Gli allenamenti di calcio del settore giovanile del Barcellona e dell’Ajax: cinque cose da scoprire

Il tiki taka del Barcellona

Negli ultimi vent’anni il calcio è cambiato notevolmente. La sentenza Bosman e l’apertura delle frontiere, almeno per quanto riguarda i giocatori europei (e di quelli che dispongono di un passaporto europeo), hanno di fatto globalizzato rapidissimamente il calcio, mentre il successo della Champions League ha almeno in parte spostato l’attenzione delle società più grandi dal campionato nazionale a quello continentale, dallo scudetto alla Coppa.

Tutto ciò ha aumentato esponenzialmente gli introiti (pubblicitari o televisivi che siano) e gli investimenti delle società, che, se vogliono continuare a rimanere competitive, non si possono più accontentare del giocatore di medio livello o dell’allenatore alle prime armi, ma devono subito puntare al bersaglio grosso.

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In un panorama sempre più competitivo, ci sono ogni anno società che crollano e che risorgono, che riescono a rimanere sul mercato e altre che invece devono velocemente uscirne per cercare di risanare il bilancio. Fondamentale diventa quindi la strategia di lungo periodo, la lungimiranza degli investimenti; una strategia che poche squadre hanno saputo attuare per tempo.

Due società che si basano su investimenti sagaci, che non a caso hanno dato ampiamente i loro frutti, sono sicuramente l’Ajax e il Barcellona, società unite non solo dalla strategia finanziaria ma anche da una filosofia calcistica che ha visto in Johan Cruijff il punto d’unione. I settori giovanili di questi due club sono da decenni i più stimati, studiati ed efficaci d’Europa: cerchiamo di scoprirne meglio i principi di base e qualche esercizio tipico.

 

Come vengono scelti i bambini adatti

Personalità, intelligenza, velocità

Dennis Bergkamp assieme ad alcuni giovani allievi dell'AjaxPartiamo dall’inizio, ovvero dal meccanismo di selezione che porta le società a scegliere certi ragazzi invece che altri. Il sistema dell’Ajax è piuttosto noto: fin dalla più tenera età vengono reclutati i ragazzi di Amsterdam e delle zone immediatamente limitrofe, consapevoli che non servono all’inizio chissà quali talenti, ma che le capacità principali possono essere insegnate all’interno delle strutture dell’Ajax. Così gli osservatori scandagliano i campionati e i tornei locali in cerca di giovani calciatori, tenendo presenti principalmente tre elementi, che non sono insegnabili e devono essere in qualche modo già presenti nel ragazzo: la personalità, l’intelligenza e la velocità.

Il bambino, individuato possibilmente entro il decimo anno, deve infatti dimostrare di avere un buono scatto sui primi dieci metri (anche senza palla), deve mostrare in campo una certa intelligenza che gli permetterà poi di essere istruito a dovere dai tecnici dei lancieri e deve avere carattere, cosa che secondo gli olandesi si vede nel divertimento che prova a giocare a calcio. Tutto il resto, e cioè essenzialmente la tecnica, si può acquisire con allenamenti mirati, che risultano particolarmente efficaci tra gli 8 e i 12 anni.

 

Come si svolgono gli allenamenti e le partite

Dagli 8 ai 15 anni, l’età decisiva

Come funzionano gli allenamenti nei settori giovanili più prestigiosi d'EuropaQuesto il meccanismo di reclutamento dell’Ajax, che non differisce poi molto da quello del Barcellona, che anzi con l’arrivo di Cruijff sulla panchina della prima squadra nel 1988 imitò parecchi dei precetti dei biancorossi. Anche gli allenamenti sono basati sugli stessi principi, anche se poi nel corso degli anni le due scuole si sono in parte differenziate: ad esempio, in entrambe le società i bambini tra gli 8 e gli 11 anni imparano prevalentemente ad affinare la propria tecnica e a stare in campo, capendo le posizioni e i movimenti necessari all’equilibrio della squadra; non è un caso che prima degli 8 anni i bambini giochino prima partite 4 contro 4 e poi 7 contro 7, arrivando al campo da 11 solo alla fine di questo percorso.


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Dagli 11 anni in poi si inizia a lavorare quindi come una squadra vera e propria, mentre i ragazzi scoprono la posizione del campo in cui rendono meglio e gli allenatori iniziano a specializzarli. Le sedute d’allenamento durano circa 90 minuti: il primo quarto d’ora è dedicato al riscaldamento, a cui seguono 25 minuti finalizzati al raggiungimento di un obiettivo specifico che viene stabilito in genere ogni 3/4 settimane, a seconda delle esigenze o delle mancanze che la squadra ha dimostrato durante le partite; infine, gli ultimi 45 minuti vengono riservati a partite a ranghi ridotti e controllate, con particolari regole o limitazioni che servono a mettere alla prova quanto appreso o il particolare meccanismo su cui si è lavorato.

 

Come si sviluppa il senso di appartenenza, tecnico e umano

Il 4-3-3, il collegio, lo studio

I giovani della cantera del BarcellonaOltre al lavoro sul campo, la forza di Barcellona e Ajax sta anche nella capacità di stimolare un senso di appartenenza nei propri giocatori. Non è un caso che molti calciatori, dopo il ritiro, decidano infatti di rimanere in società – o, nel caso dell’Ajax, di ritornarvi al termine della carriera, magari dopo aver giocato per qualche anno in campionati più remunerativi –, tanto si sentono legati alla squadra di cui hanno difeso i colori per 15 o 20 stagioni. Un senso di appartenenza che si stimola soprattutto facendo sentire i ragazzi parte di una famiglia.


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La società, infatti, in entrambi i casi si sobbarca tutte le spese: un mezzo passa a prendere i ragazzi tutti i giorni dopo la scuola e li riporta a casa per cena se il giocatore abita in città o nelle vicinanze; altrimenti, come nel caso specifico del Barcellona, c’è la Nuova Masia, un vero e proprio collegio costruito all’interno della Ciutat Esportiva Joan Gamper – il centro delle giovanili blaugrana – in cui i ragazzi provenienti da città più distanti o da stati esteri vivono, seguiti da educatori specifici che li affiancano anche nello studio fino al diploma.

Ma l’appartenenza si vede anche sul campo. Tutte le squadre del settore giovanile sia dell’Ajax che del Barcellona giocano con lo stesso modulo – il 4-3-3 – e secondo la stessa filosofia, cosa che rende semplicissimo per un giocatore arrivare in prima squadra, perché di fatto continua a fare quei movimenti e quel gioco che ha praticato per tutta la vita.

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Gli esercizi per migliorare la tecnica

Il Rondo, il tiki taka, il torello e il quadrato

Il tiki taka del BarcellonaMa citiamo alcuni degli esercizi più tipici svolti in allenamento, dalle giovanili fino alla prima squadra, di queste blasonate formazioni. Partiamo dal Rondo, un esercizio introdotto proprio da Cruijff al suo arrivo alla panchina catalana e imposto anche a tutte le formazioni giovanili: si disegna coi cinesini un quadrato di circa 10 metri; all’interno vengono posti due giocatori, mentre sui lati del quadrato si mettono rispettivamente due, uno, uno e un giocatori avversari, per un totale di 5 uomini. A questo punto gli uomini sui lati del quadrato cominciano a passarsi il pallone e quelli in mezzo devono cercare di intercettarlo, in una sorta di torello che, se l’età lo consente, si può complicare imponendo ai giocatori esterni al massimo due tocchi o addirittura uno solo.

Una variazione sul tema fu introdotta a Barcellona da Pep Guardiola, con un quadrato molto più grande (sui 30 metri di lato) e 7 giocatori che attaccano contro 4 che tentano di intercettare la palla; la particolarità di questa variante è che gli attaccanti sono disposti due e due su due lati paralleli, uno e uno sugli altri due lati ed un attaccante si trova infine dentro al quadrato, in mezzo ai difensori, a giocare di sponda per i compagni e a muoversi continuamente.

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Infine di scuola Ajax – che lo utilizza già con gli esordienti – è un’ulteriore variazione sul tema: si disegna coi cinesini un quadrato di circa 20 metri di lato, su cui lati si dispongono quattro giocatori, uno per lato; un quinto compagno di questi giocatori viene poi messo all’interno, esattamente al centro del quadrato, senza possibilità di muoversi (mentre i suoi compagni possono spostarsi lungo il loro lato di competenza). Dentro al quadrato, inoltre, ci sono tre giocatori avversari. Lo scopo è quello di tessere una trama di passaggi tra i cinque senza che i tre possano intercettare la palla; il gioco finisce non quando uno dei tre recupera il pallone, ma solo quando riesce anche a portarlo al di fuori del quadrato senza venire bloccato dagli avversari.

 

Esercizi dinamici e per la visione di gioco

La corsa e il monitoraggio costante

Gli esercizi di movimentoAlle scuole calcio di Amsterdam e di Barcellona, però, non sono importanti solo gli esercizi con la palla, ma anche quelli più propriamente dinamici e atletici. Il gioco di queste due squadre è infatti prettamente offensivo e ha bisogno di giocatori che sappiano far girare la palla ma che siano anche in grado di riconquistarla in fretta quando la perdono; la tradizione impone infatti alle due formazioni una difesa molto alta, che lascia inevitabilmente spazio al contropiede e quindi chiede ai difensori una gran velocità di recupero. Per stimolare queste capacità atletiche, i giocatori – e in particolar modo quelli dell’Ajax – vengono costantemente monitorati grazie ad appositi software che misurano progressi, velocità di punta, battito e frequenza cardiaca e tutta una serie di altri valori.

Un esercizio tipico che viene praticato dai lancieri olandesi è quello della “sfida psicocinetica”: in pratica si dispongono, simmetricamente ai due lati di un’area di rigore, dei cinesini di colore diverso, di solito tre o quattro, secondo forme geometriche sempre diverse (a quadrato, a cerchio, a triangolo); poi si formano due file di giocatori, parallele. Quando dà il via, l’allenatore indica una sequenza di colori (ad esempio: blu, giallo, rosso) e i due calciatori che si sfidano devono correre il più veloce possibile a toccare i cinesini rispettando quella sequenza, e quindi lavorando sui cambi di direzione in velocità; dopodiché si scatta verso il pallone posto a metà strada tra le due file di cinesini e il primo che vi arriva tenterà di tirare in porta e segnare al portiere, mentre chi vi arriva per secondo farà di tutto per bloccare l’attaccante.

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Un esercizio, infine, che coniuga tecnica, velocità e soprattutto capacità attentiva è quello proposto da Isaac Oriol Guerrero della Scuola di formazione del Barcellona: all’interno di un quadrato si dispongono nove giocatori, divisi in tre gruppi da tre in base alla casacca di colore diverso; ogni giocatore deve ricevere un passaggio da un giocatore che indossa una casacca diversa dalla sua stabilita in anticipo e subito ripassare la palla a un esponente del terzo colore, e così via a ripetizione; intanto, tre giocatori ulteriori, uno per colore di casacca, girano attorno al quadrato portando palla e avendo l’accortezza di stare sempre uno per lato.

Il giocatore che riceve palla, quindi, oltre a stoppare e ripassare al ragazzo prescelto deve anche enunciare ad alta voce il colore della casacca del ragazzo che sta percorrendo, alle sue spalle, il relativo lato del quadrato. Questo esercizio, che può sembrare molto complicato, in realtà stimola notevolmente la capacità di decidere in anticipo a chi passare la palla, individuando il giocatore più adatto, e di tenere sempre presente dove sono gli avversari, anche nel caso in cui questi siano alle spalle.

 

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2 COMMENTI

  1. CIAO.
    Nell’ultimo esercizio i colori delle casacche, dei quattro giocatori che girano intorno al perimetro, possono essere uguali a quelli dei tre gruppi all’interno del quadrato o diversi ??

    GRAZIE 😊

    • Mettiamo che tu abbia casacche blu, rosse e gialle. Dentro al quadrato ci sono 9 giocatori: 3 blu, 3 rossi e 3 gialli. Fuori dal quadrato ce ne sono altri 3 (e non 4): 1 rosso, 1 blu, 1 giallo.
      In pratica il gioco si fa in 12, 9 dentro al quadrato e 3 fuori. In tutto ci sono 4 rossi, 4 blu e 4 gialli, di cui sempre 3 dentro e 1 fuori.

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