Cinque seri test della personalità che vi apriranno gli occhi su voi stessi e sugli altri

Scopriamo i test della personalità usati o elaborati dalle università

Si sa: i test della personalità sono, di solito, niente di più che dei simpatici passatempi. Li si trova sulle riviste per teenager o in quelle femminili, e finiscono per dirci di noi cose che già sappiamo. Servono a rassicurarci, in pochi minuti, del fatto che noi stessi e il mondo attorno a noi siano categorizzabili, semplici e prevedibili.

In realtà, sia noi che il mondo siamo molto più complessi di quanto un test a risposte multiple possa spiegarci. Ci sono dei casi in cui, però, test di questo tipo hanno effettivamente una qualche valenza. Sono quei casi in cui vengono elaborati da dei team di ricerca nell’ambito della psicologia e permettono effettivamente di inquadrare in maniera semplice ma seria una persona. Ne abbiamo cercati cinque che ci sembrano migliori della media. Eccoli.

[wpzon keywords=”test personalità” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

È vero amore?

La differenza tra infatuazione e affetto

Un test per capire dove finisce l'infatuazione e comincia l'amorePartiamo con un test creato all’Università del Maryland, negli Stati Uniti, il cui studio è stato condotto parallelamente negli USA e in Olanda. Responsabili del progetto sono stati la psicologa Sandra Langeslag e i suoi colleghi europei Peter Muris e Ingmar Franken, che hanno poi applicato il test preparato a dei gruppi campione sia in America che in Olanda.

Il test si compone di 20 domande. Ad ogni frase relativa al proprio presunto amore, bisogna dare un punteggio da 1 (in grande disaccordo) a 7 (in grande accordo). Provate a farlo, segnandovi le risposte.

1. Quando penso a lui/lei mi viene da guardare lontano.
2. Sento di poter contare su di lui/lei.
3. Quando sono vicino/a a lui/lei mi tremano le gambe.
4. Sono pronto/a a condividere con lui/lei quello che possiedo.
5. Mi sentirei solo/a senza di lui/lei.
6. I miei sentimenti per lui/lei riducono il mio appetito.
7. I miei pensieri su di lui/lei mi rendono difficile concentrarmi su altre cose.
8. Lui/lei è l’unico/a per me.
9. Ho paura di dire qualcosa di sbagliato quando parlo con lui/lei.
10. Lui/lei sa tutto di me.
11. Spero che i miei sentimenti per lui/lei non finiranno mai.
12. Mi sudano le mani quando sono vicino/a a lui/lei.
13. Mi sento emozionalmente connesso/a a lui/lei.
14. Divento teso/a quando sono vicino/a a lui/lei.
15. Lui/lei sa rassicurarmi quando sono sconvolto/a.
16. Faccio fatica a dormire perché penso a lui/lei.
17. Cerco significati diversi nelle parole che lui/lei dice.
18. Lui/lei è la persona che può rendermi felice.
19. Lui/lei è una parte dei miei piani per il futuro.
20. Sono timido/a in presenza di lui/lei.

A questo punto bisogna sommare due diversi risultati. Le domande 1, 3, 6, 7, 9, 12, 14, 16, 17, 20 misurano infatti l’infatuazione; le domande 2, 4, 5, 8, 10, 11, 13, 15, 18, 19 invece misurano l’affetto.

[wpzon keywords=”amore psicologia” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

I test sui gruppi campione hanno indicato che punteggi dell’infatuazione superiori a 40, e punteggi ugualmente alti nell’affetto, indicano persone che non hanno ancora una relazione con l’oggetto del loro desiderio. Relazioni stabili, invece, fanno registrare punteggi d’infatuazione compresi tra 20 e 30 punti e punteggi d’affetto anche superiori a 60. Le conclusioni dei ricercatori sono che più è bassa l’infatuazione e alto l’affetto, più il rapporto è destinato a durare. 30-40 punti di scarto tra affetto e infatuazione sono quindi sinonimo di un rapporto solido.

 

Sai riconoscere le emozioni sul viso di chi hai di fronte?

Per diventare come il Cal Lightman di Lie to Me

Sul volto umano si dipingono tutte le nostre emozioni: il difficile è saperle riconoscereSe avete mai visto Lie to Me, la serie TV con Tim Roth, sapete che esiste una scienza che studia le espressioni facciali, cioè il modo in cui il nostro volto fa trasparire le nostre emozioni. Nella fiction, questa scienza veniva usata per smascherare i colpevoli dei reati, ma nella realtà può essere utile per interagire con le persone, comprenderle e anticiparne anche le mosse.


Leggi anche: Cinque libri di psicologia infantile e pedagogia da leggere

All’Università di Berkeley, in California, hanno elaborato un quiz visivo che permette di misurare indicativamente il vostro grado di comprensione del viso altrui. In alcuni casi, come vedrete, l’espressione è facile da individuare; in altri più ambigua. Un punteggio superiore a 15, comunque, è indice di un buon livello di comprensione; al di sotto, invece, significa che dovete migliorare. Il quiz vi mostra anche alcuni dei principali marker delle espressioni, aiutandovi ad individuarli anche nella vita reale. Potete fare il test cliccando qui.

[wpzon keywords=”emozioni psicologia” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

Bianchi o neri?

Per scoprire se siamo inconsapevolmente razzisti

Siamo istintivamente razzisti?Rimaniamo nell’ambito universitario ma spostiamoci sulla costa est, ad Harvard. Qui i ricercatori di psicologia e sociologia hanno creato una serie di test molto interessanti, che servono a misurare i nostri condizionamenti. Quello di interesse più attuale, forse, è quello sulla razza. In pratica, dopo una prima schermata in cui si raccolgono informazioni generali sull’utente, viene chiesto di individuare a che gruppo appartengono alcune parole e alcune foto mostrate sullo schermo. Ad esempio, si mostrano termini di valenza positiva come “gioia” o “felicità” e si chiede all’utente di inserirle nel gruppo delle parole “buone” nel più breve tempo possibile, e di fare l’opposto con parole come “tristezza” o “dolore”.

Lo stesso meccanismo viene messo in atto con foto di persone bianche e di colore. Dopo di che, tutto si complica perché il test alterna parole a foto. Vedrete, che quando le parole positive saranno associate a volti di persone bianche non farete errori, ma quando saranno associate a volti di persone nere tenderete anche inconsapevolmente a sbagliare, e a piazzarle nel gruppo delle parole “cattive”. Non per nulla, il test ha dimostrato nel corso degli anni che il 70% degli intervistati manifesta una “preferenza automatica” verso i bianchi, anche se si dichiara democratico e favorevole all’immigrazione o all’integrazione. Solo il 12% ha una preferenza verso i neri (e bisogna considerare che il test, essendo americano, viene compiuto anche da persone di colore). Le domande sono localizzate in lingua italiana.

[wpzon keywords=”pregiudizi psicologia” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

Uomini, donne e lavoro

Siamo sicuri che le donne siano artiste e gli uomini scienziati?

Guadagnare dalle proprie passioni, anche da internetRimaniamo sui test dell’Università di Harvard, molto utili per svelare i pregiudizi a cui siamo inconsapevolmente sottoposti. Oltre a quello sulle etnie che abbiamo già presentato, ce ne sono anche sulla disabilità, sulla sessualità e sul peso. Quello che vogliamo segnalarvi noi, però, riguarda il genere, e in particolare l’associazione tra tipi di lavoro diversi a seconda del sesso.

Nel mondo del lavoro, infatti, c’è ancora oggi una sproporzione tra uomini e donne, non solo per quanto riguarda i livelli di retribuzione o di carriera, ma anche per gli stessi ambiti lavorativi. Ad esempio, professioni legate alla scienza o alla tecnologia sembrano appannaggio degli uomini, mentre le donne sembrano destinate ad ambiti artistici o umanistici. Il test di Harvard vi permette di misurare, con lo stesso meccanismo di prima, se anche in voi è presente un pregiudizio di questo tipo. Io ho provato a farlo e, forse perché sono un uomo che fa un lavoro “da donne”, non è risultato alcun pregiudizio. Ma il 72% degli intervistati, finora, ha dato risultati diversi.

[wpzon keywords=”lavoro genere” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

Quanto sei mentalmente sano?

Un test di base

La nostra mente è un mistero tutto da scoprireConcludiamo con un test preparato da PsychCentral e suggerito anche da vari psicologi americani sul New York Times. L’esito non è né una diagnosi, né ovviamente un parere medico, ma può fornirci comunque qualche indicazione di massima che poi potremo approfondire con uno specialista.


Leggi anche: Cinque grandi esempi di romanzo psicologico

Il test richiede una registrazione (ma potete anche usare un indirizzo mail e dei dati sensibili inventati) e poi procede con una serie di affermazioni, di cui dovete indicare l’accuratezza. Finito il test, che si compone di numerose domande, vi viene fornito un punteggio di “sanità”, che può variare da 0 a 288. Più è basso il punteggio, meno problemi si hanno. Inoltre, il sito vi fornisce un’analisi delle varie aree in cui potete avere dei problemi. Si analizzano, tra le altre cose, le tendenze depressive, gli stati d’ansia, la capacità di reagire agli eventi della vita, le fobie, l’autostima, i problemi di alimentazione, i problemi col gioco, la dipendenza da alcool, droghe e tecnologia e i tratti borderline.

[wpzon keywords=”mente psicologia” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

Segnala altri seri test della personalità nei commenti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here