Le 10 aziende più ricche del mondo nel 2020

Un distributore Exxon (foto di Mike Mozart via Flickr)
Un distributore Exxon (foto di Mike Mozart via Flickr)

Come si riesce a far funzionare un’azienda? È una domanda che, negli ultimi anni, probabilmente si sono fatti – o si sarebbero dovuti fare – tutti i principali manager. Come si arriva al successo, come si riesce a far marciare e progredire una industria, una holding, una società?

Sono domande a cui non è ovviamente facile rispondere, altrimenti tutte le aziende sarebbero prospere e nessuna fallirebbe mai. Sono domande a cui forse non c’è neppure una vera risposta, nel senso che il successo è spesso l’unione di sapienza e fortuna. Ma sono domande che è inevitabile porsi e continuare a porsi.

A volte poi, per azzardare una risposta, non serve nemmeno effettuare chissà quali voli pindarici. Ci si può accontentare, anzi, di studiare gli esempi positivi. Più in concreto, di scorrere la lista delle aziende più ricche del mondo.


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Sì, ma quali sono? Ecco le prime dieci individuate da Forbes, la bibbia del settore, e sfrondate ovviamente dalle banche e dalle società di investimenti, che noi consideriamo qualcosa di diverso dalle aziende.

 

1. General Electric

Dall’elettricità alla diversificazione

Apriamo la lista con una azienda storica americana. Si tratta di General Electric, società fondata nel 1892 da Thomas Alva Edison e attiva in vari settori.

Solo per indicare quelli più importanti, basti citare il ruolo di GE per l’elettricità, l’illuminazione, la produzione di elettrodomestici, di turbine a gas, di plastica, perfino di reattori nucleari e locomotive.

La General Eletric è un colosso mondiale da più di un secolo (foto di rik-shaw via Flickr)
La General Eletric è un colosso mondiale da più di un secolo (foto di rik-shaw via Flickr)

Una grande varietà di investimenti che fa della General Electric la più grande azienda al mondo per diversificazione dei suoi prodotti. La sede principale si trova a Fairfield, nel Connecticut, ma la società è presente anche in Italia, dove arrivò addirittura nel 1921.

Il volume d’affari della filiale italiana si aggira attorno ai 6 miliardi di euro annui, grazie soprattutto a divisioni business, che si occupano di petrolio, strumenti biomedici, fonti rinnovabili, finanza, ferrovie. Il CEO globale è H. Lawrence Culp Jr.

   

 

2. Exxon Mobil

Il petrolio della Esso

L’avete probabilmente sentita nominare mille volte, ma vi siete anche chiesti come mai in Europa e in Italia quel marchio non si veda mai. Ebbene, la Exxon Mobil, azienda petrolifera americana leader a livello mondiale, da noi infatti si presenta con un simbolo diverso, quello Esso. E questo sì che l’avete visto mille volte.

Fondata nel 1870 da John D. Rockefeller col nome di Standard Oil, la società è passata attraverso mille vicissitudini e qualche legge antitrust.

Un distributore Exxon (foto di Mike Mozart via Flickr)
Un distributore Exxon (foto di Mike Mozart via Flickr)

Il marchio Esso fu creato originariamente proprio a partire dalle iniziali di Standard Oil (S.O., in inglese, si legge come Esso), ma fu poi abbandonato nel 1973 sul mercato statunitense. Anche la Mobil, che si è fusa con la Exxon nel 1999, in realtà era nata da uno scorporo della Standard Oil e da una successiva cessione.

Proprio questa fusione ha aiutato, negli anni Duemila, l’azienda a recuperare terreno anche nei confronti delle concorrenti. In campo petrolifero, la rivale storica è l’anglo-olandese Shell, mentre negli ultimi tempi, come vedremo, s’è affacciata alla ribalta anche la PetroChina.

Oggi, grazie alla vendita di carburante e lubrificanti derivati dal petrolio, si pone ai vertici della scena mondiale da Irving, in Texas, anche se in realtà qualche annata recente è stata contrassegnata anche da segni negativi. Ha circa 75mila dipendenti e il CEO (e presidente) è Darren Woods.

 

3. Shell

La conchiglia anglo-olandese

Al terzo posto troviamo la Royal Dutch Shell, più comunemente nota come Shell, importante azienda petrolifera olandese. Assieme alle concorrenti che abbiamo già cominciato a vedere (e che ancora vedremo) in questa lista, è uno dei principali attori nel campo del petrolio e del gas a livello mondiale.

La sede storica della compagnia è a L’Aia, nei Paesi Bassi, ma ormai la Shell è una multinazionale con ramificazioni importanti anche in Gran Bretagna e soprattutto negli Stati Uniti, in particolare a Houston. Fondata nel 1907, nacque dalla fusione della compagnia reale olandese con un’azienda privata britannica.

Un distributore Shell (Photo by CEphoto, Uwe Aranas)
Un distributore Shell (Photo by CEphoto, Uwe Aranas)

Il curioso nome Shell – che in inglese significa “conchiglia” – deriva proprio da questa iniziale fusione. Inizialmente il ramo britannico commerciava infatti in conchiglie, raccolte nel Mar Caspio e vendute ai collezionisti inglesi.

Proprio durante i frequenti viaggi in Oriente il fondatore dell’azienda, Marcus Samuel, capì che poteva essere utile investire nel nascente mercato del petrolio, all’epoca usato soprattutto per le lampade. Da lì gli affari decollarono rapidamente. Oggi la società vanta più di 100.000 dipendenti e ha Ben van Beurden come CEO.

   

 

4. PetroChina

Il nuovo colosso cinese

Come anticipavamo, è cresciuta moltissimo negli ultimi anni l’importanza di PetroChina, l’azienda di stato cinese per lo sfruttamento del petrolio.

Fondata nel 1999, è appunto sotto il controllo dell’apparato statale ma è aperta anche agli investitori privati. Da questo punto di vista, particolarmente rilevante è la presenza di Berkshire Hathaway, la più importanze società di investimenti mondiale, guidata dal CEO Warren Buffet.

Una stazione di PetroChina
PetroChina ha sede nella zona di Pechino e ha il suo presidente in Zhou Jiping e il suo amministratore delegato in Wang Dongjin. Le sue azioni sono quotate a New York e Hong Kong.


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Non commercia in Europa, anche se negli ultimi anni ha espanso i suoi interessi anche ben al di fuori della Cina, con contratti con l’Australia ed entrando ad esempio in società energetiche canadesi. Una crescita favorita anche dal regime duopolistico del mercato della benzina cinese, che ha favorito il consolidarsi dell’azienda.

 

5. Chevron

Anche al quinto posto della graduatoria c’è un’azienda petrolifera, questa volta americana: la Chevron Corporation. Un’azienda nata all’inizio del Novecento dallo smembramento della Standard Oil di cui abbiamo già parlato.

Il quartier generale si trova in California, a San Ramon, ma oltre che di petrolio si occupa anche di gas naturale. Nell’ultimo quarantennio ha rafforzato la propria posizione sul mercato anche grazie ad acquisizioni e a fusioni di grande rilevanza.

Gli uffici della Chevron a Houston (foto di Jonathan McIntosh via Flickr)
Gli uffici della Chevron a Houston (foto di Jonathan McIntosh via Flickr)

Nel 1984, ad esempio, ha acquistato la Gulf Oil Corporation, mentre poco tempo dopo, nel 2001, si è fusa con la Texaco. Nel 2005 ha infine comprato la Unocal Corporation.

Negli anni la società è stata però anche al centro di alcune vicende giudiziarie, legate soprattutto all’inquinamento. Molte di queste inchieste sono partite dal Sudamerica e in particolare dall’Ecuador, dove la compagnia ha estratto a lungo petrolio anche ai danni della Foresta Amazzonica.

 

Altre 5 ricchissime aziende, oltre alle 5 già segnalate

La classifica delle aziende più ricche al mondo, ancorché depurata delle banche, subisce facilmente dei rimescolamenti di anno in anno. D’altronde, si potrebbe dire che la classifica è in un certo senso “corta”, visto che le società sono molto vicine tra loro. E allora, per completezza, conviene allungare l’elenco fino a comprendere le prime 10 aziende più ricche.

 

6. Volkswagen

Il Gruppo Volkswagen è attualmente il più ricco gruppo automobilistico del mondo, anche se negli ultimi anni si è spesso conteso questo primato con i giapponesi della Toyota. Fondata nel 1937, la società venne creata per volere di Adolf Hitler, che, tramite la “vettura del popolo”, voleva motorizzare i tedeschi.

Per realizzare il progetto fu addirittura fondata una nuova città, Wolfsburg, dove sarebbero sorti gli stabilimenti e dove ancora oggi ha sede il gruppo automobilistico. Riaperta nel dopoguerra, la fabbrica ottenne un grandissimo successo col suo primo modello, il Maggiolino, ancora oggi una delle auto più celebri del mondo.

Altri grandissimi successi arrivarono poi negli anni ’70, grazie anche alla collaborazione con Giorgetto Giugiaro, soprattutto coi modelli Golf e Polo. Negli ultimi anni, a macchiare il nome dell’azienda c’è stato però lo scandalo delle emissioni truccate per rientrare negli standard ambientali richiesti dai vari paesi.

Nel corso degli anni ha acquisito inoltre altre case automobilistiche europee, come l’Audi, la SEAT, la Škoda, la Porsche e le italiane Ducati e Lamborghini. Oggi l’azienda si è espansa enormemente anche in Asia, tanto che il 40% dei profitti pare derivi dal mercato cinese. L’attuale presidente è Hans Dieter Pötsch.

7. Apple

A questo punto troviamo finalmente la tecnologia di ultima generazione. Dopo una lunga, lunghissima crescita è infatti giunta al top anche Apple, che per Forbes è ora la settima azienda più ricca del mondo.

Una crescita che ha avuto una consistente accelerata negli ultimi quindici anni, soprattutto col lancio dell’iPhone, che ha trasformato una stimata azienda di medio livello in un colosso internazionale, capace di influenzare l’economia di intere regioni.

La storia di Apple la conoscete tutti, e l’abbiamo descritta anche noi nel dettaglio. Fondata da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne nel 1976 a Cupertino, in California, ha iniziato la sua attività producendo personal computer.

Una prima svolta è arrivata nei primi anni Duemila con l’iPod, a cui sono seguiti poi il già citato smartphone e l’iPad. Oggi, dopo la morte di Jobs, l’azienda è guidata da Tim Cook, conta più di 450 negozi ufficiali nel mondo e ha un fatturato di più di 200 miliardi di dollari.

 

8. Walmart

Come avrete notato, all’interno di questa lista primeggiano le aziende petrolifere con qualche sparuta presenza di società tecnologiche o automobilistiche. L’unica eccezione è costituita da Walmart, multinazionale statunitense specializzata nella grande distribuzione.

Fondata da Sam Walton nel 1962, la società possiede una catena molto grande (e molto frequentata) di supermercati sparsi in giro per l’America e per il mondo. Controllata oggi dagli eredi di Sam, cioè la potente famiglia Walton, vanta un fatturato nell’ordine delle centinaia di miliardi di dollari annui.

La sede storica della società è a Bentonville, in Arkansas, ma ci sono più di 11.000 negozi in 27 paesi, anche se non tutti contrassegnati dal marchio Walmart. Quotata in borsa dal 1972, la società ha anche più di 2 milioni di dipendenti, 1,5 milioni dei quali negli Stati Uniti.

Oltre che nel paese d’origine, è presente infatti in Canada, Messico, Regno Unito, Giappone, India, Cina e vari paesi del centro e del sud America. Alcuni tentativi fatti negli anni in Europa si sono rivelati però meno fruttuosi del previsto.

9. Gazprom

Gazprom è sicuramente una delle più giovani tra le aziende di questa lista, visto che è nata solo nel 1989. A fondarla fu infatti il governo russo durante le fasi della dissoluzione dell’Unione Sovietica, facendola sorgere dalle ceneri del Ministero per l’Industria del Gas sovietico.

Oggi la società è per la maggioranza in mano al governo russo, mentre per il resto è quotata in borsa. Il fatto che sia lo stato a controllarla l’ha resa, soprattutto negli ultimi anni, anche uno strumento politico, con cui la Russia (e in particolare Putin) ha cercato di influenzare la politica di altri paesi europei.

D’altronde, Gazprom da sola produce quasi il 20% di tutto il gas naturale del mondo, che esporta sostanzialmente ovunque. Inoltre possiede una serie di aziende collegate e sussidiarie che hanno permesso alla società di espandersi anche in altri settori.

Gli impiegati sono quasi mezzo milione e la sede centrale si sta spostando in questi anni da Mosca a San Pietroburgo. Proprio in quest’ultima città è stato infatti costruito il Lakhta Center, enorme grattacielo da 87 piani che ne deve rappresentare anche visivamente la forza e l’importanza di Gazprom.

 

10. BP

Chiudiamo con un’altra azienda petrolifera, la BP, un tempo nota come British Petroleum. Oggi la parola “british” è stata tolta dal nome, preferendo la semplice sigla, sia per via di alcune fusioni e acquisizioni, sia in parte per smarcarsi dal governo britannico.

La BP nacque però come una società statale, fondata nel 1908 col nome di Anglo-Persian Oil Company. Il suo compito primario, all’inizio, era estrarre petrolio in Iran, e continuò a farlo fino a quando, nel 1954, non adottò il nome di British Petroleum e soprattutto non cominciò ad espandersi anche in altre parti del mondo.

Oggi l’azienda non è più statale, visto che è stata privatizzata dal governo in più tranche tra il 1979 e il 1987. Ha inoltre investimenti e giacimenti in tutto il mondo, oltre che una rete di punti vendita molto estesa. È d’altronde, da tempo immemore, una delle sette sorelle del mercato petrolifero.

Purtroppo, la società nel corso degli anni è stata coinvolta anche in alcune controversie, soprattutto di carattere ambientale (ma anche legate alla sicurezza dei lavoratori). In particolare nel 2010 è stata al centro del disastro della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, il più grave disastro ambientale della storia americana.

 

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