Le cinque sitcom italiane più lunghe

Camera Café è una delle sitcom italiane col maggior numero di puntate

Negli ultimi trent’anni in Italia in campo televisivo se ne sono viste di tutti i colori: abbiamo importato quintali di materiale da ogni parte del mondo, sia da dove la TV si faceva di solito egregiamente (Stati Uniti soprattutto, ma anche Gran Bretagna), sia da dove il livello era più amatoriale (Sud America, anche se negli ultimi anni pure là si sono fatti passi avanti da gigante); abbiamo varato format di dubbio gusto anche se di sicuro appeal, che hanno a volte plasmato – anche in negativo – l’identità della nazione; abbiamo fatto anche qualcosa di buono, certo, dando forse il meglio nella realizzazione di giochi a premi, nei programmi satirici, in certi talk show e in certi canali d’informazione.

Per un certo periodo, soprattutto nell’ultimo decennio, abbiamo pure cercato di scimmiottare gli americani, producendo serie TV a volte per la verità anche molto riuscite, come Il commissario Montalbano sul versante “giallo” o l’esportatissima I Cesaroni su quello della commedia. Non sempre bene, invece, ci è andata col dramma, col quale spesso scivoliamo nel melò o nell’apologetico, e con la situation comedy, genere in cui non si è mai usciti da una sorta di complesso di inferiorità nei confronti di produzioni più costose.


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Mentre negli Stati Uniti le migliori sitcom vengono trasmesse in prima serata e si piazzano benissimo negli ascolti (The Big Bang Theory è la serie più seguita d’America, mentre molto bene vanno anche la nuova The Millers e la veterana Due uomini e mezzo), in Italia tradizionalmente sono state confinate al pomeriggio, considerandole programmi a seconda dei casi riservati agli anziani (quando erano anziani i protagonisti) o ai soli ragazzini; per la prima serata, invece, qui da noi pare necessario mescolare i generi, mettere nella commedia una dose di dramma, nella sitcom una percentuale di soap opera e così via.

Ad ogni modo, qualche serie un suo spazio, a fatica, è riuscita anche a ritagliarselo, conquistando rinnovi su rinnovi e arrivando a mettere in archivio un numero considerevole di episodi. Cerchiamo quindi di vedere chi ha portato a termine l’impresa con la nostra guida alle cinque sitcom italiane più lunghe.

 

Casa Vianello

La prima, la più lunga, forse la più amata

Casa Vianello, la più longeva delle sitcom italianeQuando sono scomparsi, tra l’aprile e il settembre 2010, sulla carta stampata e sui social network sono probabilmente stati spesi tutti gli elogi che si potevano spendere: Sandra Mondaini e Raimondo Vianello erano infatti una delle coppie più amate della TV italiana, TV che avevano attraversato per quasi tutta la durata della sua storia, dalla fondazione negli anni Cinquanta fino al loro ritiro dalle scene mezzo secolo dopo.

Comici, garbati e affiatati, si erano creati un pubblico di fedelissimi grazie alla presentazione di vari show in casa Rai quando ancora gli schermi erano in bianco e nero e grazie all’apparizione in numerose pellicole cinematografiche, ma è stato solo negli anni Ottanta e Novanta che, con la sovraesposizione portata da Mediaset, sono diventati realmente familiari agli italiani.

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Lanciata nel 1988 su Canale 5 (sul portale video Mediaset si può anche vedere per intero il primo storico episodio), Casa Vianello tenne compagnia a giovani e vecchi, con qualche breve pausa, per sedici stagioni (e un totale di 338 episodi), fino al 2007; dopodiché si rinnovò diventando brevemente Cascina Vianello e infine concluse la sua storia ultradecennale col film Crociera Vianello, mandato in onda in prima serata su Canale 5 nel dicembre del 2008 come atto d’addio della coppia alla TV.

Per quanto riguarda la serie, comunque, al di là di un canovaccio più o meno invariabile da commedia degli equivoci, divenne celebre per alcuni leitmotiv: il perenne e maldestro tentativo di Vianello di correre dietro a belle e giovani ragazze, la gelosia della Mondaini, il memorabile motivetto della sigla iniziale (scritto da Augusto Martelli) e soprattutto l’immancabile scena finale in cui, distesi a letto, lui legge la Gazzetta dello Sport e lei, nonostante le peripezie infinite della giornata, commenta con uno scocciato «Che noia, che barba, che barba, che noia», prima di scalciare sotto alle coperte.

 

Quelli dell’intervallo

La sitcom sui ragazzi delle medie

Il cast di Quelli dell'intervalloLa Disney, e sicuramente non da oggi, è uno dei più attivi produttori di contenuti per la televisione, sia sotto forma di cartoni animati, sia di serie live action quasi sempre pensate per un pubblico di adolescenti e quasi sempre baciate da un grandissimo successo tra le ragazze (Violetta è infatti solo l’ultimo capitolo di una sequela di produzioni che vanta anche titoli come Lizzie McGuire e Hannah Montana). Non tutti sanno, però, che negli ultimi anni il colosso fondato da Walt Disney non si è limitato a produrre questi show solo in America, ma in un certo senso ha anche delocalizzato, dando il via a produzioni locali che poi, se di successo, venivano passate ai network di altre nazioni.

È in questo modo che hanno avuto origine anche alcune fortunate e seguitissime produzioni italiane come in particolare Quelli dell’intervallo, sitcom di ambientazione scolastica trasmessa per sette stagioni (ma distribuite in quattro anni, dal 2005 al 2008) per un totale di 341 episodi. A differenze delle sitcom americane – che hanno una durata fissa sui 22-24 minuti e un numero di puntate altrettanto fisso – in Italia, come vedremo qui ma anche in altri casi del nostro elenco, spesso si è scelto di optare per puntate molto più numerose ma anche molto più corte: da un lato, questo permette di contenere i costi di produzione, utilizzando meno attori, meno ambienti e così via; dall’altro, sono meno impegnative anche per il pubblico e possono essere inserite più facilmente nella programmazione.

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Le puntate di Quelli dell’intervallo infatti durano 5 minuti (più o meno il tempo, appunto, dell’intervallo scolastico) e hanno per protagonisti tredici ragazzi dell’immaginaria Scuola Media “Manzoni”, tra i quali spiccano l’asino Tinelli (Matteo Leoni), la bella della scuola Valentina (Giulia Boverio) e il bravo Marc Tainon, interprete di Secchia.

La fiction ha avuto un buon successo anche in Spagna, Brasile, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Francia, Germania, Turchia, Cina e Singapore e ha dato origine ad alcuni spin-off come Quelli dell’intervallo in vacanza, Quelli dell’intervallo Cafe (con spostamento dei protagonisti, ormai cresciuti, al liceo) e Fiore e Tinelli.

 

Life Bites – Pillole di vita

Una famiglia disneyana

La famiglia protagonista di Life BitesForti del successo, forse per la verità non del tutto atteso, di Quelli dell’intervallo, a Disney Channel hanno pensato col tempo di riprovarci, affidando nel 2007 allo stesso team responsabile della serie su Tinelli e soci il compito di realizzare una nuova sitcom, questa volta di ambito più familiare e destinata ad un target un po’ meno acerbo.

Così è nata Life Bites – Pillole di vita, altro prodotto da esportazione visto che il format è stato adattato nei vari canali disneyani di Francia, Regno Unito e Spagna, ovviamente con attori locali. L’età media degli interpreti qui si è alzata: i protagonisti principali sono infatti i due primogeniti di una classica famiglia italiana, gli adolescenti Teo (Luca Solesin) e Giulia (Valentina Colombo), ripresi nelle loro interazioni familiari con la sorella minore Molly (Beatrice Agazzi), con i genitori (Claudia Penoni e Walter Leonardi) o con i loro amici.


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Gli episodi delle prime due stagioni, andati in onda nel 2007 e 2008, erano molto brevi, della durata di appena un minuto (e infatti ne sono stati realizzati in tutto 360); dopodiché, dalla terza stagione la lunghezza delle puntate è stata aumentata a circa sei minuti e il numero degli episodi prodotti è calato di conseguenza a 30-40 all’anno.

La settima stagione si è chiusa nel giugno del 2013 con una puntata doppia dal sapore conclusivo, cosa che lascia pensare che non verrà varata un’ottava serie. In ogni caso dal 2013 le repliche delle prime stagioni hanno cominciato ad essere trasmesse anche in chiaro su Italia 1.

 

Camera café

La vita nelle aziende italiane

Tutti i (numerosi) attori di Camera CaféLasciamo ora da parte le produzioni di Disney Channel – ma non le sitcom con puntate di brevissima durata, che come detto hanno avuto moltissima fortuna negli ultimi anni – e spostiamoci anzi sulla serie che più di tutte ha fondato la sua fortuna sul ritmo, sul cast corale e su un’unica, fissa e immutabile scenografia: Camera café.

Lanciata da Italia 1 nel 2003 – basandola su un format di grande successo in Francia che è stato esportato anche in Canada, Spagna, Australia, Brasile, Grecia, Irlanda e molti altri paesi – la serie ha per protagonisti principali i comici Luca Bizzarri (nei panni del delegato sindacale Luca Nervi) e Paolo Kessisoglu (il venditore Paolo Bitta), affiancati da tutta una serie di colleghi spesso scelti dal campo teatrale e quindi di buon livello recitativo, tra i quali spiccano Debora Villa che interpreta la segretaria Patti, Alessandro Sampaoli che dà vita al timido contabile Silvano, Renato Liprandi nel ruolo del terribile direttore De Marinis e Carlo Gabardini, che presta il volto al tecnico informatico Olmo (creato appositamente per la versione italiana).

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L’ambientazione, come è noto, è il corridoio di un’azienda italiana, proprio davanti alla macchinetta del caffè, dove sembra essere nascosta la telecamera: qui si ritrovano i vari colleghi di lavoro, spesso per parlare male l’uno dell’altro, per raccontarsi aneddoti delle rispettive vite e per organizzare, in certi casi, i loro raggiri e le loro malefatte, in una ripresa di temi che si trovano anche in The Office, ma qui con trame più veloci e dinamiche.

Gli episodi durano in genere cinque minuti e dello show sono finora state prodotte cinque stagioni, una all’anno tra il 2003 e il 2008 e poi un’ultima nel 2011, dopo una pausa di quattro anni; in tutto si contano più di 1.600 puntate.

 

Finalmente soli

Il successo di Gerry Scotti e Maria Amelia Monti

Gerry Scotti e Maria Amelia MontiDopo tre serie rapidissime nello svolgersi delle trame, torniamo a una sitcom tutto sommato tradizionale come Finalmente soli, che anzi riprende alcuni temi della Casa Vianello (ad esempio una scena conclusiva più o meno fissa) da cui siamo partiti.

Varata nel 1999 da Mediaset, che la mandò in onda su Canale 5, la serie nasce come spin-off di Io e la mamma, sitcom di due stagioni che Gerry Scotti aveva interpretato al fianco della veterana Delia Scala: Gigi, il dentista quarantenne che per anni aveva continuato a vivere con la madre, decide infatti di sposarsi con Alice (interpretata dalla brava Maria Amelia Monti) e andare finalmente a vivere per conto suo. La convivenza tra i due sarà però complicata dalle invadenze dei vicini e dalla nascita, nelle stagioni successive, dei figli Riccardino e Niki.

90 episodi, oltre a vari film per la TV

Andato in onda per cinque stagioni tra il 1999 e il 2004 (per un totale di 90 episodi), lo show è stato ripreso anche in anni successivi grazie alla realizzazione di tre film per la televisione: Finalmente Natale, trasmesso nel dicembre del 2007, Finalmente a casa e Finalmente una favola (entrambi del 2008); da allora, periodicamente si diffondono voci su una possibile ripresa della serie e lo stesso Scotti nel luglio dell’anno scorso ha confidato a varie riviste il desiderio di tornare a recitare con la Monti, magari in un serial rinnovato nei contenuti e nella forma.

 

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