La Costituzione americana: cinque cose da sapere

We the people, l'apertura della Costituzione americana

Mai come in questo periodo si è parlato di Costituzioni. La crisi della politica – che investe non solo l’Italia, ma ormai tutto il mondo – e dei partiti tradizionali ha infatti fatto tornare d’estrema attualità il dibattito sulle carte fondamentali dello Stato. Dalla Costituzione americana a quella italiana, da quelle più antiche a quelle più moderne, tutte sono state riprese in mano ed analizzate.

Proprio su quella americana vale però la pena di spendere qualche parola. La carta fondamentale che regola i diritti e i rapporti tra i cittadini e lo Stato americano è infatti la più antica ancora in vigore, e sicuramente una delle più importanti.

Ha costituito, non a caso, il modello di tutte quelle che sono venute dopo ed oggi è alla base della democrazia del paese che – nel bene e nel male – guida il nostro pianeta.

Dall’elezione a presidente di Donald Trump, anzi, il suo ruolo e il suo spirito sono oggetto di analisi sempre più approfondite. Cosa può fare una carta scritta più di duecento anni fa per rispondere ai problemi di oggi? Come vanno interpretate le sue norme? Come possono eventualmente frenare l’azione del governo e degli altri poteri?

Tutte domande a cui non è sempre facile rispondere nel dettaglio, se è vero che insigni studiosi non si trovano sempre d’accordo sulla questione. Ma che bisogna in qualche modo analizzare, partendo proprio dalla base. E cioè dalla struttura e dal contenuto di questa importante raccolta di norme.

E allora partiamo proprio da qui. In questo articolo vi presenteremo, infatti, le cose più importanti che a nostro avviso bisogna sapere sulla Costituzione degli Stati Uniti d’America. Affinché la sua storia, i suoi successi e, perché no, anche i suoi insuccessi possano in qualche modo essere da stimolo anche per noi.

 

1. Le caratteristiche della Costituzione americana

Prima di tutto, inquadriamo la storia e la struttura di questa carta. La Costituzione degli USA ha una data di nascita ben precisa. Venne infatti completata il 17 settembre 1787 a Philadelphia, nella città cioè in cui era riunita una Convenzione che radunava i rappresentati dei vari stati che componevano l’Unione.

Gli Stati Uniti, infatti, avevano raggiunto l’indipendenza qualche anno prima, dopo una sanguinosa guerra con la madrepatria, la Gran Bretagna. E, in un primo momento, si erano dotati di una carta più “leggera”, gli Articoli della Confederazione, dov’erano raccolte alcune norme che regolavano i rapporti tra gli stati.

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Ben presto, però, ci si rese conto che serviva qualcosa di più solido, e che anche l’accordo tra le ex colonie britanniche doveva essere rafforzato. Alcune prime controversie avevano fatto capire, infatti, che c’era la necessità di un potere centrale, e che il potere da affidare a questo organo doveva venir regolato da una carta ben precisa.

La firma della Costituzione degli Stati Uniti in un dipinto del 1940 di Howard Chandler ChristyCosì, si iniziò a stendere la Costituzione che, come detto, venne completata nel 1787. Non entrò però subito in vigore. Dopo la sua stesura, infatti, iniziò un lungo percorso che portò il documento all’approvazione dei parlamenti locali [1].

Tutto il processo fu completato dopo qualche mese e la Costituzione entrò così in vigore nel 1789 [2]. Nello stesso anno, cioè, in cui i francesi avrebbero seguito l’esempio dei cugini americani.

Una carta breve

Come forse saprete, le costituzioni si differenziano tra loro a seconda di determinate caratteristiche. Una è, banalmente, la loro lunghezza. Ne esistono infatti di molto lunghe e corpose, che quindi toccano svariati ambiti dell’agire e del vivere dello Stato, e altre invece molto più brevi.

Proprio a questa seconda tipologia appartiene la carta americana. Essa si compone infatti solo di un preambolo, che ne spiega i principi ispiratori, e appena 7 articoli. Giusto per fare un raffronto, sappiate che quella italiana – redatta in circostanze storiche del tutto diverse – conta invece 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali.

Le Carte fondamentali degli Stati Uniti, una accanto all'altraProprio per questo motivo, la Costituzione degli Stati Uniti non entra nel dettaglio in nessuna questione particolare. Dà quelle che potremmo definire le linee guida, mostra i principi ispiratori dell’azione dello Stato, demandando poi alle leggi ordinarie la definizione dei dettagli.

Anche per questo motivo, la carta è rigida, cioè non facilmente modificabile. Quei pochi articoli rappresentano infatti il cuore della vita dello Stato e i padri fondatori si sono premuniti affinché non potessero essere cambiati al primo sussulto del governo o del parlamento.

Una Costituzione rigida ma flessibile

Ciò non significa, però, che la Costituzione non possa essere modificata. Anzi, forse addirittura la rende molto flessibile.

Il caso americano è infatti emblematico di come si possa mantenere un’estrema rigidità sui principi fondamentali ma allo stesso tempo permettere il cambiamento. D’altronde, una carta con più di 200 anni sul groppone non avrebbe potuto altrimenti reggere l’urto della storia.

Esistono infatti due modi per modificare la Costituzione: uno ufficiale e l’altro, in un certo senso, ufficioso. Partiamo dal primo.

Le modifiche costituzionali

Come scritto anche all’interno della carta stessa, le modifiche avvengono tramite emendamenti. Questi sono delle aggiunte che vengono poste in calce alla Costituzione già esistente, senza modificare gli articoli originali. Come vedremo più avanti in questo nostro articolo, vari emendamenti sono stati varati nel corso dei decenni, alcuni di grande importanza.

Dal Congresso agli stati

La procedura per approvare gli emendamenti è duplice. Essi possono infatti essere proposti o dal Congresso o dagli Stati membri dell’unione. In ogni caso, a proporli devono essere i due terzi dei parlamentari o i due terzi degli Stati. Essi poi vanno ratificati dai tre quarti dei parlamenti dei vari stati.

La via meno canonica, ma più frequente, è invece legata all’interpretazione dei già esistenti articoli della Costituzione. Per spiegare cosa intendiamo, facciamo un esempio molto concreto.

L’esempio del matrimonio omosessuale

Come sapete, fino al 2015 la questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso veniva regolamentata, negli USA, dai singoli Stati. Alcuni, la maggioranza, permettevano matrimoni omosessuali; altri invece li vietavano. Dopo anni di dibattiti, sulla faccenda è intervenuta la Corte Suprema [3].

Con una stretta maggioranza – cinque favorevoli e quattro contrari – i giudici della Corte hanno stabilito infatti che vietare il matrimonio omosessuale lede i diritti dei cittadini gay e quindi contraddice la Costituzione.

La Casa Bianca illuminata coi colori dell'arcobaleno per festeggiare la decisione della Corte Suprema sui matrimoni omosessualiIn questo modo, la Corte non ha modificato la Costituzione, ma ne ha dato un’interpretazione che ha effetti costituzionali. Come in tutti i paesi che adottano la common law, infatti, negli Stati Uniti le sentenze hanno valore di legge, e le sentenze della Corte Suprema hanno una forza superiore alle leggi federali o dei singoli stati.

All’atto pratico, la sentenza della Corte equivale quindi a un emendamento, che allarga i diritti – o almeno li interpreta in senso più ampio rispetto a prima – sanciti dalla Costituzione. E, si badi bene, il caso dei matrimoni tra persone dello stesso sesso è solo un esempio: le situazioni in cui si è attivato un processo del genere sono molte.

Sta forse, anzi, proprio qui il segreto della forza della Costituzione americana. Che è rigida e apparentemente inamovibile, ma in realtà si adatta bene alle circostanze storiche.

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2. I principi fondamentali e gli articoli più celebri

Vediamo adesso nel dettaglio cosa dicono quei pochi articoli che compongono la carta fondamentale che regola la vita negli Stati Uniti. Prima di tutto, come anticipato, c’è un preambolo. È molto breve ed è famoso anche per le tre parole che ne compongono l’inizio: «We the people».

Eccone il testo, tradotto in italiano.

Noi, il popolo degli Stati Uniti, al fine di perfezionare la nostra Unione, garantire la giustizia, assicurare la tranquillità all’interno, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale, salvaguardare per noi e per i nostri posteri il bene della libertà, poniamo in essere questa Costituzione quale ordinamento per gli Stati Uniti d’America.

Il potere giudiziario e la Corte Suprema

L’articolo 1 e l’articolo 2 sono dedicati rispettivamente al potere legislativo e a quello esecutivo. Visto che ne parleremo specificatamente nel prossimo punto del nostro articolo, per il momento li lasciamo da parte. In ossequio ai principi liberali e illuministici di Locke e Montesquieu, il terzo articolo si occupa, invece, del terzo potere, la magistratura.

Inizia così:

Il potere giudiziario degli Stati Uniti sarà conferito a una Corte Suprema e a quelle corti di grado inferiore che il Congresso potrà di quando in quando istituire e organizzare. I giudici sia della Corte Suprema che delle corti di grado inferiore conserveranno la loro carica finché terranno buona condotta, e, ad epoche fisse, riceveranno per i loro servigi un’indennità, che non potrà essere ridotta finché essi rimarranno in carica.

È questo articolo a stabilire, tra le altre cose, che nei processi penali sia presente una giuria. Inoltre definisce il reato di tradimento, incaricando però il Congresso di stabilirne la pena.

Pochi articoli

L’articolo 4 regola i rapporti tra gli stati e tra essi e il potere federale. Il 5 prescrive le norme per emendare la Costituzione, di cui abbiamo in buona misura già parlato.

L’articolo 6 pone infine la Costituzione come legge suprema dello Stato, mentre il 7 prescrive come essa debba essere ratificata dai singoli paesi membri.

We the people, l'apertura della Costituzione americanaCome vedete, una Costituzione molto semplice: 3 articoli, quelli iniziali, per stabilire i poteri fondamentali dello Stato e altri 4, quelli finali, per dare valore alla Costituzione e per questioni più tecniche. Pochi capoversi per regolare la democrazia dello Stato che, già ormai da parecchi decenni, è il più potente del mondo.

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3. Il Congresso e il Presidente degli Stati Uniti d’America

Soffermiamoci ora, come promesso, sugli articoli 1 e 2, quelli che definiscono il potere del Congresso e del Presidente degli Stati Uniti. Sono non solo gli articoli più importanti, ma anche quelli più lunghi della carta.

Il primo articolo è diviso in 10 sezioni. Quella di apertura recita:

Tutte le competenze legislative qui previste saranno conferite a un Congresso degli Stati Uniti, composto da un Senato e da una Camera dei rappresentanti.

Camera dei rappresentanti e Senato

Si spiega, quindi, che il Congresso – cioè il Parlamento americano – è formato da due rami: la Camera dei Rappresentanti e il Senato. Vi si stabilisce che la Camera vada eletta ogni due anni e che i deputati debbano avere almeno 25 anni d’età. E che essi vengano eletti in collegi stabiliti in base al numero di cittadini.

I senatori invece durano in carica sei anni e sono due per ogni stato, indipendentemente dal numero di abitanti. La Costituzione stabilisce anche che un terzo dei senatori venga rinnovato ogni due anni. In questo modo un rappresentante rimane in carica per sei anni, ma le maggioranze possono anche cambiare ogni due.

I membri del Senato degli Stati Uniti posano per la foto di ritoPer essere eletti al Senato bisogna aver compiuto il trentesimo anno d’età. Mentre il Presidente della Camera viene eletto dagli stessi rappresentanti, il Presidente del Senato è sempre il Vicepresidente degli Stati Uniti, che però in genere non ha diritto di voto, tranne in casi particolari.

L’iter legislativo

La Costituzione stabilisce anche l’iter legislativo. Le camere possono infatti proporre e votare delle leggi, che però per essere ratificate devono prima essere sempre presentate al Presidente degli Stati Uniti. Questi può firmare le leggi e così promulgarle, o rimandarle alle camere con delle motivazioni.

Se comunque le due camere, dopo aver esaminato le motivazioni del Presidente, dovessero entrambe votare di nuovo le medesime leggi con una maggioranza dei due terzi, quelle leggi diventerebbero effettive indipendentemente dal parere del Presidente.

Il Presidente degli Stati Uniti

Visto che ci siamo, passiamo ora all’articolo 2, quello dedicato al POTUS, il Presidente. In questo caso l’articolo si compone di 4 sezioni. La prima comincia così:

Il potere esecutivo sarà conferito a un Presidente degli Stati Uniti d’America. Egli rimarrà in carica per un periodo di quattro anni e la sua elezione – insieme a quella del Vicepresidente prescelto per lo stesso periodo – avrà luogo secondo le modalità seguenti.

Infatti la Costituzione spiega che il Presidente deve essere eletto tramite il meccanismo indiretto dei grandi elettori. E prescrive quella particolarità che stupisce noi europei ogni quattro anni, secondo cui non viene eletto il candidato che prende più voti, ma quello che vince negli stati chiave.

Inoltre si elencano i poteri del Presidente. Egli è capo delle forze armate e capo del governo. Può graziare i detenuti, può firmare trattati e nominare ambasciatori (in accordo col Senato). Può – e questo è un punto chiave – essere anche rimosso in caso di «tradimento, di corruzione o di altri gravi reati».

L’impeachment

Giovani che nel 1973 protestavano chiedendo l'impeachment di NixonLa procedura di impeachment, come viene comunemente chiamata, può essere avviata dalla Camera dei rappresentanti, ma a votare sulla destituzione del Presidente è il Senato. Se ne è parlato molto anche recentemente, in relazione alle indagini sui legami tra Donald Trump e la Russia.

Varie volte, comunque, in passato questa sezione del secondo articolo è stata invocata e messa in atto. Anche se in nessun caso un presidente sottoposto a questa procedura è stato rimosso.

Di solito o vengono assolti – come è accaduto nell’Ottocento con Andrew Johnson e recentemente con Bill Clinton –, o si dimettono prima di essere rimossi (è questo il caso di Richard Nixon nel 1973) [4].

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4. «Mi appello al quinto emendamento»

Dopo aver visto in linea generale cosa dice la Costituzione americana, dedichiamo gli ultimi due punti del nostro articolo a qualche curiosità e a qualche discorso più generale. Come vedete dal titolo di questo quarto punto, infatti, vogliamo parlarvi degli emendamenti, e in particolare del quinto, così spesso citato in serie TV e film.

Prima di tutto, però, presentiamo cosa sono questi emendamenti che abbiamo citato più volte. In tutto si tratta di 27 articoli aggiuntivi che sono stati formulati per completare o emendare la Costituzione nel corso degli anni.

Bart Simpson scrive alla lavagna che non si appellerà più al quinto emendamento
In genere questi emendamenti vengono divisi in due gruppi. I primi 10 sono chiamati infatti “Dichiarazione dei diritti” (o Bill of Rights, in inglese) e furono approvati appena 2 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione, nel 1791.

Gli altri 17 sono invece stati ratificati negli anni successivi. Dalla fine della Seconda guerra mondiale, per fare un esempio, ne sono stati approvati sei. Il più recente, l’ultimo, risale al 1992 e limita l’aumento degli stipendi dei membri del Congresso.

Gli emendamenti più importanti (escluso il quinto)

Alcuni emendamenti sono tecnici o riguardano argomenti di interesse relativo. Alcuni altri, invece, sono fondamentali. Ad esempio importantissimo è il primo emendamento, che garantisce libertà di culto, di parola e di stampa.

Leggi anche: Cinque celebri discorsi di presidenti americani

Molto discusso anche il secondo, quello che sancisce il diritto di tenere armi. Formulato in un’epoca in cui molti statunitensi vivevano ancora nella frontiera, è stato però confermato da varie sentenze della Corte Suprema. Ancora oggi è incostituzionale negare il diritto dei cittadini a tenere un’arma.

L'annuncio sui giornali dell'approvazione del diciottesimo emendamentoIl tredicesimo emendamento, approvato nel 1865, è famoso perché è stato quello che aboliva la schiavitù. Il sedicesimo, datato 1916, istituiva l’imposta sul reddito. Il diciottesimo, datato 1919, proibiva la produzione e il consumo di alcolici [5]. Il ventiduesimo, infine, del 1951 limitò ad un massimo di due i mandati presidenziali.

Una frase da telefilm, che però ha un suo fondamento

Ed ora, spieghiamo questo fantomatico quinto emendamento. Si tratta di una norma che si occupa della giustizia e dei diritti per gli accusati. Questo il suo testo:

Nessuno sarà tenuto a rispondere di reato, che comporti la pena capitale, o che sia comunque grave, se non per denuncia o accusa fatta da una grande giuria, a meno che il caso riguardi membri delle forze di terra o di mare, o della milizia, in servizio effettivo, in tempo di guerra o di pericolo pubblico; e nessuno potrà essere sottoposto due volte, per un medesimo reato, a un procedimento che comprometta la sua vita o la sua integrità fisica; né potrà essere obbligato, in qualsiasi causa penale, a deporre contro se medesimo, né potrà essere privato della vita, della libertà o dei beni, senza un giusto processo; e nessuna proprietà privata potrà essere destinata a uso pubblico, senza equo indennizzo.

È in pratica un emendamento che sancisce che il rinvio a giudizio debba passare tramite un Grand Jury, e che non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato.

Nelle fiction viene usato soprattutto per quanto riguarda la parte in cui si dice che nessuno può essere costretto a deporre contro se medesimo. In quel caso, quando sotto interrogatorio un imputato rischia di accusarsi da solo, può appellarsi al quinto emendamento – cioè avvalersi della facoltà di non rispondere – senza incorrere in un’accusa di offesa alla corte.

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5. Una Costituzione disattesa?

Rimane una questione, che non c’entra direttamente con quello che c’è scritto sulla Costituzione ma più che altro con la sua applicazione. Fin dall’inizio, infatti, c’è stato un certo scarto tra i diritti sanciti a livello legale e la loro effettiva resa.

Si dirà: è un problema comune a tutte le Costituzioni, ad ogni latitudine. Basti pensare alla nostra, dove si sancisce il diritto al lavoro pur in uno Stato in cui la disoccupazione è altissima. Tenere traccia, però, di questi scarti è sempre importante.

Il problema più rilevante, fin dall’indipendenza americana, fu probabilmente quello degli schiavi. La Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione – ispirati ai principi illuministi – parlavano di uguaglianza dei cittadini. Allo stesso tempo, però, nel paese esistevano cittadini di serie A e di serie B: i primi erano i bianchi, i secondi i neri.

I diritti sulla carta e l’America di oggi

Lo schiavismo fu a lungo una piaga, una contraddizione irrisolta dell’ordinamento statunitense. Si poté affrontarla, almeno legislativamente, solo dopo la Guerra di Secessione. Come abbiamo visto, vennero approvati alcuni emendamenti che liberavano gli schiavi e davano loro il diritto di voto.

Da quel punto in poi, però, la condizione dei neri è migliorata più sulla carta che nella vita reale. Per molto tempo, infatti, l’emarginazione e la segregazione sono state la norma non scritta che si sostituiva allo schiavismo scritto.

Martin Luther KingLe cose sono cambiate solo nel corso del ‘900, e comunque tra mille difficoltà. Le marce di Martin Luther King, la predicazione di Malcolm X e i cambiamenti sociali hanno pian piano permesso ai neri di ottenere veri diritti, anche se fragili. E la fine della segregazione.

La pena di morte

Altra questione importante è quella relativa alla pena di morte. L’ottavo emendamento, infatti, proibisce le punizioni crudeli. Così recita:

Non si dovranno esigere cauzioni eccessivamente onerose, né imporre ammende altrettanto onerose, né infliggere pene crudeli e inconsuete.

Una sedia elettrica in AmericaSe la pena di morte sia una pena crudele pare essere argomento di discussione, visto che ben 38 stati l’hanno ancora nel loro ordinamento (anche se sono pochi quelli che la infliggono effettivamente). In ogni caso gli Stati Uniti rimangono il quinto paese al mondo con più esecuzioni capitali ogni anno, dopo Cina, Iran, Iraq e Arabia Saudita.

Inoltre molti si sono scagliati anche contro i metodi inumani in cui vengono eseguite queste condanne a morte. La sedia elettrica, ad esempio, fu introdotta nel 1889 al posto della forca, con la giustificazione che sarebbe stata più “umana”. In realtà lo fu molto poco, e se anche oggi si preferisce l’iniezione letale, in alcuni stati si utilizza ancora questo metodo.

Inoltre, molte organizzazioni umanitarie ritengono che siano inumani anche gli infiniti tempi di attesa nel braccio della morte. Alcuni condannati, ad esempio, sono stati in attesa dell’esecuzione anche per più di 20 anni.

Altri diritti da rispettare

Infine, altri problemi sono spesso rimarcati. Ad esempio non sempre – o, anzi, quasi mai – sono rispettati i diritti dei carcerati, delle persone di diverso orientamento sessuale, sulla libertà d’espressione e alla privacy.

Tra l’altro, da questo punto di vista la presidenza Trump sembra aver fatto dei decisi passi indietro rispetto all’amministrazione Obama. Già nei primi mesi dopo il proprio insediamento il nuovo presidente ha infatti attaccato i diritti degli immigrati e, almeno a parole, anche di alcune minoranze, ottenendo il biasimo di varie organizzazioni umanitarie [6].

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Note e approfondimenti

[1] Come quello centrale di Philadelphia, anche i parlamenti dei vari stati venivano al tempo chiamati “Convenzioni”.
[2] Se volete vederla, nella sua versione originale, potete vederla qui. Oppure recarvi a Washington, dove è esposta, presso il National Archives Building.
[3] Qui potete leggere come venne riportata, all’epoca, la notizia sui giornali italiani.
[4] Un riassunto dei vari casi di impeachment americani può essere letto qui.
[5] Fu quello che diede origine al proibizionismo. Fu comunque abrogato qualche anno dopo, nel 1933, dal ventunesimo emendamento.
[6] Qui trovate una panoramica su alcune organizzazioni umanitarie che si battono contro le politiche di Trump.

 

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