
Lo studio della geografia (che riguarda l’aspetto della superficie terrestre) ci permette di conoscere le più svariate curiosità che hanno a che fare con la Terra, e di suscitare in noi la voglia di andarle magari a vedere. Ma è inutile oggi parlare della formazione di quest’ultima, e di tutte le conseguenze che ne sono scaturite, perché in questa sede vogliamo occuparci delle montagne, e di quelle più alte del continente europeo.
Le vette alte di solito affascinano perché in qualche modo ci fanno sentire più vicini alla natura e a Dio.
In generale, l’idea di verticalità spaziale ha sempre avuto a che fare con il concetto di elevazione spirituale, dove la scalata al cielo è metafora di ricongiungimento con la divinità da conseguire attraverso la fatica – che sia fisica o spirituale – tanto dura da richiedere quasi la distruzione del proprio essere spirituale.
Oggi poi c’è anche lo sport, di mezzo. Infatti sono molti gli alpinisti che scalano le montagne più alte e per questo acquisiscono una certa fama.
Ma vediamo quali sono le vette più alte d’Europa. Anticipiamo che molte si trovano nel Caucaso, dividendo quasi l’Europa dall’Asia, mentre alcune altre si ergono nel nostro Belpaese, quindi per quanto ci riguarda facilmente raggiungibili non solo per scalarle (chi ne è capace) ma anche per ammirarne l’imponenza e respirarne l’aria buona.
Indice
1. Monte Elbrus
Il “cimitero degli scalatori”
Il monte Elbrus, con i 5.642 metri della cima ovest, non solo è la più alta montagna caucasica ma anche la più alta del continente europeo.
Il nome significa “montagna a due teste” per via dei picchi gemelli che lo compongono, ovvero due cime quasi uguali per altezza: è situato nel Caucaso centrale, nella repubblica federata di Kabardino-Balkaria, mentre la forma conica rimanderebbe alla sua origine vulcanica.

Gli antichi chiamavano questo monte Strobilus e nella mitologia era considerato il luogo in cui era stato incatenato Prometeo. Il monte Elbrus è coperto da nevi eterne, esattamente 11 chilometri cubi di ghiaccio, che lo rendono una delle montagne potenzialmente più pericolose al mondo.
Secondo gli esperti, infatti, ogni anno muoiono dalle 15 alle 30 persone circa nel tentativo di scalarlo. Sull’Elbrus, a un’altitudine di 4.200 metri, vi è infatti una rupe chiamata il “cimitero degli scalatori” o “cimitero senza croci”, tappezzata di targhette con i nomi di coloro che hanno perso la vita sulla sua cima.
Ma c’è anche un altro pericolo: nonostante l’Elbrus sia considerato la cima di un vulcano spento, per via dello scioglimento rapido dei ghiacci e il rilevamento sotto di esso di un’attività vulcanica, molti esperti lo considerano potenzialmente attivo e prevedono un possibile risveglio già nel corso di questo secolo.
2. Monte Dykh-Tau
Il più selvaggio e difficile da scalare
Sempre nel Caucaso si trova la seconda montagna più alta: il monte Dykh-Tau, di 5.205 metri, al confine con la Georgia. Di questa montagna le conoscenze sono minori perché è una delle più difficili da scalare. Questo paesaggio selvaggio ci fa comprendere cosa sono le montagne vere, non costellate di caffè alla moda e hotel di lusso.
Anche se sulle piste non si sente il profumo della cioccolata, e i ristoranti non offrono vini barricati, anche se in compenso è qui il Caucaso autentico, ospitale, meraviglioso, che vive secondo le proprie regole dettate dalla natura incontaminata.

In generale i monti del Caucaso non consentono le escursioni solitarie, perciò nessuno scia senza una guida: c’è il rischio di perdersi, di andare a finire contro un masso o di essere travolti da una slavina.
3. Monte Shkhara
Per la sua straordinaria bellezza, un paradiso in terra
Il terzo monte del Caucaso, e il più alto della Georgia, è il monte Shkhara, altrettanto significativo e imponente degli altri due visto che si eleva fino all’altezza di 5.068 metri. Attorniato da numerose torri medievali, il monte è famoso anche per la Chiesa della Vergine Maria (Lamaria), costruita nel XII secolo e dotata di una torre difensiva.
Molto suggestiva anche la leggenda che si lega a questi luoghi: secondo la tradizione, infatti, mentre Dio stava distribuendo le terre ai popoli del mondo, i georgiani erano seduti a una lunga tavola imbandita di pietanze e vino, a seguito di una grande festa.

Egli disse loro che ormai tutte le terre erano state distribuite, ma i georgiani risposero che erano arrivati in ritardo perché avevano brindato in onore di Dio Onnipotente.
Il Signore, felice di questa risposta, decise quindi di regalare a quel popolo allegro e festoso la parte di Terra che aveva riservato per sé, e questo spiegherebbe la straordinaria bellezza del monte e delle terre circostanti. Una terra molto simile al Paradiso, insomma, per i suoi monti immacolati, le verdi colline e le valli fertili.
4. Monte Koshtan-Tau
Concludiamo in maniera un po’ più veloce la prima parte dell’articolo con due montagne sempre localizzate nella parte più orientale dell’Europa. La prima è il monte Koshtan-Tau, che misura 5.144 metri e si erge nel Caucaso centrale, in Russia, vicino al confine con la Georgia.
Posizionata nella regione di Kabardino-Balkaria, all’interno delle montagne caucasiche, la cima fu raggiunta per la prima volta nel 1889 dall’alpinista Herman Woolley. Il suo nome in russo significa “montagna pareggiata”.
5. Monte Kazbek
Anche il monte Kazbek appartiene alla catena del Caucaso, sempre al confine tra Russia e Georgia. La sua altezza, però, è lievemente inferiore a quella del Koshtan-Tau, visto che si ferma a quota 5.047 metri.
Il Kazbek è uno stratovulcano inattivo, che probabilmente ha vissuto la sua ultima eruzione nell’VIII secolo a.C. Per certi versi, quindi, ha una storia simile a quella dell’Elbrus, anche per il fatto di sorgere in una catena secondaria del Caucaso. Attorno alla montagna vi è inoltre un’intensa attività geotermica e sono frequenti i terremoti.
Altre 15 alte montagne in Europa, oltre ai 5 già segnalati
Queste cinque montagne che abbiamo fin qui presentato si trovano tutte più o meno nella stessa zona d’Europa, quella più orientale e confinante con l’Asia. Mancano del tutto, almeno finora, le cime che interessano anche noi, quelle sulle Alpi.
Proprio per colmare in parte questa lacuna abbiamo deciso di far proseguire la nostra lista arrivando fino al ventesimo posto. Così incontreremo anche alcune cime in parte italiane e, almeno sulle prime due, daremo varie informazioni.
Monte Tetnuldi
Il Monte Tetnuldi sorge anch’esso nella regione del Caucaso centrale, anche se appartiene politicamente alla Georgia. Esplorato per la prima volta nel 1896 dall’alpinista Douglas Freshfield, dal 2015 ospita anche un resort, visto che le sue cime sono ghiacciai perenni.
Monte Bianco
Ci spostiamo ora, finalmente, nelle Alpi nord-occidentali, esattamente tra Valle d’Aosta e Alta Savoia, ovvero nelle Alpi Graie, dove sorge il Monte Bianco, che arriva a 4.810 metri di altezza ed è conosciuto anche come località mineralogica, visto che dalle sue pendici provengono una gran quantità di minerali pregiati, soprattutto quarzi di rocca e fluoriti rosa.
Come testimonianza di un passato di sfruttamento delle risorse minerarie nel massiccio, sul versante italiano si trovano ancora due antiche miniere di galena argentifera e di blenda.

Questa montagna è caratterizzata da aspre pareti a strapiombo, ricadenti nel territorio comunale di Courmayeur, protagonisti di incidenti aerei che hanno causato la perdita di molte vite umane.
Nella loro discesa verso il fondovalle, purtroppo i ghiacciai trascinano testimonianze di quelle tragedie restituendo parti di carlinghe, resti di motori e di eliche, spoglie umane, vestiario e documenti vari. Anche qui, poi, nel tempo si sono consumate tragiche esperienze di alpinisti morti a causa di incidenti.
Una delle leggende che aleggia intorno alla cima regina delle Alpi vuole che nel ventre del Monte Bianco si annidino gironi di creature malefiche che nel corso dei secoli sono state confinate lì da celebri santi.
Spiriti maligni, diavoli, geni nefasti, senza mai trovare pace, proverebbero di continuo a sfondare le pareti della montagna nel tentativo di tornare a dominarla.
Monte Dzhimara
Il monte Dzhimara, chiamato a volte anche direttamente Jimara, fa invece parte della Federazione Russa, anche se sorge sempre vicino al confine con la Georgia. È alto 4.780 metri e si allunga sul versante occidentale del Kazbek, di cui abbiamo già parlato.
Monte Ushba
Rimaniamo sempre nel Caucaso con il Monte Ushba, appena al di là del confine, in Georgia. Nonostante non rientri tra le primissime vette della nostra classifica, è comunque molto famoso per via della sua forma pittoresca a doppia cima, tanto che è stato anche definito il Cervino del Caucaso.
Monte Rosa
Torniamo ora sulle Alpi, ma stavolta in quelle Pennine (sul territorio italiano e svizzero). Con i suoi 4.634 metri d’altezza, il Monte Rosa si presenta ogni mattina prima dell’alba, colorato e maestoso, all’inizio di una nuova giornata serena: ecco perché si chiama Monte Rosa.
Intorno ad esso sono tante le leggende che sono scaturite. La prima narra che sulle pendici a sud si trovasse Felik, una grande e bella città i cui abitanti, ricchi grazie alla loro capacità di sfruttare anche un territorio ingeneroso ed alle loro attività commerciali, avevano perso la religiosità e il timore di Dio, ed erano dediti soltanto al mero godimento del loro benessere.
Su predizione (o maledizione) di un anziano viandante arrivato a Felik, deriso e maltrattato dagli abitanti, sulla città iniziò a nevicare “neve rossa” sino a seppellire i suoi abitanti e poi a formare quello che oggi è chiamato Ghiacciaio del Felik.

Interessante e curiosa è anche un’altra leggenda che narra di una valle ricca di verdi pascoli, fitti boschi e tanta selvaggina che si trovava al di là dei ghiacciai del Monte Rosa; una valle di cui gli avi avevano decantato le lodi ai loro nipoti, ma che nessuno era più riuscito a raggiungere.
Fu così che in una estate di fine ‘700 sette giovani iniziarono a scalare la montagna alla ricerca della “valle perduta”, giungendo, dopo due giorni di arrampicate, a una roccia emergente dalle nevi in prossimità della “roccia della scoperta”.
Da essa i sette ragazzi videro sotto di loro una valle ricca di pascoli e di boschi. Convinti di avere trovato la “valle perduta”, ritornarono alla “roccia della scoperta”, armati di corde e scale, per tentare la discesa, ma non vi fu scala o corda che consentisse di scendere sul ghiacciaio sottostante e nella valle ritrovata.
Pare che a questa prima ascensione sul Monte Rosa si interessò anche l’Accademia delle Scienze di Torino tanto che l’avvenimento meritò a Gressoney (località di origine dei giovani) la prima apparizione sul Journal de Paris .
Il quotidiano dedicò un articolo all’avventura dei sette ragazzi che, in questo modo, aprirono la strada ad alpinisti appassionati che negli anni si sono avventurati alla conquista del Monte Rosa.
Monte Dom
Continuiamo per un altro attimo a stare lontani dal Caucaso con il Monte Dom – o Dom del Mischabel –, che sorge sempre nelle Alpi Pennine, sul versante svizzero. È la terza montagna più alta delle Alpi e deve il suo nome alla parola tedesca per “Duomo”, visto che è dedicata a Joseph Anton Berchtold, canonico (“domherr”) che ne misurò per primo l’altezza.
Lyskamm
Ancora una volta nelle Alpi Pennine sorge anche il Lyskamm, monte di confine tra l’Italia e la Svizzera che arriva a 4.527 metri sul livello del mare, nella sua cima orientale. La Traversata dei Lyskamm, lungo la cresta che unisce le due cime principali, è una delle più celebri e belle del panorama alpino.
Weisshorn
Di nuovo sulle Alpi Pennine, ma più totalmente in territorio svizzero, sorge poi il Weisshorn, monte a nord del Cervino e a nord-ovest del paese di Zermatt. Il suo nome in tedesco significa “Corno bianco”, per via anche della sua forma piramidale.
Monte Tebulosmta
Ritorniamo ora momentaneamente sul Caucaso con il Monte Tebulosmta, il più alto della zona orientale di questa importante catena montuosa. Sorge in Cecenia, repubblica che fa parte della Federazione Russa e che negli ultimi anni è diventata famosa anche in Occidente per la guerra civile e il terrorismo.
Täschhorn
Spostiamoci in Svizzera con il Täschhorn, monte che sorge nel Canton Vallese, sempre nelle Alpi Pennine. Posizionato molto vicino al Monte Dom, di cui abbiamo già parlato, il Täschhorn è alto 4.491 metri e deve il suo nome alla cittadina di Täsch, che si trova ai suoi piedi.
Bazardüzü Dağı
Il Bazardüzü Dağı appartiene al gruppo del Caucaso, anche se è localizzato al confine tra Russia e un paese di cui non abbiamo ancora parlato, l’Azerbaigian. È anzi la cima più elevata di quest’ultimo stato, mentre quella più meridionale della Russia.
Cervino
Il Cervino è la terza vetta italiana, ma anche una delle venti più elevate del mondo, visto che siamo ora arrivati a lui. Sorge lungo il confine tra Italia e Svizzera ed è abbastanza isolato, dato che la montagna più vicina si trova a quasi 14 chilometri di distanza: questo gli permette di stagliarsi solitario nel panorama, rendendolo unico.
Monte Maudit
Rimaniamo sulle Alpi col Monte Maudit, nel Massiccio del Monte Bianco, tra lo stesso Monte Bianco e il Mont Blanc du Tacul. Si erge al confine tra Italia e Francia, con un versante francese e uno italiano. La prima ascensione completa è avvenuta nel 1878.
Babis Mta
Il Babis Mta è una montagna del Caucaso che si trova nella sua zona centrale, al confine tra la Georgia e la Russia. Arriva a 4.454 metri d’altezza.
Monte Shani
Sempre sul Caucaso, a un’altezza solo lievemente inferiore (4.451 metri), sorge l’ultima montagna della nostra lista, il Monte Shani. Anch’esso situato al confine tra Russia e Georgia, sorge a est della città di Stepantsminda.
Il Monte Rosa non si chiama così per via delle sue colorazioni (che in ogni caso sarebbero uguali a quelle dei monti vicini), ma è un toponimo che deriva dal patois valdostano rouése che a sua volta deriva dal latino rosia, che significa ghiacciato. Stesso motivo per cui (gli sciatori lo sanno bene) a Breuil Cervinia c’è il Plateau Rosa (pianoro ghiacciato).