
C’è chi studia cercando di dare il massimo e magari puntando al massimo anche in fatto di voti. Il suo scopo è avere un avvenire qui da noi in Italia, dove, si sa, il lavoro arranca ed è quindi compito di ognuno formarsi in maniera continuativa per darsi quella chance in più. C’è però anche chi, al contrario, già da giovane non ha l’Italia come orizzonte geografico in cui lavorare e crescere, ma il mondo. Un ragionamento che, soprattutto di questi tempi, non fa una grinza, visto che per ora è all’estero che si trovano le migliori opportunità per i neolaureati.
Quando si parla di cervelli in fuga altro non si fa che riferirsi a quei 5mila laureati che ogni anno lasciano il nostro paese per cercare fortuna all’estero. Un danno per la stessa Italia, che nel corso dei primi 20 anni di vita di queste persone spende soldi e risorse per poi vederle andar via perché, sostanzialmente, non in grado assicurare loro l’avvenire che cercano. Un danno anche economico che secondo un’indagine de L’Espresso si stima in circa 175 milioni di euro annui.
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Ma al di là degli aspetti politici, culturali e di spesa sociale che stanno dietro a questa vicenda, ci interessa qui sapere quali sono le lauree o più in generale le facoltà che al momento garantiscono maggiori opportunità di impiego all’estero.
Indice
Laurea in Ingegneria
Dagli Stati Uniti all’Estremo Oriente
Al primo posto di questa ipotetica classifica troviamo le lauree a indirizzo ingegneristico. La conferma di quella che comunque già da un po’ di tempo era una sensazione sedimentata negli addetti ai lavori viene dalle analisi di Almalaurea, secondo le quali i laureati in ingegneria sono in grado di trovare un impiego anche all’estero a 5 anni dal conseguimento della laurea nel 31% dei casi.
E sono un po’ tutte le aree dell’ingegneria ad essere oggetto di interesse da parte delle aziende estere; dall’elettronica e dall’informatica, particolarmente apprezzate negli Stati Uniti, all’ingegneria gestionale, edile, civile e meccanica, per le quali invece c’è grande richiesta in Medio Oriente e nell’Estremo Oriente.
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Laurea in Relazioni internazionali
Verso la carriera diplomatica e non solo
Subito dopo Ingegneria troviamo la Laurea in Relazioni internazionali. Si tratta di un percorso di studi tutto sommato recente, nato dalla più consolidata Laurea in Scienze politiche, che ultimamente sta vivendo un periodo di forte crescita. Non è caso che molte università private, come ad esempio Unicusano, offrano corsi di Laurea in Relazioni internazionali anche esclusivamente online.
Gli insegnamenti variano dalle materie politiche a quelle linguistiche, storiche, economiche, sociologiche e di diritto internazionale, mentre gli sbocchi lavorativi dopo la laurea sono molteplici. Gran parte dei laureati aspirano alla carriera diplomatica ma possono puntare anche a diverse posizioni in organizzazioni internazionali (governative e non), nella pubblica amministrazione e in aziende private.
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Laurea in Lingue straniere
Quando spostarsi all’estero diventa una cosa semplice
Anche i laureati in Lingue straniere figurano, e questo un po’ ce lo si aspettava, tra quelli che riescono a trovare impiego all’estero con maggior facilità. Gli ambiti entro cui si trova impiego sono i più disparati; c’è chi, avendo imparato una lingua molto diffusa come l’inglese o lo spagnolo, si reca all’estero alla ricerca di un lavoro qualsiasi, e chi invece magari si specializza nell’utilizzo di tali lingue straniere a supporto di quelle aziende (estere) che operano in ambito globale.
Tra le lingue che stanno dando maggiori opportunità in questo momento si annoverano il russo (che tuttavia ha subito una leggera flessione nella domande negli ultimi tempi), l’arabo ed il cinese. A livello professionale molti laureati in lingue straniere trovano impiego o come insegnanti (in alcuni casi si può anche avere la fortuna di essere chiamati all’estero ad insegnare italiano e/o latino), come traduttori (dipendenti o freelance) e come interpreti. Gli ambiti aziendali in cui sono invece maggiormente richiesti sono quelli della finanza, del marketing, del turismo e dell’alimentazione.
Laurea in Economia
E dove si guadagna meglio
Scendiamo di un gradino nella nostra classifica e al quarto posto tra le lauree che garantiscono maggiori possibilità di impiego all’estero troviamo quella in Economia. In quali ambiti? I più disparati: si va dal commercialista tradizionale al broker, dal contabile al credit manager, passando per l’analisi e la consulenza finanziaria, il marketing e lo specialista in tassazione nazionale ed internazionale.
È stata fatta un’indagine specifica sulle possibilità di impiego all’estero per i laureati in economia e si è visto che esistono delle aree geografiche ben definite in cui c’è maggior richiesta rispetto alla loro posizione. Si è visto ad esempio che in Svizzera possono andare a guadagnare fino a 50mila euro netti annui, poco di più di quanto invece guadagnerebbero in altre aree a forte richiesta come il Lussemburgo, la Danimarca e l’Inghilterra. Fuori dall’Europa invece le zone a maggior richiesta per gli specialisti in economia sono il Canada, l’Australia e gli Emirati Arabi; in tutte queste zone facilmente il compenso annuo per una posizione-tipo supera i 60mila euro, molto lontani da quanto accadrebbe invece in Italia.
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Laurea in Medicina
Andarsene anche se c’è lavoro in Italia
Al quinto ed ultimo posto della nostra speciale classifica troviamo infine i laureati in medicina. Qui il discorso è leggermente diverso perché, essendo l’area medica l’unica a numero chiuso tra quelle viste sin qui, è anche quella che più facilmente può portare a trovare una occupazione già in Italia, come specialista autonomo, come medico ospedaliero o convenzionato. Ci sono però lo stesso tanti laureati in medicina, magari anche molto brillanti, che pur avendo diverse possibilità di impiego in Italia decidono di andare all’estero.
Perché lo fanno? In cima alle possibili motivazioni c’è quella relativa alla ricerca medica, che in Italia è praticamente inesistente. Chi infatti vuole dedicarsi a questo particolare ambito altro non può fare che decidere di partire magari alla volta degli Stati Uniti, dove è concentrato il grosso dei laboratori di ricerca internazionali. Altresì ci sono, tra i laureati in medicina, molti che decidono di andar via perché, consci delle proprie capacità, e non volendo accettare i compromessi tipici del lavoro made in Italy, decidono che per loro è meglio cambiar aria, cercando fortuna fuori dai confini nazionali.
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Si tratta anche in questo caso di menti brillanti di cui poi magari si sente parlare ogni tanto sui giornali perché, all’estero, e non in Italia, riescono ad affermarsi come veri e propri luminari del proprio settore.