Cinque tra le scarpe più strane del mondo

Guida alle scarpe più strane mai viste

Non c’è dubbio che le scarpe abbiano un ruolo privilegiato nella definizione dell’outfit di una ragazza; che siano anzi, forse, il punto gravitazionale attorno a cui ruotano tutte le scelte d’abbigliamento e che, soprattutto, possano dire molto su chi le indossa. Non a caso, se siete come me, il vostro umore dipende in maniera impressionante da quello che portate ai piedi, così come la scelta su quale nuovo paio di scarpe comprare può essere una delle più impegnative del mese (o della settimana, o del giorno, a seconda di quanto le vostre finanze vi consentano di soddisfare i vostri desideri).

Le scarpe ci permettono di essere seducenti o professionali, disinvolte o ritrose, aggressive o raffinate addirittura più di quanto non possa fare un vestito, perché la scarpa ha il fascino misterioso delle cose che si scoprono in un secondo momento, che non risaltano alla prima occhiata ma che si rivelano più decisive, nell’inquadrare una persona, di molti altri orpelli.

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Per questo esistono scarpe di tutti i tipi e per tutti i gusti. A me hanno sempre attratto quelle appariscenti, nonostante io non sia una di quelle persone che amano far girare gli altri al loro passaggio; ma, concedetemelo, un paio di scarpe che stupiscono sono in grado di lasciare il segno. A volte, però, il rischio è che l’esuberanza sia troppa e che certe calzature risultino eccessive. È il caso delle cinque che abbiamo selezionato per voi oggi, che sono probabilmente le scarpe più strane del mondo.

 

Le scarpe Game Boy

Per appassionate dei videogiochi ma non del buon gusto

La scarpa col Game Boy incorporatoEra il 2007 quando sul web fecero la loro comparsa due scarpe che, di sicuro, saranno anche per voi difficili da dimenticare. Nessuno ha avuto il coraggio di dar loro un nome ufficiale né tantomeno di commercializzarle, ma per qualche ora, ormai quasi dieci anni fa, ebbero il loro momento di gloria: noi le chiamiamo “scarpe Game Boy” e sono delle scarpe femminili con una zeppa particolarmente generosa in cui è stato ricavato l’alloggiamento per appunto un Game Boy, forse la più celebre tra le console portatili mai create.

Certo, le console non sono forse, generalmente, l’hobby preferito delle ragazze, o quantomeno hanno molto più successo tra il genere maschile, ma finora i designer, per quanto riguarda i maschi, non sono andati oltre a qualche suola che ricalca il controller dell’Xbox o della PlayStation o a qualche simbolo e mascotte di videogiochi appiccicato su sneakers abbastanza convenzionali. Per le donne, invece, come vedete qui di fianco, si sono sbizzarriti, mettendo da parte l’orgoglio e il buon gusto. Come detto, la foto di queste scarpe di ignoto autore ebbe larga diffusione nel 2007, ma probabilmente il concept risale a qualche anno prima, visto che su alcuni canali IRC girava già dalla fine degli anni ’90.

 

Il tacco rovesciato

Per attirare l’attenzione

Due modelli disegnati da Marc JacobsMolte della scarpe che potrete vedere in questa lista non esistono realmente, ma sono solo il prodotto della fantasia del web o di qualche studente di design; in certi casi, però, le stranezze non sono rimaste solo sulla carta o sullo schermo di un computer, ma sono andate in produzione e forse avete avuto modo di vederle in giro anche voi. Una di queste è la scarpa col tacco rovesciato, che ha fatto la sua improvvisa comparsa qualche anno fa e ha avuto una certa fortuna nell’ambito delle curiosità da provare una volta o due, ma non è riuscita a guadagnarsi un seguito duraturo. Tra gli stilisti, ad aver cavalcato quest’idea è stato soprattutto Marc Jacobs, l’ex direttore artistico di Louis Vuitton.

L’idea di fondo è quella di “smontare” in un certo senso la scarpa, scomponendola nei suoi componenti essenziali, componenti che poi vanno riassemblati in maniera nuova e innovativa. Così il tacco non sta più sotto al tallone, dove è sempre stato e dove l’abitudine vorrebbe che continuasse a stare, ma sfila, in posizione orizzontale, sulla pianta del piede, continuando a sostenerlo e ad alzarlo ma in un modo di sicuro originale.

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A detta di chi l’ha prodotta, la stabilità sembra essere garantita comunque, nonostante il peso non poggi più sul tallone, ma la verità è che queste scarpe obbligano chi le indossa a spostare il corpo maggiormente in avanti, sulle punte o comunque sulla parte anteriore del piede, con un prevedibile ulteriore affaticamento delle caviglie. Insomma, sono scarpe che non si possono portare particolarmente a lungo, sia perché bisogna fare una certa attenzione a non cadere (la base d’appoggio è molto più stretta), sia perché si rischia a fine giornata di uscirne particolarmente indolenzite. Se però il vostro obiettivo è quello di attirare l’attenzione su di voi e sui vostri piedi, il gioco sarà valso la candela.

 

Sentirsi una ballerina

Quando il tacco è davanti

Il progetto, estremo, di Leanie van der VyverNel paragrafo precedente vi abbiamo presentato un tipo di scarpe originale e a suo modo estremo, ma non pensate di aver già visto tutto: perché le calzature che vi presentiamo ora seguono più o meno la stessa filosofia, ma la portano ad un livello successivo. Pensate da Leanie van der Vyver – una studentessa di design olandese, apparentemente interessata più alla ricerca artistica che alla produzione industriale –, queste scarpe hanno infatti qualcosa di addirittura inquietante nel perseguire l’idea del rovesciamento, qualcosa che fa sì che la modella che indossa le scarpe assomigli a un prodotto della fantasia di Franz Kafka o di un Tim Burton particolarmente dark (ricordate Edward mani di forbice?).

Come si può ben vedere dalla foto che riportiamo qui di fianco, infatti, queste scarpe assomigliano, nell’uso, quasi a dei trampoli e obbligano la modella a stare costantemente piegata in avanti per mantenere l’equilibrio e per riuscire a muoversi. D’altronde, il piede è completamente piegato, quasi come se si fosse una ballerina che si muove sulle punte, e il tacco serve piuttosto a frenare la caduta in avanti, che con una pendenza del genere sarebbe inevitabile.


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Realizzate in cuoio – più duro all’esterno e più morbido all’interno, per non rendere ancora più insopportabile l’esperienza della povera indossatrice –, queste scarpe sono state create dalla Van der Vyver come tesi finale all’Accademia Gerrit Rietveld di Amsterdam, dov’è stata seguita dal designer di calzature René van den Berg. L’idea, secondo le sue stesse parole, era quella di spingere ancora più in là il concetto di bellezza e perfezione.

 

La Dildo Shoe

Simboli femministi e fallici, tutti in un unico paio di scarpe

La Dildo Shoe di Michael BrownContinuiamo a parlare di tacchi, ma rendiamo un po’ più piccante la faccenda con le Dildo Shoes, anche queste frutto di un progetto accademico firmato da Michael Brown, studente di design alla De Monfort University di Leicester, nel Regno Unito.

Disegnate nel 2007, queste scarpe mescolano evidenti elementi fetish sul davanti a un sex toy (un dildo, appunto) usato come tacco, tacco tra l’altro piuttosto alto che finisce anche in questo caso per far sporgere in avanti l’indossatrice, ricordando di molto la posizione delle ballerine quando salgono sulle punte. Ma qui – a differenza di altri esempi che abbiamo riportato – la scarpa sembra avere anche un significato più profondo: il tacco ha ovviamente la forma di un pene, e quindi tutto il progetto può essere letto in chiave metaforica come un richiamo alla donna forte che mette letteralmente sotto il proprio tallone il maschio.

 

Le scarpe con l’animaletto dentro

Potenza di Photoshop

La scarpa con l’insetto inclusoC’è chi con un paio di scarpe si sente una tigre, chi una gattina. Difficile, però, che una ragazza possa trovare delle scarpe in grado di farla sentire un criceto, un ragno o un pesciolino: eppure sono proprio questi gli animali e gli insetti che alcuni fantasiosi burloni sul web hanno deciso di introdurre – con fare evidentemente provocatorio – all’interno di scarpe trasparenti.

Si dirà: certo, con Photoshop tutto è possibile. E infatti di sicuro nessuno ha avuto il coraggio di dare vita reale a calzature di questo tipo, ma già l’idea manifesta una certa tragica inventiva e non lascia indifferenti.

 

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