Cinque tra i migliori film horror degli ultimi quindici anni

Una delle scene iniziali di 28 giorni dopo, uno degli horror più riusciti degli ultimi 15 anni

Ai film horror abbiamo già dedicato, in passato, qualche articolo: vi abbiamo parlato delle pellicole dedicate ai licantropi e delle più spaventose di ogni epoca, delle serie tv che ci hanno spiegato Halloween e dei manga più terrificanti. Mancava, però, un articolo sui film più recenti, sulle pellicole cioè che negli ultimi quindici anni – dal cambio di secolo in poi – hanno cercato di rinnovare il genere, ricollegandosi ai grandi classici del passato ma anche adattandosi ai gusti dello spettatore contemporaneo.

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Diciamo subito che questo quindicennio è stato forse quello più complicato per quanto riguarda il cinema horror: il genere, infatti, dopo alcuni film ben fatti e sviluppati nel solco della tradizione (oltre a 28 giorni dopo e Saw l’enigmista, di cui parleremo, bisogna citare anche The Ring e The Others) si è infatti mescolato ad altre tendenze, come la commedia demenziale e il thriller nordico, cambiando almeno in parte faccia e, forse, lasciando in maniera definitiva alle serie tv il compito di portare avanti l’interpretazione classica. Comunque sia, abbiamo scelto cinque pellicole che, ci sembra, sono tra le migliori prodotte dal 2000 ad oggi: scopriamole assieme.

 

28 giorni dopo

Quando gli inglesi si trasformano in zombi

Uscito nel 2002, 28 giorni dopo è stato un successo piuttosto inatteso, almeno nelle sue proporzioni; un film, nato come una piccola produzione britannica, che è riuscito a lanciare la stella di Cillian Murphy, a rilanciare quella del regista Danny Boyle (che cinque anni dopo avrebbe fatto incetta di premi in tutto il mondo con The Millionaire) e soprattutto a far tornare di moda gli zombi, dopo qualche anno di appannamento mediatico.


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La storia è piuttosto nota: 28 giorni dopo un tragico attacco di un gruppo di animalisti ad un centro di ricerca, il giovane Jim si risveglia dal coma in un ospedale completamente deserto; cominciando a girare per Londra, si rende conto che qualcosa di drammatico è accaduto alla città, fino a quando non scopre che la popolazione è stata infettata da un ferocissimo virus che trasforma le persone in pazzi assetati di sangue. Da qui in poi, grazie all’aiuto e a volte allo scontro con altri sopravvissuti, Jim cercherà una via di fuga a quella distopia.

 

L’alba dei morti dementi

Se l’horror riesce anche a farti ridere

Datato 2004 è invece L’alba dei morti dementi, uno dei primi e più interessanti esperimenti di mescolanza di generi, visto che l’horror qui si fonde, fin nel titolo (anche se nell’originale inglese manca questo riferimento), con la commedia demenziale, o almeno con i suoi esempi migliori. Partendo da uno spunto quasi identico a quello di 28 giorni dopo, la pellicola – diretta e scritta (assieme a Simon Pegg) da Edgar Wright – affronta l’ipotesi di una Londra trasformata ancora una volta in un campo di battaglia a causa dell’improvvisa trasformazione in zombi di gran parte dei suoi abitanti, con il protagonista, Shaun, intento a cercare di salvare la pelle sua e dei suoi amici.

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L’elemento sconvolgente, però, qui non è tanto la paura, quanto la comicità: sfruttando situazioni al limite del grottesco, che trovano la loro apoteosi nell’assurdo finale, il film infatti riesce a strappare allo stesso tempo brividi e risate, giocando sui colpi di scena, sulla satira nei confronti della società moderna e sulla parodia dei film di genere. Tra l’altro la pellicola ha avuto anche due seguiti, finendo per diventare il primo capitolo di quella che è chiamata la trilogia del cornetto: gli stessi autori, lo stesso regista e gli stessi interpreti sono infatti poi stati protagonisti anche degli ugualmente ottimi Hot Fuzz e La fine del mondo.

 

Saw l’enigmista

Il primo capitolo di una fortunatissima serie psico-splatter

Più tradizionale, almeno nell’idea di cosa un horror dovrebbe comunicare, è invece Saw l’enigmista, blockbuster inatteso della stagione cinematografica del 2004: con un budget di poco più di un milione di dollari, infatti, questo primo film seppe portare nelle casse dei produttori più di 100 milioni di dollari di incassi, cifra poi rinforzata, nel corso degli anni, anche dai vari sequel (Saw II nel 2005, Saw III nel 2006, Saw IV nel 2007, Saw V nel 2008, Saw VI nel 2009 e Saw 3D nel 2010).


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Ma la tradizione, in questa prima pellicola, è presente solo fino ad un certo punto: Saw, infatti, può essere considerato il fondatore dello psico-splatter, quel genere che sfrutta la tensione psicologica tipica di certi thriller ma che la innesta all’interno di una struttura tipicamente splatter e sanguinolenta. Lo spunto iniziale, comune poi ad altri film della saga, è quello di un serial killer, Jigsaw, che, essendo malato di un cancro al cervello, vuole far sentire l’importanza della vita a delle persone che fino ad allora l’hanno trascurata, spingendo all’estremo le loro scelte e costringendoli a fare cose orribili pur di salvarsi.

 

Lasciami entrare

Il terrore che arriva dalla Svezia

Ben diverso dai film che abbiamo presentato finora è invece Lasciami entrare, quantomeno per la sua provenienza geografica: se le altre produzioni della nostra cinquina sono infatti tutte britanniche o americane, questo film è stato girato invece in Svezia ed è riuscito a guadagnarsi visibilità sui maggiori mercati mondiali soprattutto grazie alla vittoria del Tribeca Film Fest di New York (quello fondato da Robert De Niro) nel 2008. Da quel momento in poi la strada per la pellicola – diretta da Tomas Alfredson e sceneggiata da John Ajvide Lindqvist (che ha tratto la storia da un suo stesso romanzo, pubblicato in Italia da Marsilio, d’altro canto specializzata in thriller provenienti dal nord Europa) – è stata decisamente in discesa, tanto che nel 2010 ne è stato realizzato un remake americano, Blood Story.


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La storia, toccante e inquietante allo stesso tempo, si concentra su due ragazzi che vivono nella Stoccolma dei primi anni ’80: da un lato Oskar, uno studente che viene maltrattato a scuola da alcuni bulli, senza che nessuno, neppure tra gli adulti, prenda le sue difese; dall’altro Eli, una ragazzina strana e misteriosa, che con il procedere della trama si scopre essere una vampira che ha bisogno di assalire di notte degli umani per sopravvivere. Mentre gli omicidi sconquassano la comunità del quartiere in cui i due vivono, tra Oskar e Eli si instaura una profonda amicizia, che li porterà poi ad una scelta importante e definitiva.

 

Benvenuti a Zombieland

Le giovani speranze di Hollywood sulle strade americane

Concludiamo con una pellicola – la più recente della nostra cinquina, visto che è uscita nel 2009 – che tenta di riprendere lo humor di L’alba dei morti dementi, inserendolo però all’interno di un gusto per l’azione più tipicamente americano e collegandolo ad alcuni divi, allora come oggi, in forte ascesa ad Hollywood: stiamo parlando di Benvenuti a Zombieland, film di grande successo al botteghino di mezzo mondo che però in Italia è uscito direttamente per il mercato dell’home video, saltando a piè pari le sale cinematografiche. Un film diretto da Ruben Fleischer e interpretato dal veterano Woody Harrelson assieme alle giovani speranze Emma Stone, Jesse Eisenberg, Abigail Breslin e Amber Heard.

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Anche qui la situazione è quella post-apocalittica di un paese, gli Stati Uniti, trasformati in un’accozzaglia di zombi; protagonisti sono il giovane Columbus e il più anziano Tallahassee, che si imbattono nella loro strada in due sorelle, Wichita e Little Rock, dirette verso la California. Nel loro viaggio i quattro incontreranno anche il reale Bill Murray, che finiranno malauguratamente per uccidere, e soprattutto si misureranno con montagne di zombi, che finiranno per eliminare senza pietà, scoprendosi molto più uniti di quanto non pensassero all’inizio.

 

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