Cinque tra i migliori giochi di ruolo online

Una schermata di World of Warcraft, il più celebre tra i giochi di ruolo online

Se siete appassionati di giochi di ruolo – o, all’inglese e usando un acronimo, RPG – sapete bene che l’offerta supera la domanda, o quantomeno la vostra: i giochi disponibili sul mercato sono tantissimi e probabilmente non avrete mai l’occasione di provarli tutti. Anche perché, diciamolo: quando si incontra un gioco di ruolo che funziona, si fa fatica ad abbandonarlo e questo riesce anzi quasi a succhiarci via la vita, impedendoci di badare ai nostri rapporti sociali, al lavoro o alla scuola e, ovviamente, anche agli altri giochi di questo genere.

Anche noi in passato, su queste stesse colonne, abbiamo dedicato ampio spazio al settore: abbiamo parlato degli RPG per Android e iPhone e dei videogiochi fantasy, che usano ampiamente questo sistema di gioco. Oggi però vogliamo concentrarci sui giochi di ruolo online, cioè su quelli che permettono di giocare collegandosi con decine (se non centinaia) di altri utenti sparsi per il mondo. In gergo vengono chiamati MMORPG, cioè Massive Multiplayer Online Role-Playing Games, giochi di ruolo online dal multiplayer massivo, e hanno un discreto seguito. Scopriamo i cinque che a nostro avviso sono i migliori del settore.


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World of Warcraft

In vetta dal 2004

Non c’è alcun dubbio su quale sia il videogioco che domina la classifica: World of Warcraft è stato lanciato da Blizzard Entertainment addirittura nel 2004, ma da allora nessun altro concorrente è riuscito a scalzarlo dalla prima posizione nel cuore degli appassionati. Un primato conseguito non solo grazie alla qualità del gioco in sé, ma anche alle nuove funzionalità che gli sviluppatori hanno continuato ad introdurre nel corso degli anni, forti di introiti importanti derivanti dal sistema di abbonamento.

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E proprio il numero degli abbonamenti è impressionante e testimonia la bontà del progetto targato Blizzard: al momento gli iscritti al gioco sono quasi 5 milioni in tutto il mondo, ma in passato – soprattutto in concomitanza col rilascio di certe espansioni – si è arrivati addirittura alla vertiginosa cifra di 12 milioni di utenti attivi e paganti. L’ambientazione è ovviamente fantasy, come quasi sempre accade con giochi di questo tipo, e infatti il giocatore si trova ad impersonare un esponente di una delle principali razze presentate nel gioco, e cioè umani, orchi, troll, tauren, elfi della notte, non morti reietti, nani e gnomi (a cui poi, con espansioni successive, si sono aggiunti elfi del sangue, draenei, goblin, worgen e pandaren); scopo del gioco è quello di completare le missioni che vengono assegnate, migliorando le proprie capacità di combattimento e acquisendo nuovi oggetti.

 

Guild Wars 2

Un modello completamente diverso

Se è vero World of Warcraft, come abbiamo appena finito di dire, è un esempio quasi insuperabile nel suo genere, è conseguenza naturale che i suoi diretti concorrenti abbiano, nel corso del tempo, dovuto trovare strade alternative per non sfidare il “pezzo grosso” sul suo stesso terreno, ma per stimolare gli appassionati con qualcosa di diverso. È questa, ci pare, la filosofia che sta alla base anche di Guild Wars 2, non solo dal punto di vista ludico ma anche da quello commerciale: il gioco sviluppato da ArenaNet ha infatti messo da parte il sistema di gioco online ad abbonamento, sostituendolo con l’acquisto iniziale che garantisce già di per sé un accesso illimitato ai servizi online.

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Dal punto di vista del gameplay, poi, gli sviluppatori hanno cercato di rendere il gioco più “reattivo” nei confronti delle azioni degli utenti; un compito arduo in un MMORPG, ma che qui sembra essere riuscito piuttosto bene, visto che le decisioni prese dal giocatore influenzano le avventure che si trova a vivere in seguito. Anche qui l’ambientazione è tipicamente fantasy, in un mondo stravolto dal risveglio degli Antichi Draghi; le razze giocabili sono cinque: oltre agli umani, ci sono gli asura (piccoli artigiani che hanno vissuto a lungo sottoterra), i charr (felini amanti della guerra), i norn (umani di grandi dimensioni) e i sylvari (piante umanoidi).

 

Star Wars: the Old Republic

Mettere i panni del cavaliere Jedi

Come già è emerso da questi primi paragrafi, uno dei punti chiave dei giochi di ruolo (non solo online e non solo elettronici) è l’ambientazione, cioè la capacità di creare mondi realistici ma allo stesso tempo magici, di permettere l’immedesimazione del giocatore ma allo stesso mondo di farlo viaggiare altrove e renderlo qualcosa di diverso da ciò che è. E questo aspetto che potremmo definire più “narrativo” è particolarmente curato in certi giochi come ad esempio Star Wars: the Old Republic, realizzato dai canadesi di BioWare all’interno dell’universo narrativo creato e gestito da George Lucas; un MMORPG anzi talmente curato da risultare forse per certi versi migliore, sul piano della storia, dei tre celebri prequel cinematografici della saga.


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Il gioco in sé permette di immedesimarsi in un cavaliere Jedi o in un pericoloso Sith e in molti altri personaggi di quella saga, e di giocare di conseguenza con spade laser e razze aliene; se poi a questo si aggiungono aggiornamenti costanti – con l’introduzione di nuove storie, armi e altre attrezzature varie – ci si può facilmente rendere conto di essere davanti ad un gioco di tutto rispetto. Dal punto di vista commerciale, il lancio, avvenuto a fine 2011, ha dato una risposta molto positiva, con record di vendite in molti paesi occidentali; poi, nel 2012, le iscrizioni sono calate notevolmente ma l’introduzione di diverse tipologie di rendita (e soprattutto il passaggio ad un sistema freemium, con un gioco-base gratuito anche se limitato e con modalità di gioco ed espansioni acquistabili a parte) ha riportato rapidamente il titolo in auge.

 

RuneScape

Forse il migliore tra i browser game

Prima di concludere la lista con un titolo famoso, soffermiamoci per un attimo su una tipologia di MMORPG decisamente diversa da quelle che abbiamo illustrato finora, se non altro a livello di commercializzazione: i giochi di cui vi abbiamo parlato, infatti, vengono venduti come normali videogame e, una volta fatti girare sul proprio PC o sulla propria console, si connettono alla rete e vi permettono di giocare con o contro altri appassionati in giro per il mondo; RuneScape, lanciato addirittura nel 2001 dagli inglesi della Jagex, è invece un browser game, cioè un gioco che, sfruttando la tecnologia Java, si svolge all’interno del proprio browser e quindi gira indifferentemente su Windows, Mac e Linux, oltre ad essere gratuito (almeno all’inizio).

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Di ambientazione fantasy e di ispirazione nordica – anche se poi le ambientazioni vanno a coprire anche altre zone del mondo –, il gioco è storicamente quello di maggior successo nel suo genere, capace di mettere a referto ben 130 milioni di utenti iscritti, anche se solo 6 attivi attualmente. Più spartano degli altri dal punto di vista grafico, è però ben sviluppato sul versante narrativo e delle possibilità di esplorazione del giocatore, che, tra ambienti free e a pagamento, ha sicuramente di che sbizzarrirsi.

 

Final Fantasy XIV Online: A Realm Reborn

Un ottimo gioco nato dalle ceneri di un fallimento

E concludiamo, come promesso, con un pezzo forte della nostra lista, Final Fantasy XIV nella versione A Realm Reborn, che non è solo un aggiornamento del gioco uscito per PC nel 2010, ma un vero e proprio restyling completo, che ne ha cambiato la natura. La prima versione, infatti, non aveva convinto né gli appassionati, né la stampa specializzata: il sistema di navigazione era piuttosto cervellotico e non mancavano i bug che mettevano costantemente a dura prova la pazienza dei fedelissimi della saga di Square Enix. Così a distanza di tre anni, in occasione dell’uscita per PlayStation, in Giappone hanno pensato bene di rimettere mano al gioco e di rilasciarne una versione più degna e in grado di rientrare a pieno titolo anche in questa nostra classifica.


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A Realm Reborn è risultato così, fin da subito, fresco e vivace, pieno di quest interessanti ma anche di riferimenti al passato che sono riusciti a scuotere il cuore dei fan. Soprattutto, ben strutturato era il sistema delle classi, organizzato secondo un meccanismo dinamico che permette al giocatore di cambiare classe rispetto a quella di partenza sostituendo l’arma o l’attrezzo di riferimento, o ancora acquistando equipaggiamenti o uccidendo mostri. Insomma, il gioco è letteralmente rinato, mettendo una pezza sul primo passo falso che era costato un duro colpo all’immagine di Square Enix, con scuse pubbliche dell’amministratore delegato e grossi investimenti (sia economici che umani) che si sono dovuti mettere in campo per rimediare all’errore.

 

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