
Una delle fobie più frequenti dell’essere umano riguarda i serpenti. Non importa che il rettile in questione sia velenoso o meno, basta un nome qualsiasi – boa, biscia, vipera – a scatenare il panico, al quale segue un terrore che si manifesta allo stato puro. La paura atavica risale alle origini dell’uomo: nella Bibbia e nelle società giudeo-cristiane, il serpente è indicato come il simbolo del male, e si è diffusa la credenza che sia necessario “scacciarlo” per poter sopravvivere.
Il corpo di questi animali, privo di arti, freddo e coperto da squame – a cui aggiungo anche una suggestiva lingua biforcuta – impedisce ogni forma di antropomorfismo. In sostanza, non ci possiamo immedesimare in essi, ed è noto che tutto quello che si rivela “diverso” viene recepito dall’occhio umano come sinonimo di pericolo.
[wpzon keywords=”serpenti” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]Affinché si sviluppi una fobia, però, occorre che nell’infanzia si verifichi un vero e proprio trauma, che spesso viene rimosso e del quale si fa fatica a parlare. L’esperienza porta ad affermare che tutto ciò che ci accade da piccoli lascia segni indelebili nella nostra vita, mentre eventi allo stesso modo traumatici, vissuti in età adulta, ci “scivolano addosso” come fossero acqua fresca. Per questo, non occorre che l’evento scatenante sia stato grave, oppure che una persona sia stata in pericolo di vita: a volte basta davvero poco, come il pestare accidentalmente la coda ad un povero rettile, mentre si cammina lungo un canale, oppure aver udito gridare un adulto che all’epoca aveva più timore di noi. In psicoanalisi, poi, le interpretazioni sulla paura dei serpenti – che ricordano la forma fallica – si sprecano.
Una fobia è una paura irrazionale, che non può essere controllata, e quindi è vero che chi non ama questi animali può fare ben poco in proposito. Tuttavia, bisogna sempre ricordare che non tutti i serpenti sono velenosi e quindi, potenzialmente, pericolosi per l’uomo. Fra essi vi sono anche animali schivi che evitano qualunque interazione. I serpenti, infatti, se non provocati, difficilmente attaccano l’essere umano. Anzi, sentendolo arrivare, essi tendono a fuggire, salvo particolari situazioni, ovvero laddove possano sentirsi minacciati ed intrappolati nella fuga.
[wpzon keywords=”serpenti” sindex=”Toys” sort=”relevancerank” listing=”6″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]In Italia, la specie pericolosa è solo la vipera, e si contano circa tre morsi mortali all’anno. I serpenti di grandi dimensioni vivono unicamente ai tropici, e di seguito ci proponiamo di analizzarne cinque diversi tipi. Non senza prima avere specificato che misurare con esattezza la lunghezza di un serpente non è impresa facile. Da vivi, infatti, essi non sono mai completamente distesi; mentre da morti si rischia di distenderli troppo, a causa dell’estrema flessibilità del loro corpo. Per questo, le misurazioni di questi animali vanno sempre prese con un margine minimo di errore, fermo restando che chi è un “gigante” si riconosce e rimane tale.
Indice
Anaconda
Il gigantesco serpente dei film horror
L’anaconda è un serpente diffuso nel “Nuovo Mondo”, conosciuto attraverso leggende e film che lo ritraggono quale mangiatore di uomini. Molto spesso le notizie su ritrovamenti di anaconda giganti si rivelano delle bufale, specie se viene specificato che, al suo interno, siano presenti corpi umani ingoiati per intero. Le dimensioni di questo rettile, appartenente alla famiglia dei boidi – in pratica la specie dei pitoni e quella a cui appartengono i serpenti più grandi –, variano dai 6 agli 8 metri, con eccezione per l’anaconda verde, che può raggiungere anche i 10 metri.
L’anaconda non è velenoso; caccia sia piccole prede come i topi, che quelle più consistenti, come il caimano nero. La preda prediletta rimane il capibara – il più grande roditore attualmente esistente. L’anaconda trascorre la maggior parte della vita in acqua, dove riesce a muoversi agilmente. Tende agguati alle prede, rimanendo immerso, poiché ha occhi e narici sulla punta del naso, che lo rendono sempre vigile. Senza dubbio si tratta del serpente più pesante al mondo – raggiunge anche i 100 chilogrammi – ed è un rettile territoriale che non caccia in branco e non tollera invasioni. Quindi, se l’uomo, anche accidentalmente, dovesse invadere il suo territorio, verrebbe attaccato, ma sempre per preservare l’istinto di sopravvivenza. Sebbene non sia velenoso, dalle zone infestate dagli anaconda – come le zone umide dell’America meridionale –, è sempre meglio tenersi alla larga. Mettete che la leggenda dell’uomo ingoiato interamente sia vera? Meglio non rischiare.
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Cobra reale
Il serpente che “guarda” dritto negli occhi
Il cobra reale è senza dubbio il serpente velenoso più lungo del mondo. È diffuso nel nord dell’India, nel sud della Cina, in Malesia, nelle Filippine e nel sud-est asiatico. Possiede un veleno potentissimo, che lo rende letale. Pensate che è in grado di uccidere un elefante indiano adulto con un solo morso. Il colore della pelle varia dal verde al marrone, in alcuni casi può essere nero. Il segno inconfondibile è dato da due squame scure, poste nella parte posteriore della testa – in pratica è come se avesse tatuati due grandi occhi stilizzati nella parte occipitale del cranio. Solitamente questa specie raggiunge i 3 metri di lunghezza, ma alcuni esemplari arrivano a 5. Le zanne sono molto lunghe, mentre il peso può variare da 10 a 12 chili.
Il cobra reale è un serpente che vive in prossimità di corsi d’acqua, ed è un esperto nuotatore. Talvolta si spinge anche nelle aree abitate, creando problemi ai contadini. Quando si sente minacciato, vuole estromettere i possibili predatori dal territorio, ragion per cui solleva la parte anteriore del corpo e gonfia il collo. Può sollevarsi anche di un metro da terra, ed è molto agile ad inseguire la preda. Se mai vi dovesse capitare una cosa simile, datevela a gambe senza alcun rimpianto, perché la sua minaccia è stata estremamente chiara. Tale serpente è un animale diurno, che se necessario pratica anche il cannibalismo nei confronti dei suoi simili. E come sempre, in natura, vince il più forte.
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Pitone reticolato
Un finto sornione che in realtà vede tutto
Il pitone reticolato è uno dei più grandi serpenti al mondo, solo meno massiccio rispetto all’anaconda verde. Ha un capo grosso, appiattito, con le narici poste lateralmente; il corpo, invece, è sottile. Arriva a misurare da 4,5 a 9,5 metri e può raggiungere fino ai 140 chilogrammi di peso. Il corpo è giallo o comunque dorato, con squame che lo “disegnano” di nero. Sa nuotare e riesce ad arrampicarsi, ma a differenza dei suoi “colleghi” citati in precedenza, passa la maggior parte del tempo a terra e raramente si allontana dalla tana.
È un serpente asiatico, che predilige le foreste pluviali, e può avvicinarsi ai centri abitati. Le prede ideali sono molte: dal topo all’antilope, passando per gli uccelli, i rettili, pesci di grandi dimensioni e, a volte, persino coccodrilli. Non è velenoso, ma si consiglia ugualmente di starne alla larga. Le grandi dimensioni e la forza tipica della sua specie ne fanno uno di quei serpenti che non lasciano scampo.
Boa constrictor
Ti avvolge in un abbraccio micidiale
Il boa è il serpente “costrittore” per eccellenza, anch’esso appartenente alla famiglia dei boidi – in sostanza, quella a cui appartengono i serpenti di maggiori dimensioni. È in grado di uccidere le prede avvolgendole e soffocandole fra le sue spire. Talvolta raggiunge i 4 metri e i 30 chili. La tonalità varia dal verde al marrone. È presente in tutti gli stati dell’America centrale e meridionale, e nelle Piccole Antille. Si nutre di esili mammiferi, come i topi; oppure di uccelli e serpenti più piccoli. Le femmine non depongono le uova, ma partoriscono piccoli serpenti già formati.
Il boa constrictor non è velenoso, ma uccide con la potenza delle sue spire: in pratica le vertebre si chiudono in cerchi concentrici sempre più stretti, fino a quando la preda non riesce più a respirare e muore per asfissia. Questo è sufficiente a consigliare di fuggire, al primo sentore della sua presenza. Si evita così di tormentarlo e ferirlo inutilmente, e si ha la garanzia di avere salva la vita.
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Cervone
Finalmente un “italiano” nel gruppo
Concludiamo questa breve rassegna di serpenti di grandi dimensioni con quello che è il più imponente serpente presente in Italia, il cervone. Appartiene alla famiglia dei colubridi, e la sua lunghezza può variare fra gli 80 e i 240 centimetri. Nulla a che vedere coi suoi parenti extracontinentali, ma il cervone è uno tra i serpenti più grandi d’Europa, e, per una questione di “campanilismo”, andava citato. È di colore bruno-giallo, con le caratteristiche quattro barre scure che “tagliano” il corpo in maniera longitudinale. Nuota bene, ma è poco veloce. È un serpente diurno e terricolo, sebbene talvolta lo si possa trovare su alberi ed arbusti: ha una coda prensile e riesce ad arrampicarsi ovunque. Si nutre di piccoli mammiferi, come topi o scoiattoli, che soffoca fra le spire, oltre che di uova e qualche piccolo rettile, soprattutto lucertole.
È diffuso dall’Europa sudorientale all’Asia Minore, mentre in Italia abita le zone centro-meridionali. Ama ambienti caldi e umidi, per questo lo si può trovare fino a 1000 metri sul livello del mare. Il cervone deve il suo nome al fatto che i pastori che lo vedevano durante la muta scambiavano la pelle secca della testa per delle corna. Serpente non velenoso, in un paese in provincia de l’Aquila – Cocullo, per la precisione – viene portato in processione, durante la festa di San Domenico. La statua del santo è ricoperta, infatti, da miriadi di questi serpenti. Ma questo non è un buon motivo per torturare l’animale o stressarlo. Il mio consiglio è sempre quello di passare oltre, dopo averne constatato la non pericolosità.