Il modo creativo in cui Hong Kong sta continuando a protestare

Come sapete, da qualche giorno a Hong Kong sono entrate in vigore nuove leggi, molto restrittive per quanto riguarda la libertà di parola e di opinione. L’intento della Cina sembra essere quello di reprimere anche con la forza ogni forma di dissenso e “normalizzare” la situazione, almeno dal suo punto di vista. Ma gli attivisti di Hong Kong stanno creando un vero e proprio linguaggio alternativo per continuare a protestare.

I vecchi manifesti e cartelloni sono stati rimossi, visto che potrebbero comportare l’arresto in base alla nuova normativa sulla sicurezza nazionale. Ma al posto di quegli slogan ne sono comparsi altri, in un certo senso cifrati, che però gli aderenti al movimento di protesta possono comprendere.

Proteste a Hong Kong
Ad esempio, nel quartiere dello shopping è comparso il graffito “Alzatevi, voi che rifiutate di essere schiavi”. Si tratta in realtà del primo verso dell’inno nazionale cinese, ma lì ad Hong Kong suona come un atto di ribellione a Pechino.

Altri hanno deciso di usare giochi di parole come “Seize back banana“, “Riprendiamoci la banana”, giocando sul fatto che la parola “banana” si scrive, in cinese, in maniera molto simile a “Hong Kong”. Oppure si ripetono i numeri “3219 0246”, che in cinese suonano come lo slogan “Liberate Hong Kong, rivoluzione dei nostri tempi”.

C’è stato infine anche qualche negoziante che ha tappezzato la propria vetrina con post-it vuoti, affermando che “l’essenziale è invisibile agli occhi”, come diceva il Piccolo Principe, e che il silenzio a volte vale più di mille parole.

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