Cinque straordinarie poesie sul tempo che scorre

Le migliori poesie sul tempo che scorre

Tempus fugit, dicevano i latini, probabilmente derivando il loro motto da un verso delle Georgiche di Virgilio. Ma non serve per forza appellarsi agli antichi per trovare frasi che inquadrino il mistero del tempo: ogni lingua ne è piena, sia che si tratti di proverbi, sia che ci si avventuri in mezzo agli aforismi e ai modi di dire.

Da Virgilio in poi

Neppure la poesia, dunque, poteva essere esente da questo tema, e appunto da Virgilio in poi l’ha affrontato più e più volte. A volte ha sottolineato la fugacità del tempo, proponendo anche delle soluzioni per riappropriarci di ciò che ci vien tolto. Altre volte si è invece soffermata sulla lentezza, perché lo scorrere dei giorni e degli anni può essere anche interminabile, soprattutto in certe condizioni.

Per darvi una panoramica il più possibile completa di tutto questo, abbiamo raccolto cinque bellissime poesie sul tempo che scorre. Alcune sono celebri e probabilmente già le conoscerete; altre sono invece ignote ai più, e meritano però di essere riscoperte.


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1. Carpe diem

Il «Cogli l’attimo!» di Orazio

Partiamo dalla poesia più celebre, il Carpe diem oraziano. La lirica è un’ode che deve la sua popolarità in realtà non tanto allo studio della letteratura latina, quanto a un film. È infatti la poesia centrale de L’attimo fuggente, pellicola del 1989 diretta da Peter Weir e ben interpretata da Robin Williams.

In quel film il protagonista era un professore di letteratura che cercava di far scoprire ai suoi studenti la bellezza della poesia, ma anche di incoraggiarli a vivere la vita in un senso più autentico e personale.

Più o meno lo stesso intento di Orazio, che nei suoi versi invita Leuconoe, una fanciulla candida e ingenua, a non avere troppo lunghe speranze, ma a cogliere la vita istante per istante.

Non chiedere, non è concesso saperlo, Leuconoe,
il destino che a me e a te hanno dato gli dei;
non consultare i calcoli dei Caldei: quant’è meglio accettare
ciò che sarà, sia che Giove ci abbia assegnato molti inverni,
o per ultimo questo che logora il mare Tirreno contro gli scogli;
sii saggia, filtra il vino e tronca nel breve spazio le troppo lunghe speranze;
mentre parliamo, sarà già fuggito il tempo invidioso:
cogli l’attimo e affidati meno che puoi al domani.

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2. Il tempo è

La breve poesia di Henry Van Dyke

Continuiamo a parlare di professori con Henry Van Dyke, un personaggio non fittizio ma reale che visse nell’America di inizio ‘900. Poeta, fedele presbiteriano – tanto da scrivere inni religiosi e perfino libri di liturgia –, Van Dyke passò tutta la vita nell’ambiente di Princeton, celebre università del New Jersey.

Il tempo è è una sua breve poesia che gioca sull’ambiguità del tempo, che può essere una cosa e il suo contrario a seconda del punto di vista da cui lo si guarda. Nei pochi versi della sua lirica si sente l’eco dei libri sapienziali della Bibbia, della loro capacità di cogliere l’essenza della vita umana e di contornarla di una saggezza, appunto, religiosa.

Il tempo è
troppo lento per coloro che aspettano,
troppo rapido per coloro che temono,
troppo lungo per coloro che soffrono,
troppo breve per coloro che gioiscono;
ma per coloro che amano,
il tempo non è.

 

3. Qualche consiglio a chi deve affrontare molti anni di galera

L’esperienza nella prigione di Bursa di Nazim Hikmet

Abbiamo parlato spesso di Nazim Hikmet. Il poeta turco, d’altra parte, negli ultimi decenni ha goduto di un’incredibile popolarità in Occidente e nel nostro paese in particolare, perché il suo modo di scrivere – semplice ma allo stesso tempo profondo – sembra adattarsi bene ai nostri tempi.


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Se conoscete un po’ della sua biografia, sapete che il poeta passò un lungo tempo della sua vita in carcere. La prima volta fu arrestato per affissione irregolare di manifesti, e visto che era comunista passò in prigione 5 lunghi anni.

La seconda volta fu condannato a 28 anni per avere incitato con le sue poesie i marinai alla rivolta: ne scontò 12, prima che le pressioni internazionali – e la sua salute ormai compromessa – non inducessero il governo turco a liberarlo.

Se invece di essere impiccato
vieni sbattuto dentro
per non aver rinunciato a sperare
nel mondo, nel paese, nel popolo,
se devi farti dieci o quindici anni
oltre al tempo che ti rimane,
non dirai,
«Sarebbe stato meglio essere appeso a una corda
come una bandiera»…
Punterai i piedi e vivrai.
Potrebbe non essere esattamente piacevole,
ma è tuo solenne dovere
vivere ancora un altro giorno
per fare dispetto al nemico.

Una parte di te potrebbe sentirsi sola, là dentro,
come un sasso in fondo a un pozzo.
Ma l’altra parte
deve essere così coinvolta
nel vortice del mondo
che ti venga da tremare là dentro
quando fuori, a quaranta giorni di distanza, una foglia si muove.

Aspettare lettere mentre sei dentro,
cantare canzoni tristi,
o stare svegli tutta la notte a fissare il soffitto
è dolce ma pericoloso.
Guardati la faccia tra una rasatura e l’altra,
dimentica la tua età,
stai attento ai pidocchi
e alle notti di primavera,
e ricorda sempre
di mangiare ogni ultimo boccone di pane…
E inoltre non dimenticarti di ridere di cuore.

E chissà,
la donna che ami potrebbe smettere di amarti.
Non dire che non è una gran cosa:
è come un ramo verde spaccato
per l’uomo che è là dentro.

Pensare alle rose e ai giardini fa male,
pensare al mare e alle montagne fa bene.
Leggi e scrivi senza riposo,
e consiglio anche di tessere
e di costruire specchi.

Voglio dire, non è che non si possano passare
dieci o quindici anni dentro
e anche di più…
È possibile
fintanto che il gioiello
nella parte sinistra del tuo petto non perda la sua lucentezza.

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4. Ti auguro tempo

La poesia riscoperta di Elli Michler

Qualche tempo fa ha avuto un certo successo in rete – sia in Italia che all’estero – una poesia dal titolo Ti auguro tempo, presentata come un’opera indiana. Ci è voluto un po’ per appurare che purtroppo, come spesso accade, il vero autore non aveva nulla a che fare con l’India.

Ti auguro tempo, che potete leggere qui di seguito, è invece un’opera di Elli Michler, poetessa tedesca scomparsa nel 2014. Anzi, è sicuramente la sua creazione più famosa, all’interno tra l’altro di un filone – quello della tematica temporale – molto sentito dalla poetessa. Come dimostrano molte delle sue raccolte.

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.

 

5. E l’amore guardò il tempo e rise

I sentimenti e lo scorrere dei giorni secondo Luigi Pirandello

Concludiamo la nostra lista spostandoci in Italia, dove, tra i tanti autori, abbiamo scelto di riportarvi una poesia di Luigi Pirandello. Una poesia che ha anche una certa dose d’ironia – o di umorismo, come avrebbe detto l’autore siciliano –, dietro alla quale si nasconde un significato però profondo.

Il tema è quello del rapporto tra amore e tempo, due diverse forme di eternità che però continuamente muoiono, rinascono, fuggono e ritornano. E si legano in maniera indissolubile, visto che l’uno si esprime al meglio tramite l’altro, nonostante cerchi continuamente di ucciderlo.

E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.

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Il carpe diem di Orazio

 

E voi, quale poesia sul tempo preferite?

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