Cinque stati WhatsApp originali e divertenti

Alla scoperta di alcuni stati WhatsApp originali e divertenti

Tutti, ormai, usano WhatsApp. Dagli adolescenti agli adulti, da chi rifiuta la tecnologia per scelta a chi ne fa una ragione di vita, da chi ci vede poco e ha bisogno dei cellulari coi tasti grandi a chi ci vede benissimo e ha cellulari senza alcun tasto: tutti lo usano e tutti non possono farne a meno. Pochi, però, sanno che il sistema di messaggistica di proprietà di Facebook offre la possibilità di impostare uno status. E che quindi si possono creare – è così che vengono chiamati, in gergo – stati WhatsApp originali e divertenti.

Di cosa si tratta, per la precisione? Cerchiamo di spiegarlo. Quando accedete al programma sul cellulare da qualche tempo trovate – in basso o in alto, a seconda del vostro modello – una scheda intitolata “Stato”.

Lì potete vedere le “Storie” dei vostri contatti, ma anche aggiornare, appunto, il vostro status (o stato, che dir si voglia) [1]. In questo modo potete scrivere una frase o lasciare un’immagine che i vostri amici potranno, se vorranno, visualizzare entro 24 ore.

E dunque, cosa scriverci? In genere le persone vi fissano dei messaggi legati al loro umore: se sono tristi postano quindi stati tristi, se sono allegri provano una battuta o frasi divertenti. Qualcuno si arrischia anche a scriverli in inglese, qualcun altro sciorina frasi d’amore. Ma da dove possono venire le idee?

Virtualmente, qualsiasi cosa può essere fonte di ispirazione: una canzone sentita, un film visto, un messaggio trovato su un altro social network (Tumblr, in questo caso, fornisce spesso molto materiale). Oppure si cerca ispirazione sul web, come state facendo voi che siete giunti su questa pagina.

E, state tranquilli, siete capitati nel posto giusto. Qui troverete infatti cinque stati WhatsApp originali e divertenti. Li abbiamo scelti in modo che si legassero il più possibile alla finalità dell’app, che è quella di comunicare. Leggeteli e, se avete qualche altra idea interessante, segnalatecela nei commenti.

 

1. I gruppi WhatsApp

All’inizio i cellulari erano nati per comunicare uno-ad-uno. Li usavamo per telefonare o per mandare messaggi, ma sempre diretti a una persona ben specifica. Non a caso, organizzare qualcosa in gruppo risultava sempre estremamente difficile, e ci si riusciva meglio col web, con le e-mail o altri sistemi informatici.

Da quando è spuntato WhatsApp le nostre abitudini in questo campo sono però notevolmente cambiate. Adesso l’app che usiamo per chattare presenta tutto sommato poche conversazioni individuali, e invece una serie pressoché infinita di gruppi.

Comunicare al tempo di WhatsAppNe abbiamo uno per comunicare con i membri della nostra famiglia, uno per i compagni di classe o di università, un altro per la compagnia di amici, un altro più ristretto per commentare quello che dicono i membri della compagnia, un altro – più ristretto ancora – per sparlare del precedente.

Insomma, sembra che non riusciamo quasi più a comunicare a una sola persona, ma dobbiamo per forza sentirci con un gruppo. Cosa che, per carità, da un lato è anche positiva, perché accorcia notevolmente i tempi quando si sta organizzando qualcosa, ma che rischia di portarci a veri e propri deliri.

Ridere sopra alle chat di gruppo

Come ben sappiamo, più gente c’è in un gruppo WhatsApp, più infatti è probabile che qualcuno prima o poi se ne esca con discorsi allucinanti. Oppure che vi vengano propagate catene di Sant’Antonio, inutili fake news o litigi di dimensioni epiche.

Per questo il primo status che vi proponiamo serve a stemperare i toni, e riderci un po’ sopra. Quando qualcuno vi farà presente che ha posto una domanda sul gruppo a cui nessuno ha ancora dato risposta, rimandatelo a questa frase:

Ho più gruppi WhatsApp che punti di quoziente intellettivo. Quindi non aspettarti risposte coerenti, e in certi casi non aspettarti proprio risposte.

Perché in certi giorni non c’è proprio modo di star dietro a tutti i gruppi, e in certi altri non è detto che se ne abbia voglia. WhatsApp è un divertimento, non un lavoro, giusto?

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2. Se parli a Dio

Come ogni social network, WhatsApp ci permette di restare in contatto con tantissime persone. Persone che non vogliamo perdere di vista, nonostante si abiti lontano o si abbiano abitudini diverse. Ma purtroppo anche persone che a volte avremmo voluto a tutti i costi perdere di vista e purtroppo non siamo riusciti ad eliminare dalla nostra vita.

Usare il cellulareIl bello e il brutto di quest’era di totale connessione è proprio questo: che si fa sempre più fatica a evitare le persone sgradite e le conversazioni in cui non si vuole entrare. Un tempo bastava girare alla larga da certi luoghi, mentre ora tutto ti insegue dentro casa, dentro al tuo cellulare.

Leggi anche: Cinque messaggi ricevuti spesso ma che non vorremmo ricevere

Bisogna quindi essere molto bravi per riuscire a mantenere una parvenza di equilibrio e di buona educazione. A volte si possono mandare dei cauti segnali che portino lo sgradito commentatore a desistere: ad esempio, banalmente, non rispondendo ai messaggi, o rispondendovi con estremo ritardo. Ma a volte servono misure più drastiche.

Frenare chi è troppo sicuro di sé

Ci sono infatti persone che non desistono, perché non riescono a capire che possono essere fastidiose. Sono convinte, anzi, di essere simpaticissime, che i loro post siano imperdibili e che tutti non facciano altro, dalla mattina alla sera, che aprire WhatsApp in attesa di un loro nuovo messaggio.

Lo status, in questi casi, può essere un buon modo per cercare di comunicare qualcosa senza sporcarsi troppo le mani. Facendo notare come si faccia presto a passare, se si è troppo sicuri di sé, dalla parte dell’esagitato. Leggete quello che vi proponiamo noi:

Ricorda: se tu parli a Dio sei un credente, ma se Dio parla a te sei uno psicopatico.

In pratica, è un modo per dire a chi ti segue di “abbassare la cresta“, senza però spiattellarglielo direttamente in faccia. Certo, c’è anche la possibilità che persone di questo tipo non leggano gli status altrui, o che li pensino riferiti ad altri e non a loro stessi. Ma tentar non nuoce.

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3. Il rompiscatole

Quando siamo noi a scrivere troppo

Finora abbiamo parlato di messaggi non graditi e di gruppi WhatsApp da cui è difficile uscire. Ma c’è anche una possibilità diversa: che non siano gli altri il problema, ma che siamo noi. Diciamolo con grande sincerità: a volte siamo noi stessi il “rompiscatole” di turno.

WhatsApp può essere anche un impiccioOra, l’importante in casi come questi è non esagerare, e soprattutto saperla prendere con ironia. In un gruppo di vecchi amici, che si conoscono da una vita, c’è sempre qualcuno che fa il giullare, il buffone. E se quel qualcuno siamo noi, dobbiamo abituarci a ricevere le prese in giro degli amici, e anzi a prevenirle.

Per questo il terzo status che vi proponiamo è sostanzialmente autoironico:

Non lascio mai che i miei amici si sentano soli. Gli rompo le scatole di continuo.

Forse, con un messaggio del genere, instaurerete quel rapporto di complicità che è necessario tra amici. E indirettamente chiederete scusa per tutte quelle volte in cui avete fatto alzare gli occhi al cielo al vostro interlocutore per un’informazione o semplicemente per scambiare quattro chiacchiere.

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4. La conoscenza e la tracotanza

Dopo aver fatto un po’ di autocritica, ritorniamo a parlare degli altri. Lo status di WhatsApp, in fondo, serve anche a questo: a mandare un messaggio a chi ancora non ci sta scrivendo, ma potrebbe farlo presto.

Leggi anche: Cinque messaggi di buonanotte da spedire stasera

Statua di Socrate ad Atene (foto di Dimsfikas via Wikimedia Commons)
Statua di Socrate ad Atene (foto di Dimsfikas via Wikimedia Commons)

E là fuori, lo sappiamo bene, ci sono persone di tutti i tipi. Persone educate e maleducate, timide e invadenti, insicure e boriose. Alcuni non creano nessun problema, altri ne creano a non finire. Alcuni anzi vorremmo che ci scrivessero più spesso, altri che non ci messaggiassero mai più.

Anche il nostro quarto status serve quindi a mettere le cose in chiaro prima ancora che qualcuno cominci ad attaccarci bottone. E lo fa con un paragone che ci pare molto divertente e che, tra l’altro, ha un vago sapore socratico. Ricordate? «Il sapiente è chi sa di non sapere…»

La biancheria intima

WhatsApp, infatti, non viene usato solo per chiacchierare. A volte diventa anche un mezzo per passarsi foto più o meno piccanti. E scherzarci sopra, con una frase che serva a placare i bollenti spiriti, può essere divertente.

La conoscenza è come la biancheria. Meglio averla, ma non serve mostrarla di continuo.

Impostatela nello status e, se serve, usatela a piacimento.

 

5. Ah, la dieta

Concludiamo con l’autoironia

Concludiamo con una frase diversa dalle altre, che non riguarda di per sé WhatsApp o la comunicazione tra individui. Gioca, piuttosto, sulle molte manie dell’uomo moderno e sul tempo che perdiamo dietro ad esse.

La dieta su WhatsApp?A volte si tratta di fissazioni infantili, di giochi, come sono gli stessi smartphone e le app che ci girano dentro. Altre volte però riguardano questioni più serie, che toccano la sfera della salute e del benessere personale, come le diete.

Anche in questo caso, ci pare che un po’ di sana autoironia, impostata nello status, serva a stemperare i toni e ad affrontare i problemi con un sorriso sulle labbra. Ecco il nostro ultimo stato:

Sono in dieta da 30 giorni. E tutto quello che sono riuscito a perdere sono 30 giorni.

E ora andate ad impostare la frase che vi piace di più.

 

Ecco cinque stati WhatsApp originali e divertenti: vota il tuo preferito.

 

Note e approfondimenti

[1] Se non sapete bene come fare, potete consultare le FAQ di WhatsApp. Qui trovate quelle per iPhone e qui quelle per Android.

 

Segnala altri stati WhatsApp originali nei commenti.

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