I cinque capocannonieri di Champions League di tutti i tempi

Leo Messi in gol nel 2014 (foto di Lluís via Flickr)
Leo Messi in gol nel 2014 (foto di Lluís via Flickr)

È stato assegnato proprio nelle scorse ore il Pallone d’Oro Fifa 2016, il massimo riconoscimento per un giocatore. E ancora una volta la classifica finale è stata segnata da un testa a testa tra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, vinto quest’anno dall’attaccante del Barcellona. Un duello che si è ripetuto in tutti questi ultimi anni. È dal 2008, infatti, che il Pallone d’Oro viene sempre assegnato ad uno di loro due. Ed è da quell’anno, con la sola eccezione del 2010, che i due si piazzano al primo e al secondo posto della classifica.

Il dualismo Ronaldo-Messi

Ma il dualismo Ronaldo-Messi, che contraddistingue questa nostra epoca calcistica, non si limita al Pallone d’Oro. Investe tutte le principali statistiche sia nella Liga spagnola che in Europa. E pure, ovviamente, in Champions League.

I due assi che giocano nel campionato iberico, infatti, sono attualmente i due più grandi marcatori di sempre nella storia della competizione. Con, tra l’altro, una media gol impressionante, soprattutto se considerata tenendo presente il gran numero di partite giocate. Ma chi sta davanti? E chi occupa le altre posizioni di vertice? Ecco i primi cinque posti.

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Cristiano Ronaldo

La rivincita del portoghese a quota 89 gol

Cristiano Ronaldo all'attacco (foto di Jan S0L0 via Flickr)
Cristiano Ronaldo all’attacco (foto di Jan S0L0 via Flickr)

Ebbene sì: l’attaccante più prolifico di sempre in Coppa Campioni/Champions League è, almeno per ora, Cristiano Ronaldo. L’asso portoghese ha segnato infatti 89 gol nella massima competizione europea per club, 16 con la maglia del Manchester United e 73 con quella del Real Madrid. Il primo è arrivato nell’agosto 2005, a 20 anni d’età, nel turno preliminare tra Manchester e Debrecen; il cinquantesimo col Galatasaray nei quarti di finale del 2013.

Le presenze complessive, fin qui, sono 125, il che significa che la media è di 0,71 gol a partita. Un dato molto più alto di tutti gli altri giocatori in attività, ad eccezione, come vedremo, di Messi. Ma la carriera di Cristiano Ronaldo si prospetta ancora lunga: deve ancora compiere 31 anni e il suo fisico sembra in ottima forma.

Non è difficile prevedere ancora altri due o tre anni ai vertici mondiali, e probabilmente anche di più. Nel suo palmares individuale figurano finora 3 Palloni d’Oro, 4 Scarpe d’Oro, 1 titolo di capocannoniere in Premier, 4 in Liga e 4 in Champions. E anche un Puskás Award per il gol più bello, quello realizzato nel 2009 contro il Porto proprio in Champions. Gol che potete vedere qui sotto.

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Lionel Messi

Dietro a Ronaldo con 80 reti, ma con una miglior media

Leo Messi in gol nel 2014 (foto di Lluís via Flickr)
Leo Messi in gol nel 2014 (foto di Lluís via Flickr)

Come detto, per una volta Ronaldo batte Messi senza dubbio alcuno, lasciandolo indietro di 9 reti in classifica. La sua parziale rivincita, però, la Pulce se la prende quando si guardano meglio le statistiche e in particolare la media.

Il giocatore del Barcellona vanta infatti 23 presenze in meno di Ronaldo in Champions, avendo due anni in meno e avendo esordito un po’ più tardi. Così, la sua media riesce ad essere superiore a quella del rivale portoghese: 0,78 gol a partita contro 0,71. Il che vuol dire anche che, se il fisico continuerà a permettergli di esprimersi a questi livelli, Messi ha buone probabilità di andare ad insidiare il record del giocatore del Real.


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Le reti sono state tutte segnate con la maglia del Barcellona, in cui Messi ha giocato per tutta la sua carriera da professionista. L’esordio in Champions è avvenuto nella stagione 2004/05, mentre la prima rete è arrivata l’anno successivo, nella stagione in cui il Barça superò l’Arsenal in finale.

Campionati e Champions

La Pulce – troppo giovane – non partecipò alla finale, chiuso da Eto’o, Giuly, Ronaldinho e Larsson, ma si sarebbe rifatto nelle stagioni successive. Nel suo palmares, oltre a sette campionati spagnoli, ci sono infatti altre tre Champions.

Nel 2009 fu capocannoniere e segnò anche nella finale contro il Manchester United (proprio di Ronaldo). Nel 2011 ripeté entrambe le imprese, firmando ancora un gol in finale contro lo United. L’anno scorso, infine, ha diviso il titolo di miglior marcatore con Neymar e Ronaldo, ma non segnando nella finale contro la Juve.

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Raúl

La bandiera del Real (con un’appendice in Germania) a quota 71

Raúl, storico numero 7 del Real Madrid (foto Juan Fernández via Flickr)
Raúl, storico numero 7 del Real Madrid (foto Juan Fernández via Flickr)

Il terzo giocatore del campionato spagnolo capace di raggiungere le vette della classifica marcatori della Champions è stato Raúl, per lungo tempo stella del Real Madrid. Nato nella capitale spagnola nel 1977, da ragazzino ha iniziato a giocare nell’Atlético Madrid, salvo poi passare al Real a 15 anni.

L’esordio in Champions è arrivato nel 1995, ad appena 18 anni, quando – già titolare dell’attacco dei blancos – si è fatto subito notare con 6 gol in 8 presenze. Tre anni dopo è giunta la prima Coppa, seguita poi da quella del 2000 (con anche il titolo di capocannoniere alla pari con Mário Jardel e Rivaldo e un gol in finale). Nel 2002 infine l’ultimo titolo con un ulteriore gol nella finale col Bayer Leverkusen.


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Nel 2010, dopo aver stabilito il record di presenze con la maglia del Real e aver vinto anche sei scudetti e due titoli di Pichichi della Liga, si è trasferito all’estero. Si è così accasato allo Schalke 04, in Germania, che gli ha consentito, almeno nella prima stagione, di continuare a incrementare il suo bottino di reti nella massima competizione europea.

Ha chiuso poi la carriera tra il Qatar e gli Stati Uniti, ritirandosi nel 2015 con la maglia dei New York Cosmos. Attualmente è direttore tecnico del settore giovanile della stessa squadra americana.

 

Ruud van Nistelrooij

60 reti tra Olanda, Inghilterra e Spagna

Ruud van Nistelrooy in allenamento con Robin van Persie (foto di Jacoplane via Wikimedia Commons)
Ruud van Nistelrooy in allenamento con Robin van Persie (foto di Jacoplane via Wikimedia Commons)

Torniamo su medie realizzative molto alte con Ruud van Nistelrooij. Il celebre attaccante olandese ha infatti segnato, in Champions League, 60 reti in appena 81 incontri, con una media di 0,74 gol a partita che è perfino superiore a quella di Cristiano Ronaldo.

Nato a Oss nel 1976, ha visto la sua carriera decollare a 22 anni, quando il PSV – squadra che l’aveva appena acquistato dopo un discreto campionato nell’Heerenveen – lo fece esordire in Champions. Subito il primo anno segnò 6 gol in 7 partite, firmandone poi 31 anche in campionato. L’anno successivo fece ancora meglio, con 32 reti in 32 partite ufficiali.

Passò quindi al Manchester United, dove, nelle prime tre stagioni, siglò 36, 44 e 30 reti ufficiali. In Champions divenne capocannoniere nel 2002 (ma la squadra si fermò alle semifinali), nel 2003 (eliminata ai quarti) e nel 2005.

Dallo United al Real

Nel 2006 approdò quindi al Real, dove riuscì a mettere a segno ancora 13 gol in 19 partite, ma la sua squadra non riuscì mai ad arrivare in fondo. Dopo un anno e mezzo all’Amburgo e un ulteriore anno al Málaga, si è ritirato dal calcio giocato. Oggi lavora per la Nazionale olandese, facendo da assistente a Danny Blind, ex stella dell’Ajax.

 

Andrij Shevchenko

Il primo tra quelli che hanno giocato in una squadra italiana, a quota 59

Andrij Shevchenko a fine carriera con la maglia della Dinamo Kiev (foto di Ілля Хохлов via Wikimedia Commons)
Andrij Shevchenko a fine carriera con la maglia della Dinamo Kiev (foto di Ілля Хохлов via Wikimedia Commons)

Appena una rete dietro a van Nistelrooij si pone il primo marcatore ad aver indossato la casacca di una squadra italiana, Andrij Shevchenko. Il talento ucraino si è affacciato sul palcoscenico della Champions già a 18 anni con la sua Dinamo Kiev. Dopo tre stagioni interlocutorie, nel 1997/98 e nell’anno successivo fece il salto di qualità, siglando rispettivamente 6 e 10 reti nel massimo torneo europeo e trascinando la sua squadra prima fino ai quarti e poi fino alla semifinale.

Questo – e il titolo di capocannoniere del torneo conseguito nel 1999 – scatenò su di lui l’interesse di molte squadre occidentali. A spuntarla fu il Milan, dove avrebbe fatto grandi cose.


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Dopo un anno di assestamento, Shevchenko ricominciò a segnare con costanza in Europa, portando la sua squadra a due finali e una semifinale di Champions in quattro anni. Nella vittoria di Manchester contro la Juve, siglò anche il rigore decisivo per la conquista della Coppa.

Due anni dopo, però, non seppe ripetersi, e suo fu proprio l’errore fatale nella prima delle finali col Liverpool. Nel 2006 lasciò quindi i rossoneri per accasarsi al Chelsea, dove però non riuscì mai ad esprimersi sui suoi livelli (anche se in Champions fece molto meglio che in campionato). Ha chiuso la carriera rientrando alla Dinamo Kiev, dove è riuscito a siglare anche una manciata di altri gol europei. Tra i titoli individuali, il Pallone d’Oro del 2004 e due titoli di capocannoniere della Serie A.

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