
Noi italiani le montagne le conosciamo molto bene. Quelli che abitano al nord vivono in pratica la loro vita all’ombra delle Alpi, che spesso visitano sia in inverno che in estate, per sciare o passeggiare. Quelli che abitano al centro o al sud forse hanno davanti ai loro occhi cime meno elevate ma non meno importanti, gli Appennini, che accompagnano tutta la penisola. E nonostante le montagne contraddistinguano così profondamente il nostro territorio, a volte ci dimentichiamo di loro. E pensiamo di essere un popolo di navigatori (e santi, e poeti), quando siamo almeno anche un popolo di alpinisti.
Ma le Alpi e gli Appennini, che posto occupano nel panorama europeo? A livello di catene montuose, che posizione si guadagnano? Ce ne sono di più lunghe? Di più importanti? Per rispondere a questi dubbi abbiamo stilato l’elenco delle cinque più lunghe catene montuose europee, che trovate qui di seguito.
È una lista che considera appartenenti al vecchio continente anche quelle catene che in realtà ne segnano il confine, attenendoci al principio sportivo del “linea fa campo”.
Troverete quindi gli Urali, che costituiscono il confine naturale tra Europa ed Asia. E troverete il Gran Caucaso, che fa la stessa cosa un po’ più a sud. Ma c’è spazio anche per altre catene, che forse non conoscete ancora a fondo. Procediamo.
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Indice
1. Monti Urali
Tra Russia e Kazakistan
La più lunga catena montuosa d’Europa è quella costituita dai Monti Urali. Si estendono infatti per ben 2.500 chilometri, per la grande maggioranza in Russia, più o meno attraversando il paese perpendicolarmente da nord a sud.
Notevole anche la larghezza, che arriva a toccare punte di 160 chilometri. L’altezza invece è piuttosto mediocre. La cima più alta è infatti il Monte Narodnaja, che arriva ad appena 1.895 metri.
La catena comincia a nord, sulle coste dell’Oceano Artico, e prosegue verso sud fino al fiume Ural, arrivando nel Kazakistan. Secondo la leggenda, deve il proprio nome all’eroe Ural, che sacrificò la vita per la propria gente.
Una volta seppellito, sulla sua tomba furono infatti poste delle pietre, che poi, per magia, si sarebbero sviluppate fino a diventare l’odierna catena. In realtà, però, l’etimologia del nome è incerta e potrebbe derivare addirittura dal turco.
Foreste e minerali
Lungo la catena si trovano foreste straordinarie. Tra tutte, merita di essere menzionata la foresta vergine di Komi, a nord, che è stata riconosciuta come uno dei patrimoni dell’umanità dall’Unesco. Inoltre gli Urali sono famosi per le loro riserve minerarie, in particolare quelle di topazio, quarzo, platino e berillo.
Proprio la ricchezza mineraria della zona ha avuto un ruolo importante nello sviluppo economico della Russia. Le gemme (e anche l’oro) che qui si trovavano furono infatti usate nell’Ottocento dal celebre gioielliere di corte Peter Carl Fabergé.
Qui, inoltre, dall’epoca staliniana in poi si sono creati grossi complessi industriali, prima per spostare le fabbriche dell’ovest durante l’invasione nazista, poi per costruirvi centrali nucleari. Questo ha prodotto anche un notevole inquinamento, anche se la situazione è migliorata negli ultimi decenni.
2. Monti Scandinavi
Dalle vette ai fiordi
Di solito da noi vengono chiamate Alpi Scandinave, ma il loro vero nome è quello di Monti Scandinavi. Sono la seconda catena montuosa della nostra graduatoria, con una lunghezza di 1.700 chilometri e una larghezza di circa 320. Toccano la Norvegia, la Svezia e la Finlandia, anche se si dipanano soprattutto nel primo di questi tre paesi.
Le cime non sono particolarmente elevate, anche se la particolare latitudine fa sì che queste montagne presentino numerosi ghiacciai, dovuti alle temperature non certo miti.
Il monte più elevato in assoluto è il Galdhøpiggen, nella parte meridionale, che arriva a 2.469 metri. Sul versante svedese il record spetta al Kebnekaise (2.103 metri), mentre su quello finlandese all’Halti (1.328 metri).
Sul versante occidentale le montagne di questa catena precipitano nel Mare del Nord, formando i famosi fiordi. Proseguendo verso nord comunque le altezze si fanno meno rilevanti, diventando quasi delle colline nella zona di Capo Nord, come dimostrano i dati che abbiamo riportato sopra.
3. Monti Carpazi
Attraverso sette diversi paesi
Con una lunghezza di circa 1.500 chilometri, alla terza posizione della nostra classifica troviamo i Carpazi. Questa notevole catena montuosa si estende lungo sette paesi dell’est Europa: Serbia, Romania, Ucraina, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria.
Considerando che la larghezza dei monti varia da un minimo di 12 a un massimo di 500 chilometri, si è stimato che l’intera catena occupi uno spazio di circa 190.000 chilometri quadrati. In pratica, quasi il 2% dell’intera superficie europea è occupata da questi monti.
Più della metà della catena montuosa, in realtà, sorge entro i confini della Romania, il paese che forse anche nell’immaginario è maggiormente identificato con i Carpazi. Seguono la Slovacchia (17% del totale), l’Ucraina (11%) e la Polonia (10%).
Gli altri paesi presentano percentuali meno rilevanti. In prossimità di queste montagne sorgono comunque anche città di primo piano. Tra le tante, meritano di essere citate almeno Bratislava, Cracovia e Cluj.
I picchi slovacchi
Dal punto di vista delle altezze, la catena presenta monti abbastanza importanti, anche se non altissimi. La cima più rilevante è quella del Gerlachovský štít, in Slovacchia, che arriva a 2.655 metri. Sempre slovacchi sono gli altri picchi più alti, tutti sopra i 2.500 metri d’altezza.
La prima montagna per altezza al di fuori di questo paese è il Moldoveanu, in Romania, che arriva a 2.544 metri. Siamo, insomma, al di sopra delle misure degli Urali ma ben distanti da quelle delle Alpi. Questo fa sì che, ad esempio, non esistano ghiacciai perenni sui Carpazi, né picchi troppo ripidi.
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Interessanti, però, sono la fauna e la fauna. Qui vivono orsi bruni, lupi, linci e camosci. Inoltre è documentato che più di un terzo delle specie di piante presenti sul suolo europeo si trova tra queste montagne.
In Romania, in particolare, si può ammirare un’altissima concentrazione di foreste vergini, oltre ad acque termali. Si stima, infatti, che anche un terzo delle terme europee si trovi in questo paese.
4. Gran Caucaso
L’altra catena che chiude l’Europa
Concludiamo con le ultime catene montuose della nostra lista, appaiate tutte attorno ai 1.200 chilometri di lunghezza. La prima è quella del Gran Caucaso, il più grande sistema montuoso della Catena del Caucaso.
Anche in questo caso, come con gli Urali, siamo di fronte a un complesso la cui appartenenza al continente europeo può essere oggetto di discussione. Il Caucaso, infatti, costituisce il confine tra Russia, Georgia e Azerbaigian, ma anche, convenzionalmente, tra Europa e Asia al sud della prima.
Si estende in una sorta di diagonale che da nord-ovest va verso sud-est, unendo il Mar Nero al Mar Caspio. Guardandolo dal punto di vista delle città, va dalle vicinanze di Soči, dove si sono disputate le Olimpiadi Invernali del 2014, a quelle di Baku.
La larghezza della catena arriva in certi punti fino a 200 chilometri. In genere viene inoltre divisa in tre zone: quella occidentale, quella centrale e quella orientale.
I paesaggi
Nella zona occidentale c’è una grande varietà di paesaggi, con foreste decidue fino ai 1.500 metri, foreste di conifere fino ai 2.500 e poi scenari alpini.
Nella zona orientale, invece, in genere le montagne sono prive di alberi. A dividere queste tre parti sono in particolare due precise montagne: il Monte Elbrus a ovest e il Monte Kazbek a est.
Rispetto alle catene che abbiamo visto finora, qui le altezze sono molto più considerevoli. La vetta più alta è quella del già citato Monte Elbrus, che arriva a 5.642 metri. Una quota che lo rende la montagna più alta d’Europa.
Dietro c’è il Dych-Tau, con 5.205 metri, seguito dal Monte Shjara con 5.201 metri. Poi vengono il Koshtan-Tau (5.151), il Janga (5.051), il Kazbek (5.047) e il Pushkin (5.033).
5. Alpi e Appennini
Le catene italiane
Deroghiamo per una volta al nostro imperativo della cinquina mettendo, al quinto punto della nostra lista, due catene montuose a pari merito, cioè le Alpi e gli Appennini. I motivi per farlo sono essenzialmente due.
Da un lato, Alpi e Appennini hanno sostanzialmente la stessa lunghezza, circa 1.200 chilometri, e quindi sarebbe difficile stabilire chi dovrebbe prevalere. Dall’altro, queste catene si trovano entrambe in Italia e quindi, per amor di patria, ci sembra utile non escluderne una.
Le Alpi segnano il confine naturale che separa l’Italia dalla Francia, dalla Svizzera, dall’Austria e dalla Slovenia. Con la loro estensione, però, toccano anche il Liechtenstein, la Germania e l’Ungheria.
Se si esclude il Caucaso, che rappresenta una catena periferica, le Alpi costituiscono il gruppo di montagne più importanti ed alte d’Europa. La cima maggiore è il Monte Bianco, che arriva a quota 4.810 metri. Dietro vengono il Monte Rosa (4.634), il Dom (4.545) e il Cervino (4.478).
I Parchi naturali
La flora e la fauna sul loro territorio sono custodite anche tramite appositi Parchi Nazionali, come quello dello Stelvio e del Gran Paradiso. Inoltre sulle Alpi sorgono alcune città di discreta importanza, come Grenoble (sul versante francese), Innsbruck (su quello austriaco), Trento e Bolzano (su quello italiano).
Gli Appennini, invece, si estendono lungo tutta la penisola, confinando con le Alpi in Liguria e giungendo fino all’Aspromonte, in Calabria. In Sicilia è poi presente l’Appennino Siculo.
Le misure in altezza sono decisamente più contenute delle Alpi, visto che la vetta più alta è il Corno Grande, nel Gran Sasso, che misura 2.912 metri.
Le cime sono in genere tondeggianti e il declivio è piuttosto dolce su entrambi i versanti. È presente un solo ghiacciaio, sempre sul Gran Sasso, che è però il più meridionale d’Europa.
E voi, quale catena montuosa preferite?