Cinque tra i migliori giochi per Sega Mega Drive

Alcuni dei più famosi giochi per Sega Mega Drive

Se siete nati nell’ultima parte degli anni ’70 o nei primi anni ’80, avete vissuto – come altre volte abbiamo avuto modo di ricordare – dei tempi di grandi cambiamenti, simili a quelli di oggi: gli adolescenti di questi anni, infatti, costituiscono la schiera dei cosiddetti nativi digitali, ragazzi cresciuti con gli smartphone, i tablet e internet sempre al loro fianco, ma quelli di venti o venticinque anni fa scoprivano la prima televisione con una grade offerta di canali (tra cui anche quelli musicali), le console per i videogiochi, l’informatica, l’influenza dello stile di vita americano e la prima, parziale globalizzazione.

Innovazioni diverse e non sempre apprezzate e apprezzabili, ma che di sicuro hanno cambiato radicalmente il modo di essere adolescenti in quegli anni. Proprio alle console abbiamo dedicato, non a caso, uno specifico articolo qualche tempo fa, ma oggi vogliamo concentrarci su una di esse in particolare: il Sega Mega Drive (noto, in nord America, col nome di Genesis), lanciato in Giappone nel 1988 e in Europa nel 1990 come avversario diretto prima del Nintendo NES, poi del Super Nintendo. Per quella piattaforma furono creati circa 900 giochi, alcuni di grande successo e altri oggi dimenticati: abbiamo scelto i cinque che secondo noi sono più significativi.

 

The Revenge of Shinobi

Il platform coi ninja

Uno dei primi giochi ad uscire per la nuova piattaforma a 16 bit della Sega fu The Revenge of Shinobi, realizzato dalla stessa casa nipponica e disponibile a partire dal 1989, prima ancora che la console venisse commercializzata al di fuori del Giappone. Si trattava del sequel di un altro titolo che aveva avuto molta fortuna sia nelle sale giochi che nella sua versione per Sega Master System, Shinobi, di cui riprendeva il personaggio principale, migliorandone però gli effetti e la giocabilità.

Il protagonista era infatti il ninja Joe Musashi che, dopo l’uccisione del suo maestro e il rapimento della sua sposa, decideva di scagliarsi contro l’organizzazione criminale Neo Zeed, affrontandone i membri. Tipico platform game, il gioco era diviso in otto distretti da tre scene ciascuno, l’ultima delle quali prevedeva il confronto con l’immancabile boss del livello, a cui si doveva aggiungere un boss finale che la memoria collettiva ricorda come particolarmente difficile da affrontare. Era comunque, al suo tempo e forse ancora oggi, uno dei migliori giochi del suo genere, tra l’altro accompagnato da una colonna sonora molto riuscita composta dallo specialista Yuzo Koshiro.

 

Street Fighter II

Un picchiaduro da sala giochi

Uno dei punti di forza di quelle prime console uscite tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 fu la possibilità di emulare quello che accadeva all’interno delle sale giochi, riproducendole nel salotto della propria casa: e non a caso furono per lungo tempo proprio i giochi arcade a dominare la scena. Il più famoso di tutti, forse, fu Street Fighter II, un gioco dal successo clamoroso non solo all’interno del mercato legato alla console di Sega ma in generale, su tutte le piattaforme (tanto da diventare il gioco più venduto di sempre tra quelli prodotti dalla Capcom, una delle software house storiche del settore).

Lanciato nel 1991 e anch’esso seguito di un già fortunato gioco che aveva stabilito gli standard del settore, era un picchiaduro a incontri in cui il giocatore doveva sconfiggere il proprio avversario in match al meglio dei tre incontri. Ebbe così tanto successo che la Capcom decise di produrne, per qualche anno, degli aggiornamenti, lanciati con titoli nuovi ma spesso quasi identici all’originale se non per l’introduzione di nuovi personaggi o una velocità lievemente modificata; su Mega Drive, forse la versione più apprezzata fu Super Street Fighter II – The New Challengers, che nel 1993 introdusse quattro nuovi personaggi, cambiò i finali di altri personaggi e modificò alcuni dettagli grafici.

 

Sonic the Hedgehog 2

Il personaggio-simbolo di Sega

Ogni console, allora come oggi, ha bisogno di qualche serie in esclusiva, che possa contraddistinguerla rispetto alla concorrenza: se per Nintendo il personaggio di questo tipo è stato e continua ad essere Mario, per la Sega e per le sue console di allora il simbolo era Sonic the Hedgehog, protagonista di una fortunata serie di videogiochi, quasi sempre di ottima fattura. Tra tutti quelli prodotti in quegli anni, il titolo che noi – e, crediamo, non solo noi – ricordiamo con maggior nostalgia è Sonic the Hedgehog 2, lanciato nel novembre 1992 e prodotto direttamente dalla Sega.

Il gioco è il più venduto della storia del Mega Drive, con 6 milioni di copie piazzate nei sei mesi successivi all’uscita, tanto che poi è stato ripubblicato, negli anni successivi, per una miriade di nuove piattaforme come i cellulari di vecchia e nuova generazione, la PlayStation ed altri sistemi. Si tratta di un classico gioco a piattaforme con qualche novità, come in particolare la grande velocità: ogni livello doveva infatti essere completato nel tempo massimo di dieci minuti, mentre il rotolamento del personaggio principale sfruttava molle ed altri strumenti per aumentare a dismisura il proprio scatto. Inoltre in questo secondo capitolo al classico personaggio di Sonic veniva affiancato Tails, una volpe a due code che permetteva di divertirsi anche in modalità due giocatori.

 

Streets of Rage 2

Una saga made in Japan

Il secondo picchiaduro della nostra cinquina è Streets of Rage, uscito relativamente tardi, quando già il Mega Drive cominciava a perdere i primi colpi sul mercato, cioè nel gennaio del 1993 (almeno per quanto riguarda l’Europa). A differenza di Street Fighter II, però, qui siamo di fronte a un picchiaduro a scorrimento, con caratteristiche quindi lievemente diverse soprattutto nel ritmo a cui può essere giocato; lo sviluppo e la pubblicazione furono a carico di Sega, che ne fece uno dei suoi prodotti di punta di quel periodo.

Molte, infatti, furono le migliorie apportate rispetto al capitolo precedente, uscito nel 1991 per le stesse piattaforme: in primo luogo, vi fu un notevole miglioramento grafico sia nei fondali che nella gestione dei personaggi; inoltre, furono aumentate le mosse che ogni personaggio poteva fare, escluse certe caratteristiche che avevano reso il gioco difficile da gestire e allo stesso tempo rese più intriganti alcune sfide, portando così questo secondo capitolo della saga a diventare, probabilmente, il migliore dell’intera serie, visto anche che Streets of Rage 3, del 1994, cercò di mantenersi più o meno sulla stessa linea.

 

Micro Machines 2

Le piccole macchinine che andavano tanto di moda

Concludiamo con un videogioco atipico, che forse non ha potuto godere del successo che avrebbe meritato: Micro Machines 2. Il titolo fu pubblicato sul finire del 1994 per varie piattaforme e quindi non in esclusiva (ne furono elaborate versioni anche per Super Nintendo, Game Boy e MS-DOS), ma che forse proprio su Mega Drive diede i suoi risultati migliori, anche per il fatto che veniva venduto tramite una cartuccia speciale che permetteva di aggiungere due ulteriori controller e di giocare, quindi, anche in quattro persone.

Sviluppato da Supersonic Software e pubblicato da Codemasters, il gioco sfruttava la popolarità – allora molto alta – delle Micro Machines, una linea di modellini di automobili particolarmente piccola che in quegli anni vendeva bene tra i bambini e i ragazzini, tanto da fare la sua comparsa anche all’interno di pellicole come Mamma, ho perso l’aereo. La particolarità del gioco, al di là delle auto in miniatura, erano però i particolarissimi livelli: si gareggiava come in un normale gioco di corse automobilistiche, ma non si scendeva in pista o su un circuito cittadino, quanto piuttosto all’interno di tavole imbandite, banchi di scuola, vasche da bagno, camerette e così via, dovendo quindi di volta in volta superare degli ostacoli giganteschi che garantivano sfide sempre nuove ed inedite.

 

Segnala altri grandi giochi per Sega Mega Drive nei commenti.

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