La storia di Cibo, lo street artist che disegna sopra alle svastiche

Verona è balzata, nelle ultime settimane, al centro dell’attenzione mediatica, non certo per un motivo encomiabile: una parte della tifoseria dell’Hellas è stata infatti accusata – non senza prove a supporto – di razzismo e di simpatie nazifasciste. Da Verona, però, provengono anche storie molto positive, come quella dello street artist Cibo, che si oppone con la sua arte proprio al razzismo, al nazismo e tutte le forme d’odio.

Cibo è ovviamente un nome d’arte, dietro a cui si nasconde (per modo di dire) Pier Paolo Spinazzè, ex allievo del Liceo Artistico di Verona e poi dello IUAV di Venezia. Un ragazzo che ha deciso di mettere il suo talento artistico di disegnatore al servizio della comunità, ma in modo molto originale.

Cibo infatti riceve ogni settimana svariate segnalazioni da persone comuni, che gli indicano quando su un muro cittadino è stata aggiunta una scritta d’odio o di violenza. Spesso si tratta di svastiche o di croci celtiche, ma sono presenti anche offese, bestemmie ed altre scritte offensive.

A quel punto l’artista raduna i suoi ferri del mestiere (soprattutto vernice spray) e si reca sul posto, disegnando sopra alle scritte qualcosa di positivo. Quasi sempre si tratta di roba da mangiare: salsicce, muffin, tortellini, formaggi. Perché, a suo dire, la bellezza deve sostituire la bruttezza, le cose amabili devono sostituire l’odo nel panorama urbano.

Questa sua attività – che va avanti da anni – l’ha reso famoso, ma in un certo senso anche un bersaglio, visto che solo la settimana scorsa è stata piazzata una bomba carta sotto la sua auto e in passato è stato oggetto di qualche atto di vandalismo. Ma Cibo prosegue e raccoglie anche fondi per la sua attività (ad esempio qui).

   

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