Le cinque migliori nuove serie TV americane del 2013-2014 secondo i nostri lettori

True Detective è, secondo i nostri lettori, la miglior nuova serie tv americana del 2013-2014

L’industria televisiva americana è un po’ come il Saturno di Goya che qualche mese fa abbiamo inserito tra i quadri più spaventosi e macabri dell’arte occidentale: dà vita a molti figli, ma finisce spesso per divorarli. Dal 1° settembre 2013 negli Stati Uniti sono stati lanciati più di duecento nuovi programmi televisivi sui vari network, ma solo una piccola parte è sopravvissuta fino a fine stagione e una parte ancora più piccola tornerà a fare compagni agli spettatori americani l’anno prossimo.

I costi, la grande concorrenza e l’esagerato aumento dell’offerta hanno infatti creato un meccanismo di selezione naturale estrema, in cui, dopo appena due o tre episodi, belle serie scritte anche da grandi autori e recitate da star possono seriamente rischiare di essere interrotte dall’oggi al domani, cancellate e dimenticate nel tempo di un battito di ciglia o di un cattivo dato negli ascolti.

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Ora che siamo a maggio, però, il quadro sui palinsesti è abbastanza completo, e per questo vi abbiamo proposto, un paio di settimane fa, un sondaggio su quali di queste nuove serie vi avevano interessato di più o, se avevate già avuto modo di vederle, vi erano piaciute di più. Ecco quindi le prime cinque migliori nuove serie TV americane secondo i nostri lettori, partendo dalla quinta classificata e andando poi a salire fino alla prima.

 

Dracula

L’horror con Jonathan Rhys Meyers

È notizia purtroppo proprio dell’altroieri che la NBC ha deciso di non rinnovare per una seconda stagione Dracula, il telefilm che si è classificato al terzo posto a pari merito con altre due belle serie nella nostra classifica. Frutto di una coproduzione angloamericana, la serie è una rivisitazione della classica storia del conte Dracula, impreziosita dalla presenza di Jonathan Rhys Meyers, attore che all’apice della sua carriera hollywoodiana (tra il 2004 e il 2006 comparve in Alexander, Match Point e Mission: Impossible III) ha deciso di dedicarsi alla TV, prima con l’apprezzata I Tudors, poi con questo adattamento da Bram Stoker.

Purtroppo la serie, nonostante un paio di nomination ai People’s Choice Awards, non è riuscita a mantenere dei buoni ratings per la durata dei dieci episodi della prima stagione: partita con dati di ascolto superiori ai 5 milioni di spettatori, nel giro di un paio di settimane si è attestata attorno ai 3 milioni, non abbastanza per convincere la NBC a rinnovarla.


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Accanto all’attore irlandese hanno recitato Jessica De Gouw (già vista in Arrow), Thomas Kretschmann (al lavoro in passato anche in Italia con Pupi Avati e Dario Argento) e Katie McGrath, la Morgana di Merlin.

In Italia i dieci episodi sono in buona parte già stati trasmessi (manca solo il finale, che andrà in onda sabato prossimo) sul canale Mya di Mediaset Premium.

 

Sleepy Hollow

Un classico firmato da veterani

Già trasmessa, ma stavolta su Sky e non sui canali a pagamento di Mediaset, è pure Sleepy Hollow, serie anch’essa dell’orrore e anch’essa tratta da un classico letterario, in questo caso il celebre racconto La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving che già aveva ispirato pure Tim Burton.

Prodotta dalla Fox senza star di primo piano – il protagonista Tom Mison finora aveva avuto solo ruoli da caratterista, mentre Nicole Beharie è quasi un’esordiente – la prima stagione è composta di tredici episodi mandati in onda tra lo scorso settembre e gennaio, tutti già apparsi anche in Italia a stretto giro di posta, mentre la seconda annata che partirà nel prossimo settembre dovrebbe essere più lunga, arrivando forse fino a 18 puntate; abbastanza buoni gli ascolti in madrepatria, con un esordio addirittura oltre i 10 milioni di telespettatori e una media complessiva sugli 8.

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Il punto forte della serie, in cui si immagina che lo storico Ichabod Crane si risvegli ai giorni nostri per fermare uno dei Cavalieri dell’Apocalisse, sta soprattutto negli ideatori e nei produttori dello show: nel lungo elenco infatti figurano Alex Kurtzman e Roberto Orci, che insieme hanno già creato Fringe e sceneggiato film come Mission: Impossible III, The Island, Transformers e Star Trek, ma anche il Len Wiseman che ha diretto Underworld e Die Hard – Vivere o morire.

 

Agents of S.H.I.E.L.D.

La Marvel arriva anche in TV

La prima cosa che salta agli occhi, analizzando le cinque serie che avete votato con maggior decisione nel nostro sondaggio, è che mancano completamente le sitcom (la prima in classifica è Mom, al sesto posto), soppiantate da horror (come nelle prime due serie già presentate), thriller (come nelle prossime due di cui parleremo) e azione, come nel caso di questa Agents of S.H.I.E.L.D. che chiude il trio dei telefilm al terzo posto a pari merito.

Creata sull’onda del successo di The Avengers e sulla simpatia accumulata sulla figura di Phil Coulson, agente dello Shield già comparso in film e serie a cartoni animati del Marvel Cinematic Universe, la serie è firmata tra gli altri da Joss Whedon ed è interessante perché si concentra su supereroi – o sarebbe meglio dire superagenti – che agiscono senza calzamaglia e a volte anche senza superpoteri all’interno di un’organizzazione governativa che nei fumetti è stata creata addirittura nel 1965 da Stan Lee e Jack Kirby.


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Nel cast figurano attori con un discreto background alle spalle (oltre a Clark Gregg, che ha già interpretato il personaggio di Coulson in quattro film, due corti, una serie a cartoni animati e un paio di videogame, merita una menzione anche Ming-Na Wen, già vista su E.R.), ma sono soprattutto le trame in cui si mescolano elementi d’azione, spionistici e supereroistici ad aver fatto finora la fortuna dello show, che ha esordito in America con dati incoraggianti attorno ai 12 milioni di telespettatori, anche se poi si è attestato sulla più modesta cifra di 6 milioni; già confermata anche per l’anno prossimo, la serie è arrivata in Italia pochi mesi dopo la messa in onda americana, su Fox, dove andrà in onda proprio domani sera il quattordicesimo episodio dei ventidue totali di cui è composta la prima stagione.

 

The Blacklist

Il ritorno di James Spader

Ci avviciniamo ora all’Olimpo delle serie che avete scelto come le migliori dell’annata, cioè al secondo e al primo posto, in cui troviamo due serial che, oltre ai buoni ascolti, hanno fatto registrare anche ottime critiche.

The Blacklist, creato da Jon Bokenkamp – finora solo cosceneggiatore di un paio di film thriller di medio successo –, è un telefilm con un’idea di partenza piuttosto forte: un criminale ricercato dall’FBI si costituisce spontaneamente, promettendo di rivelare i nomi e i nascondigli di tutta una serie di altri pericolosi delinquenti ma solo a patto di poter interagire con una giovane e inesperta profiler dell’agenzia, con la quale intende collaborare; in questo modo, ogni episodio presenta una sorta di doppia trama: da un lato, la caccia al ricercato della “blacklist” di Red Reddington, dall’altro il mistero attorno all’interesse di questo ex fuggitivo nei confronti dell’agente Elizabeth Keen.

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Interpretata da Megan Boone (già all’opera in Law & Order: Los Angeles) e soprattutto da James Spader, che con questa interpretazione sembra aver rilanciato la propria carriera dopo qualche in anno in ombra seguito alla chiusura di Boston Legal, la serie è uno dei telefilm più belli e seguiti della NBC e d’America, visto che i 12 milioni di spettatori iniziali si sono sostanzialmente mantenuti fino a fine stagione (proprio stasera, anzi, andrà in onda il season finale).

In Italia la serie è stata già trasmessa in prima visione da Fox Crime a poche settimane di distanza dall’originale statunitense, tanto che al momento mancano solo gli ultimi quattro episodi; i nostri lettori, tramite l’apposito form ci hanno detto di averla preferita ad altre rivali sia perché, appunto, già ammirata in italiano, sia per la buona tensione che riesce a comunicare.

 

True Detective

Il nuovo capolavoro HBO

Alla HBO ci hanno abituati, da molto tempo, più che bene. Negli anni l’emittente via cavo ci ha offerto serie di grande impatto e di tutti i generi come Sex and the City, I Soprano, Curb Your Enthusiasm, Six Feet Under, Big Love, In Treatment, True Blood, Boardwalk Empire e Il trono di spade, solo per citare le più note; ci ha offerto, più precisamente, degli show televisivi curati come le grandi produzioni cinematografiche, con attori di primissimo piano, sceneggiatori tra i migliori sulla piazza e una libertà narrativa altrove impossibile da trovare.

L’ultimo grande lavoro prodotto dal canale della Warner è True Detective, lanciato nel gennaio di quest’anno e conclusosi, dopo otto episodi, a marzo, per l’entusiasmo dei critici e della stampa specializzata (oltre che del pubblico, visto che con circa 12 milioni di telespettatori ad episodio ha battuto tutti i record della HBO): creata dal romanziere Nic Pizzolatto – il cui libro Galveston è stato pubblicato anche in Italia da Mondadori –, la serie racconta la caccia di due detective della Louisiana a un serial killer nell’arco di diciassette anni, intrecciando la trama poliziesca con le vite private dei vari protagonisti.

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Abbastanza oscuro e gotico, tanto che si è parlato addirittura di neo-noir, il telefilm è interpretato dal fresco vincitore dell’Oscar come migliore attore protagonista Matthew McConaughey e da Woody Harrelson e verrà probabilmente rinnovato l’anno prossimo, anche se è intenzione dei produttori cambiare in ogni stagione le ambientazioni e i personaggi, facendo di True Detective sostanzialmente una serie antologica; in Italia la prima stagione è già stata annunciata a settembre 2014 su Sky Atlantic.

 

I risultati del sondaggio

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