
Per molti anni, il marchio Starbucks in Italia è sembrato qualcosa di esotico e lontano. La grande catena fondata a Seattle si è infatti rapidamente diffusa in tutto il mondo, ma per molto tempo ha evitato l’Italia, forse per non incappare nel confronto con un paese che al caffè – soprattutto a quello fatto in un certo modo – ci tiene molto. Lo sbarco infine è avvenuto nel 2016, ma i locali in Italia sono ancora pochi se paragonati agli altri paesi europei.
Fondata nel 1971 da tre amici, la società vide decollare i propri introiti nei primi anni ’80, quando l’allora amministratore delegato, Howard Schultz, fece un viaggio in Italia e decise di importare in America alcuni dei nostri prodotti di caffetteria. L’operazione fu un successo, e oggi l’azienda fattura più di 15 miliardi di dollari all’anno, con quasi 200mila dipendenti in tutto il mondo.
Ma quali sono i prodotti più famosi della catena di caffetterie? Quali caratteristiche hanno? In cosa differiscono dai nostri tipi di caffè? Abbiamo scelto le cinque bevande più rappresentative e ve le illustriamo.
Indice
1. Frappuccino
Mocha, Caramel, liscio
La bevanda più famosa di Starbucks è sicuramente il Frappuccino. Come il nome – di derivazione italiana – lascia intuire, si tratta di un mix tra cappuccino e frappè che negli Stati Uniti ha avuto così tanto successo da diventare in un certo senso il simbolo della catena di Seattle.
È un bibitone freddo che in genere viene servito in bicchieri da 12, 16 o 24 once, pari a circa 350, 470 o 710 centilitri. Cioè, detta in termini più semplici, dalle dimensioni di una lattina di bibita gassata fino circa a tre quarti di litro.
Viene prodotto in diverse varianti, per soddisfare tutti i tipi di gusti. Oltre alla versione “liscia”, ha molto successo il Mocha Frappuccino (aromatizzato alla “salsa mocha”, come la chiamano loro, e con sopra panna montata).
Inoltre meritano una menzione il Caramel Frappuccino (aromatizzato al caramello), il Java Chip Frappuccino (con gocce di cioccolato) e il Coffee Frappuccino. Ma le possibili aromatizzazioni sono decine: alla cannella, alle castagne, al cocco, allo zabaione, allo zenzero, al tè verde, alla menta piperita, alla zucca, al cioccolato bianco e così via.
2. Vanilla Latte
Il cappuccino all’americana
Come abbiamo detto in apertura, la svolta per la società arrivò quando Schultz decise di importare (o, meglio: americanizzare) i nostri tipi di caffè. Così facendo, scelse anche di utilizzare i nomi italiani.
In questo modo, quando scorrete il menù di Starbucks vi capita di incontrare una serie di parole familiari, come “macchiato”, “cappuccino”, “americano”, “caffe”, “dolce”, “espresso”, “grande”, “venti”. E, soprattutto, “latte”.
Non dovete però farvi ingannare. Con la parole “latte”, da Starbucks, si indica infatti una via di mezzo tra caffellatte e cappuccino.
In pratica, su un fondo di caffè espresso viene appoggiato un discreto strato di latte cremoso; il tutto può poi essere aromatizzato in vari modi. Anche qui le dimensioni vanno dai 350 ai 710 grammi, ma in genere esiste anche una tazza più piccola da 240 grammi.
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La versione più venduta è il Vanilla Latte, con sciroppo alla vaniglia. Esiste di listino però anche il Latte alla cannella, mentre si può far aggiungere a scelta qualunque sciroppo tra quelli disponibili. Tutti i Latte possono poi essere ordinati in versione fredda.
3. Iced Caramel Macchiato
Quando il caramello entra nel caffè
Se il Latte è la versione made-in-Starbuck del cappuccino (anche se in menù è pure presente un Cappuccino vero e proprio), il Macchiato è il corrispettivo del nostro, omonimo, caffè macchiato.
Diverse sono però le proporzioni: da noi, il caffè macchiato è caffè con una punta di latte; da loro, la bevanda può essere composta anche da più latte che caffè. Questo è il caso, ad esempio, del Caramel Macchiato, uno dei più venduti, in cui ad espresso e latte si aggiungono lo sciroppo alla vaniglia e una spolverata di caramello.
Questa versione viene venduta sia calda, sia soprattutto fredda, ed è molto apprezzata dagli americani.
Se invece volete qualcosa di più vicino ai nostri gusti, esiste l’Espresso Macchiato, servito in bicchieri di vetro delle dimensioni approssimative di una delle nostre tazzine, preparato proprio “all’italiana”. O almeno nel tentativo di replicare la tradizione italiana.
4. White Chocolate Mocha
Panna montata e cioccolato a decorare l’espresso
Un’altra linea di prodotti che riscuote da anni successo è quella dei Mocha. Sotto questa parola, che indica la nostra “moca”, vanno una serie di bevande costituite in gran parte di caffè espresso, con però l’aggiunta di una salsa al cioccolato e, in genere, con panna montata.
Pure in questo caso, varie sono le versioni disponibili, ma la più venduta è probabilmente il White Chocolate Mocha. Si tratta anche qui di un bibitone (dai 240 ai 710 grammi) composto nel modo che abbiamo appena finito di descrivere, con l’aggiunta di panna montata aromatizzata al cioccolato bianco.
Ci sono poi il Caffe Mocha, che è la versione “liscia”, e il Salted Caramel Mocha, con sciroppo mou e caramello. Inoltre, tutti questi tipi di espresso possono essere serviti in versione fredda, o con latte magro.
5. Flat White
Caffè ristretto e latte scremato
Infine, merita una menzione il Flat White, rigorosamente caldo ma sempre servito in bicchieri di grandi dimensioni. Il nucleo di questa bevanda è costituito dall’unione tra caffè ristretto e latte scremato, mescolati assieme in parti più o meno uguali. Sopra a questa base, infine, si piazza una spruzzata di schiuma.
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In questo caso, come in quasi tutti gli altri tipi di bevande che abbiamo presentato finora, si può optare per vari tipi di latte. Si può così scegliere di usare il latte intero, il latte scremato, il parzialmente scremato, il latte di cocco e, negli Stati Uniti, anche il latte di soia.
E voi, quale caffè di Starbucks preferite?