
Negli ultimi anni, l’offerta televisiva per gli appassionati di serie è cresciuta enormemente. Già da parecchio tempo, infatti, si importano dagli Stati Uniti tantissimi show, prodotti dalle TV generaliste o da quelle via cavo. Ma a questi negli ultimi tempi si sono aggiunti i programmi lanciati da emittenti vecchie e nuove, perlopiù in streaming, come Netflix, TimVision, Amazon Prime o Sky. E oggi vogliamo concentrarci sui più famosi programmi di questo tipo, ovvero le migliori serie TV di Netflix.
Il colosso americano è arrivato nel nostro paese nel 2015, ma ha alle spalle una storia ormai relativamente lunga. Fondata nel 1997, la compagnia si occupò inizialmente di noleggio di DVD e videogiochi.
Se avete visto qualche sitcom americana prodotta nei primi anni Duemila, probabilmente vi sarà capitato di incappare in qualche scena che faceva riferimento al sistema di Netflix. In pratica, si andava su internet e si sceglieva il film che si voleva vedere, o il gioco a cui si voleva giocare. Dopodiché si piazzava l’ordine e si aspettava.
Nel giro di pochi giorni il DVD arrivava a casa per posta; lo si guardava e poi lo si rispediva. Non si trattava d’altro che di un noleggio a domicilio, innovativo ma non troppo.
Col passare del tempo e col miglioramento delle linee internet, però, la società ha allargato i propri interessi. E, a partire dal 2008, ha cominciato ad offrire un servizio di trasmissione in streaming on demand di contenuti video. In breve, questa nuova attività ha soppiantato quella iniziale, tanto che il servizio di noleggio è stato poi scorporato dalla società.
Oggi Netflix ha qualche migliaio di dipendenti in tutto il mondo e un fatturato che supera gli 8 miliardi di dollari annui. D’altronde, non trasmette solo contenuti, ma li produce pure, a volte con ottimi risultati.
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Proprio su questi contenuti creati da Netflix vogliamo concentrarci oggi. Le serie TV prodotte dalla società californiana sono ormai moltissime, per cui chi si avvicina a questo mondo fa spesso un po’ fatica ad orientarsi. Abbiamo però selezionato per voi quelle che a nostro avviso – e, più in generale, della critica – sono le migliori. Eccole.
Indice
1. Orange Is the New Black
Quando Netflix ha cominciato a produrre da sola i propri contenuti, due sono state le serie che hanno attirato l’attenzione della critica e del pubblico: da un lato House of Cards, dall’altro Orange Is the New Black.
Sul primo di questi due serial nelle ultime settimane è sceso il gelo, per via dello scandalo legato al protagonista Kevin Spacey, accusato di molestie sessuali anche sul set dello show. La seconda serie TV, invece, continua regolarmente la sua corsa e, se non l’avete mai vista, vale la pena di recuperarla.
Al centro della trama c’è, soprattutto inizialmente, Piper Chapman, una donna ricca e borghese che viene condannata a qualche mese di prigione per un fatto avvenuto anni prima. L’ingresso in un carcere femminile, che sta agli antipodi della vita a cui era abituata, ha su di lei un effetto scioccante, anche se con l’andare del tempo le cose migliorano.
La cornice carceraria consente di approfondire le storie di una serie di donne diverse, che vanno anche in parte cambiando di stagione in stagione. Il tono non è inoltre solo quello del dramma, perché non mancano neppure i toni comici o in parte grotteschi.
Alla quinta stagione
La serie si è aggiudicata molti premi, soprattutto durante le sue prime stagioni. Il carattere di estrema novità del tono e dell’ambiente, infatti, le aveva fatto guadagnare l’attenzione del pubblico e della critica.
A lungo andare, forse, questo “effetto novità” si è perso, ma è rimasta una serie che – ormai giunta alla quinta stagione – offre belle storie che si intrecciano tra loro e soprattutto un cast di attrici magari non eccessivamente note, ma di grande talento.
La protagonista è la brava Taylor Schilling, ma bisogna menzionare anche Taryn Manning, Selenis Leyva, Adrienne C. Moore e Laura Prepon.
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2. BoJack Horseman
Le serie del nostro elenco, lo noterete subito, sono tutte piuttosto drammatiche, o comunque emotivamente intense. Netflix ha infatti puntato finora molte delle sue carte sull’avventura, sui drammi tratti da storie vere o su serie comunque appassionanti e di tensione.
Eppure, a scartabellare all’interno del catalogo del servizio di streaming si incontrano show di tutti i tipi. E quindi anche cartoni animati per adulti, come vanno di moda oggi, cioè non solo comici ma anche piuttosto sboccati e senza peli sulla lingua.
È questo il caso anche di BoJack Horseman, una serie per la verità particolarissima. Creato e diretto da Raphael Bob-Waksberg, lo show tocca tutte le corde dell’animo umano, passando dalla comicità dissacrante alla commozione, dall’humor nero al dramma.
Un cavallo alcolizzato
Il mondo rappresentato nel cartone animato è popolato da animali antropomorfi ed esseri umani che convivono tra loro. Il protagonista della serie è BoJack, un cavallo di mezza età che ha vissuto un momento di grande popolarità negli anni ’90, quando recitava in una sitcom.
Dopo la chiusura della serie, però, non è riuscito a rimanere sulla cresta dell’onda, diventando una star di serie B. La sua popolarità anzi gli scivola via dalle mani, cosa che alimenta in lui una certa depressione e che lo porta ad abusare di droga e alcool.
Dopo una prima stagione dalla qualità un po’ incerta, il livello del cartone animato è cresciuto rapidamente, convincendo molto già dalla seconda annata. Merito anche della dissacrante capacità di presentare le debolezze dei divi di Hollywood, anche se incarnati nel corpo di un cavallo.
In lingua originale, poi, il cartone si avvale di alcuni doppiatori di livello. BoJack ha la voce ad esempio di Will Arnett, che ha recitato anni fa in Arrested Development e nei film delle Tartarughe Ninja, ma si è costruito una carriera di tutto rispetto anche al microfono. Ha infatti doppiato Batman nei film della LEGO ed ha lavorato in Cattivissimo Me.
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3. Daredevil
Portiamoci ora un po’ più avanti nel tempo e introduciamo un filone che è stato cavalcato con buon successo da Netflix negli ultimi anni: quello supereroistico. Visto il successo dei film Marvel al cinema e il buon esordio, nel 2013, di Agents of S.H.I.E.L.D., nel 2015 infatti anche il servizio di streaming ha cominciato a trasmettere serie Marvel.
Il progetto, concordato con la casa editrice di fumetti, era quello di affidare a Netflix un micro-universo narrativo interno (e collegato) al Marvel Cinematic Universe. Il tutto con lo scopo di creare un crossover focalizzato su un supergruppo minore – ma molto amato – della casa delle idee, i Difensori.
Dal 2015 in poi sono così state lanciate varie serie: Daredevil nell’aprile 2015, Jessica Jones nel novembre dello stesso anno, Luke Cage nel 2016, Iron Fist nel 2017 e infine, da poco, la miniserie The Defenders. Senza contare che arriverà presto pure The Punisher.
Il supereroe cieco della Marvel
Devil, com’è noto agli appassionati dei fumetti, è stato protagonista finora di due stagioni di avventure, mentre la terza – dopo la pausa per lasciare spazio alla mini The Defenders – arriverà nel 2018. Stagioni tra l’altro molto apprezzate, che hanno fatto dimenticare il passo falso fatto al cinema.
Come forse ricorderete, il supereroe cieco era infatti già stato protagonista di un film qualche anno fa, interpretato da Ben Affleck e Jennifer Garner. Quella pellicola andò bene al botteghino e generò pure uno spin-off, Elektra. Scontentò però molto i critici e i fan, che quindi da tempo aspettavano una rinascita del personaggio.
Nella serie TV prodotta da Netflix il ruolo è affidato a Charlie Cox, attore britannico visto in La teoria del tutto e nella serie Boardwalk Empire, oltre che nel film angloamericano Stardust.
Accanto a lui comunque recitano vari attori giovani e di belle speranze, oltre a qualche veterano. Tra i tanti, ci pare d’obbligo segnalare almeno Rosario Dawson, protagonista di vari film di Spike Lee e di altri registi di livello, e Vincent D’Onofrio.
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Quest’ultimo – indimenticabile star di Full Metal Jacket e Law & Order: Criminal Intent – interpreta tra l’altro l’arcinemico di Daredevil, Kingpin.
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4. Narcos
Se i supereroi non vi dicono molto e volete invece un po’ di sana azione e di criminalità vecchio stile, forse la serie che fa per voi è però un’altra: Narcos.
Lanciata nel 2015, è ormai giunta alla terza stagione, anche se una quarta è già stata programmata da Netflix. Si inserisce all’interno del filone di serie ormai forte anche nel nostro paese – vedi le varie Gomorra e Suburra, quest’ultima prodotta proprio da Netflix – che si concentrano su organizzazioni criminali.
In questo caso, al centro della scena ci sono ovviamente i narcotrafficanti, e in particolare – almeno all’inizio – il cartello della droga messo in piedi da Pablo Escobar negli anni ’80. In realtà, dopo le prime due stagioni ambientate in Colombia l’attenzione si è spostata sul Cartello di Cali prima e su quello di Juárez, in Messico, poi.
Il realismo della criminalità
Le serie sono tutte composte da 10 episodi l’una, che mostrano l’affermarsi del cartello criminale e le operazioni che le forze dell’ordine compiono per debellarlo. Il punto di contatto tra le varie stagioni sono – a parte alcuni personaggi secondari – proprio gli esponenti della DEA, l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti.
Il punto forte dello show è d’altronde il realismo. Ideata da Chris Brancato – sceneggiatore specializzato in polizieschi alla Law & Order: Criminal Intent –, la serie è stata realizzata direttamente in Sud America, spesso affidandosi a maestranze locali. Anche la recitazione è spesso stata mantenuta in spagnolo, per aumentare la verosimiglianza.
La serie, inoltre, è molto appassionante e carica di tensione, come spesso i film ambientati nel mondo della malavita sanno essere. E gli attori, nonostante non siano di primo piano, sono tutti dei professionisti molto validi, che aiutano a tenere alto il livello generale dello show.
Da segnalare, in questo caso, l’ottima prova nelle prime due stagioni di Wagner Moura, incaricato di interpretare proprio Escobar. Brasiliano, classe 1976, Moura aveva lavorato fino ad allora quasi sempre in Sud America, con l’unica eccezione di Trash, film britannico di Stephen Daldry comunque ambientato a Rio de Janeiro.
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5. Stranger Things
Concludiamo con la serie del momento in casa Netflix, Stranger Things. Lanciato nel 2016 e ambientato in una cittadina dell’Indiana negli anni ’80, il programma ha riscosso subito commenti entusiastici, sopratutto per via dell’atmosfera che omaggia i classici di fantascienza di trent’anni fa.
In realtà però all’interno della serie TV c’è anche molto più di questo. Intanto, la fantascienza si mescola a toni horror, richiamando di sicuro il clima del tempo ma aggiungendovi un’inquietudine tutta moderna. Inoltre, la cura nella caratterizzazione dei personaggi ci dimostra che siamo di fronte ad un prodotto più maturo di quanto sembri.
Non è un caso che la serie, già alla sua prima stagione, si sia aggiudicata una miriade di premi e nomination: su tutte, basti citare le 5 candidature portate a casa agli Emmy, purtroppo nessuna delle quali convertita in premio [1].
La più recente tra le migliori serie TV di Netflix
La storia comincia nel novembre del 1983. Un dodicenne, membro di un gruppo di quattro amici, scompare all’improvviso, senza lasciare traccia di sé. Nel frattempo, una strana ragazza scappa da un laboratorio e riesce a farsi nascondere proprio dai tre amici del dodicenne, che si erano messi alla sua ricerca.
Da questo inizio si dipana una storia piena di colpi di scena e influssi fantasy e fantascientifici, con eventi paradossali che minano irrimediabilmente la tranquillità della provincia americana. Forte è l’influenza di Dungeons & Dragons, ma i riferimenti ai fenomeni di culto di quel periodo sono parecchi.
Tutti sono rimasti stupiti dalla grande performance recitativa dei ragazzini protagonisti dello show. Finn Wolfhard, Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin si sono guadagnati, nel giro di poche puntate, un nutrito stuolo di fan.
Ma la serie si basa anche su talenti più affermati, primo fra tutti quello di Winona Ryder, che interpreta la parte della madre del dodicenne scomparso.
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Note e approfondimenti
[1] Cosa che ha deluso non poco i fan, come si può leggere anche qui. ↑