Cinque web series italiane da recuperare

Cinque web series italiane da recuperare

Questa è indubbiamente l’epoca delle serie TV: mai come in questi anni, infatti, le serie televisive americane hanno saputo generare un tale movimento di denaro, sviluppando – oltre ad ottimi ascolti – anche merchandising e decine di prodotti derivati.

Tempo fa, quasi per scherzo, avevamo mostrato le più belle e divertenti magliette di Sheldon Cooper, ma è notizia proprio di questi giorni che gli attori proprio di The Big Bang Theory hanno rinnovato – complici gli ottimi ascolti – il loro contratto per le prossime stagioni della serie.

E l’hanno fatto strappando un ricchissimo compenso di 1 milione di dollari ad episodio, che dimostra come anche una semplice sitcom che dura meno di mezz’ora possa muovere un giro d’affari imponente e garantirsi così grandi attori e grandi autori.

Ma che sia l’epoca delle serie TV non lo dicono solo i dati d’ascolto o i compensi degli interpreti, bensì anche l’emergere di tutta una serie di nuovi telefilm ogni anno e di varie produzioni dal basso, che tentano di emulare quel successo con mezzi più economici ma non per questo meno professionali.

Uno dei fenomeni più interessanti degli ultimi anni, infatti, è stato l’emergere delle cosiddette web series, telefilm prodotti cioè per essere rilasciati sul web e quindi lontani dai vincoli imposti dalle televisioni.

Un successo basato sul passaparola

Queste produzioni indipendenti, il cui successo – quando è arrivato – si è basato esclusivamente sul passaparola, hanno portato spesso idee nuove ed innovative, aiutando alcuni autori e sceneggiatori ad emergere tramite un percorso obliquo che però, in qualche caso, li ha fatti giungere anche alla consacrazione (e ai più potenti mezzi produttivi) della TV.

Pure in Italia sono dunque nate in questi anni varie interessanti web series, e lo scopo di questo articolo è proprio quello di provare a segnalarvi le cinque che a nostro avviso dovreste assolutamente recuperare: ve le presentiamo, qui di seguito, procedendo in ordine cronologico e mostrandovi per ognuna un episodio o una clip che ci pare possa aiutarvi ad inquadrarla.

 

1. Freaks!

Uno dei primissimi tentativi, in Italia, di creare qualcosa di paragonabile alle serie internazionali – che stavano comparendo in massa su YouTube attorno ai primi mesi di questo nuovo decennio – è stato Freaks!, una web serie scritta da Claudio Di Biagio e Guglielmo Scilla e diretta dallo stesso Di Biagio e Matteo Bruno a partire dall’aprile del 2011.

Il progetto partì nel momento di massimo successo su YouTube di Scilla che, con lo pseudonimo di Willwoosh, era in quel periodo un videoblogger seguitissimo e su cui anche le emittenti televisive e radiofoniche più tradizionali avevano cominciato a mettere gli occhi.

Per questo la serie, nel suo piccolo, godette fin da subito di una certa eco, usufruendo quindi di un lancio con tutti i crismi e guadagnandosi l’attenzione del web.

Un’attenzione meritata, visto che l’idea di partenza era quella di riprendere in mano i temi già esplorati da serie statunitensi come Heroes e Misfits, ma virandoli in una strana commistione di avventura, fantascienza e comicità.

I supereroi di YouTube

Un gruppo di cinque amici si ritrovava infatti vittima di uno svenimento collettivo, dopo il quale si scopriva dotato di particolari superpoteri.

C’era chi, come Giulia (interpretata da Ilaria Giachi), sembrava essere dotata della superforza ma anche del bisogno di bere sangue umano. Chi, come Marco (lo stesso Scilla), poteva viaggiare nel tempo a patto che fosse eccitato sessualmente.

Un altro, Andrea (Andrea Tarantini), poteva far provare i propri sentimenti a chiunque lo circondasse. Viola (Claudia Genolini), invece, era in grado di vedere attraverso gli occhi altrui. E c’era infine chi, come Silvio (Claudio Di Biagio), pareva essere infine incredibilmente fortunato.

Partita come progetto amatoriale con attori non retribuiti, la serie ha incontrato ben presto i favori del pubblico, tanto ad arrivare a 8 milioni di visualizzazioni nei primi due mesi e da farsi notare da Radio Deejay, che ha mandato in onda sulla sua TV le repliche della prima stagione e tutta la seconda in contemporanea con il web.

Nel 2011, infine, la serie – che si compone in tutto di 20 episodi – è stata premiata al Telefilm Festival come miglior serie italiana assoluta, soppiantando le ben più costose produzioni destinate alla televisione tradizionale.

[wpzon keywords=”guglielmo scilla” sindex=”Books” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

2. Lost in Google

Altro fenomeno molto interessante nell’ambito delle web series – anche se meno strutturato a livello narrativo – è stato Lost in Google, comparso per la prima volta su YouTube nel giugno del 2011, cercando di cavalcare l’onda del successo delle prime serie autoprodotte1.

Prodotta da The Jackal, la serie ipotizzava che uno dei suoi personaggi rimanesse imprigionato all’interno di Google dopo aver ricercato proprio la parola “Google” nel potente motore di ricerca.

La cosa più interessante è che la trama di ogni episodio veniva in gran parte scritta partendo dai commenti che lasciavano su YouTube e sui vari social network gli stessi spettatori, in un sistema veramente interattivo che aveva ben pochi precedenti non solo sul web.

Leggi anche: Cinque tra gli youtuber italiani più divertenti

Così gli episodi erano scanditi dall’apparizione di ospiti eccellenti – tra tutti si segnalano Roberto Giacobbo, Caparezza, Maccio Capatonda e Frank Matano – ma anche dalla comparsa a video dei commenti e degli inviti degli utenti, che diventavano protagonisti e sceneggiatori a loro volta.

Una sperimentazione metanarrativa

Ovviamente una scelta narrativa del genere ha dilatato, e non di poco, i tempi di realizzazione del progetto, ma ciononostante il pubblico ha premiato la serie con ottimi ascolti – se così si possono chiamare – e con importanti riconoscimenti.

Autori di questa sperimentazione metanarrativa sono stati in primo luogo Francesco Capaldo, noto sul web anche col nome di Francesco Ebbasta, che ha curato la regia e ha ideato la serie assieme a Simone Russo e Alfredo Felaco, mentre la sceneggiatura dei vari episodi si deve a Fausto Rio.

Il cast, piuttosto ristretto, vedeva lo stesso Russo nella parte del protagonista (col nome però di Ruzzo Simone), Roberta Riccio nel ruolo di Proxy e Ciro Capriello in quello di Ciro Priello.

In tutto gli episodi realizzati tra la fine del 2011 e il luglio del 2012 sono stati cinque, a cui si devono aggiungere l’introduttivo – e breve – episodio 0 e uno speciale di 6 minuti uscito come pesce d’aprile.

[wpzon spec=”1″ asin=”B078Q43YGM,B078Q1BGCB,8865438517″ country=”it” listing=”3″ col=”3″ descr=”0″]

 

3. The Pills

Serie interessantissima, soprattutto per il talento nella scrittura, è anche The Pills, che, dopo una partenza quasi sottovoce avvenuta sul finire del 2011, è lentamente ma inesorabilmente cresciuta.

Si è così guadagnata consensi tra il pubblico e, man mano, anche qualche articolo fuori dal web, su testate di sempre maggior tiratura, fino ad approdare proprio su Italia 1 con alcune puntate trasmesse in seconda serata.

Il segreto della trasmissione è da un lato l’analisi lucida e disincantata della post-adolescenza, dall’altro la dissacrante comicità che, giocata su toni bassi e quasi sull’assurdo, ha fatto scomodare paragoni importanti da parte della stampa specializzata

I giornali hanno infatti tirato in ballo l’Ecce bombo di Nanni Moretti o qualche sceneggiatura di Woody Allen (paragoni neanche troppo campati per aria, dato che a sentire le dichiarazioni delle ultime settimane dovrebbe presto vedere la luce anche una trasposizione cinematografica della serie).

I problemi dei trentenni romani in un bianco e nero d’annata

Autori di questo piccolo fenomeno sono tre ragazzi romani – Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini – che quasi per gioco hanno iniziato appunto nel 2011 a registrare episodi basati inizialmente su trame estemporanee e semplici scambi di battute (perlopiù attorno a un tavolino di casa) che vertevano attorno ai problemi dei giovani universitari.

Leggi anche: Le cinque serie TV più divertenti che forse non avete ancora visto

La serie, girata in bianco e nero, si è poi evoluta col tempo, abbracciando temi più complessi come la crisi della coppia e varie questioni sociali, ma sempre con un’ironia che sfocia facilmente nel grottesco e con lo sguardo sarcastico dei trentenni di oggi.

La prima stagione, lanciata tra la fine del 2011 e la prima metà del 2012, era composta di 21 episodi della durata all’incirca di 10 minuti l’uno, a cui è seguita una seconda stagione tra il 2013 e il 2014 con varie anticipazioni già a fine 2012.

Vari i riconoscimenti già ottenuti dalla serie, tra cui la premiazione a Cortinametraggio, il festival dei cortometraggi e delle web serie di Cortina d’Ampezzo.

Tra l’altro, concludiamo con una curiosità. Luca Vecchi, il principale sceneggiatore degli episodi di The Pills, è anche l’autore di Dylan Dog vittima degli eventi, il film creato dai fan dell’indagatore dell’incubo e finanziato col crowdfunding.

[wpzon spec=”1″ asin=”B01DEHVR9S,B01I0QBC5W,B00TWDCTSC” country=”it” listing=”3″ col=”3″ descr=”0″]

 

4. Kubrick: una storia porno

Una sitcom, anche se più complessa a livello di trama, è pure Kubrick: una storia porno, partita nell’ottobre del 2012 e frutto di investimenti relativamente importanti.

Per la prima volta, infatti, il progetto non nasceva completamente dal basso ma vantava la produzione di Magnolia Fiction, controllata di quella Magnolia (che però ha ora ceduto all’estero questo ramo d’azienda) che, fondata da Giorgio Gori, da ormai molti anni lavora sia con Rai che con Mediaset.

L’idea di partenza era di Ludovico Bessegato, poi anche regista della serie, mentre lo sviluppo delle trame è stato affidato al gruppo La Buoncostume composto da Carlo Bassetti, Simone Laudiero, Fabrizio Luisi e Pier Mauro Tamburini (già sceneggiatori di Camera Café e mille altre cose), ma anche la già citata The Jackal ci ha messo lo zampino.

La trama, già ben chiara dal primo episodio che trovate qui sopra, vedeva tre amici e aspiranti cineasti (interpretati da Dario Aita, Flavio Fumo e Lorenzo Patané) trovare finalmente un produttore disposto a credere in loro, produttore che però, al colloquio, si rivelava operativo solo ed esclusivamente nel settore del porno.

Una divertente esplorazione del cinema pornografico

I tre si trovavano quindi catapultati loro malgrado in un genere che li attirava per i soldi che prometteva – che avrebbero consentito loro di dedicarsi con migliori mezzi alle loro produzioni “artistiche” – ma che allo stesso tempo li metteva ovviamente a disagio.

La serie è durata solamente tre episodi, tutti pubblicati a stretto giro di posta nello spazio di un mese, ma ha dato origine a vari progetti paralleli.

Mentre il regista e gli autori hanno poi lanciato la nuova serie Il candidato, in autunno su Rai Tre (con attori professionisti come Filippo Timi, Lunetta Savino, Bebo Storti, Antonio Catania ed altri), già alla conclusione di Kubrick sia gli autori che gli attori avevano ideato una sorta di prequel.

Questo progetto è stato denominato Le cose brutte, con lo stesso cast ma con episodi della durata di soli 3 minuti (e con costi più contenuti), che comunque ha ottenuto importanti riconoscimenti sia alla Web Fest romana che a Cortinametraggio 2014.

[wpzon keywords=”il candidato” sindex=”DVD” sort=”relevancerank” listing=”3″ country=”it” descr=”0″ col=”3″]

 

5. Una mamma imperfetta

La web serie che però più di tutte ha goduto, dal suo lancio, di una grande copertura mediatica è stata indubbiamente Una mamma imperfetta.

Oltre al pregio di essere ben scritta e ben interpretata, la serie aveva infatti il vantaggio di vedere coinvolti anche nomi importanti del mondo dello spettacolo e dell’editoria italiane, a dimostrare come il lancio direttamente sul web di una nuova produzione inizi ad interessare attivamente anche soggetti di primo piano.

Ideata e diretta da Ivan Cotroneo – già romanziere apprezzato e autore, tra le altre, delle sceneggiature di Paz!, La prima linea e dei serial televisivi Un posto tranquillo e Tutti pazzi per amore – la serie si concentrava sulla vita di Chiara, interpretata dalla brava Lucia Mascino.

La protagonista era una mamma che si barcamenava tra il marito (col volto di Fausto Sciarappa), le amiche (Anna Ferzetti, Vanessa Compagnucci e Alessia Barela), le soddisfazioni e le difficoltà di ogni giorno e che finiva per raccontarle in una sorta di video diario.

Quando anche i big puntano sul web

Formata da due stagioni ognuna composta da venticinque episodi della durata di 8 minuti, la serie è stata prodotta fin dall’inizio dalla RCS, in associazione con Indigo Film e Rai Fiction, ed è stata ospitata dal maggio dello scorso anno sull’edizione online del Corriere della Sera, suscitando buoni commenti tra il pubblico del web.

Dopodiché, a partire dallo scorso settembre, gli episodi sono stati trasmessi da Rai 2 in una fascia oraria di grande ascolto (tra il TG e la programmazione di prima serata, alle 21), anche qui ottenendo ottimi risultati.

Mentre la ABC ha comprato i diritti per farne un remake negli Stati Uniti, la serie ha avuto infine un’appendice cinematografica lo scorso Natale, quando nelle sale italiane è uscito il film Il Natale della mamma imperfetta.

Ancora una volta scritto e diretto da Cotroneo, il film è stato prodotto dalla Indigo Film e interpretato dallo stesso cast della serie TV, di cui altro non era che una trasposizione cinematografica dilatata in una storia da 95 minuti.

[wpzon spec=”1″ asin=”B0178VH8VC,B00F1IH00E,B00F1IH8II” country=”it” listing=”3″ col=”3″ descr=”0″]

Note e approfondimenti

  • 1 Non è un caso che nel corso degli episodi compaiano come guest star anche vari elementi proprio di Freaks!

 

Segnala altre web series italiane da recuperare nei commenti.