I flash mob alla finestra contro la paura per il coronavirus

In questi giorni siamo bombardati da notizie negative, che ci mostrano come il coronavirus Covid-19 si stia diffondendo rapidamente in tutto il mondo e come, purtroppo, stiano crescendo anche le vittime italiane. C’è, però, anche un barlume di speranza, legato a come la popolazione sta affrontando quest’emergenza, un barlume che emerge soprattutto tramite alcuni flash mob.

Di per sé, l’espressione flash mob era nata in origine per indicare degli assembramenti di persone, magari organizzati tramite i social network e parzialmente improvvisati, che servivano per far notare un determinato problema o per protestare contro una certa situazione.

Negli ultimi giorni, però, gli italiani sono riusciti a creare anche dei flash mob pur rimanendo distanziati tra loro. Prima, tre giorni fa, si sono infatti dati appuntamento alla finestra o sul balcone di casa per cantare o suonare una canzone.

In parallelo sono comparsi un po’ dappertutto gli striscioni con scritto “Andrà tutto bene”, perlopiù scritti e illustrati da bambini. Infine ieri sera è stata la volta delle torce: alle 21 gli italiani – sempre tramite social network e soprattutto WhatsApp – si sono dati appuntamento per puntare la luce del cellulare verso il cielo.

Tutte queste iniziative servono, certo, a riempire il tempo – come le molte “challenge” che hanno preso il via in queste ore sui social –, ma anche a fare in qualche modo comunità, nonostante si sia tutti rintanati in casa. E sembrano per il momento funzionare molto bene.

   

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