
Uno dei meriti del cinema è sicuramente quello di portare lo spettatore a scoprire luoghi e tempi che altrimenti non avrebbe mai avuto occasione di vedere. Uno di questi luoghi è il carcere, che per molti cittadini non rientra nel ventaglio delle esperienze dirette. Eppure, ognuno di noi è in grado di descrivere una cella, il comportamento dei detenuti, l’atmosfera che si respira in prigione. Questo grazie alla gran quantità di film che sono stati prodotti sull’argomento.
In questo articolo vengono proposti cinque diverse pellicole che affrontano il tema del carcere da altrettante prospettive diverse. Alcune sono molto famose, alcune meno. È, per ovvi motivi, una selezione, che ha tralasciato alcuni titoli importanti, ma che ha cercato di dare spazio a raffigurazioni del carcere diverse tra loro, così come a situazioni sociali lontane e magari non universalmente conosciute.
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Indice
Hunger
Un prigioniero politico irlandese sostiene la forza delle sue idee e delle sue azioni
Hunger è un film estremamente crudo, che denuncia il trattamento ricevuto dai prigionieri politici nel carcere di Long Kesh in Irlanda. Il protagonista, interpretato in modo magistrale da Michael Fassbender, è Bobby Sands, un membro del Provisional IRA, l’organizzazione paramilitare che vorrebbe l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito e la sua riunificazione con il resto del territorio irlandese.
Sands organizza uno sciopero della fame che gli costerà la vita. Prima ancora di questo sciopero, i detenuti avevano intrapreso la protesta delle coperte, rifiutandosi di indossare la divisa carceraria e coprendosi appunto solo con delle coperte. E la protesta sporca: per anni si erano rifiutati di tagliarsi i capelli, di radersi e di lavarsi, ricoprendo le pareti di escrementi e riversando l’urina nei corridoi.
[wpzon keywords=”hunger -games” sindex=”DVD” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Diretto da Steve McQueen e uscito nel 2008 (in Italia solo nel 2012), il film mette lo spettatore di fronte alla violenza con cui vengono trattati i detenuti che, forti delle loro idee, non si arrendono facilmente. Esemplare il lungo dialogo tra Sands e padre Dominic Moran (interpretato da Liam Cunningham, che conosciamo come Ser Davos ne Il trono di spade).
Dopo i convenevoli iniziali, il prigioniero annuncia che sta per iniziare un nuovo sciopero della fame. Padre Dominic cerca di dissuaderlo, sostenendo la via del dialogo e della pace. Ma Sands dichiara di non poter stare fermo ad aspettare che i potenti decidano del destino dell’Irlanda, e che l’azione diretta è l’unica via possibile. Padre Dominic si arrende quando Sands gli racconta l’aneddoto del puledro in fin di vita, metafora di un paese sofferente, che ha bisogno di azioni concrete e non di discussioni e discorsi.
Il profeta
Un giovane franco-arabo alle prese con gli insidiosi meccanismi del carcere
Candidato ai Premi Oscar del 2010 come miglior film straniero, Il profeta è un lungometraggio francese diretto da Jacques Audiars. Il protagonista si chiama Malik (Tahar Rahim): è un giovane di origini arabe condannato a sei anni di carcere per un tentativo fallito di rapina. Ha passato gran parte della sua vita in orfanotrofi e riformatori, e quando arriva in carcere non sa né leggere né scrivere.
Nonostante ciò, si fa notare subito per la sua intelligenza. Individua il gruppo di carcerati più influente della prigione e fa di tutto per entrare nelle loro grazie; con il passare del tempo, il suo ruolo diventa più importante. Parallelamente conduce alcuni affari per il proprio tornaconto personale, insieme ad un amico conosciuto proprio in prigione, in modo da prepararsi a uscire dal carcere a testa alta e con una posizione importante.
[wpzon spec=”1″ asin=”B00B3XT9VO,B01AU3CT32,B0053CB19Y” country=”it” listing=”3″ col=”3″ descr=”0″]Malik è subdolo e coraggioso allo stesso tempo. Si muove nel meccanismo carcerario, che lo spettatore conosce attraverso gli stereotipi di lunga data diffusi dai molti film sull’argomento, prendendo ogni situazione di petto. Il percorso che compie lo fa crescere, ma soprattutto lo rende più duro.
Il germe del crimine era giù dentro di lui al momento del suo ingresso in carcere, ma il clima e la compagnia che ha trovato non hanno fatto altro che alimentarlo. Anche se durante il film ci si affeziona a Malik, con la speranza che ogni sua esperienza porti ad un successo, solo alla fine ci si rende conto che la buona riuscita dei suoi progetti corrisponde alla sua trasformazione in un vero e proprio criminale.
Colpo di fulmine – Il mago della truffa
Un truffatore incallito entra ed esce dalla prigione per amore
Tratto da una storia vera, per quanto assurdo possa sembrare, Colpo di fulmine – Il mago della truffa è un film del 2010 con protagonisti Jim Carrey e Ewan McGregor. Racconta la storia di Steven Russel, un truffatore provetto e senza scrupoli, che dopo un grave incidente in macchina decide di abbandonare la moglie e la figlia per vivere la sua vera vita.
Steven, infatti, è omosessuale, anche se fino a quel momento l’aveva tenuto nascosto. Si trasferisce in Florida, dove si innamora di Jimmy e conduce una vita sfarzosa. Il lusso, però, costa, e l’unico modo che Steven conosce per fare soldi è truffare più persone possibili, nei modi più disparati possibili. Finisce ben presto in carcere, dove conosce Philip, che capirà ben presto essere l’amore della sua vita. Il film prosegue con una serie di inganni, ripetute fughe dal carcere e finti lavori, tutto per poter stare insieme a Philip.
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Si stenta a credere che tutto quello che succede a Steven nel film sia accaduto veramente, eppure è così. Ciò che stupisce di più è la sua grande intelligenza, sfruttata però soltanto a scopi non propriamente legali. Sembra che Steven non sia in grado di concepire una qualsiasi attività intrapresa in modo corretto: lui vede solo scorciatoie, inganni, bugie. E lo fa con una leggerezza incredibile, adattandosi a qualsiasi tipo di situazione, come un camaleonte.
Anche se tutto ciò che Steven fa potrebbe essere moralmente e legalmente condannabile, non tifare per lui sarebbe impossibile. È chiaro infatti che ogni sua azione ha come scopo la felicità di Philip, che, ingenuamente, si rende conto molto tardi di cosa sta davvero facendo il suo compagno. Anche in carcere Steven dà mostra delle sue abilità, diventando in poco tempo l’uomo che può procurare qualsiasi merce a qualsiasi detenuto, con l’atteggiamento da “uomo del momento” che lo caratterizza in tutto il film.
American History X
Un naziskin trova in carcere la via per la redenzione
Uscito nel 1998, American History X è un film sul razzismo che mostra cosa succede in una setta di neonazisti negli Stati Uniti. Edward Norton interpreta magistralmente, tanto da ottenere la candidatura al premio Oscar, uno dei membri più importanti di questa setta, Derek Vinyard. Finito in carcere per aver ucciso due giovani afroamericani che stavano tentando di rubargli la macchina, Derek ne esce completamente cambiato.
Nel momento in cui era entrato, si era subito unito al gruppo di neonazisti del carcere. Poco dopo, tuttavia, avendo notato i contatti del suo gruppo con gli ispanici, che lo riforniva di droga, aveva deciso di distaccarsene. Per ritorsione, subisce una violenza sessuale nelle docce del carcere, proprio da parte di uno dei suoi ex compagni. Profondamente segnato, comincia a riflettere sulla sua vita quando nota che gli unici a stargli vicino sono due uomini di colore.
[wpzon keywords=”american history x” sindex=”DVD” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Uno dei due, Sweenie, lavora con lui in lavanderia. Ai tempi della scuola era uno degli insegnanti di Derek, tant’è che tra i due si stabilisce un dialogo. Derek viene così a scoprire che, fuori dal carcere, Danny, suo fratello minore, sta seguendo le sue orme: è entrato a far parte di quel gruppo di neonazisti da cui ora Derek vorrebbe uscire. Il suo obiettivo, una volta finita di scontare la pena, sarà proprio quello di convincere Danny a discostarsene.
American History X è un film sulla violenza, sull’intolleranza e sull’odio, purtroppo temi sempre attuali. Lo spettatore si trova molto spesso sulle soglie dell’incredulità: com’è possibile che, dopo la lezione della Seconda guerra mondiale e dell’Olocausto, ci siano ancora persone che lottano per la supremazia di una razza sull’altra? È possibile, e film come questo servono a renderne tutti consapevoli.
Il miglio verde
La storia di un detenuto dagli strani poteri nel braccio della morte
Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, Il miglio verde racconta la storia di un condannato a morte e del suo carceriere. Il titolo del film deriva dall’ultimo miglio che i condannati percorrevano prima di raggiungere la sedia elettrica, il cui pavimento era appunto verde. John, un gigantesco uomo di colore, apparentemente con qualche problema mentale, finisce nel braccio della morte accusato di aver stuprato e ucciso due bambine.
Il detenuto si mostra fin da subito molto sensibile, spaventato dal buio e timido nei confronti dei secondini. Paul, interpretato da Tom Hanks, comincia a ricredersi sul suo conto quando, durante la rivolta di un detenuto appena arrivato in carcere, viene ferito e rimane steso a terra. John, vedendolo, gli chiede di avvicinarsi; dopodiché, lo stringe proprio dove Paul stava soffrendo, e come per magia lo guarisce. Ripeterà poco dopo questo gesto con il topolino di uno dei detenuti.
[wpzon keywords=”il miglio verde” sindex=”DVD” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]I secondini cominciano a dubitare della reale colpevolezza di John, e si chiedono se sia capace di guarire anche il tumore al cervello che sta uccidendo la moglie del capo del carcere. Organizzano la sua uscita dal carcere proprio per questo motivo, e lo portano presso la malata. Ulteriori scoperte porteranno poi alla conclusione del film, che è un buon esempio della mente geniale di Stephen King.
Nella storia, infatti, si mescolano elementi strettamente realistici a dettagli sovrannaturali, che non diventano mai preponderanti o grandiosi. Il miglio verde mette alla prova dal punto di vista emotivo e umano, oltre a far riflettere sulla pena di morte, ancora presente in parte degli Stati Uniti e in altri numerosi luoghi del mondo.
Papillion anche se vecchio. Fuga di mezzanotte film su un fatto realmente accaduto. Bellissimi