, ragazza di umili origini che ad appena 15 anni si trasferisce a Londra assieme ad un’amica, ma, trovandosi abbandonata, finisce per iniziare a lavorare in un bordello, perdendo rapidamente la verginità e venendo introdotta alle varie declinazioni del sesso.

Tra fugaci storie d’amore – la principale è quella col giovane Charles, di cui rimane incinta e che alla fine deciderà di sposarla – e passioni incandescenti verso uomini di tutti i tipi, Fanny cambia più volte amante e casa di piacere, vedendosi di volta in volta mantenuta da ricchi signori o gettata su una strada. Soprattutto, si dà alle gioie del sesso, dedicando pagine alle dimensioni del pene dei suoi amanti (un’ossessione che ha destato interesse nei critici anche in un’ottica psicanalista), a pratiche sadomaso e perfino a una scena di omosessualità maschile, anche se non è chiaro se quella parte fu scritta da Cleland o aggiunta nelle varie versioni illegali che iniziarono a circolare subito dopo la messa al bando del libro, che arrivò già sul finire del 1749.

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Osteggiato dalla censura, il racconto fu scritto da Cleland mentre si trovava in carcere per debiti ma lo costrinse a comparire nuovamente davanti a un giudice pochi mesi dopo la sua pubblicazione, anche se si salvò questa volta dalla prigione disconoscendolo totalmente. Nonostante vari tentativi di ripubblicarlo nel corso dell’Ottocento e soprattutto degli anni ’60 del Novecento, il libro rimase proibito in Gran Bretagna fino al 1970, mentre negli Stati Uniti una sentenza della Corte Suprema ne consentì la pubblicazione nel 1966.

 

D.H. Lawrence – L’amante di Lady Chatterley

La nobiltà e la working class

Il celebre "L'amante di Lady Chatterley" di D.H. Lawrence, un classico della letteratura eroticaTra il primo lavoro di Cleland e il Novecento ci furono vari altri libri erotici degni di interesse: basti pensare a Justine o le disavventure della virtù del marchese De Sade o alla Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch (tanto è vero che i nomi di questi autori sono diventati addirittura nomi di pratiche sessuali); ma è stato nel secolo scorso, ci pare di poter dire, che l’erotismo ha assunto pienamente una sua dignità letteraria, anche se contrastata dalla censura. In questo senso, il libro più emblematico della nuova tendenza è L’amante di Lady Chatterley, scritto da David Herbert Lawrence nel 1928 e pubblicato per la prima volta in edizione privata a Firenze.

Lawrence, che sarebbe morto appena due anni dopo, era all’epoca uno scrittore inglese piuttosto affermato, soprattutto grazie al successo di una delle sue prime opere, Figli e amanti; di estrazione popolare, dopo la pubblicazione dei suoi primi lavori aveva conosciuto la nobildonna tedesca Frieda von Richthofen, con la quale si era sposato e aveva avuto modo prima di risiedere a lungo in Italia e poi di girare il mondo. Pare che proprio una relazione della donna con un tenente italiano, tale Angelo Ravagli, sia stata l’ispirazione del romanzo di Lawrence, all’epoca già seriamente malato di tubercolosi.

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La storia, infatti, è quella di una donna della nobiltà inglese sposata ad un baronetto paraplegico – che si dimostra molto intelligente ma anche molto freddo con lei – che cerca affetto e soddisfazione sessuale in altri uomini e in particolare nel guardiacaccia Oliver Mellors, esponente della working class che però si dimostra estremamente più passionale. La storia di Lady Chatterley, quindi, non è solo la storia di una serie di iniziazioni sessuali, ma anche il confronto tra due stili di vita in mezzo ai quali si trova una donna che cerca una propria maturazione ed una propria indipendenza, non solo dal punto di vista sessuale.

 

Henry Miller – Tropico del Cancro

A Parigi tra sesso e surrealismo

Feltrinelli è stato il primo editore a importare, negli anni '60, gli scritti di Henry MillerSe Lawrence aveva aperto la strada, fu l’americano Henry Miller a percorrerla fino in fondo: si deve infatti alle opere di questo autore – che scriveva romanzi che si mescolavano a saggi e a scritture automatiche surrealiste – se l’erotismo non è più considerato, oggigiorno, materiale di scarsa qualità ma anche, almeno in certi casi, opera d’arte. D’altro canto, Miller è stato indubbiamente il protagonista di una stagione letteraria che servì a svecchiare non solo il senso del pudore europeo ed americano, ma anche le forme della narrativa, se è vero che la sua opera e la sua vita si sono intrecciate a quelle di Anaïs Nin, di cui parleremo ancora, ma anche della beat generation che avrebbe portato il tema della liberazione sessuale tra gli interessi dei giovani americani.

Tropico del Cancro, pubblicato per la prima volta a Parigi (ma in lingua inglese) nel 1934, è un romanzo scritto in prima persona e ambientato nella capitale francese negli anni ’20 e ’30, in cui un aspirante scrittore – alter ego dello stesso Miller – si trova a interagire con donne e amici o a lasciarsi trascinare in flussi di coscienza non lineari, in cui eventi del passato più o meno lontano si mescolano tra loro. Ovviamente largo spazio è lasciato agli incontri sessuali, tanto è vero che il titolo che l’autore inizialmente aveva in testa era Crazy Cock (traducibile come Cazzo pazzo), tra l’altro ripreso dal suo primo romanzo, rimasto a lungo inedito e pubblicato solo dopo la sua morte.


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Per sfuggire alle maglie della censura, già la prima edizione riportava, in copertina, che il libro non doveva essere importato in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, ma ovviamente il volume arrivò immediatamente in quei paesi, anche se venduto sottobanco. Anche il primo editore italiano, la Feltrinelli, cercò di utilizzare la stessa strategia, scrivendo chiaramente nel volume pubblicato nel 1962 che il libro era destinato solo al mercato estero, ma questo non mancò di provocare comunque problemi e cause giudiziarie.

 

Pauline Réage – Histoire d’O

Il classico BDSM

La copertina di una recente edizione italiana di Histoire d'O di Pauline RéageEbbe invece paradossalmente meno problemi di censura Histoire d’O, il libro che segnò la scena erotica mondiale negli anni ’50. Pubblicato nel 1954 da un (allora) piccolo editore francese, il libro era firmato da Pauline Réage, uno pseudonimo dietro a cui sembrava nascondersi una mano femminile, ma il cui vero nome non è stato svelato per quarant’anni, aumentando il fascino misterioso del romanzo; l’introduzione, invece, era scritta da Jean Paulhan, accademico di Francia e amante della vera autrice, Anne Desclos, nota anche con un altro pseudonimo, quello di Dominique Aury.

Il libro è viaggio all’interno delle pratiche BDSM, allora ben poco note; un viaggio decisamente più serio, realistico e sconvolgente di quello di certe produzioni recenti, che col vero BDSM hanno poco a che fare. La protagonista è infatti la giovane O, una ragazza che viene condotta dal suo fidanzato in un castello fuori città, e qui invitata a sottomettersi, per amore, alla volontà di tutti gli uomini presenti, che iniziano a infliggerle pene corporali molto dolorose e poi a possederla ripetutamente. Lo scopo della pratica, che vede coinvolte anche altre donne, è quella della completa sottomissione di O, che deve rinunciare alla propria volontà e diventare uno strumento, una proprietà nelle mani dei membri del gruppo. Un romanzo che ovviamente destò grande scandalo, ma a cui la censura francese dell’epoca impose solo un divieto di pubblicizzazione.

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Anaïs Nin – Il delta di Venere

I racconti per il Collezionista

Copertina dell'edizione Bompiani de "Il delta di Venere", raccolta di racconti erotici di Anaïs NinConcludiamo, secondo il nostro consueto ordine cronologico, ritornando ad Anaïs Nin, amante e sostenitrice di Henry Miller durante il suo periodo parigino. Nel 1977, infatti, poco dopo la morte dell’autrice, l’americana Harcourt riuscì a mettere le mani su quindici racconti erotici inediti che la Nin aveva scritto su commissione negli anni ’40: a chiederglieli era stato un ignoto “Collezionista” che ne avrebbe fatto un uso prettamente privato e che aveva rivolto la stessa richiesta anche allo stesso Henry Miller, a George Barker ed altri; racconti che, secondo la volontà del committente, non dovevano perdersi in “poesia”, ma andare direttamente al sodo della questione.


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I lavori della Nin, in realtà, sono scritti molto bene e presentano una certa ricercatezza; inoltre, alcuni personaggi ricorrono da un racconto all’altro, facendo sì che l’opera appaia coerente. I temi sono vari, con la particolarità di essere presentati dal punto di vista femminile: si parla di infedeltà, incesto, violenza, voyeurismo, pedofilia ed omosessualità, affrontando quindi argomenti che negli anni ’40 (ma in gran parte anche nei ’70) erano decisamente tabù; d’altra parte, la destinazione prettamente privata dell’opera non metteva alcun ostacolo alla fantasia dell’autrice.

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