I cinque più suggestivi concerti dell’estate 2014 secondo i nostri lettori

Mick Jagger in concerto coi suoi Rolling Stones (foto di Gorupdebesanez via Wikimedia Commons)
Mick Jagger in concerto coi suoi Rolling Stones (foto di Gorupdebesanez via Wikimedia Commons)

L’estate è, da ormai parecchio tempo, la stagione che la cultura occidentale ha riservato allo svago: l’arrivo del caldo insopportabile ed opprimente spinge i lavoratori a farsi concedere le ferie e a spostarsi al mare o sui monti, gli organizzatori di eventi sportivi a concentrare Mondiali e Olimpiadi di tutti i tipi e i ragazzi (anagraficamente o mentalmente parlando), complice la chiusura delle scuole, a riversarsi negli stadi in attesa del concerto della loro rockstar preferita.

E visto che a tal proposito il programma per questi mesi di giugno, luglio e agosto sembra essere molto interessante grazie ai numerosi festival che sono stati organizzati in varie città, abbiamo deciso di chiedervi, un paio di settimane fa, qual era il concerto per il quale provavate più attesa: ecco come avete risposto, partendo dalla quinta posizione e risalendo come al solito fino alla prima.

 

Gli Iron Maiden a Bologna

La celebrazione dell’anniversario di Seventh Son of a Seventh Son

Gli Iron Maiden
Gli Iron Maiden

Al quinto posto troviamo subito un concerto che al momento del lancio del nostro sondaggio si era in realtà già svolto: l’esibizione degli Iron Maiden all’interno di Rock in Idro, a Bologna, il 1º giugno scorso. Il gruppo britannico era indubbiamente il pezzo forte dell’intera manifestazione ed è salito sul palco dell’Arena Joe Strummer il terzo giorno, di domenica, smuovendo ben 20mila persone.

D’altro canto il concerto rappresentava la seconda tappa italiana del Maiden England World Tour, la tournée che dal 2012 – con decine e decine di date – sta celebrando l’anniversario di Seventh Son of a Seventh Son, l’album del 1988 famoso per avere introdotto l’uso delle tastiere nel sound della band e per averli avvicinati ad influenze progressive.


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Il concerto ha lasciato in generale molto soddisfatti i fan, sia per la scelta dei brani (la scaletta è grossomodo quella del 1988 e quindi formata dai grandi classici), sia per l’energia che Bruce Dickinson e compagni hanno saputo mettere in scena, contornando la loro esibizione addirittura con fuochi d’artificio ed altri effetti scenici.

Energia e grandi classici

La scaletta, partita con Doctor Doctor, è poi proseguita attraverso Moonchild, Can I Play With Madness, The Evil That Men Do e Seventh Son of a Seventh Son, seguite poi da tutta una serie di altri pezzi celeberrimi della prima produzione della band. Oltre agli inglesi sono comunque saliti sul palco, nel corso della stessa giornata dedicata esclusivamente al metal, anche Alter Bridge, Opeth, Black Stone Cherry, Extrema, Hawk Eyes e Skillet.

Altrettanto fortunata è stata anche la seconda giornata della manifestazione, dedicata al punk, mentre la prima giornata è stata annullata a causa del maltempo; durante la quarta ed ultima data, infine, si sono esibiti Queens of the Stone Age, Pixies, Biffy Clyro, Manic Street Preachers e altri.

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Neil Young a Barolo

Dal Canada alla provincia di Cuneo

Neil Young (foto di Alterna2 via Flickr)
Neil Young (foto di Alterna2 via Flickr)

Si terrà invece a fine luglio un evento che sembra suscitare grande interesse – anche a giudicare dai commenti che ci hanno inviato – nei nostri lettori: la discesa in Italia di Neil Young che, assieme ai suoi Crazy Horse, si esibirà a Barolo, in provincia di Cuneo, all’interno del Festival Collisioni il prossimo 21 luglio.

Questa manifestazione, nata come una costola del Grinzane-Cavour e rapidamente trasformatasi da evento letterario ad evento musicale e letterario, è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, sia nelle ambizioni che nelle presenze, tanto che quest’anno, oltre a Neil Young, vi si esibiranno anche i Deep Purple il 18 luglio, Elisa il 19 e Caparezza il 20.

Spesso in Italia

Per quanto riguarda il cantautore canadese, già l’anno scorso era stato a Lucca e a Roma, ma il successo di quelle ed altre date europee – interrotte tra l’altro prematuramente per un infortunio al chitarrista Frank Sampedro – lo ha convinto ad impegnarsi ancora una volta per un’estate nel vecchio continente, tra Londra, la Germania e un piccolo scorcio d’Italia.

Il suo concerto, che rientra nell’Alchemy Tour, è già sold-out da tempo, segno da un lato che l’interesse dei fan è ancora immutato a distanza di tanti anni, sia, dall’altro, che la scelta di battezzare questa edizione del Festival col titolo di Harvest, come il celebre album, è stata particolarmente azzeccata.

Tra i commenti che ci sono giunti, in molti hanno usato parole di elogio per la storia del rocker («una leggenda» e altri sinonimi sono stati tra i sostantivi più usati). Qualcuno ha sottolineato anche l’ottimo lavoro fatto con Psychedelic Pill, uscito due anni fa, e A Letter Home, pubblicato ad aprile, un album di cover di brani di Bruce Springsteen (My Hometown), Bob Dylan (Girl from the North Country), Willie Nelson e altri, brani che probabilmente saranno inseriti anche nella scaletta dell’esibizione italiana.

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I Pearl Jam a Milano e Trieste

La prima volta in cui Eddie Vedder ha infiammato gli stadi italiani

Eddie Vedder dei Pearl Jam in concerto a Brooklyn (foto di Lugnuts via Wikimedia Commons)
Eddie Vedder dei Pearl Jam in concerto a Brooklyn (foto di Lugnuts via Wikimedia Commons)

Saliamo ora sul podio della nostra graduatoria, dove incontriamo un altro gruppo che il suo show l’ha già fatto all’inizio dell’estate, cioè i Pearl Jam, che si sono esibiti a Milano il 20 giugno scorso e a Trieste due giorni più tardi.

Sembra impossibile, ma la data di Milano è stata la prima in cui il gruppo di Eddie Vedder ha tenuto un concerto come band principale all’interno di uno stadio italiano, nonostante la storia del gruppo, e soprattutto quella personale del suo leader, sia legata a doppio filo al nostro paese: come ha in parte ricordato lo stesso cantante dal palco, infatti, Eddie Vedder si è sposato con la sua prima moglie, Beth Liebling, in Campidoglio, a Roma, mentre la sua seconda compagna, la modella Jill McCormick, l’ha conosciuta proprio a Milano.

In contemporanea alla partita

La serata del concerto di San Siro era quella della partita della Nazionale italiana contro il Costa Rica, quella che ci è costata l’eliminazione dal Mondiale ma soprattutto una figuraccia talmente grande da spaccare forse irrimediabilmente lo spogliatoio e provocare le dimissioni immediate del commissario tecnico e del presidente della Federazione.

Ma Vedder, nonostante una comparsata con la maglia dell’Italia prima dell’inizio del concerto, ha saputo con i suoi compari risollevare il morale dei 60mila del Meazza, proponendo i brani dell’ultimo album, l’apprezzato Lightning Bolt, ma anche e soprattutto i vecchi cavalli di battaglia della band, dalle Release e Nothing Man con cui si è aperto il concerto fino a Jeremy e Alive, sulle note delle quali lo show si è avviato a conclusione.

Molto simile il finale della scaletta pure a Trieste, anche se diverso è stato l’inizio: nella città giuliana si è partiti infatti con Small Town, seguita poi da Low Light e Black, per lasciar posto a Sirens solo al quarto brano; l’energia, però, è stata la stessa che si è fatta registrare a Milano, con 30mila persone a riempire lo stadio Nereo Rocco provenienti non solo da tutta Italia, ma anche dalla Slovenia, dalla Croazia, dall’Austria e dagli altri paesi limitrofi.

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Gli One Direction a Milano e Torino

Maglie strizzate e ragazze in visibilio

Gli One Direction in concerto (foto di javierosh via Flickr)
Gli One Direction in concerto (foto di javierosh via Flickr)

Saliamo verso i gradini più alti del podio, dove si sono date battaglia fino all’ultimo voto due band inglesi tra loro diversissime, direi quasi agli antipodi, sia per l’età che per ciò che rappresentano: da un lato gli One Direction, dall’altro i Rolling Stones.

Partiamo dai primi che, almeno per i nostri lettori, questa piccola volata a due l’hanno persa, piazzandosi comunque a un onorevolissimo secondo posto: il gruppo anglo-irlandese si è esibito a Milano il 28 e il 29 giugno e, recentissimamente, a Torino il 6 luglio davanti ad un vero e proprio esercito di agguerrite fan, che li hanno consacrati definitivamente come la boy band più apprezzata dalle adolescenti (e non solo) italiane.

Presto in DVD

A Milano, stadio San Siro, entrambe le date sono andate esaurite: i 50mila spettatori, consapevoli del fatto che spezzoni del concerto andranno a far parte del DVD Where We Are – World Tour che uscirà per il periodo natalizio, hanno esibito striscioni e soprattutto dato vita a speciali coreografie sugli spalti per accompagnare le canzoni di Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson.

Dal canto loro, i ragazzi che già l’anno scorso erano stati a Milano (ma al MediolanumForum di Assago) hanno aperto lo show con Midnight Memories, Little Black Dress e Kiss You, per passare poi ai cavalli di battaglia come What Makes You Beautiful e le recenti Best Song Ever e Story of My Life.

A Torino, allo Stadio Olimpico, più o meno la stessa performance è andata in scena una settimana dopo, con 40mila ragazze assiepate nonostante un acquazzone che si è abbattuto sulla città, acquazzone che ad inizio show ha portato i cinque cantanti a togliersi le magliette canticchiando Singin’ in the Rain e strizzarle davanti a un pubblico letteralmente in visibilio; poi la scaletta è ricominciata pressoché identica con Midnight Memories e poi via via tutte le altre canzoni che hanno fatto la fortuna dei loro primi tre album.

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I Rolling Stones a Roma

Il concerto dell’estate al Circo Massimo

Mick Jagger in concerto coi suoi Rolling Stones (foto di Gorupdebesanez via Wikimedia Commons)
Mick Jagger in concerto coi suoi Rolling Stones (foto di Gorupdebesanez via Wikimedia Commons)

Il concerto che avete premiato come il più importante di quest’estate italiana è stato però non quello tenuto dai giovanotti che infiammano il cuore delle sedicenni, ma da un gruppo di signori la cui età media è addirittura di 70 anni ma che ancora sa incantare le platee.

Stiamo parlando, ovviamente, dei Rolling Stones, che si sono esibiti lo scorso 22 giugno al Circo Massimo di Roma, in un concerto promosso dal Comune (e fortemente voluto dal sindaco Ignazio Marino, che sulla buona riuscita dell’evento ha puntato anche in termini di popolarità) e che rientrava nell’ambito dei festeggiamenti per i 50 anni della band di Mick Jagger e compagni.


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Davanti a circa 71mila fan, gli Stones hanno dato il via alle danze con un classico come Jumpin’ Jack Flash, seguito da It’s Only Rock ‘n’ Roll, Let’s Spend the Night Together, Streets of Love, Start Me Up, Sympathy for the Devil e poi via via fino alla conclusione, con You Can’t Always Get What You Want e ovviamente Satisfaction.

Mick Jagger e il calcio

Il tutto intervallando le canzoni con dialoghi col pubblico (che, per quanto riguarda la canzone che viene scelta dai fan ad ogni concerto, ha optato per Respectable) e con un Mick Jagger che – dopo la vittoria della Nazionale contro l’Inghilterra – ha pure annunciato che l’Italia avrebbe vinto il Mondiale, confermando la leggenda metropolitana che non lo vuole tra i più fortunati supporter e analisti per quanto riguarda le vicende del calcio.

Secondo le statistiche rilasciate agli organi di stampa, i romani presenti erano “solo” 20mila, meno di un terzo del totale degli spettatori; erano ben rappresentate invece molte altre regioni italiane (Lombardia, Campania, Piemonte, Puglia e Veneto le prime) ma pure molti stati esteri, con turisti che hanno scelto di coniugare una vacanza a Roma con un concerto in una cornice invidiabile.

Non sono mancati, infine, i vip, in uno spazio apposito e riservato: dallo stesso sindaco Marino a Beppe Grillo, da Paolo Sorrentino a Giuseppe Tornatore, da Zucchero a Edoardo Bennato, oltre a personaggi tra loro diversissimi come Emanuele Filiberto di Savoia, Sabina Guzzanti, Lucrezia Lante della Rovere e Paola Cortellesi.

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I risultati del sondaggio

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