
Quello dei film thriller è un genere che gode da sempre di grande attenzione da parte del pubblico. Nel buio delle sale cinematografiche è infatti piacevole sentire il brivido della tensione che ti sale lungo la schiena, stringere forte la mano al partner e sperare che l’eroe riesca nella difficile impresa di salvare il mondo o la sua stessa vita, riuscendo anche ad arrestare il cattivo di turno.
Derivato dal giallo, a cui unisce una carica di tensione e suspense più forti, il thriller al cinema ha vissuto il suo primo vero momento di gloria nel dopoguerra, quando un maestro come Alfred Hitchcock ne definì i ritmi, i temi, le ambientazioni.
Giallo più suspense
Da lì in poi molti hanno tentato di imitare lo stile del regista inglese, qualcuno con più successo e qualcuno con meno. Poi, negli anni ’90, si è assistito a una sorta di rinascita del genere, che ancora oggi, con registi come Christopher Nolan, continua a stupire e incantare.
Quali sono stati, però, i film thriller più belli e importanti di sempre? Come al solito, quando si affrontano domande di tale portata bisogna un po’ mettere da parte i propri gusti personali e i propri dubbi critici, e scremare con grande generosità, cercando anche di dare una panoramica esaustiva.
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Abbiamo quindi selezionato cinque film che vanno dagli anni ’50 ad oggi, per la maggior parte americani – perché Hollywood è la patria del genere – ma con una deviazione in Germania. Ecco le nostre scelte.
Indice
1. Le vite degli altri (2006)
Partiamo dal più recente dei film che abbiamo scelto, Le vite degli altri, scritto e diretto nel 2006 da Florian Henckel von Donnersmarck e premiato con l’Oscar per il miglior film straniero. Il film può sembrare, all’apparenza, un banale film di spionaggio.
Ed in effetti il protagonista assoluto della pellicola è Ulrich Mühe, l’attore che interpreta un capitano della Stasi, l’organizzazione di spionaggio interno della Germania Est.
Ma la pellicola non è uno dei classici film alla James Bond. La storia è quella, infatti, di uno scrittore che vive nella Berlino Est dei primi anni ’80 e che viene messo sotto controllo appunto da Gerd Wiesel, il capitano della Stasi.
L’obiettivo è sia quello di controllarlo, sia quello di trovare qualche prova per incriminarlo. Pian piano, però, Wiesel inizia a sentire una sorta di vicinanza verso quell’uomo che lo porterà anche a cercare di difenderlo dal meccanismo totalitario dello Stato per cui lavora.
Il dramma di Berlino Est in un thriller mozzafiato
Neppure la trama, però, rende pienamente l’idea del film. Che è davvero un thriller, in cui la presa di coscienza politica è solo uno dei tanti dettagli – emotivi, sociali, personali – che vanno a comporre un complesso puzzle.
La vita – sia quella del capitano Wiesel che quella dello scrittore Georg Dreyman – è infatti costantemente a rischio, per tutto il film, perché la possibilità di essere scoperti è sempre dietro l’angolo. E il loro rischio è un po’ anche il nostro, perché questi personaggi non possono lasciarci indifferenti.
2. Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991)
Dopo un thriller che mescola spionaggio, politica e sentimenti, passiamo a un altro tipo di film di suspense, quello d’azione. Terminator 2 – Il giorno di giudizio appartiene infatti a una fitta schiera di pellicole che all’inizio degli anni ’90 rinnovarono un genere che nel decennio precedente aveva perso un po’ del suo smalto.
Negli anni ’80, infatti, non era mancata la suspense, ma la si era declinata soprattutto in un’ottica spettacolare e violenta, fatta di palazzi che scoppiano e di novelli Rambo in azione.
Terminator 2, scritto e diretto da James Cameron (con l’apporto alla sceneggiatura di William Wisher jr.), seppe riprendere questi elementi, riportando però il baricentro sul lato della tensione più che dello shock.
Oltre agli inseguimenti, ai tentativi di omicidio e ai colpi di scena, qui – come in tutta la serie di Terminator – c’è la tensione per un futuro già scritto che bisogna riuscire in qualche modo a cambiare.
Quando la suspense si mescola con l’azione
Come probabilmente saprete, alla base di questo secondo capitolo c’è l’arrivo nel presente non di uno ma di due diversi Terminator, un T-800 che ha il compito di difendere il giovane John Connor e un T-1000 che ha invece ricevuto l’incarico di eliminarlo.
L’azione e la tensione sono sempre in perfetto equilibrio, così come la direzione di Cameron e le interpretazioni di Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton e Edward Furlong, i tre protagonisti.
3. Il silenzio degli innocenti (1991)
Thriller puro è invece Il silenzio degli innocenti, uscito sempre in quell’anno di grazia che è stato il 1991.
Un thriller che derivava a sua volta da un ottimo libro dello stesso genere, scritto da Thomas Harris all’interno di una serie piuttosto ampia dedicata alla figura di Hannibal Lecter, terribile serial killer famoso per il fatto che divorava le proprie vittime.
La storia, però, è qui in realtà incentrata su un altro omicida seriale, che si fa chiamare Buffalo Bill. Questo maniaco risulta infatti inafferrabile e l’FBI decide di farsi aiutare da Lecter, detenuto in un carcere di massima sicurezza.
Per indurlo a collaborare, mandano da lui una giovane agente di belle speranze, Clarice Starling, che riesce effettivamente a farsi aiutare, anche se forse si espone troppo nei confronti dell’ex psichiatra.
Tra psicologia e serial killer
Il film, diretto da Jonathan Demme e sceneggiato dallo specialista Ted Tally, gioca tutte le sue carte sulla psicologia dei vari personaggi. In questo, è memorabile l’interpretazione sia di Jodie Foster che di Anthony Hopkins, entrambi poi premiati con l’Oscar.
Un premio che vale in un certo senso doppio per l’attore britannico, visto che Hopkins compare nel film solo per una manciata di minuti, dando comunque una prova memorabile.
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In quei pochi minuti infatti il prestigioso attore britannico è riuscito a tratteggiare un personaggio che è entrato nell’immaginario collettivo. E a cui sono state dedicate decine di altre opere, sia letterarie che cinematografiche che, perfino, televisive.
4. Psyco (1960)
Conclusi i capolavori degli ultimi trent’anni, torniamo ora alle origini del genere. Ovvero, ad Alfred Hitchcock. È innegabile infatti che sia stato il regista inglese il primo e più importante autore thriller sul grande schermo.
Non che non esistessero generi simili prima di lui. Basti pensare al noir, alla crime story e al giallo, che pure esistevano fin dagli anni ’30. Ma il thriller vero e proprio, puro, non può che identificarsi con Hitchcock.
Da questo punto di vista, la sua produzione è molto ampia. Si va dai primi capolavori inglesi come Il club dei 39 o L’uomo che sapeva troppo a quelli americani, come Rebecca – La prima moglie, Notorious – L’amante perduta o Il delitto perfetto.
Noi abbiamo però scelto di concentrarci su due film la cui realizzazione fu forse più difficile, perché la suspense deriva da qualcosa che per l’epoca era decisamente nuovo.
Una delle tante rivoluzioni di Alfred Hitchcock
Psyco, infatti, introduce la figura del serial killer, un elemento chiave del thriller moderno che però fino ad allora nel cinema era comparso raramente.
L’unico vero antecedente era forse M – Il mostro di Düsseldorf, la celebre pellicola di Fritz Lang, che però anticipava anche elementi del noir. Psyco introdusse invece un aspetto più psicologico, pur non disdegnando i momenti di tensione.
Memorabili, in questo senso, le scene dell’omicidio sotto alla doccia (forse la più celebre sequenza di tutta la storia del cinema thriller) e il finale. Ma il film non è solo un insieme di maestose scene. È anche la storia di un personaggio, Norman Bates, che ancora oggi influenza il cinema – e non solo il cinema – del brivido.
5. La finestra sul cortile (1954)
L’altro film hitchcockiano che abbiamo scelto è La finestra sul cortile. Qui, a differenza di quanto avviene in Psyco, la psicologia dell’assassino passa decisamente in secondo piano. Così come non è importante neppure la modalità in cui ha ucciso, né il suo movente.
Quello che conta è l’ambiente. E il film l’abbiamo scelto proprio per questo: perché è una profondissima riflessione sul ruolo del cinema e sulle suggestioni – e le paure – che riesce a creare.
La storia, piuttosto nota, è quella del fotografo Jeff Jeffries, costretto da una gamba ingessata a restare fermo nel suo appartamento. Dato il caldo, sia lui che i vicini tengono costantemente le finestre aperte e questo gli permette di osservare la vita degli altri, quasi come la spia del primo film della nostra pellicola.
Questa intromissione apparentemente innocente lo porta però a sospettare che un suo vicino si sia macchiato di un tremendo crimine, e ad investigare.
L’apoteosi del cinema di Hitchcock
Il film, che tutti i critici hanno letto nel corso degli anni come una profonda riflessione sul cinema stesso, è un ottimo esempio dello stile di Hitchcock.
C’è un eroe che è però limitato da un suo particolare difetto (in questo caso la gamba ingessata, in altri film le vertigini o lo scoprirsi inadatto al ruolo), c’è un rapporto strano e inespresso con l’altro sesso (riflesso dell’impotenza dell’eroe), c’è il voyeurismo, c’è l’ironia.
E c’è tanta, tanta tensione, scatenata in un contesto quotidiano ripreso dagli occhi di uno dei protagonisti.
Altri 10 tra i film thriller più belli e consigliati, oltre ai 5 già segnalati
Può darsi però che i cinque film che vi abbiamo presentato non vi bastino e che siate piuttosto “ingordi” di thriller. Allora, velocemente, ve ne segnaliamo altri dieci che solo per poco non sono riusciti ad entrare nella cinquina finale.
Intrigo internazionale
In lista vi abbiamo già presentato Psyco e La finestra sul cortile. Ma praticamente tutta la filmografia di Hitchcock meriterebbe di essere vista e apprezzata. Tra i tanti, ci pare che non possiate perdere Intrigo internazionale, il film del 1959 con Cary Grant.
Il protagonista è un agente pubblicitario che si ritrova suo malgrado coinvolto in un affare più grande di lui. Scambiato per una spia, si trova a misurarsi con una banda di malfattori che non esita a compiere omicidi all’ONU e a cercare più volte di assassinarlo. Ma in mezzo ci sarà anche una storia d’amore.
Se volete saperne di più, ne abbiamo parlato nel nostro articolo su Alfred Hitchcock.
Seven
Facciamo ora un balzo in avanti al 1995, anno in cui esce nelle sale di tutto il mondo Seven, un thriller duro e teso che segna il decollo di varie carriere. Il regista era David Fincher, che fino a quel momento aveva diretto solo Alien³.
I protagonisti erano invece tre attori che già avevano cominciato a farsi conoscere, ma che da lì in poi sarebbero diventati delle vere e proprie star. Due interpretavano dei poliziotti e uno uno psicopatico serial killer. Si trattava da un lato di Morgan Freeman e Brad Pitt e dall’altro di Kevin Spacey. E c’era pure spazio per una giovane Gwyneth Paltrow.
Ne abbiamo parlato più diffusamente quando abbiamo presentato i migliori film con Kevin Spacey.
Memento
Se vogliamo cercare un vero e proprio maestro del thriller nell’ultimo decennio non possiamo che posare gli occhi – come dicevamo all’inizio – su Christopher Nolan. Il regista londinese ha diretto infatti svariate pellicole di grande tensione, a cominciare da quelle che hanno avuto per protagonista Batman fino a Inception.
Il film che l’ha lanciato, però, è datato 2000. Si tratta di Memento, una pellicola particolarissima interpretata, nel ruolo principale, da Guy Pearce. Il protagonista è infatti un uomo che soffre di amnesia a breve termine. Iin pratica dopo una quindicina di minuti dimentica le cose appena accadute. E su questo si innesta una trama gialla.
Trovate altre informazioni nel post che abbiamo scritto sui film dal finale enigmatico.
Il terzo uomo
Molti dei film che abbiamo segnalato finora mescolano tra loro vari generi. Passano dal giallo al mystery, dall’azione all’horror. Alcuni però si potrebbero definire anche come “noir“, cioè film dai toni particolarmente cupi, in cui il protagonista è in genere perseguitato non solo dai criminali, ma anche dal sistema corrotto che lo circonda.
Uno dei capostipiti di questo genere è indubbiamente Il terzo uomo, capolavoro del 1949 di Carol Reed, premiato pure a Cannes. Basato su una sceneggiatura scritta da Graham Greene e interpretato da tre strepitosi attori come Joseph Cotten, Alida Valli e soprattutto Orson Welles, è un film sorprendente e appassionante, che non risente degli anni.
Un’analisi più approfondita la potete leggere nel nostro articolo sui migliori film noir.
Il sesto senso
Credete ai fantasmi? Probabilmente no. Ma altrettanto probabilmente il film Il sesto senso potrebbe farvi ricredere, almeno per qualche ora.
Scritto e diretto da M. Night Shyamalan, il film fu una delle più grandi sorprese della stagione cinematografica del 1999. Al suo interno c’era una star poco abituata ai ruoli drammatici, Bruce Willis, che però se la cavò benissimo. E al suo fianco c’era un bambino che «vedeva la gente morta», magistralmente interpretato da Haley Joel Osment. Un must.
Ne abbiamo parlato anche quando vi abbiamo presentato le pellicole con i migliori finali a sorpresa.
Scappa – Get Out
Di Scappa – Get Out probabilmente non avete sentito molto parlare. A differenza degli altri film che vi stiamo suggerendo, infatti, questo non lo si può certo definire un classico, almeno per il momento. È uscito appena nel 2017 in America e in Italia è arrivato sì, ma in poche sale.
Nonostante la mancanza di star di primo piano nel cast e il fatto che fosse diretto da un esordiente (l’attore Jordan Peele), il film si è comunque guadagnato un po’ alla volta una nutrita schiera di fan. Ed è riuscito addirittura a conquistare un Oscar.
Attenzione, però, perché è un thriller ironico, ma anche con forti sfumature horror. Potrebbe quindi non essere adatto a tutti i gusti.
M – Il mostro di Düsseldorf
A proposito di classici, non si può non riprendere in questo veloce elenco anche M – Il mostro di Düsseldorf, forse il primo grande thriller della storia del cinema. Realizzato nel 1931, era in fondo uno dei primi film sonori, ma nonostante questo non ha subito le ingiurie degli anni.
Diretto dal maestro Fritz Lang e forte di una interpretazione memorabile di Peter Lorre, il film si ispirava ai reali crimini di due serial killer tedeschi. Il protagonista era infatti un vero e proprio mostro colpevole dell’uccisione di varie bambine. Braccato dalla popolazione e dalla polizia, finiva per venire catturato da dei delinquenti.
Ne abbiamo parlato quando abbiamo presentato i film thriller che forse non avete ancora visto.
Prisoners
Piuttosto recente è anche Prisoners, uscito nel 2013 per la regia del visionario Denis Villeneuve (lo stesso di Blade Runner 2049 e Arrival). Il progetto per la verità finì nelle sue mani dopo esser passato attraverso vari registi. E anche gli attori – Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal – furono gli ultimi di una serie di possibili interpreti.
Tutto prende avvio dalla scomparsa di due giovani ragazze, in Pennsylvania. Dopo le indagini, la polizia finisce per arrestare un sospettato, ma lo rilascia poco dopo. Il padre di una delle due ragazze, quindi, decide di sequestrare il sospettato per cercare di risolvere la questione a modo suo.
Il film è stato un successo al botteghino negli States ed ha ottenuto una nomination agli Oscar.
I diabolici
Non sono però solo gli americani o gli inglesi a fare grandi film di tensione. Anche in Francia, anzi, sono stati a lungo dei maestri del genere. Lo dimostra I diabolici, classico del 1955 diretto da quello che allora veniva chiamato “l’Hitchcock francese”, Henri-Georges Clouzot.
Il film mette al centro della trama due donne. La prima è la direttrice di un collegio, tiranneggiata da un marito fedifrago. L’altra è proprio l’amante del marito. Le due donne si mettono d’accordo per ucciderlo, inscenando un finto annegamento, ma nel loro piano qualcosa inizia a non funzionare.
Il film è un capolavoro del genere e ha avuto vari remake. Il più famoso – ma non altrettanto bello – è Diabolique, con Sharon Stone e Isabella Adjani.
Il mistero del falco
Avrete probabilmente già sentito parlare de Il falcone maltese, il capolavoro hard-boiled dello scrittore Dashiell Hammett. Forse però non avete mai visto il suo adattamento cinematografico, che è bello quanto l’originale letterario.
Il mistero del falco – questo il titolo italiano – comparve nei cinema nel 1941 per la regia del grande John Huston. Ma grandi erano anche gli attori che vi recitavano: il protagonista, nel ruolo di Sam Spade, era infatti Humphrey Bogart. E attorno a lui gravitavano Mary Astor, Peter Lorre ed altri ancora.
Ottenne, al tempo, tre nomination agli Oscar, ma negli anni è stato inserito in numerose liste sui migliori film americani di tutti i tempi.