Come scrivere una canzone: cinque regole da tenere presenti

Come scrivere una canzone, chitarra (o altro) alla mano

Tutti sognano di scrivere un romanzo, tutti sognano prima o poi di dirigere un film. È il nostro desiderio di creare, di lasciare un segno che ci spinge a immaginare di poter raccontare agli altri – a molti altri – qualcosa di nostro, usando le armi della letteratura o del cinema. Purtroppo, però, pochissimi di noi ci riescono, perché per un film e per un romanzo, anche autoprodotti, servono centinaia di ore di lavoro e una forte motivazione. Più facile, invece, è il compito di chi sa già suonare la chitarra o il pianoforte. Anche se pure lui avrà un problema da risolvere: come scrivere una canzone?

Perché è vero che il brano musicale è più agile e veloce da comporre di un romanzo da centinaia di pagine o di un film da decine di minuti, ma è pur sempre un atto creativo che sottostà ad alcune regole precise. E, se si è suonatori dilettanti, quelle regole magari non le si è mai studiate.

Ora, se volete creare una canzone memorabile, probabilmente non siete affatto nel posto giusto: servono anni di studio di composizione, anni di prove, di tentativi ed errori, e internet non vi può certo aiutare.

Se però vorreste semplicemente dedicare una breve canzone alla vostra fidanzata o al vostro fidanzato, o anche solo mettervi alla prova senza alcuna pretesa, qui troverete alcuni consigli su come si compone un brano musicale. Si tratta di suggerimenti di buon senso, a cui però di solito si finisce per non pensare. Procediamo.

 

1. Trova subito il tuo “gancio”

Se avete mai provato a leggere le interviste in cui i grandi musicisti spiegano come nascono le loro canzoni, di sicuro sapete che non esiste una regola unica. Ognuno ha un suo metodo. C’è chi stende prima il testo e chi invece parte dalla musica. C’è chi trae ispirazione dai suoni della città e chi da vecchie sinfonie.

A guardare più in profondità, però, si possono individuare alcuni tratti ricorrenti, da musicista a musicista. Molti, ad esempio, parlano di hooks1. Questa parola inglese può essere tradotta in molti modi (ricordate, ad esempio, Hook – Capitan Uncino?), ma noi opteremo per “gancio”.

Il richiamo del microfonoMolti artisti, insomma, dicono che la prima cosa fare è trovare il “gancio”. Ma cosa intendono? Per capirlo, bisogna prendere in mano una qualsiasi canzone pop o rock. Scegliete quella che volete, magari la vostra preferita, e provate ad ascoltarla.

Fatto? Ebbene, avrete notato che nel procedere della canzone ci sono dei picchi, dei momenti “forti”. Di solito questi si trovano all’interno del ritornello, ma ci sono canzoni che hanno il loro picco nel riff di chitarra o nelle prime parole del testo. Ecco, quello è il gancio.

Musica o ritornello

Il gancio in pratica è quella particolare frase, o quel particolare insieme di note che rimangono impresse nell’ascoltatore. Facendo qualche esempio banale, quando pensate a Vattene amore di Amedeo Minghi, cosa vi viene in mente? Quasi certamente, «Trottolino amoroso e dudu dadadà». Quello è il suo gancio.

Oppure, quando pensate a Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, pensate immediatamente all’assolo di chitarra. O con No Surprises dei Radiohead non vi viene in mente l’arpeggio iniziale?

Il ritornello o il riff, con la chitarra o menoInsomma, ogni canzone ha un suo punto forte, che rimane fisso in mente, anche perché viene ripetuto all’interno della canzone stessa, o ripreso in altre forme. È il leitmotiv del brano, il suo filo conduttore. Ecco: secondo molti, il primo spunto dev’essere proprio questo.

Pensate a una frase che volete sia significativa, e musicatela. Oppure trovate un motivetto e pensate se sia meglio renderlo con le parole o con uno strumento musicale. Deve piacervi e deve rimanere facilmente impresso. Non serve che sia eccessivamente originale, basta che sia orecchiabile. Da lì si parte.

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2. Costruisci qualche verso attorno al punto-cardine

Allora, avete trovato questo benedetto gancio? Può volerci del tempo, non pensiate che tutto nasca nel giro di cinque minuti. Anche perché i primi possibili hook che avete trovato potrebbero rivelarsi, alla lunga, piuttosto deboli. E l’unica, in questi casi, è provare e riprovare, e aver pazienza.

Ma poniamo che siate già riusciti a trovare un gancio soddisfacente. Ebbene, ora bisogna costruirci attorno l’intera canzone. Per prima cosa, bisogna rafforzare però il gancio, cioè renderlo parte di qualcosa di più organico, quantomeno una strofa, un’intro, un ritornello.

Mettiamo che il vostro gancio sia un semplice verso cantato, magari in cui si dice il nome della vostra amata e qualche altra parola. Ebbene, in quel caso il verso deve entrare a far parte del ritornello, e quindi bisogna che quel motivetto venga ripreso e variato al punto giusto.

I versi di contorno, ovviamente, replicheranno la tonalità e il ritmo di quel vostro gancio, completando il giro di accordi o riprendendolo. E anche a livello di testo, rimarranno in argomento, sviluppando meglio il concetto di partenza. In breve, provando diverse soluzioni e scartando quelle meno convincenti, riuscirete a costruire il ritornello.

E se il gancio è strumentale?

Se siete più bravi a suonare che a cantare, può darsi che abbiate individuato il vostro gancio in un riff di chitarra, in un arpeggio o in un semplice motivetto suonato alla tastiera. Pure da lì si può procedere allo stesso modo, anche se ovviamente non si useranno le parole.

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Le migliori canzoni rock, anzi, hanno spesso negli strumenti il loro cardine. Si tratta dunque di individuare come ampliare quel motivetto e soprattutto con quale strumento eseguirlo. Volete una canzone folk, fatta tutta alla chitarra? Allora basterà partire con qualche nota, ampliare poi all’arpeggio ed eventualmente passare agli accordi corrispondenti.

Volete invece qualcosa di più sinfonico? Tirate fuori la vostra tastiera oppure affidatevi a un programma tipo GarageBand, che vi permette di incidere le tracce di diversi strumenti e di sovrapporle tra loro.

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3. Per i primi esperimenti scegli una struttura consolidata

Ora che avete creato un pezzo di canzone, si tratta solo di completare l’opera. Questa dovrebbe essere la parte più tecnica, dove non c’è bisogno di particolare ispirazione ma più che altro di mettersi al tavolino e tirare le somme di quello che si è impostato. Però, spesso, è proprio qui che si sbaglia tutto.

Il problema, le prime volte in cui ci si mette a comporre una canzone, è che si vuole strafare. Si vuole cercare, fin da subito, di essere originali, di scrivere il pezzo che «cambierà la storia della musica».

Tra musica e chitarra, per scrivere una canzone serve una struttura consolidataInvece converrebbe essere molto più modesti, rendersi conto che si è degli assoluti novellini, e accontentarsi di cavar fuori quello che si riesce da questo primo esperimento. Per rivoluzionare la scena rock c’è sempre tempo. L’importante, ora, è portare a termine la missione.

Per questo il nostro consiglio è quello di rimanere con i piedi ben piantati per terra e di affidarsi all’esempio di milioni di altre canzoni. Quindi, una volta che avete il vostro ritornello, costruiteci attorno un brano che segua lo schema tipico della canzone pop e rock.

Ma qual è lo schema tipico?

Se ci fate caso, questo schema lo conoscete già, perché si ritrova nel 90% (o forse addirittura nel 95%) delle canzoni che ascoltate ogni giorno. Può essere riassunto così:

Strofa
Strofa
Ritornello
Strofa
Ritornello
Bridge
Ritornello

Del ritornello abbiamo in parte già parlato. È la parte della canzone più orecchiabile e più facilmente memorizzabile, quella che arriva dopo l’attesa della strofa e in cui gli strumenti e la voce si fanno sentire in maniera più forte. Si ripete sostanzialmente sempre uguale a se stesso, anche se si possono cambiare alcune parole.

La strofa è invece la parte di canzone che prepara appunto al ritornello. Il testo, da una strofa all’altra, deve differire ma la melodia è la stessa. Per questo bisogna fare attenzione a che le parole (e gli accenti) calzino col ritmo e con le note. Aiutatevi con un buon dizionario dei sinonimi e contrari.

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Queste cose però già le sapete. Quello che forse non conoscete è il bridge. Letteralmente quella parola significa “ponte”, e infatti ha la funzione di collegare due ripetizioni del ritornello, senza riprendere di nuovo in mano la strofa. Di solito è più breve di quest’ultima e a volte è anche solo strumentale.

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4. Registra di volta in volta tutti i tuoi progressi

Bene o male, a questo punto avrete grossomodo steso la vostra canzone. Ebbene, non aspettate di dimenticarla, ma scrivetela e registratela subito, in questo stesso momento. Uno degli errori che i principianti fanno più frequentemente, infatti, è quello di fidarsi troppo della loro memoria.

Purtroppo, l’ispirazione va e viene, così anche l’intuizione per quella particolare nota o quella particolare parola. Bisogna fissare il tutto prima che voli via. E per fortuna oggi abbiamo i mezzi adeguati per non perdere neppure un’idea.

Meglio registrare tutte le modifiche della canzoneBasta infatti utilizzare il proprio cellulare. Tutti gli smartphone dispongono di app per scrivere il testo che ci è appena venuto in mente, ma ancora di più tutti i telefoni hanno un’app per registrare l’audio. Grazie al microfono integrato potrete infatti memorizzare ogni passaggio del vostro brano.

Chiaro che la prima registrazione sarà grossolana, insoddisfacente dal punto di vista della resa, ma non è questo quello che conta. L’importante è fissare l’idea. Se poi sapete anche scrivere le note al pentagramma, una volta che avrete fissato il motivetto sarà poi facile, a casa, trascriverlo in musica.

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5. Metti da parte il tutto e rivedilo a distanza di tempo

Ora che la canzone è grossomodo completa, cosa bisogna fare? Inforcare la chitarra, fiondarsi sotto alla finestra della persona amata e cominciare a strimpellare? No, meglio non fare così. E non solo perché le serenate al chiaro di luna sono decisamente passate di moda.

Dopo aver lavorato intensamente al vostro brano, la canzone vi sembrerà o incredibilmente bella, o incredibilmente brutta. È normale. Magari sarà davvero bellissima o bruttissima, ma di sicuro non si può dirlo subito. In ogni campo, infatti, noi tendiamo ad essere i peggiori giudici del nostro lavoro.

Per colpa di tutti gli sforzi e di tutte le speranze riposte in quello che abbiamo composto, rischiamo difatti di non essere obiettivi. Per questo il nostro ultimo consiglio è quello di distaccarvi il più possibile dalla vostra canzone, addirittura di dimenticarvene.

Il pentagramma e il pianoforteMettetela in un cassetto e non pensateci più per 2 o 3 settimane. Magari puntatevi un allarme sul cellulare o scrivetevelo sul calendario. Dopo quel tempo potrete riaprire il cassetto o riascoltare il file audio. A quel punto, la canzone non sarà più la “vostra” canzone, ma una canzone qualsiasi. E potrete vederne meglio i pregi o i difetti.

Solo così potrete apportare le doverose correzioni, le aggiunte o le riscritture. E migliorare davvero il pezzo.

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Ecco cinque consigli su come scrivere una canzone: vota il tuo preferito.

Note e approfondimenti

  • 1 Un esempio di quello che stiamo dicendo lo trovate qui.

 

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