Digiuno intermittente: nuovi studi sembrano confermarne la validità

Avrete sicuramente sentito parlare, in questi anni, del digiuno intermittente, l’ultima moda in fatto di diete e dimagrimento. Non si tratta però solo di una moda: di recente sul The New England Journal of Medicine sono usciti i risultati di nuovi studi che sembrano confermare che il digiuno intermittente faccia bene alla salute.

Chiariamo però prima di tutto di cosa stiamo parlando. Questa dieta è una pratica che prevede di alternare fasi in cui si mangia normalmente ad altre in cui si digiuna: questo sistema aiuterebbe a perdere peso in fretta, ma allo stesso tempo migliorerebbe la salute e limiterebbe gli effetti dell’invecchiamento.

Un piatto vuoto per il digiuno intermittente
In un articolo pubblicato da Rafael de Cabo e Mark P. Mattson, infatti, si dimostra che questo digiuno migliora la regolazione dello zucchero nel sangue, rafforza la resistenza allo stress e riduce le infiammazioni. Inoltre sembra avere effetti benefici anche sull’aspetto cognitivo, perché migliorerebbe la memoria nei pazienti.

Tutto questo secondo i medici potrebbe essere dovuto ad un effetto evoluzionistico: nel passato, in periodi di scarsità di cibo, l’essere umano avrebbe in un certo senso imparato ad ottimizzare meglio le risorse tramiti appositi meccanismi che però non entrano in funzione quando si mangia continuamente.

Il digiuno intermittente può essere fruito secondo gli esperti in due modalità: o mangiando ogni giorno solo in un periodo di 8 ore (cioè ad esempio iniziare a mangiare a mezzogiorno e fermarsi alle 20, digiunando nel resto della giornata), oppure secondo lo schema 5:2, in cui si mangia normalmente per 5 giorni e si digiuna quasi completamente negli altri 2.

   

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