Cinque straordinarie attrici degli anni ’20

Greta Garbo, la più famosa tra le attrici degli anni '20

Quanti film muti avete visto in vita vostra? Probabilmente pochissimi, forse addirittura nessuno. Da quando al cinema venne introdotto il sonoro, nel 1927 con Il cantante di jazz, quelle vecchie pellicole in bianco e nero sono cadute quasi completamente nel dimenticatoio. Si salvano alcuni film di Charlie Chaplin e, per i cultori, di Buster Keaton. Ma il resto si fa fatica anche a recuperarlo in videoteca o nei negozi online.

Il cinema muto

Certo, il cinema muto aveva delle caratteristiche molto particolari, che oggi lo rendono anacronistico. La mancanza di sonoro costringeva a leggere quei fastidiosi intermezzi in cui venivano scritte le varie battute, e la recitazione degli attori, che doveva colmare il vuoto della voce, si faceva spesso artefatta ed esagerata.

Ma quel periodo è stato anche colmo di capolavori che meriterebbero di essere riscoperti.

Gli anni ’20, in particolare, videro emergere per la prima volta il fenomeno del divismo. Gli attori, soprattutto quelli di Hollywood, acquisivano fama in tutto il mondo, venivano ammirati e idolatrati. E si cominciava a prestare attenzione alla loro vita privata, al gossip, perfino al taglio di capelli che mettevano in scena.

Tra le attrici, alcune seppero influenzare la moda e divennero dei veri e propri sex symbol. Ne abbiamo scelte cinque che vale la pena di ricordare. Eccole.

 

1. Greta Garbo

Se si parla di dive degli anni ’20 non si può non partire da Greta Garbo, “la Divina”. Considerata una delle più grandi star di tutti i tempi, non vinse mai l’Oscar come attrice, pur venendo candidata per quattro volte. Nel 1954, però, le venne assegnato un premio alla carriera, quando in realtà aveva appena 49 anni.

Greta Garbo, la più famosa tra le attrici degli anni '20D’altronde, il suo lavoro nel mondo del cinema si era già interrotto vari anni prima, nel 1941.

Nata a Stoccolma nel 1905 col nome di Greta Lovisa Gustafsson, la Garbo era figlia di un netturbino e una contadina. La morte del padre, durante l’adolescenza, la costrinse a cercare lavoro e iniziò a posare come modella per dei grandi magazzini di Stoccolma.

Da lì arrivarono le prime parti nel cinema svedese. Nel 1924 recitò nel film muto La leggenda di Gösta Berling che, presentato a Berlino, la rese nota a livello europeo. L’anno dopo arrivò un film tedesco, La via senza gioia, che invece le aprì la strada per Hollywood.

La femme fatale della MGM

Subito scritturata dalla MGM, esordì in America nel 1926 con film come La tentatrice e Donna fatale, in cui incarnava già l’immagine della mangiatrice di uomini. Negli anni successivi questo ruolo fu confermato da altre pellicole come La donna misteriosa, Orchidea selvaggia o Il bacio.

Il suo primo film sonoro fu Anna Christie, in cui la Garbo dimostrò di saper anche recitare con la voce. Arrivarono poi, negli anni ’30, classici della storia del cinema come Mata Hari, Grand Hotel, Anna Karenina e Ninotchka.

Poi, a sorpresa, nel 1941 decise di ritirarsi dal mondo del cinema. Non aveva mai amato la notorietà e infatti non concedeva interviste dal 1928. Non comparve più in alcun film, vivendo per il resto della sua vita un’esistenza riservata nel suo appartamento newyorkese. È scomparsa nel 1990.

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2. Louise Brooks

Louise Brooks, attrice il cui taglio di capelli fece epocaForse non avete mai sentito pronunciare il nome di Louise Brooks, ma di sicuro avete visto il suo look. Guardatela nella foto qui di fianco e probabilmente vedrete in lei Valentina, il celebre personaggio a fumetti di Guido Crepax. Ma la Brooks influenzò l’immaginario collettivo in molti modi e per molti anni.

Nata nel 1906, ebbe un’infanzia piuttosto travagliata, condita anche da abusi sessuali. Iniziò giovanissima a lavorare come ballerina a Broadway, e da qui riuscì a strappare un contratto cinematografico. Fu la Paramount a farla esordire davanti alla macchina da presa nel 1925.

Già nel 1928 arrivarono i primi ruoli da protagonista, ad esempio con Capitan Barbablù di Howard Hawks. Un film in cui interpretava una “vamp” e già sfoggiava il suo caratteristico taglio a caschetto.

Lulù e la presunta bisessualità

In pochi mesi divenne una vera e propria diva e cominciò a frequentare uomini ricchi e famosi. Ebbe relazioni col miliardario William Randolph Hearst e con Charlie Chaplin e si divertì ad alimentare il mito di una sua bisessualità. All’epoca, si parlò addirittura di una notte d’amore con Greta Garbo, l’altra grande diva del periodo.

All’avvento del sonoro si spostò brevemente in Europa, recitando in alcuni film di Georg Wilhelm Pabst. Proprio uno di questi, Il vaso di Pandora, è considerato il suo capolavoro. Lì interpretò una donna maliziosa e dotata di una sfrenata sessualità, Lulù, che incantò tutto il mondo.

Tornata in America recitò in ancora qualche film, ma il sonoro non le si confaceva e dovette presto ritirarsi dalle scene. Continuò comunque per qualche anno a far parlare i rotocalchi per i suoi matrimoni con ricchi magnati.

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3. Mary Pickford

Meno conturbante ma non meno importante per la storia del cinema fu Mary Pickford, terza attrice della nostra lista. Nata nel 1892 a Toronto, in Canada, fu forse la prima vera diva di Hollywood.

Mary Pickford, star del cinema mutoE seppe convogliare la fama raggiunta sul grande schermo in molte iniziative artistiche ed economiche. Basti ricordare che fu tra i fondatori del primo studio indipendente, la United Artists. E che fondò anche l’Academy che assegna ogni anno i premi Oscar.

Nata col nome di Gladys Smith in una famiglia di teatranti, riuscì a trovare lavoro a Broadway nei primi anni del ‘900. Nel 1909 fu assunta da David W. Griffith, iniziando a recitare in decine di pellicole da lui prodotte. In breve tempo divenne “la ragazza con i riccioli”.

Già nel 1916 era una diva da 500 dollari di stipendio a settimana e con la possibilità contrattuale di scegliere i film in cui recitare. In più in quegli anni iniziò una relazione con l’altro grande divo del cinema del tempo, Douglas Fairbanks.

La ragazza con i riccioli

I due, dopo aver divorziato dai precedenti coniugi, si sposarono nel 1920. Andarono in viaggio di nozze in Europa e la loro visita alle capitali generò sommosse provocate dai fan adoranti. Fu proprio con Fairbanks – e Griffith, e Chaplin – che fondò la United Artists.

Arrivarono così film come Pollyanna, Rosita, Il pirata nero e Il gaucho, tutti campioni d’incassi.

Anche per lei, però, la svolta del sonoro fu una tragedia. Complice l’età che stava avanzando, e non le consentiva più di presentarsi come “la fidanzatina d’America”, trovò grandi difficoltà a confermarsi negli anni ’30.

Il pubblico, infatti, non le perdonò il tentativo di passare a ruoli più maturi e il taglio dei suoi celebri ricci. Comparve nel suo ultimo film nel 1933. In quel periodo, divorziò anche da Fairbanks e cominciò a bere. È morta nel 1979.

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4. Lillian Gish

Quando la carriera di Mary Pickford cadde in disgrazia, l’attrice si isolò dal mondo dello spettacolo. Per lungo tempo non ricevette più i vecchi amici di Hollywood, e anche quando ricominciò ad aprire la propria casa, la leggenda racconta che comunicava con gli ospiti telefonando loro dalla propria camera da letto.

Lillian GishSolo poche selezionate persone potevano vederla. Tra loro, c’era una collega conosciuta in gioventù che proprio la Pickford aveva presentato ai produttori di Hollywood. Si chiamava Lillian Gish, e fu un’altra grande diva degli anni ’20.

Nata in Ohio nel 1893 e cresciuta in Illinois, la Gish visse l’infanzia di fianco a un teatro, il Majestic di East St. Louis. Quando questo fu distrutto da un incendio, si trasferì a New York in cerca di fortuna.

Conobbe Mary Pickford a Broadway e questa poi la presentò a David W. Griffith, che la scritturò subito. A quel tempo la Gish aveva appena 16 anni, anche se ne dichiarava 19.

La protagonista di David W. Griffith

Dopo qualche prova, Griffith le affidò la parte da protagonista nel suo kolossal Nascita di una nazione. Il film, uscito nel 1915, è molto controverso nei suoi temi politici ma grazie a varie innovazioni narrative segnò la storia del cinema.

E soprattutto sbancò il botteghino, diventando il film dai maggiori incassi fino all’uscita di Biancaneve e i sette nani, ventidue anni più tardi.

La Gish continuò a lavorare a lungo con Griffith, recitando ad esempio anche in Intolerance. Nei primi anni ’20 passò alla MGM, interpretando La Bohème, La lettera scarlatta e Il vento. Con l’avvento del sonoro preferì passare al teatro, anche se nel dopoguerra ritornò sul grande schermo.

Ad esempio nel 1947 conquistò una nomination all’Oscar per un ruolo secondario nel western Duello al sole. Recitò poi in La morte corre sul fiume, Gli inesorabili e altri film, anche se in maniera sporadica. È scomparsa a 99 anni, nel 1993.

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5. Joan Crawford

Concludiamo con Joan Crawford, un’attrice che aveva già raggiunto lo status di star negli anni ’20, ma che ottenne i risultati più importanti della sua carriera nei decenni successivi.

Joan Crawford negli anni '20

Nata a San Antonio, in Texas, nel 1904, si chiamava in realtà Lucille Le Sueur. Da giovane sognava di diventare ballerina, ma un taglio casuale a un piede le rovinò la possibile carriera, perché le recise i tendini.

In ogni caso nei primi anni ’20 imparò a ballare il charleston, guadagnandosi da vivere in un locale di Chicago. Passò quindi a Broadway e, come altre colleghe, fu scritturata dalla MGM, in cerca di nuovi talenti.

Il suo nome d’arte le fu imposto, com’era d’uso, dalla casa di produzione, ma tramite addirittura un concorso popolare. Tutto questo la portò al 1928, quando incontrò il primo grande successo cinematografico con Le nostre sorelle di danza.

Le storie d’amore

Inoltre, in quegli ultimi mesi degli anni ’20 fece parlare i giornali per via di alcune relazioni sentimentali. Fu ad esempio, per breve tempo, l’amante di Joseph Kennedy, uomo politico e padre di John Fitzgerald, futuro presidente degli Stati Uniti.

Inoltre nel 1929 sposò Douglas Fairbanks jr., più giovane di lei di qualche anno ma già assai noto. Si trattava infatti del figlio di Douglas Fairbanks, che in quegli anni stava vivendo l’ultima parte del suo matrimonio con Mary Pickford.

La relazione col Fairbanks minore non durò molto, ma la carriera della Crawford decollò rapidamente. Nel 1932 recitò con Greta Garbo in Grand Hotel, nel 1939 in Donne e nel 1945 ne Il romanzo di Mildred, che le fruttò un Oscar.

Pur calando il numero delle sue interpretazioni, riuscì a lasciare un segno anche nei decenni successivi. La si ricorda, ad esempio, nel western Johnny Guitar del 1954 e in Che fine ha fatto Baby Jane? del 1962. È morta nel 1977.

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