Cinque straordinari romanzi di formazione

Una scena del film di Roman Polanski tratto da Oliver Twist, a sua volta uno dei romanzi di formazione più famosi della letteratura

Il romanzo di formazione segue solitamente le vicende di un giovane, partendo o dalla sua infanzia o dall’adolescenza, che cresce, cambia e diventa uomo adattandosi o scontrandosi con l’ambiente circostante.

Si tratta di un tipo di romanzo che restituisce al lettore sia una lettura di tipo sociologico-culturale, tratteggiando un ritratto della società in cui vive il protagonista, sia una di tipo più personale, che va ad indagare i diversi modi con cui il personaggio principale si relaziona con tutto ciò che incontra sulla sua strada.

Dai tedeschi a Stendhal

Chiamato in tedesco Bildungsroman, questo tipo di romanzo nasce appunto in Germania alla fine del XVIII secolo, grazie ad autori come Karl Philipp Moritz, Goethe, Novalis; viene introdotto in Francia grazie a Stendhal, ed esplode poi nel mondo anglosassone.

Possiamo trovare grandi esponenti del romanzo di formazione anche nel XX secolo: ricordiamo per esempio Il giovane Holden di Salinger (1951), Sulla strada di Kerouac (1957), Il partigiano Johnny di Fenoglio (1968), fino ad arrivare al più recente Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi (1994).

 

1. Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister di Johann Wolfgang von Goethe

I desideri della società e quelli dell’individuo

Pubblicato tra il 1795 e il 1796, il lungo romanzo di Goethe racconta la storia di un giovane figlio di mercanti che sceglie di tentare la via del teatro invece di seguire le orme di suo padre. Lasciando credere ai suoi familiari di essere partito per occuparsi di alcune faccende legate all’attività di famiglia, Wilhelm desidera invece seguire la sua vocazione di attore e regista.

Il libro di Goethe dedicato all'aspirante teatrante

Si imbatte in una compagnia teatrale e decide di entrare a farne parte. Goethe popola il romanzo di personaggi indimenticabili, tra cui l’ambigua Mignon, una ragazzina dall’aspetto androgino che si muove come un folletto e nasconde un passato misterioso; oppure l’arpista, un vecchio musicista avvolto anch’esso da impenetrabili segreti.

Il percorso di Wilhelm lo porta a scontrarsi con una società che vede il suo sogno come qualcosa di degradante: il teatro non è affare per gentiluomini, ma per gente di strada. Nonostante ciò, il protagonista non si arrende mai, convinto com’è del proprio talento.

 
La lotta definitiva è tra ciò che la società si aspetta da ogni suo componente e ciò che invece l’individuo desidera per la propria vita.

Questo conflitto si vede bene nel finale del romanzo, quando Wilhelm si confronta con l’amico d’infanzia Werner, disfatto e frustrato per aver intrapreso l’attività economica, e stupito di fronte all’aspetto florido del protagonista, che porta la propria salute come prova della bontà del suo sogno.

 

2. Il rosso e il nero di Stendhal

La lotta per l’ascesa sociale e la delusione per le ambizioni non realizzate

Ispirato a un fatto di cronaca dell’epoca, Il rosso e il nero descrive i tentativi di Julien Sorel di guadagnarsi il riscatto sociale. Dopo aver concluso gli studi, Julian diventa precettore in casa di Monsieur Renal.

"Il rosso e il nero" di Stendhal

Riesce a conquistare la moglie, con la speranza di ottenere dei favori, ma finisce per innamorarsene. Quando la relazione clandestina viene scoperta dal marito, Julien scappa a Besançon ed entra in seminario.

Concluso anche questo percorso, viene assunto come segretario in casa del marchese de la Mole. Ci mette poco tempo a far innamorare di lui la figlia Mathilde e a far sì che gli venga concessa in moglie.

 
Quando le nozze sono in procinto di essere celebrate, tuttavia, una lettera fasulla di Madame Renal costringe il marchese a interromperle. Le vicende di Julien Sorel proseguono tra inganni, intrighi politici e malintesi fino al tragico finale.

Scavando nella profondità dei cuori

Il titolo del romanzo, pubblicato in due volumi fra il 1830 e il 1831, fa riferimento all’opposizione tra la carriera ecclesiastica intrapresa da Julien (l’abito dei seminaristi era infatti nero) e quella militare, segreta ma irrealizzabile ambizione del protagonista.

Il merito di Stendhal sta nell’aver saputo scavare con profondità nel cuore umano, svelandone anche i segreti più oscuri e dando vita ad un romanzo psicologico, oltre che di formazione.


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Julien si sente prigioniero in una società che non lo rispecchia e che impone il conformismo in modo subdolo. La sua storia racconta il fallimento a cui può andare incontro l’uomo quando si scontra in modo troppo violento contro il mondo in cui vive.

 

3. Le avventure di Oliver Twist di Charles Dickens

Le fabbriche, il crimine, lo sfruttamento: una cronaca dell’Ottocento inglese

Come succedeva per molti romanzi di quell’epoca, Le avventure di Oliver Twist fu pubblicato a puntate tra il febbraio del 1837 e l’aprile del 1839.

L'edizione Feltrinelli di "Oliver Twist" di Charles Dickens

Ambientato nell’Inghilterra vittoriana della rivoluzione industriale, il romanzo si presenta con una forte carica di critica sociale nel confronti delle istituzioni inglesi, di cui si condanna la natura autoritaria, la violenza, la crudeltà e l’ipocrisia.

Dickens si scaglia in particolare contro la cosiddetta Poor Law, emanata nel 1834, secondo la quale i poveri potevano ricevere assistenza dallo stato solo se andavano a vivere in ricoveri e ospizi governativi.

 
In questi luoghi si lavorava sul principio che la povertà fosse il risultato di un comportamento pigro e si giustificavano le pessime condizioni di vita come incentivo a migliorare la propria posizione sociale.

Dall’orfanotrofio a Londra

Oliver Twist vive prima in un orfanotrofio e poi in un ospizio parrocchiale per persone indigenti. A nove anni viene mandato a lavorare in fabbrica, luogo condannato dall’autore appunto per lo sfruttamento del lavoro minorile.

Bollato come agitatore, viene allontanato e diventa apprendista di un becchino. Poco dopo riesce a fuggire a Londra, dove fa amicizia con Jack Dawkins, il quale riesce a introdurlo nella banda di ladruncoli capitanata dall’ebreo Fagin.


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Viene arrestato ingiustamente per furto e poi scagionato dalla stessa vittima, che lo accoglie in casa sua e gli dà un’educazione.

La banda però riesce a rapirlo e a costringerlo a rubare di nuovo, trascinandolo in un vortice di crimini e inganni. Le sue rocambolesche avventure si concludono quando, alla fine, scopre finalmente la sua vera identità e, con essa, il suo destino.

 

4. Jane Eyre di Charlotte Brontë

Un’eroina femminile protagonista di una storia avventurosa e piena di riflessioni

Nonostante abbia scritto più di un romanzo, Jane Eyre (1847) è l’opera più famosa, e spesso l’unica conosciuta, di Charlotte Brontë.

"Jane Eyre" di Charlotte Brontë

Jane, cresciuta da una zia crudele, viene mandata in collegio, dove il direttore impone una dottrina di povertà e privazioni, spendendo tutti i fondi per far vivere a lui e alla sua famiglia una vita lussuosa. Jane diventa molto amica di Helen Burns, che muore durante un’epidemia.

Trascorre otto anni in collegio, sei come allieva e due come insegnante; dopodiché, accetta un lavoro a Thornfield come istitutrice della piccola Adèle. Il padrone di casa, Rochester, è un uomo cupo e scontroso, e Jane si convince ben presto che l’abbia presa in antipatia.

 
Lentamente, Jane comincia a nutrire un affetto sincero nei confronti di Rochester, ma si preoccupa di tenerlo segreto. Intanto, una strana presenza viene scoperta nel maniero. La storia prosegue tra colpi di scena e capovolgimenti, fino allo splendido lieto fine.

Alla ricerca di un posto nel mondo

Romanzo dalle atmosfere gotiche, Jane Eyre concentra tutta la sua attenzione sulla ricerca della protagonista del suo posto del mondo e di qualcuno da amare incondizionatamente.

Nonostante ciò, Jane, personaggio femminile molto moderno, ci tiene alla sua indipendenza, e non ha nessuna intenzione di diventare una donna-oggetto, la classica moglie che sta a fianco del marito come un’ombra.

Si sforza, durante tutto il romanzo, di trovare un equilibrio fra i doveri morali che la sua religione le detta e i piaceri terreni, da lei comunque desiderati. D’altra parte, il romanzo propone anche una critica della rigida gerarchia sociale inglese, che immobilizzava ogni individuo e rendeva molto difficile la mobilità sociale.

I temi trattati in questo romanzo sono molteplici, ma né le critiche né le riflessioni hanno influenza sul piacere di leggere le avventure e la crescita di questa indimenticabile eroina.

 

5. Ritratto dell’artista da giovane di James Joyce

Il dissidio tra il piacere e la fede, la crescita di un genio

Stephen Dedalus, da ragazzo, sente come un peso la sua identità fortemente influenzata dalla nazionalità irlandese e dalla religione cattolica. A scuola riesce a farsi degli amici molto lentamente, dopo un lungo periodo di solitudine.

Il libro di Joyce dedicato al suo alter ego Stephen Dedalus

È contento quando può fare ritorno a casa, anche se le discussioni a tema politico creano sovente molta tensione. Quando la famiglia si trasferisce a Dublino e, di conseguenza, Stephen cambia scuola, scopre di essere particolarmente portato per la scrittura e le arti.

La sua prima esperienza sessuale con una prostituta rappresenta per lui la scoperta dei piaceri sensuali, che lo porterà a mettere in discussione la moralità imposta dalla fede.

 
Gran parte della sua vita, soprattuto durante il periodo universitario, sarà impiegata nell’indagine su questo dissidio. Stephen si identifica con il personaggio mitico da cui prende il nome, Dedalo, che desidera costruirsi delle ali per superare tutti gli ostacoli che la vita gli pone di fronte.

Il flusso di coscienza

Uno degli aspetti che ha maggiormente contribuito alla fama di questo romanzo è sicuramente l’uso, da parte dell’autore, del flusso di coscienza, tecnica innovativa che lega James Joyce a Virginia Woolf e agli altri autori del Modernismo inglese.

Lo stream of consciousness permette allo scrittore di trascrivere emozioni, pensieri e sentimenti sulla pagina così come nascono e si evolvono nella mente del personaggio, senza passare per un osservatore esterno, che diventerebbe inevitabilmente un interprete di quelle sensazioni.

Il Ritratto di un artista da giovane diventa così la storia dello sviluppo della mente di Stephen, dalla fanciullezza all’età adulta.

Per il lettore questo sviluppo è così interessante perché si tratta di addentrarsi dentro la psiche di un genio artistico in formazione: le esperienze di Stephen sono parallele a quelle che hanno portato Joyce a diventare lo scrittore geniale che conosciamo oggi, e questo fa di un romanzo del genere un documento inestimabile, un testamento letterario di grande valore.

 

Conosci altri romanzi di formazione? Indicaceli nei commenti.

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