Cinque tradizioni e feste spagnole tutelate dall’Unesco

Mori contro cristiani a Campello, in una delle tipiche feste spagnole (foto di Bereber via Wikimedia Commons)
Mori contro cristiani a Campello, in una delle tipiche feste spagnole (foto di Bereber via Wikimedia Commons)

Non è raro pensare alla Spagna quando si parla di feste. Gli spagnoli sono infatti conosciuti, e a ragione, per il loro attaccamento e rispetto nei confronti di tradizioni e feste locali. La varietà di regioni, di climi, di lingue e culture all’interno di questo paese ha dato vita, nei secoli, allo sviluppo e conservazione di consuetudini uniche ed estremamente diverse tra loro.

Alcune di queste sono state incluse nella lista dei patrimoni immateriali stilata dall’UNESCO, istituita nel 2006 e in continuo aumento. L’obiettivo è quello di salvaguardare, promuovere e incoraggiare le attività locali in quanto ricchezza internazionale.


Leggi anche: Cinque esempi di patrimonio italiano protetti dall’Unesco

 

1. La Festa dei cortili di Cordoba

Fiesta de los patios de Córdova

Durante le prime due settimane di maggio, nella città di Cordoba, i proprietari delle case di vari quartieri della città aprono al pubblico i cortili interni delle loro abitazioni, meravigliosamente decorati con fiori e piante. Situata nel cuore dell’Andalusia, Cordoba ha un clima caldo e secco, ed è proprio per questa ragione che al tempo dei romani le case venivano costruite con un patio interno dal pavimento in pietra, spesso dotato di un pozzo per raccogliere l’acqua piovana.

Successivamente, il modello viene ripreso dagli arabi: il patio viene collegato direttamente con la strada per mezzo di un androne e l’interno viene decorato con abbondante vegetazione per attenuare la calura.

I cortili pieni di fiori di Cordoba

La tradizione nasce con un concorso indetto dalla città all’inizio del ‘900, che premiava in pesetas il patio con la migliore decorazione. Nel corso degli anni, il successo di questa colorata celebrazione della primavera aumentò, arrivando ad attirare migliaia di visitatori ogni anno.

 

2. Le torri umane

Els castells

Le torri umane sono una delle tradizioni più conosciute e spettacolari della regione catalana. Dalla festa del pueblo fino al concorso internazionale di Tarragona, le competizioni di castells attirano sempre una gran folla di spettatori.

Si svolgono generalmente in spazi ampi, dato che il numero di persone necessarie alla “costruzione” di una torre è in media di cento persone. I vari gruppi di castellers rappresentano una città o un quartiere, e contano tra i propri membri donne e uomini di tutte le età, ovviamente in buone condizioni fisiche.

Els castells, le torri umane catalane

Esistono vari tipi di torri, classificate in base al numero di piani e alle persone per ogni piano. Tutti richiedono comunque una gran dose di concentrazione e di equilibrio, di resistenza e sangue freddo. È impressionante vedere la rapidità con cui i castellers si arrampicano sui compagni, salendo sempre più su, fino ad arrivare alla punta, che solitamente è un bambino.

Mentre si crea un castell, la folla trattiene il fiato, osservando con un misto di eccitazione e timore la torre umana che rapidamente prende forma, e un po’ vacilla per la tensione. Quando poi la torre è completa, esplode un applauso collettivo liberatorio, sulle note di tamburi e gralles, un tipico strumento a fiato.

 

3. Il linguaggio fischiato

El silbo gomero

Posti di fronte alla necessità di comunicare a grandi distanze, i primi abitanti dell’isola della Gomera, appartenente all’arcipelago delle Canarie, fecero ciò che più sembrava naturale ed efficace: fischiare.

E così, tra vallate e campi, nacque il silbo, che con i secoli si evolse sino a diventare una vera e propria lingua. L’alfabeto conta due vocali e quattro consonanti, ognuna corrispondente ad un fischio, diverso per continuità e suono.

Questo eccezionale linguaggio, unico al mondo, venne anche utilizzato dagli indigeni come codice segreto per comunicare durante l’occupazione spagnola. Successivamente, venne adattato alla lingua del conquistatore e tramandato di generazione in generazione.


Leggi anche: Cinque tra le più strane tradizioni per il matrimonio nel mondo

Dal 1999 è materia di studio nelle scuole dell’isola ed è attualmente conosciuto e utilizzato da circa 20.000 persone; per i turisti che si vogliono cimentare, le guide locali offrono anche la possibilità di impararne le basi.

 

4. La Patum

A Berga, per il Corpus Domini

La Patum è una tradizione antichissima, che si rinnova ogni anno dal 1200 circa a Berga, una località distante un centinaio di chilometri da Barcellona. Durante un’intera settimana nel mese di maggio, in occasione del Corpus Domini, si susseguono una serie di eventi che scandiscono le varie parti della festa.

Vengono messe in scena le radici storiche e folcloristiche della città: un giorno vengono così rievocate le guerre tra cristiani e arabi, mentre il giorno seguente tocca alla lotta tra angeli e demoni, accompagnate da petardi e giochi pirotecnici.

Figure mistiche e simboliche, giganti, nani ed animali si esibiscono sul solenne ritmo – il patum, per l’appunto – del tamburo, suonato da un personaggio chiamato tabal. L’evento finale, senza dubbio il più spettacolare della festa, è il tirabol: si tratta di un ballo a cui partecipano non solo tutte le comparse, ma anche l’intera città, o chiunque riesca a farsi spazio nella piazza-teatro gremita.

La musica accompagna il movimento della folla, che salta e danza in senso antiorario, con le braccia allacciate. Umano e fantastico, sacro e profano si fondono, in una caotica armonia.

 

5. Il Mistero di Elche

Misteri d’Elx

Il 14 e 15 agosto, in occasione della festa dell’Assunzione, nella Basilica di Santa Maria della città valenciana di Elche, viene messo in scena uno spettacolare dramma sacro. Le prime notizie si hanno già nel XIII secolo, e fin da allora la tradizione si è tramandata pressoché identica: gli attori sono esclusivamente uomini e il testo è scritto in valenciano antico.

Il soggetto del dramma è la morte di Maria, annunciata da un gruppo di angeli che cala dalla cupola con una palma dorata. Maria viene poi seppellita dagli apostoli e sale al cielo, accolta dalla Santissima Trinità.

La cupola della Basilica di Santa Maria a Elche con la struttura a palma (foto di Joanbanjo via Wikimedia Commons)
La cupola della Basilica di Santa Maria a Elche con la struttura a palma (foto di Joanbanjo via Wikimedia Commons)

Lo spettacolo è interamente cantato, e la musica presenta influenze medievali e barocche. Il “palco” è diviso in orizzontale e verticale: la parte “terrena” consiste in una piattaforma quadrata, posizionata al centro della chiesa, mentre quella “aerea” è costituita da una struttura in legno situata alla base della cupola.

Le corde che sollevano

Da qui, nascosti alla vista dei sottostanti spettatori, i tecnici maneggiano le corde che permettono di sollevare i vari personaggi divini fino alle “porte del cielo”.

 

E voi, quale festa spagnola preferite?

Ecco le cinque tradizioni e feste spagnole tutelate dall'Unesco che abbiamo scelto: vota la tua preferita.

 

Segnala altre tradizioni e feste spagnole tutelate dall’Unesco nei commenti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here