Cinque tra i fumetti più belli del mondo

Alcuni famosi e belli fumetti americani (foto di Sam Howzit via Flickr)

Il fumetto non è roba per bambini. Ahimé, però, non è questo il pensiero comune, soprattutto in un paese come il nostro. Il fumetto inteso come letteratura di serie B, come cosa per poppanti o ragazzini, come diversivo, intrattenimento, ridimensionato nella sua importanza storica, culturale, globale. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, non voglio semplificare un discorso tanto complesso: parlo solo dell’idea comune che l’italiano medio ha del media fumetto. In altri paesi le cose vanno sicuramente meglio (anche se non in tutti, ovviamente), ma c’è ancora da lavorare.

Il fumetto può essere intrattenimento, può divenire diversivo, può essere diretto ai bambini come ai ragazzini. Ma questo non significa che non esista il fumetto impegnato, quello per adulti, quello che sviluppa determinate tematiche e tocca determinati ambiti.

Può essere scritto bene o male, puntare sul disegno o sulla storia, avere forma letteraria o prediligere una dimensione più figurativa.


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Ma come tutte le forme artistiche il fumetto ha la sua storia, i suoi eroi, i suoi capolavori. O tutto l’opposto. In tutte le sue forme e generi, in tutte le culture del pianeta.

Che si tratti di comics (negli USA), manga (in Giappone) o bande dessinée (in Francia/Belgio), che sia il fumetto italiano o quello sud-americano, stiamo comunque parlando di una grossissima fetta di autori, appassionati, editori e collezionisti.

Parlare di fumetto però non è semplice. Più facile è parlare di determinati titoli. Per questo oggi vi presenterò cinque capolavori del fumetto mondiale, cinque tra i fumetti più belli del mondo. Cinque grandi opere che ogni appassionato dovrebbe leggere e che potrebbero avvicinare a questo mondo chi non lo conosce.

 

1. Watchmen

La decostruzione del genere supereroistico

Alcuni dei personaggi di Watchmen, il fumetto che ha rovesciato il mito dei supereroiIl fumetto supereroistico è una realtà importante, soprattutto al giorno d’oggi, nell’epoca dei cinecomics. La vita editoriale dei supereroi comincia negli anni ’30, si evolve nel corso degli anni, assume una propria identità basata su una filosofia ben precisa, assumendo determinati aspetti canonici.

Il supereroe, così, diventa stereotipo. Nel 1986 però arriva Watchmen e cambia le carte in tavola.

Watchmen, scritto dal genio britannico Alan Moore e disegnato da Dave Gibbons, è una miniserie pubblicata tra il 1986 e il 1987, un’opera immensa che, al suo compimento, è divenuta il romanzo grafico più famoso e importante di sempre, tanto da essersi guadagnata un premio Hugo ed esser stata inserita nella lista di Time dei “100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi”.


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La grandezza di un’opera del genere sta nell’aver decostruito il genere supereroistico presentandolo da un punto di vista umano e umanamente psicologico.

Ambientata in una realtà alternativa del 1985 in cui la Guerra fredda non è mai finita, presenta supereroi senza super poteri (tranne il dio in terra Dottor Manhattan) che non solo devono affrontare il rischio di una futura guerra nucleare ma che si ritrovano ad investigare sull’omicidio di uno di loro.

In Watchmen non c’è il solito discorso dei supereroi con super problemi o il fatto che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, ma c’è un’indagine su personaggi costretti a vivere in un tessuto politico e sociale corrotto, in un continuo stato di emergenza.

Vengono messe quindi in luce le dinamiche personali e relazionali, ponendo i personaggi da un punto di vista estremamente umano.

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2. Il corvo

Cult nel mondo del fumetto underground

Il protagonista de Il corvo, uno di quelli che abbiamo scelto tra i fumetti più belli del mondoEra il febbraio del 1989 quando, in America, la Caliber Press pubblicò il primo numero de Il corvo di James O’Barr, miniserie divenuta subito cult nel mondo del fumetto underground e che scatenò l’interesse degli appassionati di tutto il mondo. Tanto da diventare un film, anch’esso di culto, interpretato da Brandon Lee (il figlio di Bruce) e diretto da Alex Proyas.

La storia che viene raccontata è quella tragica di Eric e Shelly, uccisi da una banda di balordi. Ma considerato il grande torto subito, Eric non può riposare in pace, e per questo torna dal mondo dei morti deciso ad attuare la sua terribile e dolorosa vendetta.

Il corvo è un’opera underground e violenta, citazionista (da Baudelaire ai The Cure, dai Joy Division a Edgar Allan Poe, quest’ultimo fin dal titolo) che racconta una storia di amore e di odio, di morte e dolore, un fumetto cupo, dark, dal carattere estremo e dal disegno in bianco e nero nervoso, schizofrenico.

Un fumetto duro e indigesto che però non rinuncia a sfumature melò di struggente impatto emotivo che percorrono sottopelle questo capolavoro.

Un’opera dolorosa come poche cose al mondo che fa rivivere lo strazio del protagonista e ci fa penetrare nella sua mente sconvolta dalla morte e dai ricordi. Tra romanticismo e decadentismo, tra splatter e poesia, un fumetto fondamentale.

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3. Persepolis

Un’opera adulta e impegnata

La copertina dell'edizione integrale di Persepolis, di Marjane SatrapiPersepolis è un graphic novel di genere storico/autobiografico, scritto e disegnato dall’iraniana Marjane Satrapi e pubblicato in Francia nel 2000.

Opera incredibile e incredibilmente importante, che affronta tematiche attualissime e difficili come l’islamismo, la dittatura e le differenze/similitudini tra Oriente e Occidente.

Protagonista di questo fumetto è l’autrice stessa, che vive dall’infanzia all’età adulta le contraddizioni della sua nazione, l’Iran, passando dalla Rivoluzione islamica alla Guerra tra Iran e Iraq che la costringe ad emigrare in Europa.

Marjane Satrapi non è una fumettista di professione bensì una scrittrice (soprattutto di libri per bambini) e la cosa si nota.

Il suo disegno non è curato nei minimi dettagli, non è particolarmente “bello” ma ha in sé una fortissima carica emotiva e narrativa che permette all’autrice di esprimere le proprie idee e i propri pensieri anche da un punto di vista grafico. Un’opera adulta e impegnata, difficile ma che non fa distinzioni di razza, età o religione.

Anzi, in Persepolis viene rappresentata benissimo una certa evoluzione (o involuzione, non vengono dati giudizi etici o morali) di uno stato e una cultura vista prima dagli occhi di una bambina e poi, con un lento cambio di stile, da un’adulta. Il tutto con stile delicato, ironico e fantasioso, tra continui riferimenti pop.

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4. I maestri dell’orzo

Un fumetto corale

I personaggi della saga belga I maestri dell'orzoI maestri dell’orzo è un bande dessinée scritto dal genio belga Jean Van Hamme e disegnato da Francis Vallès. È stato pubblicato in Francia in sette volumi tra il 1992 e il 1997 (più un ottavo pubblicato nel 2001), volumi che narrano la storia della famiglia Steenfort tra il 1854 e 1997.

Famiglia di mastri birrai del Belgio che, attraversando la storia, conosceranno fama e successo ma anche incredibili sconfitte, lutti e tragedie.

I maestri dell’orzo è un graphic novel caratterizzato da 7 “capitoli”, ognuno dei quali narra le vicende in un periodo storico differente, seguendo un determinato momento nella vita di ogni nuovo erede della dinastia.

Il tutto è stato poi completato da un ottavo capitolo che, attraverso uno stratagemma metanarrativo, chiude il cerchio andando a riempire i momenti più oscuri, i buchi lasciati tra un capitolo e l’altro.


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L’opera assume una forma che potrebbe ricordare il “modello fiction” e, infatti, originariamente Van Hamme aveva concepito I maestri dell’orzo come sceneggiatura televisiva. Stiamo parlando di un fumetto corale, di un’opera che trova nei singoli personaggi espressione di un percorso che arriva fin quasi ai giorni nostri.

E noi lettori potremo odiare, compatire o amare la famiglia Steenfort, gioire del loro successo o rimanere totalmente indifferenti alle loro tragedie, trovandoci immersi in una storia che comunque ci costringerà alla lettura fino all’ultima pagina.

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5. Devilman

Un manga tra i più grandi capolavori del fumetto mondiale

Devilman di Go Nagai è forse il manga più bello e cupo della storia del fumetto giapponeseDevilman di Go Nagai non solo è tra i più importanti manga mai pubblicati, ma è sicuramente tra i più grandi capolavori del fumetto mondiale. Un’opera shonen, quindi diretta ad un pubblico di adolescenti, che travalica però questa classificazione.

E infatti Devilman è uno dei fumetti più cupi, tragici e nichilisti mai scritti e disegnati, un lavoro che mette in luce la totale mancanza di fiducia del suo autore nei confronti di un genere umano debole e bigotto.

Devilman è stato pubblicato sulla rivista Weekly Shōnen Magazine tra il 1972 e il 1973, poi raccolto in 5 tankōbon (volumi).

Narra le gesta di Akira Fudo, un ragazzo buono, timido e impacciato che grazie al (o per colpa del) suo migliore amico Ryo Asuka viene a conoscenza di un terribile segreto: i demoni, gli antichi abitanti del nostro pianeta, si sono risvegliati da un sonno millenario e intendono riconquistare il mondo.

Per opporsi a loro Akira sarà costretto a fondere il suo corpo con quello del demone Amon, divenendo così un Devilman, difensore del genere umano.

Go Nagai cominciò a lavorare a quello che tuttora è il suo capolavoro dopo il fallimento di una serie precedente e molto simile, ovvero Mao Dante, tentando di riproporne il protagonista demoniaco in chiave più supereroistica.

Secondo gli intenti iniziali, infatti, Devilman avrebbe dovuto essere una serie leggera, caratterizzata da combattimenti seriali ma, comunque, anche dall’impostazione horror. Solo andando avanti nella realizzazione il mangaka decise di evolvere l’opera trasformandola in una critica spietata verso la società giapponese di quegli anni.

L’autore mischia abilmente tematiche e simboli religiosi (soprattutto cristiani) al folklore locale, si lascia ispirare dalle incisioni di Gustave Doré della Divina Commedia per dar vita ad un disegno carico di pathos, tradendo in un certo senso le proprie origini di disegnatore comico ma dando vita ad un’opera adulta e crudele, terribile, che non mancherà di sorprendere il lettore lasciandolo, con il bellissimo finale, spiazzato e con un peso sullo stomaco da cui sarà difficile liberarsi.

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