
Se siete appassionati di cinema horror, sapete bene che i generi in questo settore sono tanti, e non adatti a tutti. Accanto ai film che producono terrore grazie a meccanismi psicologici, ce ne sono altri che esplicitano ogni aspetto della trama, non lasciando spazio all’immaginazione. Tra questi, i più sconvolgenti sono i film splatter. Pellicole, cioè, che usano gli effetti speciali soprattutto per mostrare corpi squartati, sangue che zampilla a profusione, fenomeni rivoltanti.
Certo, si tratta di materiale per stomaci forti. Vedere delle interiora che si riversano sul grande schermo e non avere conati di vomito non è da tutti. Ma il cinema splatter (o gore) non usa l’orrore fine a se stesso. Basta guardare le date dei principali film di questo genere per rendersene conto. È soprattutto negli anni ’80, infatti, che lo splatter guadagna l’attenzione dei cineasti e del pubblico, facendo registrare incassi record e apprezzamenti dalla critica. Questo perché gli anni ’80 sono l’epoca dell’edonismo, della bellezza esteriore idealizzata, dei corpi per la prima volta mostrati ovunque e senza veli. E lo splatter, quei corpi, li distruggeva, quasi in un rito di purificazione.
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Oggi, a distanza di trent’anni, vale però la pena di fare il punto su questo genere, ed individuarne i cinque film più memorabili. Come vedrete, si tratta di film americani, ma una menzione di merito dobbiamo darla anche al cinema italiano: perché senza Cannibal Holocaust, Antropophagus o …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà probabilmente il gore non sarebbe stato lo stesso.
Indice
Zombi
Uno dei capolavori di George Romero
Nell’ambito dell’horror, George A. Romero è uno dei maestri indiscussi e indiscutibili. Il suo primo film, La notte dei morti viventi, creò il genere dei film di zombi, diventando subito una pellicola di culto. Quello che può essere considerato il secondo capitolo di quella trilogia, Zombi, uscì poi nel 1978, confermando il talento del regista newyorkese e lanciandolo nell’olimpo dei grandissimi. Un percorso che si sarebbe completato, almeno per quanto riguarda il trittico, con Il giorno degli zombi, uscito nel 1985, di cui parleremo tra qualche paragrafo.
La storia vede l’America invasa da una serie di morti viventi sempre più pericolosi, tanto che un piccolo gruppo di quattro persone decide di darsi alla fuga a bordo di un elicottero. Rifugiatisi in un centro commerciale, affrontano una serie di problemi, legati agli zombi ma anche agli sciacalli e ai loro dissidi interni. Scritto dal solo Romero ma prodotto e montato assieme a Dario Argento (che collaborò anche alla colonna sonora), il film è un vero capolavoro del cinema horror. E, nonostante l’uso di effetti speciali molto forti per l’epoca, piacque molto anche alla critica generalista, che ne apprezzò la brutalità e, a suo modo, la sincerità.
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La casa
Budget piccolo, successo immenso
Appena tre anni dopo il capolavoro di Romero, lo splatter era pronto per occupare tutti gli spazi nel panorama cinematografico americano. E questa invasione fu portata avanti soprattutto da alcune serie che furono baciate da un incredibile successo. La prima di queste fu quella legata a La casa, film che arrivò nelle sale nel 1981. A dirigerlo (e ad averlo scritto) era un regista poco più che ventenne, all’esordio assoluto dopo alcuni cortometraggi: Sam Raimi. E proprio la ventata di aria fresca che il cineasta del Michigan portò nel genere servì, in un certo senso, anche a definirlo definitivamente.
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La storia si concentrava su cinque ragazzi che si recano in uno chalet di montagna per un week-end. Qui però emergono già nelle prime ore i segni che qualcosa di anomalo è presente nella struttura. Tutto risulta più chiaro – anche se inquietante – quando i protagonisti ritrovano un nastro, in cui la voce di un archeologo spiega che, tramite un libro chiamato Naturon Demonto, sono stati riportati in vita gli spiriti di alcuni defunti. Curiosità finale: il film costò solo 350mila dollari, un budget irrisorio anche per l’epoca. Non a caso, la gran parte degli attori erano degli amici di Raimi, alla prima esperienza importante. Tra i produttori, infine, figurarono anche dei giovanissimi Joel e Ethan Coen.
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La cosa
Paranoia all’Antartide
Variamo solo di una vocale il titolo del film di Raimi e arriviamo, almeno in italiano, a La cosa, altro capolavoro non solo del cinema splatter ma anche della fantascienza e del thriller. Diretto da John Carpenter, il film è tratto da un racconto addirittura degli anni ’30, La cosa da un altro mondo, scritto da John W. Campbell e già portato al cinema negli anni ’50. La versione di Carpenter, però, è ben diversa sia dal suo originale letterario che dal primo film. Gli effetti speciali, l’atmosfera inquietante – figlia anche di altri fantathriller usciti negli anni precedenti – e l’ambientazione infatti hanno reso molto più potente l’effetto orrorifico, facendone un film di culto.
La storia vede degli scienziati in missione in Antartide. Qui, dopo alcuni incidenti a cui inizialmente non si dà troppo peso, gli studiosi si rendono conto che tra loro si è insinuata un’entità aliena, un extraterrestre capace di prendere le sembianze degli esseri con cui viene a contatto, siano essi animali o persone. La paranoia, in breve, si impadronisce del gruppo, visto che nessuno si può fidare dell’altro. Un paranoia che poi trova sostanza in una serie di uccisioni sempre più raccapriccianti. Alla sua uscita il film fu accolto piuttosto male dalla critica, che gli preferì il quasi contemporaneo E.T., che dava una visione molto più rassicurante degli alieni. Col tempo, però, molti hanno dovuto ricredersi.
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Il giorno degli zombi
Romero chiude il cerchio
Parlando di Zombi, in apertura di articolo, abbiamo citato Il giorno degli zombi, terzo capitolo della trilogia di Romero (che poi, in realtà, si è trasformata in una tetralogia). E proprio questo film non abbiamo non potuto includerlo nella nostra lista, per il peso che ha avuto nell’evoluzione del genere negli anni ’80. Qui infatti arriviamo al trionfo assoluto dello splatter. Nonostante le scene di violenza siano tutto sommato minori, in numero, rispetto ad altri film di Romero, sono molto più forti che altrove, tanto che notevoli furono i problemi con la censura. D’altronde, anche l’intento del regista si era fatto più forte. Se coi capitoli precedenti aveva voluto portare una allegorica critica all’America della guerra del Vietnam e del consumismo, qui il bersaglio era proprio l’edonismo reaganiano, che si doveva colpire con la massima forza.
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La pellicola è ambientata in un mondo ormai praticamente dominato dagli zombi, in cui i pochi umani sopravvissuti vivono isolati, cercando un modo per uscire dalla loro condizione di precarietà. Anche all’interno di questa comunità, però, serpeggia il malcontento, e la tensione provoca parecchi incidenti. Fino a quando gli zombi non riescono a invadere la base e a portare il caos. Il film, ancora una volta scritto in toto da Romero, incassò ben 30 milioni di dollari in tutto il mondo, ma fece ancora meglio quando fu lanciato nel mercato dell’home video. Nonostante sia forse inferiore ai precedenti capitoli della saga, rimane una pellicola di ottimo livello e quella ad avere avuto il successo più rapido ed importante.
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Splatters – Gli schizzacervelli
Lo splatter comico di Peter Jackson
Sicuramente conoscete Peter Jackson, il regista premio Oscar della saga de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Pochi ricordano, però, che il neozelandese aveva esordito verso la fine degli anni ’80 proprio con uno splatter, Fuori di testa, che è giustamente considerato un film di culto nel settore. Ma meno ancora sanno che dopo quella pellicola, nel 1992, Jackson riuscì a sfornare un film forse perfino migliore, anche se oggi introvabile: Splatters – Gli schizzacervelli. Un film arrivato in Italia, con colpevole ritardo, solo nel 1995.
La pellicola è interessante soprattutto perché riesce a fondere l’horror più sanguinolento che si può immaginare con una comicità dissacrante. L’epoca d’oro del genere, nel 1992, era infatti ormai tramontata, ed era giunto il momento di giocarci un po’ sopra. Questo è quello che fa Splatters, fin dal titolo italiano (in originale è Braindead). Ambientata negli anni ’60, la pellicola ha per protagonista un povero ragazzo che cerca di tenere in piedi la propria vita sentimentale mentre l’odiosa madre, morsa da una sorta di scimmia-ratto, si trasforma poco a poco in un mostro.