La storia della cartiera fallita e salvata dagli operai con l’ecologia

Le fabbriche purtroppo a volte vanno in crisi, falliscono e chiudono. Ci sono dei casi, però, in cui le difficoltà si trasformano in opportunità e, a costo anche di grossi sacrifici, dal fallimento si può arrivare alla rinascita. Così è avvenuto per la Cartiera Pirinoli di Roccavione, in provincia di Cuneo.

La cartiera è stata infatti premiata proprio in questi giorni da Legambiente e dalla rivista La nuova Ecologia con la targa di “Ambientalista dell’anno“, per via di importanti investimenti fatti per la salvaguardia dell’ambiente (e della salute degli operai).

La carta in una cartiera
E dire che solo pochi anni fa, nel 2012, l’azienda era fallita, lasciando a casa ben 150 lavoratori. A quel punto, però, sono stati proprio gli operai ad organizzarsi. Hanno presidiato per tre anni lo stabilimento, impedendo usura, furti e danni. E poi hanno messo sul piatto i loro risparmi.

Con l’aiuto di Lega Coop, hanno formato così una cooperativa che ha avanzato un’offerta per acquisire l’azienda all’asta fallimentare. La spesa di 1,2 milioni di euro ha poi gradualmente cominciato a fruttare, grazie ad altri investimenti: è stato tolto l’amianto, si è messa in funzione una centrale di cogenerazione a metano, si è risanato il ciclo dell’acqua.

L’attenzione all’ambiente – finanziata anche con fondi regionali – ha reso sempre più efficiente la fabbrica, che ora ha un fatturato da 36 milioni di euro e sfrutta i materiali provenienti dalle varie raccolte differenziate della zona. E il bilancio, economico ed ambientale, è così in attivo.

   

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