Cinque vignette di Mafalda e le sue tematiche più divertenti

Alla scoperta delle migliori strisce e vignette di Mafalda

Mafalda è la simpaticissima bambina che, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, ha spopolato come protagonista di numerose vignette. Il suo creatore è Quino, nome d’arte di Joaquín Salvador Lavado, fumettista argentino di origini andaluse [1]. L’appartenenza al mondo latino è un elemento che rende Mafalda ancora più originale, dal momento che all’epoca le comic strip più in voga erano statunitensi.

Le prime strisce in cui compare Mafalda sono state pubblicate nel 1964. Forse per le domande scomode, forse per il coraggio di esternare ciò che tutti tacciono o magari per entrambe le cose, la bimba argentina ha raggiunto piano piano una fama internazionale.

L’italiano è stata la prima lingua straniera in cui le sue vicende sono state tradotte. A suo tempo fu elogiata perfino da Umberto Eco, che la ribattezzò amorevolmente “Mafalda la contestataria” e che si occupò di scrivere la prima introduzione ad un suo libro.

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Essendo una bambina, Mafalda frequenta i suoi coetanei, ma gli amici che la circondano non condividono i suoi interessi. Si preoccupa dei problemi del mondo con un coinvolgimento tale da superare persino gli adulti e tenta di diffondere un messaggio di pace e giustizia.

Quino la disegnò solo fino al 1973, ma la sua bimba di Buenos Aires continua ad avere molto da dire anche oggi. Vediamo insieme cinque tematiche trattate nelle sue vignette più pungenti.

 

1. Mafalda e la minestra

Il carattere ribelle di Mafalda spicca subito tra le mura domestiche e le prime proteste cominciano a tavola durante l’ora dei pasti. A parte le domande irriverenti, pranzi e cene vengono rese più movimentate dalle sue smorfie quando la mamma le serve la minestra, la pietanza che odia in assoluto.

Il suo disgusto davanti al piatto di brodo, unito agli stratagemmi che inventa per evitare di mangiarlo, è anzi forse l’atteggiamento – l’unico – in cui si dimostra una bambina a tutti gli effetti.

Come è già stato accennato, le strisce di Mafalda vengono infatti pubblicate per nove anni, durante i quali la si vede crescere attraverso piccoli cambiamenti che delineano il trascorrere del tempo. Assistiamo al passaggio dall’asilo alle elementari, la nascita del fratellino e la fine delle vacanze estive che apre le porte all’inizio di un nuovo anno scolastico.

Le proteste davanti al piatto che più odia

Il rifiuto della minestra, però, rimane sempre tale, non cambia col tempo, né si attenua con la crescita. Rappresenta il suo lato più infantile, che, nonostante tutto, rimane presente.

Mafalda e la minestra

Il punto focale di ogni vignetta dedicata alla questione sono gli interrogativi che lei propina agli adulti, destinati a sviare i genitori. Sono anzi armi di difesa, per rendere innocui i tentativi di farle capire quanto la minestra sia in realtà un alimento sano e importante per la sua crescita.

A volte, invece, Mafalda si cala nella parte della bambina testarda e disposta a non cedere alle intimidazioni della madre. In certe occasioni, comunque, verrà convinta a mangiare la pietanza con la promessa di una meringa a fine pasto, il dolce per cui va ghiotta.

 

2. Mafalda e gli adulti

Mafalda è una bambina particolarmente sveglia, attenta a tutto ciò che accade intorno a lei e piena di perspicaci domande a cui non sa rispondere e per le quali consulta naturalmente gli adulti. Quelli con cui si confronta di più sono i genitori, in particolar modo la madre che, com’era solito all’epoca, badava alla casa e ai figli mentre il padre era al lavoro.

Come ben presto si accorgerà, gli adulti non sono tuttavia in grado di soddisfare le sue curiosità. Continuano a tacerle molte cose, a ripeterle di non essere ancora pronta per ricevere alcune risposte in quanto “troppo piccola” oppure sono semplicemente incapaci di dirle alcunché. Il tutto perché, in fondo, nemmeno loro si erano mai fermati a riflettere su quelle questioni.

Lo sforzo di comprendere un mondo che ancora non le appartiene

In questo modo Mafalda si sente presa in giro e, come ci si aspetterebbe da lei, non ha alcun problema a farlo notare.

Mafalda e gli adulti

Il personaggio di Mafalda, del resto, diverte perché è molto complesso. Sempre incompresa dai suoi coetanei, le basterebbe fare un passo piccolissimo per lasciarsi alle spalle l’universo infantile ed entrare ufficialmente nell’età adulta. Ma è quasi come se i grandi, rimettendola al suo posto, glielo negassero.

Il che è di sicuro un bene, perché se crescesse non avrebbe la faccia tosta di rispondere, al signore che le chiede se va a scuola, con: «Sì, certo. E lei le paga le tasse?». Insomma, Mafalda ci fa ridere perché è un’adulta arrabbiata e delusa nei panni di una bambina; mentre se fosse adulta, probabilmente renderebbe tristi e delusi anche noi.

 

3. Mafalda e l’avvenire

La contestataria argentina è costantemente in pensiero: la sua mente non smette di immagazzinare tutto ciò che ascolta e di formulare ragionamenti di ogni genere.

Uno dei temi a cui è particolarmente affezionata è l’avvenire. Il passato è importante ma, consapevole di non poterlo cambiare e del fatto che il presente non sia migliore, il futuro è il grande interrogativo che la spaventa, ma in cui ripone molta speranza [2].

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Più precisamente, le idee di Mafalda sull’argomento sono a tratti contrastanti. Da un lato troveremo vignette in cui si mostrerà piena di entusiasmo nell’accogliere l’arrivo del nuovo anno, sperando ingenuamente nella fine delle ingiustizie.

La critica del presente e la preoccupazione per il futuro

D’altra parte, però, le informazioni riguardanti il mondo che giungono alle sue orecchie la scoraggiano, facendo sfociare il suo ottimismo prima nella rassegnazione e poi nel pessimismo.

Mafalda e l'avvenire

A preoccuparla non è solo il destino del mondo, ma anche l’avvenire che la riguarda personalmente. E questo soprattutto perché vive in un’epoca in cui emerge il modello di donna in carriera contrapposto alla donna concepita come moglie e madre.

A metterla in difficoltà su questo punto è ad esempio l’amica Susanita, che invece vede se stessa realizzata solo all’interno di un nucleo familiare. Manolito, inoltre, sa per certo che lavorerà nella drogheria del suo papà, mentre Felipe e Miguelito hanno idee vaghe sul futuro. Mafalda, l’unica a vedere le cose in modo diverso, risulterà perciò ancora una volta incompresa.

 

4. Mafalda e l’umanità

Mafalda, lasciata per lo più a se stessa nel suo piccolo mondo di contestazioni, non è in grado di capire né gli adulti né i bambini.

I primi le rimangono estranei per via del loro atteggiamento schivo e alle volte incomprensibile. I secondi, invece, perché ragionano in modo corretto per l’età che hanno: pensano a se stessi con quell’egoismo tipico dei bambini, mentre Mafalda pensa al mondo intero. È quindi attratta dall’essere umano, da ciò che lo spinge a compiere determinate azioni.

È inoltre una bravissima osservatrice e coglie al volo una differenza che talvolta ignoriamo ancora adesso: quella sottile ma fondamentale tra persone ed esseri umani.

Basta affacciarsi sul mondo per avere sfiducia nell’uomo

La sua infanzia si sviluppa parallelamente alla guerra del Vietnam, di cui si parla dappertutto e che lei ha così a cuore da pensarci persino mentre dorme. A volte sogna addirittura di arrivare dall’altra parte del mondo per intimare ai soldati di riporre le armi.

Mafalda e l'umanità

Sono però anche cose più vicine alla sua realtà a farla indignare a proposito della mancanza di sentimenti nell’uomo. Spesso si ritrova a dover rimproverare l’amico Manolito che, presa a cuore l’attività del padre, pensa già come se fosse un commerciante e sfrutta qualsiasi tipo di occasione per guadagnare denaro, ritenuto da lui la cosa più importante.

Tocca per cui a Mafalda redarguirlo su ciò che conta davvero, come la salute, la famiglia e gli amici. E superare quella sfiducia nell’uomo che le notizie, spesso, la portano a far emergere.

 

5. Mafalda e i problemi del mondo

L’avvenire, l’umanità e, più in generale, il mondo intero catturano l’attenzione di Mafalda. In effetti sono tre temi strettamente legati tra loro.

L’ambiente in cui vive la bambina trabocca di notizie che arrivano da ogni parte del pianeta e la particolarità di Mafalda sta nell’essere l’unica bimba a prestarvi ascolto. Come dimostrano le sue strisce, d’altronde, lei stessa manifesta la volontà di sapere e capire tutto.

I mezzi di comunicazione non le mancano affatto: sin da quando è all’asilo ama ascoltare la radio. Quando poi comincia ad andare alle elementari, l’aver imparato a leggere le consente di divorare i quotidiani.

La capacità di filtrare la realtà facendoci sorridere e riflettere

La sua sete di conoscenza va però ben oltre: per strada, ad esempio, origlia le conversazioni delle persone, anche queste sottoposte ad un’accurata analisi.

Mafalda e i problemi del mondo

Nascono così le sue considerazioni. Mafalda filtra la realtà attraverso i suoi occhi, la acquisisce e ce la ripropone secondo il suo punto di vista. In quanto piccola, il suo pensiero è puro, nulla può intaccare i suoi ideali: rifiuta il razzismo, l’inettitudine dei politici e la soppressione di ogni libertà.

Ci diverte perché è la portavoce di tutti noi, perché ci identifichiamo con ciò che pensa anche se spesso non riusciamo ad esprimerlo. Lei invece è una bambina: è questo il punto di forza che le permette di gridare al mondo quello che le passa per la testa. Come nella favola di Andersen, può urlare che il re è nudo, e farci ridere nel farlo.

 

E voi, quale vignetta di Mafalda preferite?

Ecco cinque divertenti vignette di Mafalda: vota la tua preferita.

 

Note e approfondimenti

[1] Il celebre autore argentino è tra l’altro legatissimo all’Italia, avendo vissuto anche per lungo tempo a Milano, dagli anni ’70 in poi, per scappare alla dittatura che si era instaurata in Argentina. È stato anche ospite, pure in anni recenti, di alcune fiere del fumetto realizzate nel nostro paese. Qui potete vederlo in una recente intervista tradotta in italiano, mentre questo è il suo sito ufficiale.
[2] In questo non è in fondo diversa dalla generazione che visse gli anni ’60 e ’70; anzi, ne è la rappresentante più emblematica. E questo spiega almeno in parte il suo clamoroso successo.

 

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