A sorpresa, il Premio Nobel 2019 non è andato a Greta Thunberg, data da molti giornali come la favorita nelle scorse settimane. Ha invece trionfato il primo ministro etiope, Abiy Ahmed Ali, per gli sforzi da lui profusi per la pace nel Corno d’Africa.
Ahmed è nato a Benshasha nel 1976 ed è esponente dell’etnia oromo, quella maggioritaria nel paese ma che per lungo tempo è stata discriminata. È diventato primo ministro nell’aprile 2018 dopo numerose proteste di piazza contro il precedente premier, Hailé Mariàm Desalegn, di etnia invece tigrina.
Da quando guida il governo del suo paese, Ahmed si è impegnato soprattutto per raggiungere una pace con la vicina Eritrea, con cui l’Etiopia è in guerra dal 1998. Per questo motivo, ad esempio, ha rinunciato unilateralmente ad alcune rivendicazioni territoriali.
Ahmed ha infine liberato una serie di prigionieri politici e cercato di avviare una rappacificazione tra i vari gruppi etnici che compongono il paese. Ha così licenziato anche i funzionari accusati di violazione dei diritti umani e ha obbligato i servizi di sicurezza a rinunciare all’uso della tortura.